In trepidante attesa fin dalle prime luci del mattino, i 12mila avisini hanno ricevuto l'abbraccio di Papa Francesco in occasione del Giubileo straordinario dei Donatori di Sangue.
Bandiere e cappellini colorati hanno invaso piazza San Pietro.
Le parole del Pontefice che ha esortato tutti all'impegno hanno colpito dritto nel segno, riuscendo a trasmettere quella voglia di migliorarsi e di continuare nella missione di aiuto verso chi ne ha bisogno, capisaldi dell'Avis.
Grande l'emozione del presidente di Avis Nazionale Vincenzo Saturni, che accompagnato dalla sua vice presidente Rina Latu, è riuscito a scambiare quattro chiacchiere con Papa Francesco e a portargli in dono un calice in cristallo con due ampolle decorate in oro raffiguranti l'Eucaristia realizzato dagli artigiani vetrai di Murano, Gaetano Mazzuccato e Giorgio Spezzamonte, e una targa ricordo dell'orafo crotonese Michele Affidato.
La giornata è stata un'occasione per vedere riunite molte delle associazioni italiane che sul territorio si mobilitano per sensibilizzare le persone alla donazione di sangue, un gesto che "non costa nulla - in molti ripetono - ma che può cambiare la vita".
E certamente Papa Francesco ha suonato la carica e il messaggio è arrivato forte e chiaro.
Tra i più trepidanti gli avisini provenienti da Mantova che quest'anno, in quanto capitale italiana della cultura, ospiterà l'Assemblea Nazionale dal 20 al 22 maggio.
Ma l'attività di Avis non si ferma mai e se in Italia è stata raggiunta l'autosufficienza non si può abbassare la guardia (ogni anno più di 1milione 700mila volontari donano più di tre milioni di unità tra sacche di sangue e plasma consentendo di curare 1.700 pazienti al giorno). Un sistema complesso che garantisce sangue sicuro anche grazie ad una legge dello Stato, la 219 del 2005 che disciplina le attività trasfusionali nell'ambito dei LEA, i livelli essenziali di assistenza per ogni cittadino.
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