Il consistente aumento in Italia e all’estero delle malattie neoplastiche e in conseguente sviluppo della ricerca in tal senso hanno condotto a trattare sempre più pazienti oncologici con i farmaci chemioterapici antiblastici. Per questo motivo la manipolazione dei farmaci chemioterapici antiblastici e il loro utilizzo in ospedale sono diventati attività routinaria, non solo nei reparti strettamente oncologici ma anche in altre numerose unità operative. Secondo l’International Agency for Research on Cancer (IARC), i farmaci antiblastici possono essere classificati in base alla loro pericolosità intrinseca e, precisamente, in “cancerogeni”, “probabili cancerogeni”, “possibili cancerogeni”, e ancora “non classificabili come cancerogeni” e “probabili non cancerogeni”. A prescindere da questa pericolosità intrinseca, diversi farmaci sono dotati, inoltre, di proprietà vescicanti, irritanti e allergizzanti. La salvaguardia e la salute degli operatori sanitari impegnati nella manipolazione di sostanze classificate come pericolose è, nella realtà di una struttura ospedaliera, un aspetto sempre più critico e dibattuto. La normativa ministeriale di riferimento definisce le misure, le responsabilità, il sistema di protezione ambientale, la gestione di contaminazioni accidentali e lo smaltimento dei medicinali atti ad assicurare la tutela della salute degli operatori in ambiente sanitario. La fase più critica nella manipolazione dei farmaci chemioterapici antiblastici è quella della preparazione, ovvero della diluizione di questi farmaci, in quanto si registra il massimo livello di esposizione per l’operatore. Per questo motivo sono stati individuati i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) che gli operatori sanitari devono utilizzare nelle operazioni di manipolazione dei farmaci chemioterapici antiblastici, ovvero il camice, i guanti, gli occhiali, il facciale filtrante, la cuffia e i calzari, che devono essere certicati e a norma con le attuali leggi vigenti in materia di sicurezza.
Alcune aziende consapevoli della necessità di aumentare la sicurezza del personale sanitario hanno progettato nuovi sistemi di sicurezza che consentono, nel corso di queste delicate operazioni, di controllare costantemente in circuito chiuso tutte le varie fasi di preparazione impedendo agli operatori l’interazione con i farmaci chemioterapici antiblastici.
Questi sistemi permettono sia di ricostituire i farmaci in polvere, sia il prelievo dalle soluzioni già pronte, sia il trasferimento del farmaco in sacca per la somministrazione successiva al paziente, garantendo una sicura gestione del rischio chimico ad essi correlato.
Il gruppo Eurospital S.p.A. forte di una esperienza nel campo della prevenzione del rischio chimico e infettivo in ambito ospedaliero, ha sviluppato e introdotto in questo settore Securmix, un sistema pensato appositamente per le operazioni di manipolazione dei farmaci chemioterapici antiblastici al fine di renderle semplici (per una corretta memorizzazione della procedura da parte degli operatori e per ridurre il rischio di movimenti ed operazioni affrettate) e sicure (per evitare la contaminazione con un farmaco cancerogeno pericoloso).
Securmix è disponibile in due versioni, entrambe dotate di filtro idrofobico da 0,22 micron: Securmix flaconi (per il collegamento per il collegamento a flaconi in vetro, con attacco luer lock con la siringa e aggancio di sicurezza al flacone) e Securmix sacche (per il collegamento a sacche in plastica, con attacco luer lock per la siringa e aggancio di sicurezza sul punto di iniezione).
Alcune aziende consapevoli della necessità di aumentare la sicurezza del personale sanitario hanno progettato nuovi sistemi di sicurezza che consentono, nel corso di queste delicate operazioni, di controllare costantemente in circuito chiuso tutte le varie fasi di preparazione impedendo agli operatori l’interazione con i farmaci chemioterapici antiblastici.
Questi sistemi permettono sia di ricostituire i farmaci in polvere, sia il prelievo dalle soluzioni già pronte, sia il trasferimento del farmaco in sacca per la somministrazione successiva al paziente, garantendo una sicura gestione del rischio chimico ad essi correlato.
Il gruppo Eurospital S.p.A. forte di una esperienza nel campo della prevenzione del rischio chimico e infettivo in ambito ospedaliero, ha sviluppato e introdotto in questo settore Securmix, un sistema pensato appositamente per le operazioni di manipolazione dei farmaci chemioterapici antiblastici al fine di renderle semplici (per una corretta memorizzazione della procedura da parte degli operatori e per ridurre il rischio di movimenti ed operazioni affrettate) e sicure (per evitare la contaminazione con un farmaco cancerogeno pericoloso).
Securmix è disponibile in due versioni, entrambe dotate di filtro idrofobico da 0,22 micron: Securmix flaconi (per il collegamento per il collegamento a flaconi in vetro, con attacco luer lock con la siringa e aggancio di sicurezza al flacone) e Securmix sacche (per il collegamento a sacche in plastica, con attacco luer lock per la siringa e aggancio di sicurezza sul punto di iniezione).
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