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giovedì 29 agosto 2013

Imu, con l'abolizione si liberano risorse per le aziende agricole, utili per creare nuova forza-lavoro

La Cia ricorda come il settore primario abbia già dimostrato nell'ultimo anno di saper innescare occupazione, in controtendenza rispetto all'andamento generale. Questo vale soprattutto per le Pmi, ossatura del sistema Italia, dove "nasce" il 60% dei nuovi impieghi.  

 

           

Agevolare le imprese sotto il profilo dei costi innesca nuova occupazione. Per questo l'eliminazione dell'Imu su terreni e fabbricati rurali libera risorse importanti che le imprese agricole possono utilizzare per investire, prima di tutto sul lavoro. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori.

           

Nel 2012 il gettito dell'Imu agricola ha sfiorato i 700 milioni di euro, con un aumento di 130 milioni di euro solo per i terreni -ricorda la Cia-. Soldi che ora le imprese possono destinare alla crescita del settore primario. Che costituisce una leva fondamentale per la ripresa del Paese, anche dal punto di vista occupazionale. L'agricoltura, infatti, ha già ampiamente dimostrato di saper creare nuovi posti di lavoro, con un incremento del 3,6 per cento degli assunti nel 2012 e dello 0,7 per cento nei primi tre mesi del 2013, in netta controtendenza rispetto all'andamento generale.

           

Tra l'altro -evidenzia la Cia- proprio le piccole e medie imprese sono le più preziose in chiave occupazionale: l'Ue segnala che quasi il 60 per cento dei nuovi posti di lavoro è creato in aziende con meno di 10 addetti. Un assunto ancora più vero in Italia, dove le Pmi anche in agricoltura rappresentano l'ossatura del nostro sistema produttivo.

           

Inoltre, in un periodo in cui la disoccupazione giovanile supera stabilmente il 38 per cento -sottolinea la Cia- in agricoltura sono stati proprio i giovani a contribuire in modo più significativo alla crescita del lavoro dipendente, visto che gli occupati con meno di 35 anni sono aumentati del 5,1 per cento.



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