Nel flash
Sette varietà di Margherite
Alla Pizzeria
Sulle note della commedia musicale Sette spose per sette fratelli, il maestro Enzo Coccia titolare della pizzeria
Rispettando le antiche tecniche e tradizioni, lunga lievitazione e forno a legna, con prodotti esclusivi della nostra Campania felix, pomodorino del piennolo del Vesuvio dal sapore dolce e delicato, antiossidante in grado di prevenire le alterazioni tumorali delle cellule, mozzarella di bufala, definita nobile, perché prodotta nell'alto piano beneventano, dove il pascolo avviene, lontano dalle autostrade e dallo smog, pomodoro San Marzano essiccato e la scamorzetta fresca di Agerola, Coccia si è sbizzarrito nel portare a tavola le sue "creature": Rotolino con soffritto; Piennolo e bufala; Corbarino e provola di bufala; datterino e fior di latte; ciliegina alla brace con provola di vaccino; san Marzano essiccato con scamorzetta di Agerola; Pachino con stracciata di Andria; Pomodoro San Marzano (dop) pelato con fiore di latte prodotto con latte nobile (presidio Sloow food).
Con la modestia che lo distingue Coccia che da ragazzo lasciò la scuola allievi ufficiali per subentrare nell'attività del padre e in seguito ha svolto un master all'Università Suor Orsola Benincasa su "Le tradizioni e le culture alimentari dei popoli del Mediterraneo", alla fine della serata ha chiesto ai commensali una preferenza sulle sette pizze presentate. Pareri discordi, ma da tutti apprezzata la fantasia dello chef che molto si adopera per la difesa della pizza di qualità. La giornalista Laura Gambacorta che ha organizzato l'evento, esperta in enogastronomia ha intervistato i produttori presenti, rendendo edotti i commensali sugli elementi utilizzati per una pietanza sana e genuina, qual è la vera pizza napoletana.
Ad accompagnare i vari assaggi le birre artigianali della tenuta Collesi, Imper Ale, Alter Ego e Fiat Lux del mastro birraio Marc Knops. Le birre sono prodotte nella Fabbrica di Apecchio. Le notevoli qualità organolettiche della bevanda ha spiegato Antonio Esposito, manager dell'Azienda in provincia di Pesaro - presentata per la prima volta a Napoli sono dovute all'acqua calcarea del Monte Nerone del paesino medievale nell'entroterra marchigiano. L'orzo utilizzato, arriva dai campi di proprietà della famiglia Collesi, trattato al maltificio regionale e tornato in azienda sotto forma di malto per la preparazione della birra, la cui fermentazione avviene in bottiglia..
Per finire i Mon chery by Thobroma di Sant'Anastasia, praline ripiene di uva catalanesca sotto spirito e altre specialità nate all'ombra del Vesuvio.
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