''Apprezziamo il fatto che il Governo abbia adottato un provvedimento d'urgenza per affrontare le gravi problematiche relative al lavoro pubblico''. E' quanto dichiara Umberto Di Primio, Sindaco di Chieti e Delegato ANCI alle politiche del personale.
''In particolare – sottolinea - accogliamo positivamente il recepimento di alcune delle richieste formulate dall'ANCI relative al personale impiegato nella scuola quali l'equiparazione del personale educativo e docente delle scuole gestite dai Comuni al personale statale nonche' l'esclusione dai vincoli di spesa delle Aziende speciali e delle istituzioni che gestiscono servizi scolastici e per l'infanzia; si tratta, evidentemente, di un primo passo, non risolutivo delle svariate problematiche ma che testimonia la presa d'atto da parte del Governo del fatto che esiste una particolare specificita' di detto personale, come piu' volte ha sottolineato l'ANCI''.
''Il decreto legge approvato reca, poi, misure per l'immissione in ruolo del personale precario, consentendo alla PA di effettuare, per il triennio 2013-2015, concorsi interamente riservati al personale precario con almeno tre anni di anzianita', nel limite del 50 per cento del complesso delle risorse destinabili a nuove assunzioni. Si tratta dunque – evidenzia - di una misura certamente positiva il cui impatto effettivo, tuttavia, deve fare i conti con gli stringenti vincoli in materia di assunzioni gravanti sulle amministrazioni locali''.
''Secondo i dati desumibili dal Conto Annuale per il 2011, infatti – spiega Di Primio - il numero dei cessati nei Comuni, al netto delle mobilita', e' di circa 15.000 unita'; i vigenti limiti in materia di assunzioni a tempo indeterminato consentono di coprire il 40% del costo di tali cessazioni (ossia, al massimo, 6000 unita'); di queste risorse, secondo quanto previsto dal decreto legge, solo la meta' potrebbe essere destinata ad effettuare i concorsi interamente riservati al personale precario''.
''Se si considerano i dati sul lavoro precario diffusi ieri dal Dipartimento della Funzione Pubblica, secondo il quale la quota preponderante dei precari farebbe capo alle Regioni ed ai Comuni (in questi ultimi si parla di circa 30.000 unita'), l' impatto concreto del decreto legge e' modesto se non si allentano, contestualmente – conclude il Delegato ANCI - i vincoli sulle assunzioni''.
''In particolare – sottolinea - accogliamo positivamente il recepimento di alcune delle richieste formulate dall'ANCI relative al personale impiegato nella scuola quali l'equiparazione del personale educativo e docente delle scuole gestite dai Comuni al personale statale nonche' l'esclusione dai vincoli di spesa delle Aziende speciali e delle istituzioni che gestiscono servizi scolastici e per l'infanzia; si tratta, evidentemente, di un primo passo, non risolutivo delle svariate problematiche ma che testimonia la presa d'atto da parte del Governo del fatto che esiste una particolare specificita' di detto personale, come piu' volte ha sottolineato l'ANCI''.
''Il decreto legge approvato reca, poi, misure per l'immissione in ruolo del personale precario, consentendo alla PA di effettuare, per il triennio 2013-2015, concorsi interamente riservati al personale precario con almeno tre anni di anzianita', nel limite del 50 per cento del complesso delle risorse destinabili a nuove assunzioni. Si tratta dunque – evidenzia - di una misura certamente positiva il cui impatto effettivo, tuttavia, deve fare i conti con gli stringenti vincoli in materia di assunzioni gravanti sulle amministrazioni locali''.
''Secondo i dati desumibili dal Conto Annuale per il 2011, infatti – spiega Di Primio - il numero dei cessati nei Comuni, al netto delle mobilita', e' di circa 15.000 unita'; i vigenti limiti in materia di assunzioni a tempo indeterminato consentono di coprire il 40% del costo di tali cessazioni (ossia, al massimo, 6000 unita'); di queste risorse, secondo quanto previsto dal decreto legge, solo la meta' potrebbe essere destinata ad effettuare i concorsi interamente riservati al personale precario''.
''Se si considerano i dati sul lavoro precario diffusi ieri dal Dipartimento della Funzione Pubblica, secondo il quale la quota preponderante dei precari farebbe capo alle Regioni ed ai Comuni (in questi ultimi si parla di circa 30.000 unita'), l' impatto concreto del decreto legge e' modesto se non si allentano, contestualmente – conclude il Delegato ANCI - i vincoli sulle assunzioni''.
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