Il voto del 6 novembre 2012 riconferma Barack
Obama a Presidente degli Stati Uniti D’America, una riconferma utile a
continuare il lavoro già iniziato quattro anni fa. Ben 2 milioni di voti in più
rispetto allo sfidante Mitt Romney. Sul nazionale ,infatti, Obama si attesta sopra il 50% con 58.932.757 voti, mentre
Romney è al 48% con 56.583.680 voti. Quello che conta comunque è il computo dei
grandi elettori che nel totale sono 538 una falce che ha favorito Obama con 332
grandi elettori contro i 206 di Romney . Nel 2008 i democratici avevano raggiunto
365 elettori contro i 173 dei repubblicani. Il maggior
peso elettorale di queste elezioni può essere dato alla popolazione a
considerata ai margini del sistema americano “Gli Ultimi”. È stata proprio la
porzione di elettorato Ispanico-Afroamericano che in queste elezioni ha
triplicato la sua presenza con il 27% dei consensi. Una vera rivolta del
sistema libero e democratico che vuole un’America di pace e di progresso. Gli
investimenti negli ultimi anni specie nel settore auto hanno prodotto milioni
di posti di lavoro portando una disoccupazione dal 10% all’8% , ma a fare leva
a queste elezioni è stata sicuramente la politica del sociale a favore degli
emarginati. Una risposta elettorale di milioni di persone. Tra i vari
referendum correlati alla campagna elettorale presidenziale quella dell’annessione
di Puerto Rico come 51° stato d’America con il 95% dei voti a favore. Resta,invece,
la pena di morte nello stato della California. Congratulazioni a Obama sono
arrivate da molti stati europei tra cui l’Italia mentre un dissenso netto è
stato manifestato dall’Iran. La Cina avvalla con piacere l’elezione di Obama
visto lo spauracchio Romney che aveva caratterizzato la campagna elettorale.
Moody’s ,invece, vuole tagliare il rating a Obama levando la tripla A. Forse una
mancata vittoria del sistema bancario americano ?
Di Maurizio Cirignotta
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