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lunedì 31 gennaio 2011

Un caffè con Dino Buzzati


Un caffè con Dino Buzzati
Il caffè, locale di incontri, ma pure luogo di anticamera …metafisica.

Possiamo intendere la metafora del caffè visto come attesa del domani, o dell’immenso “dopo”, oppure di una rivelazione istantanea e intima, se collochiamo il luogo-caffè nella realtà esistenziale di un grande scrittore come Dino Buzzati. È sua una bella poesia che inizia proprio in un caffè, dove il poeta si recava abitualmente con gli amici. Ma l’abitudine nasconde risvolti inquietanti e porta in sé squarci misterici. La poesia è “Bacino di carenaggio” e recita nell’incipit:

«Mentre io ero seduto al caffè,/ questo qui sotto che sapete, mi giunse/ alle spalle un colpo di vento/ avvertimento apposta per me./ Gli altri, i colleghi non se ne accorsero neanche/ continuando a parlare delle solite cose,/ sfido, l’ unico destinatario ero io».

Di Buzzati abbiamo nella mente e negli occhi “Il deserto dei tartari”, ubicazione real fantastica dell’omonimo libro da lui scritto, e il film magnifico che ne ha tratto il regista Valerio Zurlini nel 1976. Ma la sua malinconica metafisica, dove la vita è un’eterna attesa di un grande evento, la morte, si riverbera anche nei versi suggestivi di cui sopra, nei quali un caffè è il teatro del nostro anelare, attendere, sperare.

Bello pensare, insieme a Buzzati, che un luogo di ristoro e di pausa serena sia anche Il Luogo per antonomasia, il posto dell’anima che si interroga e che ascolta e ama, nel suo silenzio inviolato, senza l’interferenza dei presenti. Proprio come in un luogo sacro.

Graziella Atzori

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