sceneggiatura e regia
Olivier Nakache
e Eric Toledano
con François Cluzet
e Omar Sy
nei
cinema italiani dal 24 febbraio 2012
Philippe,
parigino ricco e aristocratico, è tetraplegico e ha bisogno di
qualcuno che si occupi di lui giorno e notte; non basta l'infermiera,
ci vuole un uomo giovane e con due braccia forti per accudirlo. Dopo
aver esaminato e scartato una serie di candidati apparentemente molto
più qualificati la sua scelta cade su Driss, piccolo criminale
senegalese perennemente disoccupato.
Così
inizia INTOUCHABLES, una commedia
imprevedibilmente divertente.
Che cosa può rendere "quasi amici" un esteta miliardario paralizzato dal collo in giù e un giovanotto della banlieue che si è appena fatto 6 mesi di galera, il cui unico scopo nella vita è mungere i servizi sociali? Sono due "intoccabili" (ognuno a modo suo è un paria) che presi separatamente sono infrequentabili, e una volta insieme sono indistruttibili.
L'incontro fra i due
handicappati, uno fisico e uno sociale, è il nucleo attorno a cui ruota
questo buddy-movie, sulla scia dei grandi duetti della commedia
francese: la perfezione di una lingua colta e declamata contro lo slang
del ghetto, il pettinato inglese contro le felpe da ginnastica, due
personalità agli antipodi, due universi in continua collisione che
trovano un punto d'incontro in un'inattesa complicità.
L'avvocato di
Philippe, che ha preso informazioni in Questura ed è preoccupato per
questa strana scelta, vuole dissuaderlo; e Philippe gli dice: "Sai che
quando suona il telefono lui me lo passa? Semplicemente non si ricorda
che non posso prenderlo. Lui non prova pietà per me." Soffocato dalle
cure di segretaria, governante, infermiera, fisioterapista, accoglie
come una boccata d'aria fresca la presenza di questo rustico ragazzone
di periferia, che non si vergogna delle proprie origini e con ingenuità
e buona volontà cerca di adeguarsi agli strani rituali sociali in cui
si è trovato di colpo immerso. Driss apprezza moltissimo la sua bella
camera con enorme bagno privato, e di poter guidare una Quattroporte
Maserati (si rifiuta di usare il furgoncino per handicappati: "Non
vorrà mica che la faccia salire da dietro come un cavallo!") ma non
riesce a capire perché Philippe spenda centinaia di migliaia di euro in
arte moderna; e l'opera, proprio no, non la capisce. E non si capacita
di come Philippe, vedovo, con un'intrattabile figlia sedicenne,
vulnerabile e spaventata, intrattenga da molto tempo una relazione solo
epistolare con una donna con cui si scambia poesie.
E' costretto a
lasciare il suo lavoro quando la famiglia ha bisogno di lui (la madre
vedova non ce la fa a gestire tre ragazzini turbolenti che si mettono
sempre nei guai) ma, sistemate le cose, torna subito appena richiamato,
perché Philippe non può proprio fare a meno di lui.
I giovani registi di cortometraggi Nakache e
Toledano videro nel 2004 il documentario "A' la vie, à la mort" che
raccontava la vera storia di Philippe Pozzo di Borgo, tetraplegico in
seguito alla frattura di due vertebre cervicali per un incidente col
parapendio, e del suo badante algerino Abdel Sellou. Scrissero subito
una sceneggiatura su questa storia incredibile, un soggetto forte con
una buona dose di umorismo; ma non avevano il coraggio di affrontare un
tema così delicato nel loro primo lungometraggio.
Finché nel 2008, in
pieni campionati del mondo di calcio, sbancarono i botteghini francesi
con NOS JOURS HEUREUX,
seguito nel 2009 da TELLEMENT PROCHES.
Rassicurati da questi successi misero in cantiere INTOUCHABLES,
e il primo a vederlo finito è stato proprio Philippe, che aveva anche
collaborato alla sceneggiatura: dietro suo suggerimento sono stati
inseriti molti dettagli di una realtà spesso dolorosa, ma anche folle e
divertente, il lato normale di situazioni assolutamente anormali.
Philippe Pozzo di Borgo si dice molto
soddisfatto del film: "I due registi hanno un houmor terribile. Nel
nostro stato noi amiamo le persone che scherzano, non quelle che ci
compatiscono. Certo la nostra storia è stata trattata in salsa
cinematografica, compresso in pochi mesi un rapporto durato anni. Driss
è meno burbero di Abdel, più sorridente. E poi Abdel non sa ballare!
Lui è un capo banda, molto più duro che nel film."
Racconta di Abdel Sellou: "Come nel film, ha
risposto al mio annuncio pensando che l'avrei rifiutato, così avrebbe
continuato a incassare l'assegno di disoccupazione. Poi si è detto che
il mio palazzo nel 7° arrondissement era una cassaforte facile da
svaligiare. In effetti è rimasto con me 10 anni. E' insopportabile,
vanitoso, orgoglioso, brutale, incosciente, umano. Senza di lui sarei
morto di decomposizione. Abdel mi ha curato come un neonato. Attento al
minimo segno, presente durante le mie assenze, mi ha liberato quando
ero prigioniero, protetto quando ero debole. Mi ha fatto ridere quando
mi stavo spezzando. E' il mio diavolo custode."
Sullo sfondo c'è la
Francia di oggi, un Paese caratterizzato da fratture sociali
apparentemente incolmabili, il confronto fra i quartieri alti e le città
satellite, un magnifico hotel particulier con
lucidissimi parquet e tappezzerie di broccato e quadri di Poussin, e i
tristissimi condomini ad affitto bloccato dagli intonaci cadenti.
Se INTOUCHABLES ha
venduto fin'ora in Francia 19 milioni di biglietti il merito è sia
dell'impeccabile sceneggiatura che dei due splendidi protagonisti: François
Cluzet vive il suo difficilissimo personaggio più
che rappresentarlo - Omar Sy, figlio di un
senegalese e di una mauritana, noto comico televisivo e già protagonista
dei precedenti film di Nakache e Toledano, dà un'interpretazione
misurata e naturale. Il loro senso del ritmo, la loro capacità di
passare dall'emozione alla commedia sono impressionanti - hanno già
ricevuto in coppia il premio per il miglior attore al Festival di Tokio e
si apprestano a fare strage di César.
Piacevole e appropriata la colonna sonora di
Ludovico Einaudi, inframmezzata da brani di Rameau e Earth, Wind and
Fire, hip-hop e Wagner, secondo i gusti inconciliabili di Philippe e
Driss.
Per una volta
la non corretta traduzione italiana del titolo rispetta correttamente
il contenuto del film: "quasi" amici - perché fino all'ultima battuta i
due protagonisti si danno, rispettosamente, del lei. (recensione
di MARINA PESAVENTO )
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