«IL PUNTO E' SE VOGLIAMO VERAMENTE DIVENTARE
UN PAESE INNOVATIVO O MENO»
“Operazione
verità” della rete d'impresa Menocarta.net dopo il servizio di Report
(Rai3) sulla fatturazione elettronica. Molte imprecisioni e
approssimazioni e nessun riferimento
ai vantaggi esistenti. Cortellazzo invita al workspace Menocarta.net la
troupe di Milena Gabanelli «siamo pronti a spiegare cosa cambia
veramente»
Padova, 16/12/2014
«Occorre fare chiarezza: abbiamo di fronte una rivoluzione che,
come la dottoressa Gabanelli ha ricordato in chiusura, permetterà al
Paese di risparmiare 6,5 miliardi di euro. Quando la posta in gioco è
così alta non si possono accettare imprecisioni
e approssimazioni. Uno dei più noti, premiati e virtuosi esempi di buon
giornalismo non dovrebbe limitarsi a parlare in modo così impreciso di
alcuni (presunti) problemi per gli utenti. Siamo pronti ad ospitare una
troupe nel nostro workspace di Padova per
spiegare cosa cambia veramente». Sono molti i professionisti che
nel corso dell'incontro organizzato ieri da Menocarta.net hanno
manifestato perplessità per il servizio andato in onda domenica sera
all'interno della trasmissione di
Rai3 “Report” dedicato alla fatturazione elettronica. Così anche
Andrea Cortellazzo, commercialista padovano tra i fondatori di Menocarta.net.
Da qui è nata la convinzione che fosse doveroso compiere una sorta di
“operazione verità” da parte della rete d'impresa che dal 2012 si occupa
di fatturazione elettronica
per alcuni dei più importanti colossi della moda, della meccanica e
della finanza esistenti in Italia.
Anche tralasciando la scelta della prima persona intervistata (un
professore di “informatica musicale” e non un professionista del settore
come un commercialista, un consulente o un notaio, di certo più esperti
in materia) compaiono alcune imprecisioni.
- Prima intervista.
La prima metà del servizio giornalistico viene spesa per descrivere il
complesso iter di invio della fattura. Solo a metà servizio si
comprende però che
tutti i problemi incontrati dal protagonista dell'intervista
riguardavano Pec e firma digitale, quindi questioni completamente
diverse dall'emettere e conservare una fattura in formato digitale.
- Tempistiche.
A conclusione di questa prima parte l'intervistato lamenta di avere
impiegato quattro mesi per emettere la sua prima fattura. Anche non
considerando il fatto
che un professionista del settore avrebbe fatto qual lavoro in pochi
secondi, si è trascurato di dire che la fattura elettronica nasce anche
per risolvere il problema dei ritardi nei pagamenti da parte della
pubblica amministrazione (mediamente 170 giorni,
quindi ben più del tempo impiegato dal protagonista ad emettere
fattura) e per “censire” definitivamente i crediti vantati nei
confronti della PA da oltre 4.600 imprese per 87 mila prestazioni (dati
aggiornati a dicembre 2014).
- Compilazione.
Il servizio parla di 12 minuti per compilare una fattura. Difficile da
credere visto che l'Osservatorio Fatturazione e Dematerializzazione
della School of Management
del Politecnico di Milano parla di un risparmio di 10 miliardi di ore
di lavoro l'anno. In ogni caso una fattura elettronica (dati nazionali /
anno) rappresenta, tra le altre cose, un risparmio per le imprese che
va dai 3 agli 8,5 euro per ogni fattura e tra
i 25 e i 65 euro per singolo documento in caso di completa
digitalizzazione del ciclo. I vantaggi si estenderebbero anche alle 4
milioni di tonnellate di Co2 non più emesse in atmosfera e ai 24 milioni
di alberi salvati.
- Stampa della fattura elettronica su carta.
Il servizio mostra la necessità di alcuni uffici di stampare
fisicamente la fattura digitale. In realtà ciò rappresenta un
controsenso
visto che ci si dimentica spesso di sottolineare che la fattura
elettronica, in primis quella verso la PA, ha l’obbligo della sola
“conservazione a norma”, cioè nella sola versione elettronica. Non si
fa alcun riferimento al fondamentale ruolo dei soggetti
che svolgeranno il compito di Responsabili della “conservazione a
norma” dei documenti elettronici, che garantiranno l’affidabilità della
stessa procedura di conservazione a vantaggio di tutti i soggetti
interessati, compresa la stessa Ragioneria dello Stato
che pertanto non necessita di alcuna ulteriore stampa cartacea (come
invece sostenuto nel servizio).
Non va dimenticato infine che il prossimo 31 marzo la fattura elettronica sarà estesa a tutta la Pubblica Amministrazione
e che quindi si tratta di un asset che da più parti è stato
riconosciuto come fondamentale per lo sviluppo e la ripresa del Paese.
«Disagi e difficoltà iniziali sono comprensibili. Dobbiamo però
capire che si tratta delle stesse diffidenze incontrate quando si è
iniziato ad usare i computer invece della macchina da scrivere, gli hard
disk invece di polverosi archivi, i programmi
di elaborazione delle immagini invece delle camere oscure – ha
continuato
Andrea Cortellazzo – Questo è il futuro, e per molti versi è
già il nostro presente. Forse, come spiega in chiusura la dirigente
dell'Agenzia per l'Italia Digitale Maria Pia Giovannini, “il punto è se
vogliamo veramente diventare un paese innovativo
o meno”».
La rete d’impresa Menocarta.net è uno dei
principali attori che si occupano a livello nazionale di
dematerializzazione documentale e conservazione sostitutiva. Nasce nel
2012 da un'aggregazione tra aziende del Veneto, Campania, Lazio e
Lombardia che compongono una rete di filiera “ICT per professional services”,
in grado di coprire tutti gli “step” necessari ai processi di
digitalizzazione dei flussi documentali: dalla formazione delle figure
di “responsabili della conservazione”, all'assistenza dei delegati,
fino alla soluzione integrata e completa per il servizio di
conservazione a norma nel tempo.
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