L’acquistato online da consumatori italiani vale 16,6 miliardi di euro,
2,2
miliardi in più rispetto al 2014, e la penetrazione dell’eCommerce
supera il 4% del totale consumi retail. Gli acquirenti online abituali
(almeno 1 acquisto al mese) sono 11,1 milioni e lo scontrino medio tocca
quota 89 euro.
I
settori che più contribuiscono alla crescita sono Turismo (+14%),
Informatica ed elettronica di consumo (+21%), Abbigliamento (+19%) ed
Editoria (+31%). Rilevante anche l'apporto dei settori emergenti:
Food&Grocery, Arredamento e Home living, Beauty (cosmetica e
profumeria) e Giocattoli superano insieme quota 1 miliardo di €.Gli acquisti via Smartphone crescono del 64% e valgono il 10% dell’eCommerce nel 2015, il 21% se aggiungiamo quelli via Tablet.
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#OEC15
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Milano, 20 Ottobre 2015
- Prosegue la crescita dell'eCommerce in Italia: il valore degli
acquisti online degli italiani raggiunge nel 2015 i 16,6 miliardi di
euro con un incremento in valore del 16% rispetto al 2014 pari a oltre
2,2 miliardi di euro.
"Contribuiscono
a questa crescita i settori che hanno trainato l’eCommerce fino ad
oggi, come il Turismo (+14%), l’Informatica ed elettronica (+21%) e
l’Abbigliamento (+19%), ma anche l'Editoria (+31%) e, finalmente, i
settori emergenti come il Food&Grocery, l’Arredamento e Home living e
il Beauty" afferma Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano.
"La
penetrazione dell'eCommerce raggiunge il 4% delle vendite retail, ma
siamo ancora lontani dai principali mercati occidentali (Francia,
Germania, UK e USA) dove l’eCommerce ha raggiunto livelli di diffusione
fino a quattro volte più elevati. La strada per trasformare il commercio
elettronico in una reale consuetudine di acquisto è tracciata dai
principali player: occorre migliorare le prestazioni dei cosiddetti basics, ossia gamma, prezzo e servizio."
Questo lo
scenario del mercato del commercio elettronico presentato
dall’Osservatorio eCommerce B2c promosso dalla School of Management del
Politecnico di Milano e da Netcomm al convegno intitolato “Social?
Mobile? Multicanalità? Sì, ma sono servizio e convenienza la linfa
dell'eCommerce in Italia”.*
Il mercato La
crescita dell'eCommerce è trainata, nel Turismo, dall’acquisto di
biglietti per i trasporti e dalla prenotazione di camere di albergo.
Nell’Informatica ed elettronica, l'apporto arriva dagli acquisti di tv,
telefonia, tablet e pc, ma anche di elettrodomestici bianchi.
Nell’Abbigliamento continuano a essere determinanti gli acquisti high
fashion. Nell’Editoria, la crescita è trainata dai libri, anche da
quelli scolastici.
Nell'ambito
dei servizi, il Turismo, con 7.762 milioni di euro, arriva a valere il
47% del mercato eCommerce B2c italiano, le Assicurazioni, con 1.235
milioni di euro, il 7,5%, e gli altri servizi (Ticketing per eventi,
Ricariche telefoniche, ecc.), con 893 milioni di euro, il 5,5%. Tra i
comparti di prodotto spiccano invece l’Informatica ed elettronica, che,
con 2.212 milioni, vale il 13% del mercato e l’Abbigliamento che, con
1.512 milioni di euro, pesa per il 9%. Troviamo poi l’Editoria (4% del
mercato, pari a 593 milioni di euro), il Food&Grocery (2% del
mercato, pari a 377 milioni di euro), l’Arredamento e home living (2%
del mercato, pari a 370 milioni di euro) e il Beauty (1% del mercato,
pari a 190 milioni di euro). Le altre categorie di prodotto e il c2c
(consumer to consumer) pesano per il 9%.
"Il
mercato eCommerce B2c resta ancora sbilanciato sui servizi che valgono
il 60% dell’acquistato online da consumatori italiani. Tuttavia
l’acquisto online di prodotti cresce a un tasso più elevato (+21%)
rispetto all’acquisto di servizi (+12%) e così il paniere italiano si
sta conformando a quello rilevato nei principali mercati occidentali," afferma Riccardo Mangiaracina, Direttore dell'Osservatorio eCommerce B2c Netcomm - Politecnico di Milano.
"Nel 2015 è importante anche l’apporto di Food&Grocery, Arredamento e Home living e Beauty che insieme contribuiscono alla crescita complessiva per quasi 200 milioni di euro. Gli acquirenti italiani acquistano online anche quelle categorie merceologiche, come alimentari o oggetti d’arredamento, fino a qualche tempo fa quasi assenti sul web. L’acquisto di cibi e bevande (vino compreso) rappresenta oggi il 3% circa delle vendite da siti italiani ed è uno dei settori più dinamici nel panorama dell’eCommerce B2c italiano".
Mobile Commerce ed evoluzione del consumatore onlineGli
acquirenti che effettuano almeno un acquisto online nell’arco di tre
mesi rappresentano più del 36% della popolazione internet italiana, con
11,1 milioni di consumatori abituali (ossia che effettuano online almeno
un acquisto al mese). Lo scontrino medio è di 89 euro, con una
ripartizione quasi equivalente tra prodotti e servizi.
