CACCIA, REGIONE LAZIO SI SOTTRAGGA AI RICATTI DEI CACCIATORI
Posticipata per quattro specie la data di chiusura della stagione .
Lipu: "Pareri Ispra utilizzati secondo comodità.
Il presidente Zingaretti ritiri la delibera"
"Il posticipo della chiusura della caccia alla prima decade di febbraio per
quattro specie (cornacchia grigia, gazza, ghiandaia e colombaccio) è
l'ennesimo e indebito regalo alla lobby del mondo venatorio e un atto che va
contro la tutela della biodiversità e la serenità delle persone".
Questo il commento della Lipu-BirdLife Italia in merito al prolungamento del
periodo di caccia a danno di quattro specie, deliberato ieri dal Presidente
della Regione Lazio Nicola Zingaretti.
"La Regione Lazio - dichiara Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu-BirdLife
Italia - è già stata in settembre sconfessata dal Tar, che ha dovuto
riformare il calendario venatorio regionale prevedendo la chiusura
anticipata della caccia tra fine dicembre e inizio gennaio per molte specie,
come aveva chiesto l'Istituto per la Protezione dell'Ambiente, l'Ispra. Ci
saremmo aspettati dalla Regione un politica tesa a soddisfare in via
prioritaria le esigenze generali, quindi di tutti i cittadini, di tutela e
conservazione della fauna ed invece ci troviamo di fronte, come successo
negli anni passati, a un'ulteriore concessione al mondo venatorio."
"Il risultato - prosegue Mamone Capria - sarà quello di creare un forte
danno e disturbo a molto specie di uccelli che in questo periodo sono già in
fase di migrazione verso il nord Europa. Chi spiegherà inoltre, alle tante
persone che devono già subire per cinque mesi, nei propri terreni privati, i
soprusi e i pericoli legati alla caccia, che nel Lazio la stagione venatoria
non si chiude il 31 gennaio ma va avanti fino al 10 febbraio?"
"Chiediamo dunque al Presidente del Lazio Nicola Zingaretti - conclude il
presidente Lipu - di ritirare immediatamente e annullare la delibera che
allunga la stagione venatoria di 10 giorni, affinché finalmente, dopo cinque
lunghi mesi, la fauna selvatica torni ad essere patrimonio di tutti e non un
qualcosa a uso e consumo di pochi. La Regione Lazio si sottragga finalmente
al ricatto dei cacciatori e dedichi più attenzione alla natura e alla
sicurezza delle persone".
31 gennaio 2014
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