Le ultime 48 ore sono decisive
per l’elezione del presidente degli stati uniti d’America. Una contesa che dà
ai due contendenti, il democratico Obama e il repubblicano Romney al 50% dei sondaggi. Un voto che sancirà due modi di
fare politica quella di Obama, fondata sul mantenimento dello stato sociale e
dei più poveri con una chiara azione di contenimento delle spese dedicate al
sistema di difesa militare. Alle spalle un processo di risanamento attuato in
piena crisi economica che passa anche attraverso l’Italia e la Fiat che riesce
ad acquisire la Chrysler e portare il lingotto a conquistare l’America. Un punto
critico per Romney che ha voluto puntualizzare
con una frecciata verso l’Italia che non
rappresenta per lui un modello da seguire vista la crisi in atto . Democratici,quindi,
per una risposta socio-economica,mentre i Repubblicani ripercorrono l’era di busch
caratterizzata dagli interessi dei grandi imprenditori con dimenticanze fatali
verso altri settori e criticità verso gli strati più deboli. Ma il pericolo
reale è l’atteggiamento di Romney verso la Cina che per lui ha manipolato la
moneta americana, uno dei primi atti sarebbe quello di rompere l’impalcatura
commerciale di Pechino. Romney è un mormone facente parte di una casta
religiosa che attua la poligamia ma anche alla base di una vera potenza
economica legata al sistema bancario. Uno degli obbiettivi comuni ai due
candidati è l’indipendenza energetica che negli ultimi anni ha caratterizzato
il Gas ed il Petrolio del Nord Dakota(600.000 barili di Petrolio negli ultimi anni). Una campagna elettorale diversa rispetto alla precedente elezione di Obama che si presenta nel suo finale al fotofinisch.
Di Maurizio Cirignotta
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