I grandi della terra si confrontano a Baku dall’11 novembre 2024 al 22 novembre alla Cop29 per cercare di risolvere la problematica collegata al clima che ha determinato dei veri stravolgimenti delle stagioni e fenomeni estremi che nell’ultimo periodo hanno colpito il mondo. I cambiamenti climatici rappresenteranno la nuova sfida che gli stati dovranno affrontare con decisione e in tempi stretti
Molta diffidenza serpeggia tra i negoziatori che si scontrano con le molteplici assenze e con testi messi sui tavoli delle varie delegazioni che non vengono nemmeno aperti. I manifestanti vengono solo messi a tacere e molte le notizie negative che si diffondono che rappresentano l’ennesimo fallimento dopo Dubai.
Le dichiarazioni di alcuni Capi di Stato sono non in linea con il tema della Cop29 vedi la classica dichiarazione “Petrolio e gas sono doni di Dio” come ammesso dal presidente Azero Aliyev, o la dichiarazione della nostra presidente Meloni secondo cui tutte le fonti rinnovabili partendo dalle fossili hanno pari dignità. Sembra che l’orologio della solidarietà verso i cambiamenti climatici si sia spostato verso un accaparramento selvaggio di fonti energetiche di qualsiasi origine.
La terra ed il suo futuro non interessano più a nessuno e quel radicale cambiamento verso le automotive elettrica è fallito. Naturalmente sappiamo anche perché. La recente elezione di Trump in uno dei paesi più grandi ed inquinanti del mondo a reso difficile un trattato globale, viste le nuove politiche americane sull’energia fossile (Petrolio). Ma a questo si aggiunge la difficoltà della Germania a parlare di elettrico visto che tali investimenti hanno distrutto la sua grande industria Automobilistica con migliaia di licenziamenti e chiusure di tante fabbriche.
Molte tematiche sono state accantonate vedi l’Adaptation Committee un organismo istituito nell’ ambito del Cancun Adaptation Framework che si occupa di promuovere un’azione di adattamento ai cambiamenti climatici. La stessa sorte è toccata al Meccanismo di Varsavia che attua un’azione congiunta per le perdite ed i danni subiti dalle nazioni povere della terra in seguito ai cambiamenti climatici. Infine, anche la Technology Mechanism che attua un’azione sulla finanza climatica viene sospesa. Tutto viene rimandato a Boon 2025.
Sono stati discussi i temi del Mitigation Work programme che si basano sulla mitigazione dei cambiamenti climatici con la riduzione dei gas ad effetto serra, ma anche in questo caso non si è arrivato ad oggi ad una base di mediazione. Ma la preoccupazione maggiore è l’attuazione del Global Stocktake già approvato alla Cop28 di Dubai che riguarda la transizione energetica che sembra interessare poco gli stati.
Uno scenario alquanto deludente dietro la Cop29 di Baku, che vede i paesi più poveri del mondo lanciare l’allarme. Questi ricordano all’assemblea che il riscaldamento climatico è in fase critica e quando supererà gli 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali sarà troppo tardi. Ma il mondo ricco non accetta i cambiamenti climatici perché devono accollarsi l’onere per delle spese per tutti gli altri.
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