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mercoledì 31 luglio 2019

SOLUTIONS 30 installa le prime antenne 5G in Spagna


SOLUTIONS 30, leader nelle soluzioni per le nuove tecnologie, annuncia di aver installato le prime antenne 5G in Spagna nell'ambito di un progetto pilota guidato da Ericsson. Queste installazioni segnano l'inizio dell'attività del Gruppo nel settore del 5G, che rappresenta un importante impulso di crescita per i prossimi anni.

Lo scorso 17 luglio, SOLUTIONS 30 ha annunciato l'acquisizione della società spagnola Provisona, specializzata nella gestione di programmi di sviluppo nel campo delle reti mobili e quindi correttamente posizionata per sfruttare la crescita prevista grazie alla diffusione della rete 5G. Alcune settimane dopo, la nuova filiale del Gruppo conferma la sua capacità di sostenere questo sviluppo, installando due prime antenne nell'ambito di un progetto pilota guidato da Telefónica.

 

Questi primi successi confermano la correttezza della strategia messa in atto da SOLUTIONS 30, che si sta affermando in un mercato ad altissimo potenziale accanto a uno dei principali produttori mondiali di apparecchiature per le telecomunicazioni. Sono in corso trattative per ampliare questa collaborazione in altri paesi europei.

 

 

Chi è SOLUTIONS 30

 

Il gruppo SOLUTIONS 30 è leader in Europa nelle soluzioni per le nuove tecnologie. La sua missione è di rendere accessibile a tutti, privati e imprese, le nuove tecnologie che cambiano la vita quotidiana: ieri l'informatica e internet, oggi il digitale, domani le innovazioni che renderanno il mondo sempre più interconnesso in tempo reale. Forte di oltre 20 milioni di interventi realizzati dalla sua costituzione, la società è organizzata intorno a una rete di 8000 tecnici in maniera capillare presenti su tutto il territorio.  SOLUTIONS 30 copre attualmente l'intero territorio in Francia, Italia, Paesi Bassi, Belgio e Germania e Spagna.

La filiale italiana denominata Telima Italia è stata creata nel maggio del 2008 e rinominata SOLUTIONS 30 ITALIA nel maggio del 2013. Il capitale di SOLUTIONS 30 S.E. è composto da 104 057 392 azioni, pari al numero di diritti di voto teorici ed esercitabili.

SOLUTIONS 30 SE è quotata sul mercato Euronext Growth (ISIN FR0013379484  – codice ALS30) e alla Borsa di Francoforte sul circuito di negoziazione elettronico XETRA (FR0013379484 –  codice 3OL2). Indici : MSCI Europe Small Cap | Tech40 | CAC PME.



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martedì 30 luglio 2019

Trauma season, per gli esperti l’estate è la stagione degli infortuni (+30% tra gli adulti, +100% tra i ragazzi): ecco il vademecum per prevenirli e curarli

"TRAUMA SEASON", PER GLI ESPERTI L'ESTATE È LA STAGIONE DEGLI INFORTUNI: ECCO IL VADEMECUM PER PREVENIRLI E CURARLI

 

Rimanere costantemente idratati, indossare attrezzature sportive idonee, seguire un'adeguata preparazione fisica e osservare una dieta bilanciata. Sono questi alcuni dei consigli degli esperti per evitare i più comuni infortuni estivi che durante la "trauma season" colpiscono 300mila italiani, così soprannominata perché secondo le statistiche USA aumentano tra gli adulti del 30% e del 100% tra i ragazzi.

 

La stagione estiva rappresenta l'occasione perfetta per uscire all'aria aperta e cercare di riacquistare una perfetta forma fisica, ma è al tempo stesso periodo di numerosi traumi e lesioni, soprattutto se durante il resto dell'anno ha prevalso la sedentarietà. Lo dimostra un'indagine dell'Istituto Superiore di Sanità, secondo cui ogni anno sono 300mila gli italiani che subiscono infortuni legati ai più comuni sport estivi come beach volley, beach soccer, surf, windsurf e beach tennis. E ancora, secondo quanto riportato da una ricerca del Department of Health and Human Services pubblicata da Boston.com, quasi 2 milioni di americani ogni anno si rivolgono a cure mediche per via di infortuni legati a sport estivi, a tal punto che l'estate viene soprannominata "trauma season": inoltre, secondo quanto emerso da un'intervista agli esperti del UPMC Children's Hospital pubblicato su Pittsburgh Post-Gazette, nei mesi caldi gli infortuni tra i giovanissimi raddoppiano, mentre tra gli adulti possono aumentare del 30%. Un trend negativo che ha coinvolto sia vip sia atleti professionisti: da Jennifer Lawrence, che ha subìto un trauma cranico mentre praticava windsurf, a Owen Wilson, che ha riportato una lesione alla fronte sulla tavola da surf, fino ad arrivare al beacher azzurro Daniele Lupo, fermato da una frattura del quarto metacarpo, e al giocatore di beach soccer portoghese Bruno Torres, che ha subìto il distacco della rotula.

 

Ma quali sono le raccomandazioni per evitare tali infortuni e curarli al meglio? Secondo gli esperti la prevenzione deve iniziare a tavola con un regime alimentare bilanciato e proseguire in palestra con un'adeguata preparazione fisica durante l'anno. Una volta scesi in spiaggia è fondamentale dotarsi di attrezzature sportive sicure, eseguire esercizi di riscaldamento muscolare e rimanere costantemente idratati: "Praticare attività e sport estivi senza prima essersi sottoposti a un'adeguata preparazione fisica aumenta il rischio di infortuni, soprattutto quelli legati a un sovraccarico funzionale – spiega il dott. Antonio Castelluzzo, coordinatore medico di Mectronic – L'esperienza insegna che chi pratica i più comuni sport in spiaggia come beach volley, beach soccer e windsurf, tende a farlo in maniera amatoriale e a essere vittima di stress muscolari, distorsioni e lesioni. Per questo motivo l'ausilio di Theal Therapy diventa un valido alleato nella cura in tempi rapidi di patologie acute e croniche grazie alla sua tecnologia laser che massimizza gli effetti terapeutici e si adatta perfettamente al fototipo di ciascun individuo, garantendo un'azione termocontrollata e personalizzata. I miei consigli rimangono, in ogni caso, quelli di conoscere i propri limiti in riferimento a età e struttura muscolare, bilanciare l'attività fisica con fasi di riposo e avere una conoscenza adeguata della tecnica dello sport che si decide di praticare".

 

Ma quali sono gli infortuni più frequenti legati agli sport estivi? Secondo la National Health Association il più popolare degli sport da spiaggia è il beach volley che, se praticato in maniera scorretta, può dar vita a lussazioni alle spalle (50%), microtraumi ai gomiti (32%), e fratture delle dita (18%). I surfisti tendono a essere maggiormente vittime di trauma cranici (67%), contusioni (20%) e lacerazione agli arti inferiori (13%). Ma non esistono soltanto i traumi da spiaggia perché sempre più appassionati decidono di praticare attività fisica ad alta quota, praticando trekking, jogging e mountain bike. In questo caso i traumi più frequenti riguardano le distorsioni alle caviglie (43%), dovuti all'instabilità del terreno, strappi muscolari alla schiena (36%), causati da un carico di lavoro eccessivo a danno della colonna vertebrale, e fratture delle falangi dei piedi (21%), dovute a un errato utilizzo dei bastoncini da trekking.  

