Secondo la Cia, la domanda interna molto debole contribuisce a tenere i prezzi su valori bassi. Cresce però la verdura fresca (+4,6%), per effetto dell’ultima ondata di maltempo che alza i listini stagionali. Intanto le difficoltà economiche portano le famiglie a tagliare sugli alimentari e, al contempo, a fare di nuovo dispensa, approfittando delle tante promozioni e offerte speciali, che oggi riguardano il 30% dei prodotti.
L’inflazione rimane ferma allo 0,7 per cento, ai minimi da più di tre anni, ma questo non vuol dire che i consumi ripartono. Anzi, il tasso resta così basso anche a causa di una domanda interna molto debole, con gli italiani costretti a una feroce “spending review” perfino sul cibo, che ha portato nel 2013 a un crollo del 4 per cento della spesa alimentare pari a meno 2,5 miliardi di euro. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati sui prezzi al consumo diffusi dall’Istat.
A determinare la stabilità dell’inflazione ha contribuito la frenata delle dinamiche inflazionistiche di molti prodotti, in particolare quelli energetici, mentre sono cresciuti dello 0,4 per cento (+1,3 per cento su base annua) i prezzi dei prodotti alimentari, trascinati in alto dal rialzo super dei vegetali freschi, che toccano +4,6 per cento a livello congiunturale, pagando gli effetti della lunga ondata di maltempo che va a incidere sui listini stagionali.
Nonostante i prezzi fermi, comunque, i consumatori restano così attenti al risparmio che oggi quasi due famiglie su cinque tornano a fare la “scorta alimentare” come ai tempi di guerra e cresce il tempo dedicato alla spesa -sottolinea la Cia-. Dopo anni di dispense minime e acquisti quotidiani o settimanali, il bisogno di risparmiare allunga i tempi davanti allo scaffale del supermercato, con il 65 per cento degli italiani che compara i prezzi con molta più attenzione girando più negozi alla ricerca della massima convenienza.
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