Un piano di risanamento,lacrime e sangue,quello che viene proposto agli Italiani
dopo il via libera dell’Unione Europea. Uno dei nodi cardine il pensionamento a
67 anni che dovrebbe entrare in vigore dal 2026. Il magone pensioni che in
questo momento attanaglia milioni di Italiani e specie i dipendenti pubblici,
proviene da una sconsiderata gestione del sistema pensionistico che ha favorito
negli anni il proliferare delle pensioni Baby. Lo sconfinamento del sistema,
secondo l’INPS,legato a questa tipologia di assistiti si attesta ,oggi, in
circa 150 miliardi di euro. In pratica l’allungamento dell’età pensionabile ,per
alcuni versi,serve a pagare questo buco nero. Tra le misure anche quella del “ licenziamento facile” che secondo il Ministro
Maurizio Sacconi non è correttamente indicata nel lessico ,infatti, sempre
secondo –Sacconi-: “Obbiettivo è assumere e non licenziare”, ”Sarà introdotta
per i dipendenti pubblici la mobilità con la possibilità di essere posti per
brevi periodi in cassa integrazione ”. Nella calendarizzazione della manovra la
dismissione del patrimonio pubblico dello stato che dovrebbe portare nelle
casse Italiane,5 miliardi di Euro,la riforma fiscale,la soppressione delle
province. Infine tra i tanti obbiettivi quello di ridurre il divario nord-sud,attraverso
il miglior utilizzo dei fondi europei.
Di Maurizio Cirignotta
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