AMNESTY, MARCHESI: "DA OLTRE 80 PAESI PER DECIDERE INSIEME IL FUTURO DELLE STRATEGIE SUI DIRITTI UMANI". IL 33° ICM DI ROMA HA RINNOVATO L'APPELLO "IO SCELGO DI SALVARE VITE"
Proseguono a Roma i lavori del 33° Consiglio internazionale (ICM) di Amnesty International.
"Vedere i rappresentanti di Amnesty da oltre ottanta paesi - diversi fra loro per lingua, cultura, religione, condizione sociale, ma uniti dalla comune passione per i diritti umani – incontrarsi, confrontarsi e decidere assieme il futuro del movimento è un'esperienza straordinaria", ha dichiarato Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia.
"Così come è stato emozionante vedere tutte queste persone mobilitarsi per i difensori dei diritti umani nel mondo, a cominciare dai propri colleghi turchi, forzatamente assenti dalla riunione".
Il presidente e la direttrice di Amnesty International Turchia restano in carcere, sulla base di accuse infondate, insieme agli altri difensori dei diritti umani arrestati con loro.
In una pausa dei lavori, i delegati all'ICM hanno partecipato a un'azione di sensibilizzazione sui diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati.
"Da Roma, Amnesty International ha rilanciato ai governi europei l'appello a garantire il diritto alla vita e alla dignità a chi attraversa il Mediterraneo, ribadendo la sua preoccupazione per le gravi violazioni dei diritti umani in Libia, paese sempre più insicuro dove respingere i migranti" ha ammonito Marchesi.
Roma, 14 agosto 2017
Amnesty International è un movimento globale di oltre sette milioni di persone impegnate in campagne per un mondo in cui ogni persona possa godere dei diritti sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani e da altri standard internazionali sui diritti umani. È indipendente da qualsiasi governo, ideologia politica, interesse economico o credo religioso e si finanzia principalmente grazie a donazioni di soci e sostenitori e solo in piccola parte da istituzioni private e fondi pubblici, limitatamente a progetti di educazione ai diritti umani. Dal 1961, anno della sua fondazione, ha contribuito al rilascio di oltre 50.000 prigionieri di coscienza.
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