 

Ecco infine il vademecum degli esperti per prevenire e curare gli infortuni legati agli sport estivi:

 

  1. SEGUIRE UN'ADEGUATA PREPARAZIONE FISICA

La preparazione fisica e atletica deve essere spalmata durante tutto il corso dell'anno, evitando di essere sedentari e allenarsi soltanto in prossimità della stagione estiva.

 

  1. OSSERVARE UN REGIME ALIMENTARE EQUILIBRATO

La corretta soddisfazione del fabbisogno alimentare permette di evitare l'esposizione al rischio di infortuni e malesseri fisici.

 

  1. RIMANERE COSTANTEMENTE IDRATATI

Una buona idratazione è fondamentale per mantenere un corretto stato di salute muscolare, evitando i più comuni crampi e stiramenti, soprattutto quando il sole picchia forte in spiaggia.

 

  1. NON SOTTOVALUTARE IL RISCALDAMENTO

Il riscaldamento e lo stretching attivano il sistema cardio-circolatorio e incrementano l'attenzione durante l'attività sportiva.

 

  1. BILANCIARE IL RAPPORTO TRA ATTIVITÀ FISICA E RIPOSO 

Praticare intensa attività fisica durante l'estate, soprattutto per chi lo fa in maniera amatoriale senza adeguata preparazione, aumenta il rischio di infortuni. Per questo motivo è necessario non sottovalutare un periodo di riposo.

 

  1. EQUIPAGGIARSI CON LE GIUSTE ATTREZZATURE SPORTIVE

Indossare un abbigliamento tecnico adeguato e dotarsi di calzature idonee al terreno sabbioso risulta fondamentale per evitare movimenti scorretti e lesioni agli arti inferiori.

 

  1. CONOSCERE LA TECNICA DELLO SPORT PRATICATO

Avere la giusta padronanza delle tecnica dello sport estivo che si va a praticare consente di limitare il rischio di sovraccarico funzionale di legamenti, muscoli e ossa. 

 

  1. RICONOSCERE I PROPRI LIMITI

Ascoltare se stessi e i segnali del proprio corpo diventa fondamentale per comprendere quando fermarsi e ripartire con l'attività fisica.

  1. RINFORZARE LA PROPRIA STRUTTURA MUSCOLARE

Rinforzare i distretti muscolari con esercizi mirati permette di migliorare la stabilità dell'articolazione e limitare il rischio di infortuni.

  1. IN CASO DI INFORTUNIO UTILIZZARE LA LASERTERAPIA

L'ausilio del laser Theal Therapy si è rivelato estremamente utile nella cura e nel recupero in tempi più rapidi di patologie acuto-croniche.



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BWT lancia Thero 90: osmosi rivoluzionaria per il trattamento dell’acqua

BWT lancia Thero 90: osmosi rivoluzionaria per il trattamento dell'acqua

Dotato di intelligenza e affidabilità, caratterizzato da semplicità nell'installazione, nell'utilizzo e nella manutenzione, Thero 90 BWT rivoluziona il concetto di osmosi.

 

 

Milano, luglio 2019 – Sempre più persone rinunciano all'acqua in bottiglia per ridurre il proprio consumo di plastica monouso e contribuire alla conservazione del nostro pianeta. Per soddisfare un bisogno sempre crescente di acqua sostenibile e a chilometro zero, BWT (Best Water Technology), leader europeo nel settore di trattamento dell'acqua, offre da anni soluzioni capaci di ridurre i consumi e quindi le emissioni di CO2. Una responsabilità ecologica, economica e sociale per fornire i migliori prodotti, tecnologie e servizi in tutti i settori di trattamento delle acque e, allo stesso tempo, dare un valido contributo per preservare le risorse globali del nostro pianeta.

                                                                                                

Filtri per acqua potabile, erogatori di acqua naturale e frizzante refrigerata, tecnologia filtrante che arricchisce l'acqua di magnesio– questa è solo una parte dell'offerta BWT nel mondo 'acqua da bere', che oggi arricchisce la sua gamma di osmosi presentando Thero 90.

 

Thero 90 è indicato per tutti i casi in cui un semplice filtro non basta: innanzi tutto quando si vuole ridurre il contenuto salino dell'acqua del rubinetto, rendendola più leggera e migliorandone il gusto secondo la propria preferenza. L'acqua osmotizzata è anche perfetta sia per cucinare, perché non altera il sapore delle pietanze, sia per lavare frutta e verdura. Inoltre, è suggerita per la preparazione delle pappe dei neonati, per i quali l'OMS suggerisce valori di nitrati al di sotto degli 11mg/l.

Si differenzia dalle altre osmosi presenti sul mercato per il design compatto estremamente ridotto (12 x 45,1 x 24,3 cm) e una capacità di produzione di 1,5 litri al minuto: non necessita di alcun vaso di accumulo, eliminando quindi il rischio di proliferazione batterica.

 

Affidabilità e semplicità sono due caratteristiche chiave. Il processo di osmosi inversa a membrana filtra l'acqua ad alta pressione: il risultato è una riduzione del 98% di sali, batteri, microorganismi e microplastiche. Il cambio della membrana è molto semplice, e può essere eseguito senza dover chiudere l'acqua: basta svitare la cartuccia esausta e sostituirla con quella nuova, senza utilizzare alcun attrezzo specifico. Facile come bere un bicchiere d'acqua.

È efficiente perché produce acqua solo nel momento in cui viene richiesta e, a differenza delle comuni osmosi, opera in modo silenzioso e senza vibrazioni.

 

Thero 90 è disponibile nella versione base, dove le luci led verde e rossa sulla macchina indicano lo stato di funzionamento del sistema, e in quella PRO, abbinata a una App che fornisce in tempo reale informazioni sulla qualità dell'acqua erogata, permette di regolare la salinità, suggerisce quando fare manutenzione e segnala eventuali guasti.

È realizzato in alluminio verniciato con la stessa tecnica utilizzata nel settore automotive. Al momento le colorazioni disponibili sono blu e beige. Prodotto 100% Made in Italy, tranne la membrana realizzata in Austria, Thero 90 è venduto con il kit di installazione che comprende l'elegante rubinetto dedicato in acciaio inox, materiale perfettamente idoneo al contatto con gli alimenti.

                                                                    

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A proposito di BWT 

Il Gruppo Best Water Technology (BWT) è leader europeo nel settore del trattamento dell'acqua. 

Il network di partner comprende 4.000 dipendenti del Gruppo e migliaia di installatori, progettisti, architetti ed esperti in materia di igiene. Il centro di Ricerca e Sviluppo BWT, utilizzando metodi di ultima generazione, lavora costantemente su nuovi processi e materiali per creare prodotti ecologici e convenienti. 

