Al Teatro Manhattan dal 22 al 26 febbraio alle 21 e la domenica alle 18.
Gli anni ’80 rivivono sul palco del suggestivo Teatro Manhattan grazie alla Compagnia del Contatto con lo spettacolo “Il club dei cinque” per la regia di Gabriele Cometa in scena dal 22 al 26 febbraio.
È il 25 marzo 1985 e cinque ragazzi differenti tra loro si ritrovano in punizione di domenica nell’Aula Magna del liceo ginnasio “Quinto Ennio”. Un cervello, un atleta, una disadattata, una principessa e un criminale con un tema da scrivere e la noia che li attanaglia affronteranno temi tra i più diffusi nel mondo adolescenziale. Dal rapporto conflittuale con i genitori agli amici esigenti, dai problemi col sesso alle droghe, un mix che porta i personaggi a scoprire che infondo non sono poi così diversi.
Il regista Gabriele Cometa decide, dopo un lungo percorso “vampiresco” da “Oscuri abbracci” a “Tre giri di giostra”, di immergersi nel colorito mondo degli anni ’80 e lo fa con freschezza e leggerezza qualità che rendono lo spettacolo riuscitissimo ed esilarante.
Uno spettacolo da non perdere dove anche lo spettatore si sentirà parte dello spettacolo tra ricordi lontani di scuole purtroppo finite. (recensione di DEBORA BELMONTE)
«Dopo aver esplorato l’immobilità, la freddezza e le emozioni interne dei vampiri con “Oscuri Abbracci” e precedentemente con “Tre Giri di Giostra”, ho deciso di catapultarmi nel caotico e variopinto mondo dei “mitici anni 80”». Con queste parole Gabriele Cometa fa ritorno a teatro, nello spazio intimo del Manhattan, con “Il club dei cinque” in scena fino al 26 febbraio.
Anche in questa nuova e giovane
commedia al regista basta pochissimo per tirar fuori uno spettacolo che
prende e coinvolge il pubblico sin dalle prime battute. A lui non
servono grandi scenografie per estasiare la platea, tre banchi e cinque
bravissimi attori è tutto ciò di cui ha bisogno.
Ispirato a The Breakfast Club uno dei film cult
degli anni ’80, il testo, riadattato in forma teatrale, è la vita di
cinque adolescenti che la domenica del 25 marzo 1985 si ritrovano
costretti nell’aula magna del liceo Quinto Ennio a compilare la pagina
bianca di un foglio. “Chi sono io?”: è questo il tema che il preside del
liceo ginnasio ha inflitto loro come punizione. Cinque ragazzi tanto
diversi tra loro. Diversi per aspetto, per carattere, per ragione
sociale, per cultura famigliare ma in fondo tanto uguali. Uguali quando
abbattono le barriere dell’apparire per immergersi negli abissi della
personalità. E allora dietro quel cervello, quella principessa, quella
disadattata, quel criminale e quell’atleta ci sono le medesime angosce,
le stesse paure, la stessa noia che hanno colpito i giovani degli anni
’80 e che continuano ad essere le problematiche adolescenziali anche
oggi.
Studiatissima la
ricerca degli abiti, dei costumi, delle pettinature ma anche della
gestualità e soprattutto delle musiche. Tutto questo a conferma che
Gabriele Cometa non lascia nulla al caso, anzi è l’attenzione al
particolare la chiave di volta della riuscita di tutte le sue
commedie.
Grande ricerca e analisi introspettiva
anche per i giovani attori Pierpaolo Laconi, Elisa Rivelli, Simone
Tromboni, Federica Siri e Andrea Riso che sono riusciti, attraverso un
flashback introspettivo, a tirar fuori e rivivere per una seconda volta
gli anni a cavallo tra giovinezza ed età adulta.
La punizione sarà occasione di scontro e confronto,
di dibattiti e prese in giro, ma soprattutto di presa consapevolezza
del proprio Io e della personalità dell’altro, di quello che si
considera il diverso e che fa paura quando si scopre che in fondo tanta
diversità non esiste e che ci assomiglia più di quanto non si voglia
ammettere. (recensione di JESSICA ZECCHINATO)
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