Grande preoccupazione fra i ricercatori di Chimica dell’università di Bologna dopo il recente decesso di una altra giovane collega dovuto a un tumore maligno. Si tratta dell’ultimo di una serie di casi analoghi che si sono verificati in questi anni presso il dipartimento di chimica del capoluogo emiliano e che non trova altra spiegazione, secondo i compagni di lavoro della vittima, se non nelle scarse misure di sicurezza contro il rischio chimico adottate all’interno dei laboratori dell’ateneo.
Il caso di Bologna riporta ancora una volta alla ribalta il tema sempre attuale della necessità di riservare particolare attenzione, nei luoghi di lavoroe non solo, alla manipolazione di sostanze chimiche potenzialmente cancerogene e, laddove si pensi in particolare all’ambito ospedaliero, alla manipolazione dei farmaci chemioterapici antiblastici: la prevenzione, la riduzione del rischio e l'adozione di tecniche di manipolazione adeguate restano infatti le uniche vie percorribili ad oggi.
In considerazione di tutti questi aspetti, l'obiettivo è quello di rendere l'esposizione professionale ai Chemioterapici Antiblastici entro i livelli più bassi possibile compatibilmente con le attività di lavoro dei singoli reparti.
Tutte le fasi che comportano la presenza di Farmaci Chemioterapici Antiblastici costituiscono un rischio potenziale: è noto infatti come, durante le fasi di preparazione di questi composti, si possa verificare ad esempio l’accidentale esposizione al farmaco per via inalatoria, per contatto diretto, in seguito alla formazione di aerosol o a causa di spandimenti avvenuti sotto la cappa a flusso laminare.
Come prescritto dalle norme vigenti in materia è necessario, prima di eseguire la preparazione, verificare la funzionalità della cappa e dei sistemi di sicurezza, che il personale addetto indossi gli adeguati D.P.I., eliminare dall’area di lavoro il materiale non necessario alla preparazione e decontaminare in modo opportuno il piano di lavoro.
Per ridurre al massimo il rischio chimico, durante la fase di preparazione è opportuno utilizzare anche sistemi chiusi per la ricostituzione dei farmaci.
Securmix, un dispositivo medico sviluppato appositamente dalla Eurospital SpA per le operazioni di manipolazione dei farmaci chemioterapici antiblastici garantisce l’incolumità e la sicurezza del personale prevenendo il rischio chimico legato a un’eventuale contaminazione.
Inoltre, consente di semplificare notevolmente la procedura di lavoro in caso di lavorazione di grandi quantità.
Il gruppo Eurospital SpA, che ha al suo attivo una grande esperienza nel campo della prevenzione del rischio chimico e infettivo in ambito ospedaliero, ha sviluppato e introdotto in questo settore il Dispositivo Medico Securmix con l’obiettivo di rendere semplici e sicure le procedure di manipolazione dei farmaci chemioterapici antiblastici, favorendo la corretta memorizzazione della procedura di utilizzo da parte degli operatori e riducendo il rischio di movimenti e operazioni affrettate.
Il caso di Bologna riporta ancora una volta alla ribalta il tema sempre attuale della necessità di riservare particolare attenzione, nei luoghi di lavoroe non solo, alla manipolazione di sostanze chimiche potenzialmente cancerogene e, laddove si pensi in particolare all’ambito ospedaliero, alla manipolazione dei farmaci chemioterapici antiblastici: la prevenzione, la riduzione del rischio e l'adozione di tecniche di manipolazione adeguate restano infatti le uniche vie percorribili ad oggi.
In considerazione di tutti questi aspetti, l'obiettivo è quello di rendere l'esposizione professionale ai Chemioterapici Antiblastici entro i livelli più bassi possibile compatibilmente con le attività di lavoro dei singoli reparti.
Tutte le fasi che comportano la presenza di Farmaci Chemioterapici Antiblastici costituiscono un rischio potenziale: è noto infatti come, durante le fasi di preparazione di questi composti, si possa verificare ad esempio l’accidentale esposizione al farmaco per via inalatoria, per contatto diretto, in seguito alla formazione di aerosol o a causa di spandimenti avvenuti sotto la cappa a flusso laminare.
Come prescritto dalle norme vigenti in materia è necessario, prima di eseguire la preparazione, verificare la funzionalità della cappa e dei sistemi di sicurezza, che il personale addetto indossi gli adeguati D.P.I., eliminare dall’area di lavoro il materiale non necessario alla preparazione e decontaminare in modo opportuno il piano di lavoro.
Per ridurre al massimo il rischio chimico, durante la fase di preparazione è opportuno utilizzare anche sistemi chiusi per la ricostituzione dei farmaci.
Securmix, un dispositivo medico sviluppato appositamente dalla Eurospital SpA per le operazioni di manipolazione dei farmaci chemioterapici antiblastici garantisce l’incolumità e la sicurezza del personale prevenendo il rischio chimico legato a un’eventuale contaminazione.
Inoltre, consente di semplificare notevolmente la procedura di lavoro in caso di lavorazione di grandi quantità.
Il gruppo Eurospital SpA, che ha al suo attivo una grande esperienza nel campo della prevenzione del rischio chimico e infettivo in ambito ospedaliero, ha sviluppato e introdotto in questo settore il Dispositivo Medico Securmix con l’obiettivo di rendere semplici e sicure le procedure di manipolazione dei farmaci chemioterapici antiblastici, favorendo la corretta memorizzazione della procedura di utilizzo da parte degli operatori e riducendo il rischio di movimenti e operazioni affrettate.
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