Guardando al futuro, un elemento chiave nella lavorazione dei nostri prodotti è la costante riduzione dell'utilizzo delle risorse impiegate e dei consumi energetici, con il conseguente abbattimento delle emissioni di CO2. Le innovazioni ad ampio raggio firmate BWT garantiscono massima sicurezza, igiene e salute nell'uso quotidiano dell'acqua - il prezioso elisir di lunga vita. Acqua potabile e acqua ultra-pura per l'industria farmaceutica, acqua per piscine, acqua per il riscaldamento e di processo, acqua per caldaie o di raffreddamento e acqua per l'aria condizionata. 

 

BWT – For You and Planet Blue indica la nostra mission: una responsabilità ecologica, economica e sociale per fornire ai nostri clienti e partner i migliori prodotti, sistemi, tecnologie e servizi in tutti i settori del trattamento delle acque e, allo stesso tempo, dare un valido contributo per preservare le risorse globali del nostro pianeta blu. 



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lunedì 29 luglio 2019

Salvini, ministro dell’odio

Vi ha convinto a odiare prima l'Italia e il Sud. A odiare i meridionali, i calabresi, i siciliani, i pugliesi, i napoletani.

A odiare gli italiani. A odiare la bandiera, a odiare la Festa dell'Unità, della Liberazione, della Repubblica.

A odiare la Resistenza, i partigiani, la Costituzione.

Vi ha insegnato a odiare la nazionale di calcio e a odiare Roma.

Vi ha insegnato a odiare i rom.

Vi ha insegnato a odiare l'Europa Unita e i popoli europei.

Vi ha insegnato a odiare i francesi, i tedeschi, i maltesi.

Quindi vi ha insegnato a odiare la solidarietà, a odiare gli esseri umani. A milioni.

Vi ha insegnato a odiare gli africani, i mediorientali, i credenti in altre religioni. A odiare i poveri, a odiare i migranti: anche se gli italiani sono tra i popoli che migrano di più al mondo.

Vi ha insegnato a odiare le donne, indicandovene una nuova ogni giorno contro cui lanciarvi come cani senza più raziocinio.

Vi ha insegnato a odiare Gino Strada, colpevole d'aver dedicato la sua vita a costruire ospedali in stati dove lo Stato non c'è. Vi ha insegnato a odiare Camilleri colpevole di pensiero. A odiare qualunque artista, qualunque cantante, qualunque scrittore, qualunque attore colpevole di non essere suo fan.

Vi ha insegnato a odiare il successo degli altri. Vi ha insegnato a trasformare tutta la vostra invidia e frustrazione in suoi voti.

Vi ha insegnato a odiare chi è costretto a vivere sotto scorta perché ha avuto il coraggio di combattere la mafia, ma anche il coraggio di schierarsi contro di Lui.

Vi ha ha insegnato a odiare qualunque professionista, medico, infermiere, cuoco, mediatore, traduttore, psicologo colpevole di aver lavorato nel sistema dell'accoglienza e dell'asilo previsti dalla Costituzione italiana.

Vi ha insegnato a odiare la cultura, i professori, gli intellettuali.
Vi ha insegnato a odiare i numeri, i fatti, i documenti.

Vi ha insegnato a odiare i magistrati che non tradiscono la loro professione, che non tradiscono le leggi italiane, che non piegano le loro decisioni al Suo volere, seppur consapevoli del linciaggio cui Lui li sottoporrà sguinzagliando i suoi servi.

Vi ha insegnato a odiare le ONG, a odiare chi salva vite, a marchiarli come "complici dei trafficanti", o come trafficanti.

Vi ha insegnato a odiare. Anche chi non avreste mai pensato di potere odiare, perché da sempre, da tutti, riconosciuti come coloro che fanno la cosa giusta.

E invece è arrivato lui. A lavarvi la coscienza. A dirvi che no, loro non sono migliori degli altri, migliori di voi. Anzi, sono peggiori di voi. Lo fanno solo per farvi sentire peggio. Fanno i soldi i ricconi, sotto sotto c'è qualcosa. Sono figli di papà. Tranquilli. Fidatevi. Altro che solidarietà. Criminali, sono criminali.

Voi state davanti al televisore a sbavare davanti al Grande Fratello, a negare l'altruismo, la solidarietà, la cultura. Che ci penso io a voi, a trasformare ciò che non riuscite o non vi va di fare in un vostro nemico. Da odiare.

E voi odiate. Perfino il Papa, perché colpevole di ricordarvi le parole del Cristo in cui credete. E che odiereste, come buonista e amico dei trafficanti, se fosse oggi qui.

E lui vi dice "Odiate". Perché l'odio porta voti facili al potere. L'odio trasforma i popoli in bestie senza più ragione. L'odio distrae i popoli dai soldi che intanto spariscono, dalle promesse non mantenute, dalle bugie svelate, dai fallimenti che si inseguono.
E alla fine solo uno ci guadagna. Col guinzaglio in mano. Pronto ad aizzare il popolo contro il prossimo nemico.

EMILIO MOLA

FORUM BANCA 2019: SPAZIO all’INNOVAZIONE TECNOLOGICA

FORUM BANCA 2019: SPAZIO all’INNOVAZIONE TECNOLOGICA
30 settembre 2019, Milano
1 ottobre 2019, NH Milano Congress Centre

Luglio 2019 – A due mesi dalla dodicesima edizione di Forum Banca, l’evento ideato e organizzato da IKN Italy che riunisce i protagonisti che rivoluzioneranno il futuro delle banche, sono tante le novità che rendono sempre più attuale ed esclusivo questo appuntamento.

Saranno oltre 83 gli Speaker che si alterneranno sul palco e che si confronteranno su customer engagement e digital transformation, AI, Cyber Risk ed RPA. Un panel di elevata qualità che vede coinvolti anche relatori di rilievo internazionale.
L’innovazione tecnologica è il tema trainante dell’evento e trova particolare spazio nella “Filiale del Futuro. Si tratta di un hub, in programma durante la seconda giornata della manifestazione, situato nell’area espositiva del forum dove verranno presentate le nuove tecnologie a disposizione delle banche. L’obiettivo è quello di permettere al pubblico di scoprire e provare le soluzioni più innovative che garantiscono un valore aggiunto per il cliente: per venire sempre più incontro alle esigenze dei partecipanti, sono previsti tour guidati alla scoperta delle tecnologie più innovative durante l’arco della giornata.
Inoltre, Forum Banca per il terzo anno ospita un'area interamente dedicata alla presentazione, discussione e condivisione delle nuove startup Fintech che, tra innovazione e tecnologia, stanno sfidando i servizi bancari tradizionali. Dopo il successo delle ultime edizioni, Fintech Smart Village si è affermato come Business Ecosystem per il mondo Fintech in cui banche, start-up e aziende tecnologiche presentano, discutono e condividono nuove strategie di innovazione. I dibattiti in programma al Fintech Smart Village si svolgeranno in inglese.
Per informazioni e aggiornamenti sul programma: www.forumbanca.com

Company Profile

IKN Italy è l’acronimo di:

“I” come INSTITUTE: IKN Italy nasce da Istituto Internazionale di Ricerca. Grazie all’esperienza maturata in 30 anni di attività, si posiziona all'interno di una rete internazionale in grado di proporre sia tematiche di grande attualità e interesse, sia relatori di alto livello. La reale fotografia di IKN la "scattano" i numeri di questi 30 anni: oltre 70.000 partecipanti, 20.000 aziende e 10.000 tra relatori e docenti; numeri che conclamano IKN leader indiscusso nel suo settore.

