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mercoledì 8 dicembre 2021

Catania : Rinnovate 18 borse lavoro ai facilitatori sociali esperti per esperienza nell'ambito del DSM

Il progetto, avviato all’Asp di Catania nel mese di settembre 2016 e finanziato dalla 

Regione Siciliana, rappresenta un esempio unico nell’Italia centrale e meridionale, in 

sintonia con le migliori esperienze nazionali e internazionali.

Coinvolti 24 utenti facilitatori sociali e 8 tutor (psicologi) d’inclusione sociale e 

lavorativa con l’obiettivo di promuovere sul territorio modelli di inclusione sociale e 

lavorativa, e di recovery per utenti adulti con disabilità psichiche

Progetto obiettivo di PSN (Piano di salute nazionale) per la tutela della salute mentale in 

età adulta-disturbi gravi persistenti e complessi.

Il progetto, avviato all’Asp di Catania nel mese di settembre 2016 e finanziato dalla 

Regione Siciliana, rappresenta un esempio unico nell’Italia centrale e meridionale, in 

sintonia con le migliori esperienze nazionali e internazionali (Regno Unito, Nuova 

Zelanda, Australia, Norvegia, Finlandia, Svezia) dove le azioni progettuali attivate sono 

ormai prassi consolidate e messe a sistema. Sono stati coinvolti 24 utenti facilitatori 

sociali, assegnati ai moduli DSM delle quattro aree territoriali di Catania, Caltagirone-

Palagonia, Acireale-Giarre, Adrano-Paternò, e 8 tutor (psicologi) d’inclusione sociale e 

lavorativa, ai quali sono state assegnate altrettante borse lavoro, con l’obiettivo di 

promuovere sul territorio modelli di inclusione sociale e lavorativa, e di recovery per 

utenti adulti con disabilità psichica.

Oggi, nei locali della Direzione generale dell’Asp di Catania, il manager Maurizio 

Lanza ha voluto incontrare una rappresentanza dei facilitatori sociali all’inizio del loro 

nuovo anno di lavoro.

«Questo progetto porta con sé numerosi valori positivi di promozione umana e di 

miglioramento organizzativo - ha detto il manager Lanza -. Sotto il profilo personale 

ciascun facilitatore sociale racconta una storia di cambiamento e di speranza, avendo 

trasformato, nella loro vita, un elemento di criticità in un punto di forza; sotto l’aspetto 

organizzativo vengono anticipate molte intuizioni di sistema per il miglioramento dei 

servizi e per la valorizzazione di competenze maturate sul campo. Un esempio concreto 

di come sia possibile superare il pregiudizio e dello stigma che spesso accompagnano il 

disagio e la malattia mentale».

Intervenuti all’incontro, il direttore del DSM, Carmelo Florio; il coordinatore del 

progetto, Raffaele Barone, il coordinatore del Centro Sils (Servizio per l’inclusione 

socio-lavorativa), Maurizio Cirignotta. Presenti, in rappresentanza dei facilitatori 

sociali, Carmelo Battiato, Rina Graziano, Sebastiano Lemoli e Christian Patanè.

«L’esperienza maturata attraverso il lavoro dei facilitatori sociali ci dice non tanto che 

c’è un’altra psichiatria, ma che c’è un modo diverso di avvicinarsi a questo mondo - ha 

aggiunto Florio -. E credo che tutto ciò sia un vanto per il nostro Dipartimento di Salute 

mentale che vuole essere inclusivo e proattivo, valorizzando le risorse e le abilità 

dell’utenza». 

Le azioni progettuali, numerose e articolate, sono state realizzate su tutto il territorio 

provinciale, formando e valorizzando la figura dell’esperto per esperienza, ovvero il 

facilitatore sociale esperto per esperienza.

«La figura del facilitatore sociale - ha spiegato Barone -, in quanto esperto per 

esperienza, ha sviluppato una grande sensibilità e capacità di empatia nel rapporto con 

gli utenti in carico ai Servizi di salute mentale". 

                                                                                                              MCV 

Fonte ANSA.IT 


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