(Bologna, 12 settembre) "La richiesta di Confagricoltura al governo italiano è chiara: ritirare l'emendamento al Ddl Sicurezza approvato lo scorso 31 luglio, che rende illegali le infiorescenze della canapa industriale e i suoi derivati. Si tratta di un provvedimento che mette seriamente a rischio la filiera alimentare (semi e proteine), oltre a quella tessile e edile legata alla coltivazione della canapa sativa industriale. Stiamo parlando di numerose aziende che potrebbero chiudere e di molti posti di lavoro che verrebbero persi."
È questo il commento di Davide Venturi, presidente di Confagricoltura Bologna, in merito all'entrata in vigore dell'emendamento presente nel ddl Sicurezza, che comporterebbe l'inserimento della canapa sativa nell'ambito di applicazione della legge 309 del 1990 (Testo Unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e delle sostanze psicotrope).
Su questa decisione del governo sono stati sollevati forti dubbi da parte di Confagricoltura, considerando che le sementi utilizzate sono certificate a livello europeo e scientificamente prive di qualsiasi effetto stupefacente. La stessa Food Standards Agency (FSA) ha inoltre classificato lo scorso luglio il cannabinoide presente in queste coltivazioni come sicuro e idoneo a essere incluso tra gli alimenti.
"La coltivazione della canapa, che si trova ora nel momento cruciale della campagna, ha visto un numero crescente di agricoltori sotto i 40 anni investire ingenti risorse in questo settore, creando un fenomeno che non si vedeva da tempo. A livello nazionale, oltre il 65% di queste aziende agricole è gestito da giovani agricoltori, con una percentuale significativa di donne. Inutile dire cosa accadrebbe se l'emendamento venisse confermato dal governo."
Un esempio dello scenario di quello che potrebbe succedere lo racconta Alessandro Zambonelli, imprenditore agricolo e titolare dell'omonima Società Agricola Zambonelli a Castel Maggiore che, oltre alla canapa, si occupa anche di colture estensive di pianura.
"Quando nel 2016 abbiamo iniziato a sviluppare questa coltivazione, abbiamo di fatto creato un nuovo ramo aziendale: abbiamo ampliato la struttura, assunto personale che è poi diventato fisso e preso impegni finanziari con le banche, considerando l'alto investimento iniziale" spiega Zambonelli. "Se da un giorno all'altro tutto questo diventasse illegale, per un imprenditore agricolo sarebbe molto difficile trovare le risorse economiche per andare avanti. La campagna è attualmente in corso e interromperla in questo modo comporterebbe la perdita dell'intero raccolto di quest'anno, su cui abbiamo investito moltissimo. Le strutture costruite risultano inconvertibili, i macchinari e le ristrutturazioni effettuate non sarebbero sostenibili con altre tipologie di colture. La preoccupazione, così come la frustrazione, è altissima in questo momento."
Per Confagricoltura Bologna è ora fondamentale che tutte le parti interessate si riuniscano attorno a un tavolo di lavoro per aiutare il settore, affinché "ci sia pieno sostegno agli imprenditori agricoli che, ancora una volta - spiega il presidente Venturi - rischiano di essere penalizzati da decisioni che non tengono conto delle evidenze scientifiche, giuridiche ed economiche."
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