“K” come KNOWLEDGE: la società lavora in settori strategici. Ricerca continua e ascolto del mercato garantiscono a IKN la messa a punto di una formazione non standardizzata, costituita invece da contenuti unici, esclusivi e non "googlabili". 
I settori sui quali si concentra la società sono: Farmaceutico e Dispositivi Medici, Energy & Utilities, Sanità, Banca e Assicurazioni, Retail e GDO, Industrial, Logistica, Legale e Fiscale, Marketing e Vendite, Project Management.

“N” come NETWORKINGIKN Italy opera all'interno di una rete che le permette di organizzare eventi e iniziative che diventano occasioni di incontro per condividere  esperienze uniche e sviluppare nuove partnership. Le iniziative di IKN Italy generano relazioni ad alto valore aggiunto, attraverso incontri B2B qualificati.

L’Azienda è certificata UNI EN ISO 9001 : 2008 e qualificata per la presentazione di piani formativi a organi istituzionali e fondi interprofessionali che si occupano delle richieste di finanziamento e della gestione dei processi burocratici

HEINEKEN Italia lancia il Talent Acceleration Program 2019

HEINEKEN Italia lancia il Talent Acceleration Program 2019

Dal 29 luglio al 20 settembre sono apostrofo spiperte le selezioni per TAP, il programma nato per valorizzare il talento dei giovani neolaureati

Milano, luglio 2019. Il Gruppo HEINEKEN Italia lancia TAP, l'HEINEKEN "Talent Acceleration Program 2019", il nuovo programma per l'inserimento in azienda di giovani neolaureati che desiderano dimostrare il proprio potenziale e affrontare un percorso di carriera all'interno dell'azienda.
Si tratta di un programma di acquisizione talenti rivolto ai neolaureati, con caratteristiche esperienziali e di coinvolgimento uniche. L'elemento distintivo del programma è l'impostazione sulla base di metodi innovativi, tra cui la gamification, per coinvolgere e selezionare i nuovi talenti.
Quest'anno il programma sarà dedicato alla Supply Chain e all'area Commerce (Partesa, Dibevit, Modern Trade e Horeca). I giovani talenti selezionati verranno inseriti in un programma di 12 mesi con un percorso di crescita definito.
Le selezioni sono aperte dal 29 luglio al 20 settembre, mentre l'assessment si terrà nella giornata del 18 ottobre. Dalla fine del 2020 la nuova squadra di talenti squadra diventerà operativa e potrà entrare nel mondo del lavoro a tutti gli effetti. Sarà possibile iscriversi sul sito HEINEKENItalia .it

La selezione
Spirito imprenditoriale, volontà di mettersi in gioco, capacità di lavorare in team e apprendere nuove abilità, giusto compromesso tra ambizione e successo del gruppo, autonomia: queste le caratteristiche principali per "farsi spazio" in HEINEKEN Italia e porre solide basi per un futuro ricco di sfide tutte da vincere.
Attraverso un percorso professionale mirato, le persone selezionate potranno rafforzare le proprie competenze e acquisirne di nuove, ampliando il network professionale attraverso progetti speciali e training ad hoc. Il programma prevede un percorso iniziale di 12 mesi accompagnato da un pacchetto retributivo competitivo e da un percorso di crescita chiaro e definito all'interno delle diverse funzioni commerciali del Gruppo.
Al termine della fase 2019 di acquisizione talenti, saranno più di 20 i giovani che avranno la possibilità di entrare a far parte del Gruppo. 

Il programma TAP
Per portare "on board" i nuovi talenti, HEINEKEN ha sviluppato un programma che li accompagna dal primo giorno e prosegue in modo continuativo per un anno intero, con attività e obiettivi lungo le diverse fasi.
Dal focus sulla sicurezza con al centro il concetto di "Safety First", fondamentale per il Gruppo, alla Strategia aziendale; dalla conoscenza e la cultura del prodotto con i training organizzati presso l'Università della Birra, passando per l'approfondimento sulla parte logistica e sulla Supply Chain. Non mancheranno, poi, le esperienze dirette sul campo, con i talenti che potranno osservare le fasi di lavoro e accumulare esperienza nella propria area di competenza. All'apertura dei lavori, come abitualmente avviene in HEINEKEN Italia, per prima cosa vengono illustrate le norme che regolano la sicurezza all'interno delle sedi di lavoro dell'azienda e a cui tutti, dipendenti, collaboratori e fornitori, devono attenersi. Alla fine del primo anno, i nuovi talenti avranno acquisito conoscenza ed esperienza anche nell'ambito della negoziazione, della gestione del tempo, riguardo agli aspetti finanziari e avranno avuto la possibilità di mettere alla prova le proprie doti comunicative.

Le posizioni aperte
Il programma mira a reclutare oltre 20 talenti da inserire in diverse posizioni:
  • Store account nel Modern Trade;
  • Account per Napoli e Bari nell'Horeca;
  • Partesa;
  • Dibevit;
  • Supply Chain in tutta Italia.

HEINEKEN Italia: gestione dei talenti con un approccio innovativo
HEINEKEN Italia conferma il proprio approccio innovativo nella ricerca di nuovi talenti e nello sviluppo delle proprie persone attraverso l'on-the-job training, una vera e propria accademia esperienziale che permette ai giovani di emergere e di portare in azienda idee innovative e punti di vista inediti.
Mario Perego, HR Director di HEINEKEN Italia, commenta, a proposito dei requisiti necessari dei nuovi talenti del Gruppo: "È indispensabile possedere la cosiddetta 'learning agility', quella flessibilità unita all'efficienza e all'apprendimento che può spianare la strada verso importanti traguardi. E poi occorre sapere lavorare in gruppo senza perdere l'autonomia e lo spirito imprenditoriale. Infine la passione, senza di quella non si va da nessuna parte".
Le informazioni sul programma saranno disponibili sul sito di HEINEKEN Italia, sulla pagina Facebook HEINEKEN Incontra e il canale Twitter del Gruppo.

HEINEKEN Italia
HEINEKEN produce birra in Italia da oltre 40 anni, è presente sul territorio con i 4 birrifici di Comun Nuovo (BG), Assemini (CA), Massafra (TA) e Pollein (AO) e con un network distributivo - Partesa - specializzato nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale HoReCa che opera con 46 centri logistici. Nel nostro Paese il Gruppo comprende anche Dibevit Import, una società attiva nell'importazione e nella distribuzione di birre speciali da tutto il mondo.
Con più di 2.000 dipendenti, HEINEKEN è oggi il primo produttore di birra nel nostro Paese, dove produce e commercializza più di 6 milioni di ettolitri di birra, investendo in innovazione e sviluppo.
Attraverso il piano "Brewing a Better World" HEINEKEN integra la Sostenibilità al business, creando valore per l'azienda, la società e l'intero pianeta. 


