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lunedì 31 marzo 2014

Inflazione, Cia: l'agricoltura "raffredda" i prezzi, ma i consumi restano giù. Per l'85% degli italiani nessuno spreco sulla tavola

Secondo la Cia, il carrello della spesa resta vuoto anche se i listini si sono praticamente dimezzati nel giro di qualche mese. Ormai le famiglie, con la crisi, hanno acquisito uno “stile d’acquisto” improntato a risparmio e sobrietà.

 

L’agricoltura concorre a rallentare l’inflazione, che tocca un nuovo minimo a marzo, ma le buste della spesa rimangono sostanzialmente vuote. La riduzione netta dei prezzi di frutta e verdura fresca, che calano rispettivamente del 3,9 per cento e del 6,5 per cento tendenziale, contribuisce a evitare rincari sulla voce alimentare ma non modifica per nulla la situazione depressiva dei consumi. Prima di tutto quelli per la tavola. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati Istat.


            Nonostante da novembre a oggi la corsa dei prezzi si è praticamente dimezzata, la domanda interna resta molto debole -osserva la Cia-. Gli italiani, cioè, sono costretti a praticare ancora una “spending review” sul cibo, tanto che se nel 2007 mettevano nel carrello 5 prodotti alimentari, ora ne prendono soltanto due.

           
Complice la crisi, la grande maggioranza delle famiglie ha ormai fatto proprio uno stile d’acquisto improntato al risparmio e alla morigeratezza. Secondo il rapporto Cia-Censis, infatti, al supermercato l’85 per cento degli italiani cerca di eliminare ogni spreco ed eccesso. Inoltre, il 73 per cento riorganizza la spesa alimentare puntando quasi esclusivamente su offerte e promozioni. Ma soprattutto, con la spinta verso il “low-cost” e i discount, solo il 23 per cento oggi guarda alla marca come un elemento di garanzia di qualità.

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