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venerdì 22 novembre 2013

L'austerita' ci e' costata il 4,86% di PIL. Evitare gli sprechi e rendere efficiente la spesa pubblica

Roma, 22 Novembre 2013. L'austerita' ci e' costata il 4,86% di PIL  in tre anni, dal  2011 al 2013, cioe' l'1,6% annuo. A dichiararlo non e' l'antieuropeista di turno ma  Jan 'tVeld, economista della Direzione generale Affari economici e finanziari della Commissione europea, in uno studio sugli effetti delle politiche fiscali sul PIL (1).
Anche altri Paesi sono stati colpiti dall'austerita' fiscale, tra i quali la Francia (-4,8%), la Spagna (-5,39%), la Grecia (-8,05%), il Portogallo (-6,9%), l'Irlanda (-4,5%)  e, addirittura,  la Germania (- 5%). Applicare contestualmente in tutti i Paesi le misure restrittive ha avuto l'effetto negativo che si e' verificato, commenta Jan 'tVeld, il quale dichiara che questa e' la sua personale opinione e non rispecchia quella della Commissione europea.
In definitiva, anche gli economisti europei sono in disaccordo sulle le politiche fiscali imposte dalla Commissione europea. Le rigidita' fiscali disposte dalla Ue, sollecitata dalla Germania, non hanno prodotto i risultati  sperati. Qualcuno in sede europea comincia a pensarla in modo diverso rispetto a quanto sostenuto in questi ultimi anni.
A giustificazione delle misure fiscali si sostiene che l'Italia ha un debito pubblico elevato, il 133%, il secondo in Europa dopo la Grecia. Allora cosa fare?
Razionalizzare la spesa pubblica e' l'imperativo immediato. I soli sprechi di prezzo, non di quantita', nel mondo dei beni e dei servizi e' pari al 21% della spesa, cioe' il 2% del PIL che valgono 32 miliardi di euro! E' sugli sprechi che bisogna intervenire. Se, per esempio, si registrassero obbligatoriamente tutti gli appalti presso l'Autorita' di vigilanza sugli appalti pubblici, si avrebbe un quadro immediato degli sprechi per una stessa tipologia di appalto. Standardizzare i costi sarebbe il passo successivo. A sostegno di questa scelta basta un dato: nel 2011 gli appalti pubblici in convenzione rappresentavano solo il 48% del totale della spesa! Insomma, minori sprechi significa anche miglior servizio per i cittadini.

(1) Fiscal consolidations and spillovers in the Euro area periphery and core.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc

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Redazione del CorrieredelWeb.it


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