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mercoledì 24 luglio 2019

CASTELLABATE - VANDALI DI NOTTE NELLA SCUOLA . VETRI ROTTI E VARI DANNI FORSE PER NOIA

Nella notte  tra il 22 e il 23 luglio la scuola secondaria di I grado di Santa Maria di Castellabate  è stata presa di mira da ignoti che entrandovi hanno danneggiato alcune finestre della palestra, rotto vetri,danneggiato porte e  versato della vernice nella zona antistante l’ingresso dell’istituto.
In qualità di Dirigente scolastico Intendo esprimere  ,unitamente a tutta la comunità scolastica, lo sgomento che provo  ogni volta che un bene pubblico viene danneggiato.
Uno spregio fine a se stesso che danneggia tutte e tutti i cittadini, dal più piccolo al più grande, perché un bene comune è di tutti e non solo di chi in quel momento lo utilizza.
Gli atti  vandalici sembrano essere stati dettati principalmente dalla noia. Non sono emerse altre motivazioni plausibili per spiegare il perché di questo gesto incivile.
Quindi siamo di fronte a un  ennesimo episodio che conferma il dilagare di inciviltà e maleducazione tra i più giovani, cui si aggiunge una mancanza assoluta di senso civico.
A darne comunicazione è stato il dirigente scolastico Gina  Amoriello sulla pagina Facebook dell’”Istituito comprensivo di Castellabate” .
Altri atti vandalici nelle scorse settimane nel comune di “Benvenuti Al Sud” hanno visto prese di mira le auto parcheggiate in vari luoghi sia a Santa Maria che a San Marco.


Redazionale 📌

martedì 23 luglio 2019

Intervista di Alessia Mocci a Claudio Alvigini: vi presentiamo il saggio L’inconcepibile esercizio


L’attaccamento alla legge del padre Platone o del padre Aristotele o del padre Tolomeo degli intellettuali di allora divenne sempre più forte. Essi, infatti, temevano che, perdendo ciò in cui loro, la chiesa e tutti, credevano, avrebbero perso il loro potere e quindi… anche la loro privilegiata posizione di assistiti e beneficiati dal signore di turno. Forse un pensiero sul perché ci sia voluto tanto tempo per scardinare il mondo di Tolomeo, può condurci a qualche considerazione su Colombo e sulla scoperta delle Americhe.– Claudio Alvigini

Nel mese di luglio 2019 la casa editrice Macabor Editore ha pubblicato, per la collana Noisette, il saggio “L’inconcepibile esercizio” di Claudio Alvigini.

L’autore è nato in Svizzera ma ha vissuto a Palermo, Pozzuoli e Roma. Giovanissimo ha iniziato la sua carriera aeronautica come pilota civile dell’Alitalia e per svariati anni è stato comandante di Boeing 747.

L’adolescenza in Sicilia ha fortemente segnato le prime prove letterarie di Claudio e si può constatare l’ininterrotta attività che ha visto i primi frutti nel 1997 proprio con il saggio “L’inconcepibile esercizio” edito nella rivista di psicoterapia e psichiatria “Il sogno della farfalla”.

Successiva di un anno, nel 1998, è uscita la sua prima silloge poetica “Visita in città” con Nuove Edizioni Romane, nel 2002 per Edizioni La camera verde è uscita “La casa sol terrazzo”, nel 2005 “Ulàn Batòr” per Edizioni Helicon, nel 2007 “Trafficante di colori” per Edizioni LietoColle, nel 2012 “Il principio di non contraddizione” per Manni Editore, e nel 2018 con Macabor Editore il romanzo “Il Capitano di Bastur”.

A.M.: Salve Claudio, sono lieta di questo nuovo incontro. Nel 2018, in una nostra intervista, hai parlato di un possibile ritorno alla poesia ed invece ti ritrovo con una pubblicazione di un saggio filosofico. “L’inconcepibile esercizio” è stato, infatti, pubblicato per la prima volta nel 1997, perché hai deciso di riprendere in mano il lavoro?
Claudio Alvigini: Cara Alessia, intanto permettimi di ricambiare, anch’io sono lieto di questo nuovo incontro, il ricordo delle tue belle domande su “Il capitano di Bastur” edito da Macabor, è ancora vivissimo. Mi chiedi perché ho deciso di riprendere in mano un lavoro di più di 20 anni fa. Era uscito, infatti, nel 1997, nobilitato dall’accoglienza nelle belle pagine della raffinata rivista di psicoterapia e psichiatria “Il sogno della farfalla” che si avvaleva allora come oggi dell’elaborazione teorica di Massimo Fagioli. Mi chiedi come venne quel titolo che, anche a distanza di anni, continua a piacermi assai. Fu un giorno lontano, un decollo assai mattutino da Addis Abeba; ricordo uno strato compatto e uniforme di nubi che si stendeva a perdita d’occhio. Una smisurata coperta immobile e sospesa a poche decine di metri da terra, pronta a posarvisi da un momento all’altro, non so se per difenderla così dal freddo del mattino o per… soffocarla. C’era quel tanto di visibilità orizzontale che consentiva il decollo. Iniziammo così la nostra corsa sulla pista, con, sulla testa quel tappeto volante e senza fine di nubi che schiacciava la terra… a terra. Ed ecco, un attimo dopo la rotazione, giusto quel mezzo secondo necessario ad attraversare in accelerazione quello strato e ci trovammo proiettati, sbucammo, irrompemmo in un delirio di luce e di sole. E il nostro giorno (il nostro destino?) cambiò. Sulla terra sotto di noi e su coloro che su di essa si aggiravano, rimase quella buia incombente coperta, la loro giornata non cambiò, non so del loro destino… Pensai all’assurdità dell’esercizio del volo e forse fu proprio allora che il termine “inconcepibile” cominciò a farsi strada in me. All’Inconcepibile esercizio ero e sono legatissimo; con esso, infatti, tentai di penetrare il centro nascosto, il cuore segreto di quello che per anni e anni è stato il mio mestiere e che, pensavo, “sentivo” non essere stato ancora sufficientemente e correttamente “indagato”. Tieni presente poi che “L’inconcepibile” è stato anche il mio primo lavoro pubblicato. Dunque amore grande. L’idea di scrivere sul volo l’avevo in mente da tempo; la spinta definitiva mi venne da un fortuito colloquio con Massimo Fagioli. Si parlò del volo mi chiese qualcosa. Poi buttò lì una di quelle sue apparentemente semplici quanto geniali e definitive frasi… “Vedi”, mi disse, “il problema del volo è che è disumano…” Testuale. Rimasi allo stesso tempo fulminato e illuminato. Mi aveva suggerito la strada, avevo finalmente in mano il bandolo della matassa.       
Come dicevo, a mo’ di bella addormentata nel bosco, l’Inconcepibile dormiva un sonno profondo e apparentemente definitivo; nessun principe nei dintorni che potesse risvegliarlo. Accadde che, in occasione della prima presentazione in Calabria de “Il Capitano di Bastur”, m’incontrai con Bonifacio Vincenzi e gli consegnai una copia dei miei lavori precedenti, poesie, racconti e questo lavoro su cui mi intervisti. Gli editori, si sa, sono molto occupati e Bonifacio non fa eccezione alla regola, anzi! Poi un giorno, per chissà quale fortunata combinazione astrale, ha avuto il tempo e la curiosità di leggere il lavoro in questione (anche se, te lo posso confessare, aspetto ancora che legga il resto…). Come lui stesso mi ha confessato, ne restò molto colpito e mi disse subito che lo avrebbe pubblicato con entusiasmo nella preziosa collana di saggi “Noisette” della Macabor. Dunque, cara Alessia io non ho deciso nulla, ho solo risposto all’entusiasmo di Bonifacio. E, permettimi di dirlo, è stato il modo migliore di rimettere mano a quel lavoro, il modo più auspicabile, rispondere all’interesse sincero di qualcuno, all’entusiasmo… giovanile di Bonifacio. (Dovendo lui, nello specifico del mio esempio, rappresentare il principe che sveglia la bella addormentata dal suo invincibile sonno, il termine “giovanile” mi sembra più che mai adatto… Lui mi perdonerà − spero −). Sapevo che quel vecchio lavoro aveva una sua originalità, sapevo quanto mi era costato e che anche in esso, come ne “Il Capitano di Bastur” c’era una spremuta di vita ma, sinceramente, pensavo che nulla avrebbe potuto interromper il suo sonno. Puoi dunque immaginare con che gioia abbia accettato la proposta di Bonifacio; una conferma del mio rapporto con lui, un rapporto che, fino ad ora e facendo i debiti scongiuri, confermo essere quello ideale che ciascun autore sogna di avere con il proprio editore. Ho naturalmente apportato diversi cambiamenti al testo, non tanto nella sua sostanza, che rimane la stessa, quanto nella forma utilizzata: le note, che erano tantissime e avevano la stessa dignità del testo e che, nella versione originale e grazie alle dimensioni della rivista stavano a fondo pagina, sono entrate a far parte, con piccoli accorgimenti, del testo. E qui, un grazie di cuore va all’amico Pietro de Simoni per avermelo suggerito. Come un grazie sincero va all’amico Carmelo D’Angelo per le infinite riletture cui lo ho sottoposto. È stata un’emozione anche per me rileggerlo, ricordare le fatiche e le ricerche, le varie biblioteche visitate e i miei stati d’animo di allora, in primis la grande emozione che la scoperta della straordinaria storia del sarto di Ulm mi procurò e che divenne lo snodo centrale di tutta la narrazione. La storia del sarto impone all’Inconcepibile una decisa accelerazione, uno slancio immaginifico e bello come immaginifico e bello fu il sogno di Albrecth Ludwig Berblinger (questo era il nome del sarto), la sua “follia”: il volo umano!

