Il governo ha trovato un accordo per evitare che anche in Aula ci sia un eccesso di emendamenti e che venga posta la fiducia
Visco critica il nuovo superbollo: "Preferivo la prima versione, ma il Parlamento è sovrano"
ROMA - La maggioranza - riporta Repubblica - ha trovato un accordo per evitare che il governo ponga la questione del voto di fiducia: la decisione dell'esecutivo dipenderà dall'atteggiamento delle opposizioni, come aveva anticipato il ministro dell'Economia Padoa-Schioppa stamane in commissione Bilancio, ma c'è un'intesa di massima all'interno dell'Unione per arrivare compatti nell'Aula di Montecitorio ed evitare così che si crei la stessa situazione della Commissione, dove gli emendamenti bipartisan sono stati numerosissimi.
Padoa-Schioppa aveva assicurato oggi, intervenendo in commissione Bilancio alla Camera, che il governo non intendeva mettere la fiducia sulla Finanziaria. "So che le agenzie di stampa ieri hanno parlato di fiducia. C'è l'intenzione del governo di non porla, ma questa intenzione sarà confermata o meno a seconda di come si sviluppa la discussione in Aula sulla Finanziaria".
Il ministro ha ribadito poi l'appello a "non cambiare i saldi" della Finanziaria. Sull'art.53, che fissa i tagli tra i diversi ministeri, il governo, ha detto Padoa-Schioppa, "è più che disponibile ad altri cambiamenti, ma rispettando complessivamente la cifra dei saldi". Per il resto, il ministro dell'Economia ha ammesso che la norma è "difficile e complessa: appiamo che non è perfetta e miglioramenti saranno graditi".
Il ministro ha poi definito "ottima soluzione" l'ipotesi di una modifica che preveda, sulla flessibilità della gestione finanziaria dei singoli ministeri tra le varie poste di bilancio, che ci sia un controllo parlamentare con l'espressione di un parere da parte della commissione. In effetti sui tagli ai ministeri ci sono state contestazioni anche da parte degli stessi ministri: ieri è stata la vota del ministro degli Esteri Massimo D'Alema.
Padoa-Schioppa ha poi difeso la proposta del governo di fissare a 40 giorni il termine per l'entrata in vigore degli accordi contrattuali sul pubblico impiego. "Abbiamo accolto le indicazioni che arrivavano dai sindacati - ha detto il ministro - perchè ci siano dei tempi limitati per l'attuazione dei contratti. Condivido questa cosa e anche nel passato ho sempre fatto battaglie per il rispetto dei tempi. In genere le ho poi perse, spero di non perdere questa".
Nello stesso vertice sulla Finanziaria il governo ha inoltre concordato che il ticket sanitario, mal visto da alcune forze di maggioranza, non cambierà, ma la norma andrà meglio 'specificata'. Il governo ha detto chiaramente che il ticket non potrà essere soppresso ma è possibile recepire alcune richieste. Ad esempio, il capogruppo dell'Ulivo Dario Franceschini avrebbe rilevato che, se passa così com'è, "si rischia che chi non ha i soldi per pagare non venga curato al pronto soccorso". E su questo, il Ministro dei Rapporti col Parlamento Vannino Chiti ha mostrato assenso.
Quanto al superbollo, il viceministro dell'Economia Vincenzo Visco avrebbe osservato: "Ero più d'accordo con la prima versione, ma il Parlamento è sovrano. Ciò non esclude - avrebbe aggiunto - che se saranno necessarie modifiche, lo si potrà fare al Senato".
Padoa-Schioppa aveva assicurato oggi, intervenendo in commissione Bilancio alla Camera, che il governo non intendeva mettere la fiducia sulla Finanziaria. "So che le agenzie di stampa ieri hanno parlato di fiducia. C'è l'intenzione del governo di non porla, ma questa intenzione sarà confermata o meno a seconda di come si sviluppa la discussione in Aula sulla Finanziaria".
Il ministro ha ribadito poi l'appello a "non cambiare i saldi" della Finanziaria. Sull'art.53, che fissa i tagli tra i diversi ministeri, il governo, ha detto Padoa-Schioppa, "è più che disponibile ad altri cambiamenti, ma rispettando complessivamente la cifra dei saldi". Per il resto, il ministro dell'Economia ha ammesso che la norma è "difficile e complessa: appiamo che non è perfetta e miglioramenti saranno graditi".
Il ministro ha poi definito "ottima soluzione" l'ipotesi di una modifica che preveda, sulla flessibilità della gestione finanziaria dei singoli ministeri tra le varie poste di bilancio, che ci sia un controllo parlamentare con l'espressione di un parere da parte della commissione. In effetti sui tagli ai ministeri ci sono state contestazioni anche da parte degli stessi ministri: ieri è stata la vota del ministro degli Esteri Massimo D'Alema.
Padoa-Schioppa ha poi difeso la proposta del governo di fissare a 40 giorni il termine per l'entrata in vigore degli accordi contrattuali sul pubblico impiego. "Abbiamo accolto le indicazioni che arrivavano dai sindacati - ha detto il ministro - perchè ci siano dei tempi limitati per l'attuazione dei contratti. Condivido questa cosa e anche nel passato ho sempre fatto battaglie per il rispetto dei tempi. In genere le ho poi perse, spero di non perdere questa".
Nello stesso vertice sulla Finanziaria il governo ha inoltre concordato che il ticket sanitario, mal visto da alcune forze di maggioranza, non cambierà, ma la norma andrà meglio 'specificata'. Il governo ha detto chiaramente che il ticket non potrà essere soppresso ma è possibile recepire alcune richieste. Ad esempio, il capogruppo dell'Ulivo Dario Franceschini avrebbe rilevato che, se passa così com'è, "si rischia che chi non ha i soldi per pagare non venga curato al pronto soccorso". E su questo, il Ministro dei Rapporti col Parlamento Vannino Chiti ha mostrato assenso.
Quanto al superbollo, il viceministro dell'Economia Vincenzo Visco avrebbe osservato: "Ero più d'accordo con la prima versione, ma il Parlamento è sovrano. Ciò non esclude - avrebbe aggiunto - che se saranno necessarie modifiche, lo si potrà fare al Senato".
Nessun commento:
Posta un commento