Andrea
Keller, AD Edenred: “L’impresa è al centro dei moderni processi
economici e sociali. Un ruolo che conviene a tutti sostenere”.
MILANO 27 ottobre - Sono sempre più numerose le aziende che offrono benefit e servizi di welfare ai propri dipendenti. La retribuzione del lavoro sta cambiando pelle e al fianco di quella monetaria sta crescendo il cosiddetto “salario sociale”,
che permette di remunerare i dipendenti con una serie di servizi alla
persona e iniziative di sostegno al potere d’acquisto.
Parliamo della
pensione integrativa e dell’assicurazione sanitaria, dell’offerta di
servizi alla ristorazione come i buoni pasto e la mensa aziendale, buoni
per la mobilità dei lavoratori tra casa e posto di lavoro, servizi di
assistenza per i propri familiari, sia anziani che bambini, buoni spesa,
sostegno alle spese scolastiche dei figli dei dipendenti, sostegno alle
spese per la maternità e la paternità, conciliazione dei tempi di vita
con quelli del lavoro e della famiglia, e cosi via.
Alla base di tale crescita la consapevolezza che lo sviluppo del welfare aziendale conviene a tutti: alle imprese perché ottimizzano i costi e aumentano la produttività; ai lavoratori perché aumentano il loro benessere e il potere d’acquisto; allo Stato che tramite la leva delle risorse integrative garantite dalle aziende può rispondere meglio ai crescenti bisogni sociali.
Nel libro appena uscito nelle librerie dal titolo “Il futuro del welfare è in azienda”, (edito da Guerini Next) a cura di Filippo Di Nardo e
che ospita un’intervista ad Andrea Keller, Amministratore Delegato di
Edenred Italia, si spiega a fondo perché il welfare aziendale sarà
centrale nei prossimi anni.
«Il welfare aziendale rappresenta una di quelle practice aziendali – spiega Andrea Keller nel libro
– che meglio esprimono il ruolo economico-sociale dell’impresa. Il
welfare aziendale, infatti, oltrepassa i confini aziendali per
intersecarsi con tematiche più ampie legate al welfare state, alle
relazioni industriali, al mercato del lavoro, alla responsabilità
sociale dell’impresa, all’innovazione sostenibile e allo sviluppo del
Terzo Settore. Non si tratta di iniziative volte solo ad un generico
benessere dei propri lavoratori in una prospettiva sociale e con uno
spirito di “buonismo”. Si tratta di iniziative per le quali l’azienda
alloca risorse specifiche, consapevole, anche grazie agli innumerevoli e
illustri studi in materia, che ogni euro investito in welfare aziendale
ha un ritorno economico nel breve, nel medio e nel lungo periodo».
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