L’erede è la persona a cui spettano la successione di tutti o parte dei beni alla morte di un altro soggetto. Quest’ultimo, infatti, può redigere un testamento e decidere a chi lasciare le sue proprietà alla sua morte.
Possono succedere esclusivamente i soggetti che al momento dell’aperture del testamento siano nati o stati concepiti.
I parenti più stretti sono però tutelati dalla legge e anche nel caso il de cuius non li citi nel testamento, ricevono comunque parte dell’eredità. Si chiamano eredi legittimari, che nello specifico sono i discendenti legittimi e naturali, gli ascendenti legittimi e il coniuge. Non è quindi possibile diseredare i parenti più stretti, tranne in casi particolari previsti dalla legge.
Legittimo è, invece, chiamata la persona che anche nel caso, in cui non sia stato redatto un testamento o quando questo non sia valido o nullo, la legge stabilisce comunque che dovrà ereditare parte dei beni patrimonio. Sono eredi legittimi il coniuge, i discendenti legittimi e naturali, gli ascendenti legittimi, i collaterali, gli altri parenti (ma la successione non ha luogo tra i parenti oltre il sesto grado) e solo quando non esistono eredi legittimi e alcun testamento, tutto i beni che costituiscono il patrimonio del de cuius va nelle casse dello Stato.
Gli eredi, infatti, devono accettare l’eredità, prima di questo si parla di chiamato all'eredità. L’accettazione può essere tacita, quando il chiamato all’eredità compie un atto, previsto dagli articoli 477-478 del codice civile, che dimostra la sua volontà ad accettare i beni.
L’erede può altrimenti decidere di accettare l’eredità con beneficio di inventario (si chiama erede beneficiato), così che sia possibile separare il proprio patrimonio da quello ereditato ed essere sollevato dall’obbligo di dover pagare gli eventuali debiti del de cuius al di fuori dei limiti del patrimonio ricevuto (e di conseguenza con il suo).
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