Una storia di abbandono che ha scosso l'Italia
Cosa c'è dietro la scelta dei una mamma di abbandonare un figlio?
La vicenda di Giovannino ha scatenato molte reazioni.
Un esperto spiega alcuni meccanismi psicologici dei genitori.
Milano, 17 novembre 2019 – Una scelta difficile quella dei genitori di Giovannino che può nascondere tante sfumature poco semplici da comprendere. Adriano Formoso, psicologo e psicoterapeuta a Milano e ricercatore che ha creato il metodo terapeutico Neuropsicofonia®, prova a spiegare perchè.
D. Come va analizzato il caso di Giovannino?
R.Formoso: "Giovannino è nato attraverso un'azione pensata e voluta intenzionalmente da una coppia che non ha potuto procreare spontaneamente. Ovvero la procreazione assistita, esperienza che condivido come psicoterapeuta con molte coppie che si rivolgono presso il mio centro di Neuropsicofonia Applicata di Milano. Da questa esperienza professionale posso confermare la presenza di una serie di vissuti sia emotivi che psicologici che coinvolgono la coppia e il singolo futuro genitore. Non potersi servire della propria natura umana procreatrice porta le coppie che incontro a scontrarsi con il dolore della mancanza di concepimento e della perdita e questa esperienza naturale che generalmente una coppia può sperimentare".
D: Quanto può aver influito il fatto di nascere attraverso la precreazione assistita?
R. Formoso: "Già questo può far vacillare la propria autostima e la propria identità, se inoltre il bambino che nasce da questa esperienza non è sano. La fragilità umana dei genitori può indurli a rifiutarlo come è accaduto a Giovannino. Per questo motivo mi occupo di garantire alle coppie che vogliono sottoporsi alla procreazione medicalmente assistita, il mio supporto psicologico allo scopo di accogliere le loro aspettative, i timori, le delusioni e la speranza di diventare genitori. Insomma, li accompagno per tutto il percorso".
D. Mi sta dicendo che se invece Giovannino fosse stato concepito normalmente non ci sarebbe stato questo rischio?
R. Formoso: "Non sto difendendo o giustificando la scelta dei genitori biologici che hanno abbandonato il piccolo Giovannino che vive da 4 mesi vive nella Terapia intensiva neonatale dell'ospedale Sant'Anna di Torino. Cerco piuttosto di affrontare l'accaduto, evitando il giudizio e falsi moralismi, accogliendo la fragilità umana di quell'uomo e quella donna che lo hanno abbandonato per via della rarissima Ittiosi Arlecchino, la variante più grave dell'Ittiosi genetica di cui il bambino è affetto. E' talmente rara che tocca statisticamente un neonato ogni milione di bimbi nati. La nascita di un figlio con disabilità pone la famiglia di fronte alla necessità di riorganizzarsi e purtroppo per i genitori di Giovannino questo non è stato possibile. Questo mi porta a credere che accogliere la disabilità di Giovannino è accogliere la disabilità di tutti noi trovando commovente come molte persone che si sono rese disponibili a fare qualcosa per non lasciare sola e indifesa questa creatura che probabilmente non aveva neppure scelto di venire al mondo"
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