Nell'esperienza
d'acquisto del consumatore, i dispositivi Mobile giocano un ruolo
sempre più rilevante: gli acquisti online tramite Smartphone aumentano
del 64%, superano il valore di 1,7 miliardi di € valgono il 10%
dell’eCommerce nel 2015, il 21% se aggiungiamo quelli via Tablet.
"Il
consumatore online si sta evolvendo in un acquirente multicanale e
multidevice, che non concepisce la sua customer experience come un
insieme strutturato di canali e strumenti ma è alla ricerca di un unicum
nel quale trovare coerenza e continuità durante la sua interazione con
l’azienda," afferma Roberto Liscia, Presidente Netcomm. "Secondo
i dati del Net Retail, 8,5 milioni di individui lo scorso anno hanno
cercato informazioni online mentre osservavano un prodotto in un negozio
(cosiddetto fenomeno dell’info-commerce). Al tempo stesso si osserva
anche la dinamica opposta, il fenomeno dello showrooming: 13,6 milioni
di consumatori cercano oggi in un negozio un prodotto già visto online
nel mese precedente. Questi dati mostrano molto chiaramente come il
consumatore utilizzi canali online e offline non in maniera alternativa o
cannibalizzando l’uno con l’altro, ma semplicemente ricercando in
ognuno di essi la soddisfazione del bisogno che in quel momento lo
spinge ad interagirvi."
L'opportunità colta dalle imprese tradizionaliSempre
più imprese tradizionali, sia commerciali che produttrici, stanno
cogliendo l'opportunità di avviare una strategia multicanale per
consentire ai propri clienti di proseguire l'esperienza d'acquisto
online.
Anche nel 2015 diverse imprese tradizionali hanno, infatti, attivato un sito di eCommerce. Molte le ritroviamo nell’Abbigliamento e negli accessori, comparto in cui la sensibilità nei confronti dell’eCommerce è ormai particolarmente elevata. Altre appartengono al Fai da Te, all’Informatica ed elettronica, al Food&Grocery e all’Arredamento e Home design.
Al tempo stesso, molti retailer o produttori tradizionali vanno online attraverso i marketplace (Amazon, eBay ma anche ePrice) per affiancare un ulteriore canale al sito di eCommerce.
I marketplace inoltre sono utilizzati da chi vuole approcciare il canale online senza velleità di leadership e/o dai piccoli operatori che non hanno i mezzi per investire adeguatamente nello sviluppo di un sito proprio. Un altro vantaggio degli aggregatori è che favoriscono il cross-border eCommerce. Ad esempio per una PMI italiana che vuole vendere in USA è ragionevolmente semplice utilizzare eBay o il marketplace di Amazon piuttosto che attivarsi con un’iniziativa sviluppata in casa.
Anche nel 2015 diverse imprese tradizionali hanno, infatti, attivato un sito di eCommerce. Molte le ritroviamo nell’Abbigliamento e negli accessori, comparto in cui la sensibilità nei confronti dell’eCommerce è ormai particolarmente elevata. Altre appartengono al Fai da Te, all’Informatica ed elettronica, al Food&Grocery e all’Arredamento e Home design.
Al tempo stesso, molti retailer o produttori tradizionali vanno online attraverso i marketplace (Amazon, eBay ma anche ePrice) per affiancare un ulteriore canale al sito di eCommerce.
I marketplace inoltre sono utilizzati da chi vuole approcciare il canale online senza velleità di leadership e/o dai piccoli operatori che non hanno i mezzi per investire adeguatamente nello sviluppo di un sito proprio. Un altro vantaggio degli aggregatori è che favoriscono il cross-border eCommerce. Ad esempio per una PMI italiana che vuole vendere in USA è ragionevolmente semplice utilizzare eBay o il marketplace di Amazon piuttosto che attivarsi con un’iniziativa sviluppata in casa.
Bene anche l’ExportL’Export,
inteso come il valore delle vendite da siti italiani a clienti
stranieri, aumenta del 22% e supera quota 3 miliardi di euro. Il 46% di
questo valore è imputabile al Turismo, grazie prevalentemente agli
operatori del trasporto e ai portali di hotel, e per il 35%
all’Abbigliamento grazie ai retailer con spiccata vocazione
internazionale e ai produttori. Con un peso ancora marginale, ma in
prospettiva sempre più rilevante, troviamo l’Arredamento e Home living e
il Food&Grocery grazie al contributo sia di iniziative specifiche
che dei marketplace.
*L'edizione 2015 dell'Osservatorio eCommerce B2c è
realizzata con il supporto di Accenture Digital, Alpenite, Amadeus
Italia, Arcese, Banca Sella, BizUp, BRT Corriere Espresso, CartaSi,
Consorzio CBI, DHL Express Italy, eBay, eOne, FACT-Finder, Fercam,
Generix Group, SAP - HYBRIS, Intesa Sanpaolo, Neologistica, Nexive,
Number 1 Logistics Group, PayPal, Poste Italiane, SIA; GS1 Italy,
MagNews, Telecom Italia
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