A.M.: La dedica del saggio recita: “Vi sono stati in tutti i tempi dei grandi ingegni/ che hanno avuto questa pazzia in capo”. Di chi è la citazione?
Claudio Alvigini: La citazione è di Carlo Moretti, abate e bibliotecario all’Ambrosiana di Milano cui era affidato il delicato incarico di custodire e preservare i libri Sul volo di Leonardo da Vinci. Quelle sue parole mi sembrarono il modo migliore di iniziare il lavoro. Siamo negli anni ‘80 del 1700. È stata una delle tante felici scoperte dei due e più anni di lavoro per preparare L’inconcepibile e che mi hanno visto peregrinare tra le biblioteche di mezza Italia e anche all’estero. Profittavo degli scali dei miei voli e, se avevo un giorno libero o anche mezza giornata, spendevo quel tempo nelle locali biblioteche cercando materiali per l’Inconcepibile. All’Ambrosiana di Milano, fondata dal Borromeo nel 1607 e che è stata la prima biblioteca pubblica italiana, ho fatto questa scoperta (sono passati molti anni e spero di non sbagliarmi e di ricordare bene), è lì che si trova anche il Codice Atlantico di Leonardo, meraviglia difficilissima da consultare e da me utilizzata nell’Inconcepibile. Molte ricerche le ho fatte (e molte cose le ho trovate) nella biblioteca nazionale di Roma, ma stranamente un libretto Feltrinelli del 1991, Leonardo l’uomo e la natura, a cura di M. De Micheli, si è rivelato preziosissimo, direi fondamentale.  Libretto che − intuizione non cosciente? − mi regalò allora mia figlia Elda, del tutto ignara di ciò cui stavo lavorando.

A.M.: Come ben scrivi nel saggio, i tentativi umani di volare sono documentati dal Medioevo ma scorrendo nella mitologia greca si deve forzatamente passare da Dedalo e da suo figlio Icaro. Perché l’uomo, ribellandosi al peso del corpo, guarda in alto e si ingegna per alzarsi in volo?
Claudio Alvigini: Forse perché l’uomo, come dice Fagioli, appartiene a “… una specie animale che ha per sorte una fantasia, ha per sorte un’intuizione e una conoscenza della propria soggettività precaria, della propria corsa verso la morte…” Perché c’è sempre un oltre, Alessia, c’è sempre un nuovo viaggio, nuovi rapporti, nuove conoscenze; si può sempre fare di più e fare meglio, correggere gli errori di navigazione della vita e dirigersi verso terre, o cieli, che mai avremmo creduto di poter raggiungere. Il volo è libertà totale e forse eccessiva, esercizio… inconcepibile e misterioso, atto empio, acquisizione superba di una dimensione che non attiene all’uomo, alla sua antropologia, furto agli dei. È “disumano”, appunto. Ed è stato solo l’uomo a ribellarsi al peso del corpo, non gli animali (sì, sì, è vero, gli uccelli volano ma è la loro condizione naturale…). Perché, se è vero che l’uomo ha mille limiti − a partire dal peso del corpo per arrivare alla finitezza della vita − la sua curiosità, la sua ansia di sapere, la sua fantasia non ne hanno. Naturalmente qui ci riferiamo a quei pochi che, con il loro coraggio, hanno di volta in volta rifiutato il sapere attuale, hanno infranto le regole, rivoluzionato il pensiero, Copernico, Giordano Bruno, Leonardo, Einstein cioè, Fagioli in epoca più recente. Certo, come quest’ultimo dice, schierarsi contro la cultura dominante, rifiutare i maestri del pensiero… richiede indubbiamente coraggio…

