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Luce intrecciata: da una parte
una particella di luce, dall'altra un’onda
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Ricercatori dell’Istituto nazionale di ottica del Cnr di Firenze hanno
realizzato per la prima volta in laboratorio un nuovo stato della luce in cui
due impulsi luminosi sono indissolubilmente legati, equivalente ottico del
paradosso noto come ‘gatto di Schrödinger’. La ricerca, pubblicata su Nature
Photonics, consentirà di capire meglio il
confine tra fisica classica e quantistica, e apre a una futura rete di
comunicazioni e computer dalle prestazioni inimmaginabili
Perché alcune delle strane
proprietà che valgono nell’infinitamente piccolo, quale la possibilità che una
particella si trovi contemporaneamente in più stati diversi (ad esempio, avendo
allo stesso tempo due colori o due posizioni distinte), non si ritrovano anche
negli oggetti macroscopici di tutti i giorni? Un esperimento realizzato
dall’Istituto nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche
(Ino-Cnr) di Firenze e del Laboratorio europeo di spettroscopia non lineare dell’Università
di Firenze (Lens) ha dimostrato per la prima volta sperimentalmente la
produzione di uno stato di luce ibrido in cui un fotone, la particella
fondamentale della luce, è sia presente che assente e un debole impulso laser
ha contemporaneamente due fasi opposte. Lo studio, guidato da Marco Bellini e
Alessandro Zavatta, col supporto di colleghi teorici coreani e australiani
delle Università di Seoul e del Queensland, è descritto su 'Nature Photonics'.
“In realtà, la meccanica
quantistica non vieta tali possibilità, ed Erwin Schrödinger illustrò le
paradossali implicazioni della teoria con la storia di un gatto chiuso in un
contenitore ermetico assieme a un atomo radioattivo e a una fialetta di veleno”,
racconta Marco Bellini dell’Ino-Cnr. “Con una probabilità del 50%, l’atomo
potrebbe decadere, emettendo una particella radioattiva che romperebbe la fiala
ed ucciderebbe il gatto. Secondo le regole della fisica quantistica, l’atomo
potrebbe però trovarsi anche in una situazione intermedia, in cui è contemporaneamente
decaduto e no, la fiala di veleno è sia rotta che intera, e il povero gatto in
uno strano stato sospeso, vivo e morto allo stesso tempo”.
Gli amanti dei felini possono
comunque stare tranquilli: nessuno si è mai neanche avvicinato a una situazione
del genere. “Quello che per la prima volta abbiamo dimostrato sperimentalmente
è la produzione di un cosiddetto stato di luce ‘entangled’ ibrido
classico-quantistico, analogo ottico della condizione ‘intrecciata’ dell’atomo
‘quantistico’ e del gatto ‘classico’ nella scatola”, conclude Bellini. “Nel
nostro caso, il ruolo dell’atomo è sostenuto da un singolo fotone, la
particella fondamentale della luce, quello del gatto da un debole impulso di
luce laser. Se il fotone è presente, l’impulso di luce ha una determinata fase,
mentre se il fotone è assente, ha la fase opposta, cioè i ‘picchi’ e le ‘valli’
dell’oscillazione del suo campo elettromagnetico sono scambiati. Come nel
paradosso del gatto, finché la ‘scatola’ non viene aperta, cioè finché non viene
effettuata una misura che costringa il sistema a decidere, le due alternative
sono entrambe vere allo stesso tempo: il fotone è sia presente che assente e,
corrispondentemente, il debole impulso luminoso ha due fasi opposte, in uno
stato ‘intrecciato’ analogo a quello descritto da Schrödinger”.
La ricerca permetterà di capire
meglio perché è così difficile trovare oggetti macroscopici in questi ‘strani’
stati sovrapposti e a quale livello le previsioni della meccanica quantistica
smettano quindi di funzionare. Inoltre, la prima realizzazione di uno stato di
luce così particolare consentirà di mettere a punto i pezzi fondamentali
(ripetitori, memorie e interfacce) di una futura rete di comunicazioni e
computer quantistici, dalle prestazioni ancora inimmaginabili.

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