Continua il trend in
negativo dell’Italia, collegato ad una delle più importanti
risorse finanziarie nazionali, “l’evasione fiscale”. Dopo
decenni la politica delle promesse non è riuscita ancora oggi a
creare una condizione stabile e di risorsa per le finanze dello
stato. Il quadro che nel 2012 abbiamo creato è collegato ad una
crescita dell’evasione fiscale del 15,3%, con balzi in avanti al
Nord dove si è raggiunto il 16,1% del totale. A questo dato si
aggiunge un’economia sommersa del 21,4% del PIL che nel 2012 è
stato di 346 miliardi di euro. Dati alla mano sono stati sottratti
all’erario 181,7 miliardi di euro tra imposte dirette ed indirette.
A diffondere i dati il Centro Studi e Ricerche Sociologiche
"Antonella Di Benedetto" di Krls Network of Business Ethics
per conto dell'Associazione Contribuenti Italiani. Un’indagine
condotta attraverso la elaborazione di dati ministeriali, banche
centrali, istituti di statistica e Polizie tributarie degli Stati
dell’Unione. Un risultato eclatante che in Italia l’Economia
sommersa, “Il lavoro ed il commercio in Nero per intenderci” è
il doppio rispetto a Francia e Germania. In pratica la nostra
politica non riesce a trovare una soluzione utile ad arginare il
problema perché continua ad agire sulla pressione fiscale e non
sulla fiscalità di vantaggio. La speciale classifica vede al primo
posto l’Italia seguita dalla Grecia con il 19,2%, Romania con il
19,1%, Bulgaria con il 18,5%, Slovacchia con il 17,6% e Cipro con il
17,2%. In Italia ,invece, la Lombardia, con +16,1% si attesta l primo
posto,seguita rispettivamente dal Veneto con + 15,9% e dalla Valle
d'Aosta con +15,7%. A seguire il Lazio con +15,5%, la Liguria con
+15,4%, il Piemonte con 15,3%, il Trentino con 15,1%, la Toscana con
+14,6%, le Marche con +14,2%, la Puglia con +12,3%, la Sicilia con
+11,7%, l'Emilia Romagna con +11,4%, la Campania +8,1 % e l'Umbria
con +8,0%. In Italia tra i principali vediamo gli industriali
(32,5%) seguiti da bancari e dagli assicurativi (32,4%), commercianti
(10,7%), artigiani (9,5%), professionisti (7,6%) e lavoratori
dipendenti solo il (7,3%). Cinque le aree di maggiore evasione: La
prima in assoluto è il lavoro sommerso,un vero esercito composto da
2,9 milioni di persone che comprendono anche 850.000 pubblici
dipendenti che fanno il secondo od il terzo lavoro. In questo settore
l’evasione viene stimata il 34 miliardi di euro. La seconda è
l'economia criminale realizzata dalle grandi organizzazioni mafiose
italiane e straniere (Russia e Cina in testa) cresciute del 18,7%
nel nord dell’Italia. Evasione stimata 78,2 MLD di euro l'anno. La
terza area è quella composta dalle società di capitali, escluso le
grandi imprese. Il 78% dichiara un reddito di 10.000 euro. Evasione
stimata 22,4 miliardi di euro anno. La quarta area è quella delle
big company che sfruttano il "transfer pricing" che
spostano la tassazione in paesi dove non esistono controlli fiscali.
Evasione stimata 38,6 miliardi di euro all'anno. Terminano la
speciale lista i lavoratori autonomi e le piccole imprese con la
mancata emissione di scontrini, di ricevute e di fatture fiscali che
sottrae all'erario circa 8,2 miliardi di euro l'anno. Un buco di
miliardi di euro che la casta politica cerca sempre di colmare non
attraverso una vera riforma della finanza pubblica ma con strumenti
solo atti a colpire sempre il popolo vedi
IMU,Condoni,Benzina,Assicurazioni. In attesa abbiamo raggiunto un
debito pubblico di 2022 miliardi di euro a febbraio 2013.
Di Maurizio Cirignotta
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