A.M.: Impeccabile il passaggio da Claudio Tolomeo a Niccolò Copernico passando per il “De Rerum Natura” di Lucrezio: “L’animo infatti richiede di conoscere a pieno, essendo infinito lo spazio oltre i muri del mondo, cosa esista lassù, dove intenda scrutare la mente, dove il libero balzo dell’animo voli spontaneo”. Perché per più di tredici secoli non si è riusciti a riesumare le teorie del filosofo Aristarco di Samo?
Claudio Alvigini: La domanda è molto interessante, c’è proprio da chiedersi perché è passato così tanto tempo e, contemporaneamente, come fu che Aristarco, che tu opportunamente citi, in un tempo così remoto seppe spingersi così lontano, essere così moderno. Forse mi sbaglio, forse, per quel che riguarda il pensiero dell’uomo, attribuisco troppa influenza (negativa) alla religione, ma un pensierino su politeismo e monoteismo lo farei. Aristarco fiorisce nel terzo secolo a. C. C’erano gli dei burloni e vendicativi, Eolo cacciava fuori i venti dai suoi otri, Giove scagliava saette e seduceva giovani donne, Giunone ce l’aveva a morte con Enea e aiutava Ulisse. Ma, nell’ingenuità della rappresentazione antropomorfa, tutti quei dei lasciavano l’uomo un po’ più libero, ognuno adorava quello che voleva o gli era più simpatico; nella Roma imperiale convivevano culti diversissimi, orientali, dell’Egitto, portati da terre lontane dai soldati che tornavano. Una grande tolleranza tra questa miriade di rappresentazioni e, credo, un’aria più leggera. Tanto leggera che permise ai presocratici, con l’acqua, il fuoco, l’aria, la terra di cercare oltre quegli stessi dei… Poi ci fu Costantino (mi si perdoni la brutale sintesi), la religione cristiana fu prima accettata poi nel 380, con Teodosio, divenne religione di stato. Nacque il dio unico, il monoteismo. E qui non c’è lo spazio per discuterne, ma un dio unico, al di là della benevola − almeno a parole − comprensione e pacifica convivenza, porta con sé l’idea, tanto nascosta quanto profonda, che solo esso, essendo l’unico, è quello giusto e vero; gli altri no. Con tutte le tragiche conseguenze cui nella Storia e, purtroppo, anche nella nostra epoca assistiamo… Poi, certo, mettiamoci anche il buio della caduta dell’Impero, le invasioni dei “Barbari”, i saccheggi e le distruzioni e poi l’anno mille, l’attesa della fine del mondo. Le eclissi che sconvolgevano e generavano angosce profonde, le malattie, la peste e la sifilide… L’attaccamento alla legge del padre Platone o del padre Aristotele o del padre Tolomeo degli intellettuali di allora divenne sempre più forte. Essi, infatti, temevano che, perdendo ciò in cui loro, la chiesa e tutti, credevano, avrebbero perso il loro potere e quindi… anche la loro privilegiata posizione di assistiti e beneficiati dal signore di turno. Forse un pensiero sul perché ci sia voluto tanto tempo per scardinare il mondo di Tolomeo, può condurci a qualche considerazione su Colombo e sulla scoperta delle Americhe. Fagioli osservava che una dilatazione così clamorosa e lacerante dello spazio fisico, dello spazio esterno, costrinse l’uomo a dilatare il proprio spazio interiore, ad avere un animo più ampio che potesse contenere la nuova immagine del mondo che le scoperte della navigazione marittima imponevano. I tempi grossomodo coincidono, Leonardo fa i suoi studi sul volo intorno al 1505, Copernico elabora le sue teorie nei primi del 500 e comincia ad esporle nel 1515, l’America era stata scoperta, l’immagine del mondo aveva già, come dire, rotto gli argini…

A.M.: “La luna densa e grave, come sta la luna?”
Claudio Alvigini: La luna pesante e compatta come fa a reggersi? Come mai, assieme agli astri e alle stelle non precipita sul capo dell’uomo annientando ogni cosa? È la bellissima domanda che si poneva Leonardo ed è, secondo una geniale interpretazione di cui nell’Inconcepibile dò conto, il riecheggiamento, nella maturità, delle immagini del bambino Leonardo sdraiato sulla culla in quelle calme, dense e limpide notti d’estate, col viso rivolto al cielo, ad osservare... (Leonardo passò in campagna il primo lustro di vita). Poi c’è il fascino e lo sgomento che la luna, piazzata lassù, apparentemente a portata di mano, bianca e fredda ha sempre esercitato ed esercita sull’uomo, c’è Leopardi e… c’è Armstrong, il comandante Armstrong che, primo uomo nella Storia, calca il suolo lunare.

A.M.: Il 20 luglio 1969 è la fatidica data dell’allunaggio ad opera di Neil Armstrong. Ma già dal 1976 si è iniziato a parlare di un finto atterraggio sulla Luna da parte degli americani. Il primo che ne parlò fu Bill Kaysing nell’opuscolo autopubblicato “We Never Went to the Moon”. Perché, secondo te, la teoria del complotto ha avuto così tanto successo sino ad arrivare ai nostri giorni?
Claudio Alvigini: Ed eccoci al 20 luglio del 1969, l’uomo mette piede sulla luna. Domando che sembra spezzata in due questa, dalla data fatidica si passa subito alla contestazione dell’evento, al finto allunaggio, al complotto. Non credo che la teoria del complotto abbia avuto poi tanto successo in questo caso, non credo cioè che sia così diffusa; alcuni la sostengono, ne parlano, ci fu anche un film mi pare. Io ho letto molto sul programma di conquista dello spazio, sull’addestramento degli astronauti, sulla conquista della luna, sul “dopo” delle loro imprese. Conosco molti aneddoti. Potrebbe essere interessante, dopo aver parlato del sarto di Ulm, parlare del… barbiere di Armstrong. Il comandante si accorse che quando gli tagliava i capelli, il suo barbiere li raccoglieva da una parte con una cura eccessiva che lo insospettì. Scoprì poi che li metteva in certi vasetti che vendeva a qualche centinaio di dollari l’uno; erano pur sempre i capelli del primo uomo che era stato sulla luna!... Dovette cambiare barbiere. La moglie racconta che dopo l’allunaggio si sia chiuso in un silenzio lungo tre anni… Un suo sospiro, diceva, era una parola e un suo cenno o una delle rarissime parole che comunque pronunciava, un intero discorso. A proposito, quanti sanno che Armstrong è morto qualche anno fa per una banale operazione di bypass mal condotta? Il primo uomo ad essere stato sulla luna muore per un caso di mala-sanità e nessuno, o pochissimi, ne sanno qualcosa… 
Domandi perché si creda al complotto. Non so rispondere con esattezza, ma un’idea ce l’ho e nell’Inconcepibile, tra le righe, è contenuta. Qui potrei accennare brevemente ad un’impresa “eccessiva” per i tempi in cui avvenne, “inconcepibile”, per restare in tema. Dalla quale ci si difende cercando di farla sparire (anche qui la teoria fagioliana mi è di fondamentale aiuto). E quale maniera migliore per ottenere questo scopo di quella rappresentata dal complotto? Quell’impresa era eccessiva? Bene, diciamo allora che fu solo mimata e mai realmente avvenuta, parliamo, scriviamo di un complotto, facciamola sparire. Poi, sai, alcuni credono alle scie cosmiche o come diavolo si chiamano, altri agli extraterrestri che sono già tra noi o che li hanno anche rapiti e con i quali hanno fatto persino dei figli. Infine ci sono quelli che credono che la terra sia piatta, i terrapiattisti, ultimamente alla ribalta. Perché meravigliarsi allora se qualcuno dice che sulla luna non ci siamo mai andati? Io faccio parte di coloro che non credono al complotto, ma una piccola considerazione sul complotto può essere comunque fatta. Da una parte un atteggiamento critico serve, la cosiddetta controinformazione necessaria ed essenziale per non farsi abbindolare da false notizie – argomento questo, grazie ai social e a internet, più attuale che mai – dall’altro la tendenza a vedere complotti d’ogni parte, potrebbe nascondere, sotto insospettabili spoglie, una voglia di conservazione, una forma di opposizione a quanto di nuovo può scardinare il vecchio mondo e il vecchio modo di pensare. Ogni caso comunque, va valutato a parte, non si può generalizzare. Era un complotto dire che la strage di Piazza Fontana era stata causata dagli anarchici, fu allora importantissimo dirlo che era un complotto, rifiutare la falsa verità sparata a nove colonne sui quotidiani. La contro informazione fu, nell’occasione, sacrosanta. Non credo che si possa sostenere lo stesso per quel che riguarda l’allunaggio del ‘69. Del resto si sta programmando un ritorno a breve sulla luna da parte degli americani e forse dei cinesi, ricordo che ci sono un paio di jeep con cui, nelle missioni che seguirono all’Apollo 11, gli astronauti scorrazzavano lassù. False anche quelle?  Se saranno ritrovate, assieme alla bandiera che lasciò Armstrong, cosa diranno gli scettici? Senza parlare poi di quelle centinaia di chili di roccia lunare che sono osservabili tutt’oggi e gli infiniti filmati.  Ne è stato presentato uno che dicono formidabile e mai visto prima sull’intera impresa, il mese scorso a Zurigo (era presente il quasi novantenne Aldrin, pare più in forma che mai, secondo uomo a calcare il suolo lunare); uscirà a settembre in Italia. C’è poi da considerare l’attenzione spasmodica con cui le reti radar e l’intelligence russa hanno seguito ogni passo della vicenda, se ci fosse stato imbroglio ed inganno vi sarebbero balzati sopra come un sol uomo. Ripensiamo a quegli anni: si era in piena guerra fredda, la Russia, dopo lo Sputnik del 1957 che, volteggiando ben visibile nel cielo americano, si prendeva gioco di un’intera nazione con i suoi beep-beep ad ogni passaggio (circa ogni ora e mezza), dominava la competizione spaziale. Sembrò averla definitivamente vinta con l’impresa del 1961 del ventisettenne Yuri Gagarin, primo uomo in orbita attorno alla terra. L’America doveva rispondere in qualche modo, va tenuto infatti presente che la supremazia nella corsa allo spazio era sinonimo, in quegli anni, di dominio mondiale. Nel 1962, in un celebre discorso, Kennedy, per recuperare il terreno perduto, lanciò il decennio della luna e promise che nei prossimi dieci anni l’America avrebbe portato un uomo sulla luna e lo avrebbe riportato a terra. Partì la più colossale cooperazione tecnico industriale che la storia abbia mai visto. Milioni di contratti, di moduli, di simulatori, costruzione di Hangar giganteschi, selezione tra i migliori piloti americani per scegliere gli astronauti, lo straordinario addestramento cui furono sottoposti, il diario che molti di loro hanno tenuto. Tutti d’accordo nella grande recita? Tutto un bluff?

