L'ecosistema dell'innovazione Italiano unito per accelerare la crescita delle startup e la competitività dell'Italia
Sette associazioni della filiera presentano un manifesto con proposte di intervento per il completamento e miglioramento della normativa Startup Quattro le aree oggetto di proposte: talenti, capitali, semplificazioni ed exit
24
novembre 2016 - Si presentano per la prima volta insieme, sollecitando
un'azione di sistema, le associazioni che rappresentano le differenti
anime della filiera del sostegno e del finanziamento alle startup: AIFI,
APSTI, Endeavor, IBAN, Italia Startup, PNICube, Roma Startup.
Le
7 associazioni si sono coordinate per promuovere un manifesto unitario
con proposte concrete che possono far realizzare al nostro Paese un
ulteriore balzo in avanti nell'adozione di strumenti utili a favorire
l'innovazione e la capacità di attrarre talenti e capitali per
recuperare il gap nello sviluppo d'imprese, nella creazione di posti di
lavoro qualificati e nella creazione di valore diffuso.
Dopo
il decreto Crescita 2.0 del 2012, che ha avuto il pregio di rendere il
mercato e gli operatori sensibili verso i temi dell'innovazione, del
trasferimento tecnologico e degli investimenti in startup innovative, le
firmatarie del documento ritengono che sia giunto il momento di
affrontare la "manutenzione evolutiva" di questi interventi.
Il
manifesto contiene indicazioni puntuali per consolidare le iniziative
legislative già in essere, in coerenza con alcuni provvedimenti
contenuti nel Piano Industria 4.0, in parte avviati con la legge di
Stabilità, e portare l'Italia a misurarsi in modo concorrenziale con le
economie nazionali ad essa più similari.
Le aree che sono state individuate sono quattro: talenti, capitali, semplificazioni ed exit.
L'area
"talenti" si rivolge al perfezionamento del sistema dei visti e agli
interventi che facilitano la contaminazione tra mondo della ricerca ed
esperienza nella creazione di impresa come, ad esempio, la tutela del
posto di lavoro per i ricercatori che decidono di avviare una startup.
L'area
"capitali" riguarda il potenziamento degli incentivi fiscali esistenti,
in termini di incisività e di durata, così da moltiplicare in modo
sensibile le fonti di capitale di rischio a favore delle neo imprese,
nonché la richiesta di maggiore flessibilità del contesto regolamentare,
soprattutto per gli schemi di investimento che si rivolgono ai progetti
in fase preseed e seed, oggi sottoposti a rigidità normative che li
rendono non sostenibili.
L'area
"semplificazione" identifica la necessità di portare a zero gli oneri
in fase di "tentativo di impresa", per esempio strutturando un regime
alternativo che – al di sotto di una soglia di fatturato annuo o
patrimonializzazione – esenti da adempimenti invece necessari quando si
passa ad una fase di vita meno precaria dell'impresa. Per quanto attiene
la realtà degli incubatori di impresa, molto varia e diversificata, si
propone sia di segmentarne le tipologie che di individuare delle best
practice, che dovrebbero essere riconosciute a livello nazionale, per
rilanciare questi soggetti come strumenti di sviluppo economico.
L'area
"exit" si focalizza su un incentivo fiscale utile a innescare circoli
virtuosi di crescita, rendendo le startup appetibili per ulteriori round
di finanziamento o per acquisizione da parte di grandi aziende. Questo
approccio consente anche di mantenere in Italia le tecnologie e le menti
imprenditoriali che oggi tendono a trasferirsi.
Certe
della necessità e della assoluta strategicità di rafforzare la
competitività del Paese su questa filiera, le associazioni restano
aperte al confronto sia con le istituzioni sia con il mercato.
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