A.M.: Questa nuova fiducia posta su Macabor Editore è prova di affidabilità della casa editrice?
Claudio Alvigini: O.K., torniamo… sulla Terra. Credo che, in quanto detto nei punti precedenti, sia già contenuta una risposta. Posso aggiungere che siamo di fronte, in questo caso, al rovesciamento delle parti, è l’editore a spingere l’autore, a proporgli la pubblicazione… Altro che affidabilità Alessia! Auguro alla Macabor ogni successo, perché lo merita come nessun altro, perché è una casa editrice che ama ancora il bello, lo cerca e lo stimola. La mia stima e amicizia con Bonifacio, consolidata da interminabili telefonate tra Lisbona e Francavilla Marittima (in genere lo colgo mentre sta cucinando e gli faccio bruciare tutto...) è oramai consolidata, la passione con cui fa il suo lavoro, il suo disinteresse, mi fanno pensare che anche oggi, nonostante si cerchi solo il danaro ed il successo a poco prezzo e con poca fatica, sia possibile fare bene le cose in cui si crede, seguire la propria strada infischiandosene di dove vanno gli altri, perseguire la propria idea, il proprio sogno, proprio come fece il sarto di Ulm. E, a proposito del sarto, l’entusiasmo di Bonifacio per questa dimenticata eppur storica figura è stato tale che ha deciso di dare alla rivista di poesia che si appresta a pubblicare (e questa è una vera anticipazione!) proprio questo nome: Il sarto di Ulm.

A.M.: Hai già il programma delle presentazioni estive de “L’inconcepibile esercizio”?
Claudio Alvigini: La pubblicazione dell’Inconcepibile, mi ha come sorpreso, tutto, da un certo momento in poi si è svolto molto rapidamente e dunque le presentazioni le stiamo organizzando solo ora. Penso quindi di fartele sapere e renderle pubbliche quanto prima.

A.M.: Mi è rimasta la curiosità sul tuo ritorno alla poesia: in quest’ultimo anno sei stato visitato dalle Muse?
Claudio Alvigini: Sì, cara Alessia, e ancora una volta grazie della tua attenzione e sensibilità; qualcosa è accaduto, qualche musa si deve essere smarrita finendo così sulle soglie dell’Atlantico; lì ci siamo incontrati.

A.M.: Salutaci con una citazione…
Claudio Alvigini: Ripensavo al sarto di Ulm, a Bonifacio, a come intende il mestiere e la vita, a come la intendo io la vita, ripensavo alle tue domande e continuava a venirmi in mente una citazione apparentemente semplice ma, a guardar bene, profondissima e tale da segnare un discrimine tra gli uomini: “Bisogna spendere i soldi per la vita, non la vita per i soldi.” Indovina un po’ di chi è?

A.M.: Ora ho finalmente compreso perché Mnemosýne ha lasciato i monti della Pieria: sta cercando una delle sue adorate figliuole! Ti ringrazio, Claudio, per la tua gentilezza nell’accogliere le mie domande e per il tempo che hai dedicato. Questo caro amico sarto che spese ogni suo denaro per un prototipo di deltaplano e che morì di malnutrizione nel 1829 − dopo aver donato il suo grande ingegno ad Ulm − è stato celebrato dal drammaturgo e poeta tedesco Bertolt Brecht. Saluto, dunque, con due strofe della favola allegorica “Il sarto di Ulm”: "Vescovo, so volare",/ il sarto disse al vescovo./ "Guarda come si fa!"/ E salì, con arnesi/ che parevano ali,/ sopra la grande, grande cattedrale.// Il vescovo andò innanzi./ "Non sono che bugie,/ non è un uccello, l'uomo:/ mai l'uomo volerà",/ disse del sarto il vescovo.


Written by Alessia Mocci
Photo Claudio Alvigini by Barbara Ledda
In copertina foto di Claudio Alvigini ventenne

Info
Sito Macabor Editore
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Acquista “L’inconcepibile esercizio”
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Articolo The Guardian Bill Kaysing
https://www.theguardian.com/science/2019/jul/10/one-giant-lie-why-so-many-people-still-think-the-moon-landings-were-faked

Fonte
http://oubliettemagazine.com/2019/07/17/intervista-di-alessia-mocci-a-claudio-alvigini-vi-presentiamo-il-saggio-linconcepibile-esercizio/