Intervento di Fabrizio Palenzona,
Presidente Aiscat e Presidente onorario Fai, su Il Giornale. “Con
prezzi sotto una soglia minima si mette a rischio la vita delle
persone”.
“Una battaglia di civiltà”. Così Fabrizio Palenzona dell'Aiscat (Associazione delle società concessionarie di autostrade) e presidente d'onore Fai (Federazione Autotrasportatoti italiani) , ha definito la situazione relativa ai costi per la sicurezza del trasporto merci su strada, in un intervento su “Il Giornale”.
“Con prezzi sotto una soglia minima si mette a rischio la vita delle persone - ha affermato Palenzona -. I costi per la sicurezza sono rapidamente finiti al centro di un durissimo quanto pericoloso scontro, destinato a scaricare sui cittadini le conseguenze in termini di sicurezza e di perdite di vite umane. Uno scontro che vede opposti da una parte Confindustria, secondo la quale sotto il 'travestimento' dei costi per la sicurezza si nasconderebbero le vecchie tariffe obbligatorie; dall'altra gli autotrasportatori, secondo i quali, quei costi, rappresentano la soglia minima sotto la quale la sicurezza e la vita di migliaia di persone sulle strade verrebbero messe in pericolo. Nel 2005, proprio da Presidente della Fai - aggiunge - ho sottoscritto l'intesa con il governo, condivisa anche da Confindustria. Si è avuta la liberalizzazione regolata del settore, dopo 30 anni di tariffe obbligatorie. Ancora oggi - conclude - sono convinto che quella sia stata la strada giusta, come il fatto che l'articolo 83 bis, ovvero il completamento di quella legge, è stato definito, dalle maggiori organizzazioni che rappresentano interessi economici, una buona norma".
Trasporti-Italia.com
I costi del trasporto su strada sono “una battaglia di civiltà”. È questo il concetto espresso in un articolo pubblicato su Il Giornale dal presidente onorario Fai, Fabrizio Palenzona, il quale sottolinea che “i costi della sicurezza del trasporto merci su strada, entrati in vigore appena pochi mesi fa per volere del Parlamento italiano e ritenuti tanto incomprimibili quanto indispensabili dallo stesso Governo Monti, sono rapidamente finiti al centro di un durissimo quanto pericoloso scontro, destinato a scaricare sui cittadini le conseguenze in termini di sicurezza e di perdite di vite umane”.
“Uno scontro”, prosegue Palenzona, “che vede opposti da una parte Confindustria, secondo la quale sotto il 'travestimento' dei costi per la sicurezza si nasconderebbero le vecchie tariffe obbligatorie; dall'altra gli autotrasportatori secondo i quali quei costi rappresentano la soglia minima sotto la quale la sicurezza e la vita di migliaia di persone sulle strade verrebbero messe in pericolo. Costi e non prezzi e tariffe”, rimarca Palenzona, che ritiene incomprensibile il no di Confindustria.
“E a chi afferma che i costi della sicurezza faranno aumentare i prezzi dei prodotti”, conclude Palenzona, “rispondo che anche qui va fatta chiarezza: se, ed è un'ipotesi fantascientifica, il prezzo del trasporto dovesse esplodere del 50%, l'aumento per il consumatore finale su un chilo di pasta o di riso sarebbe dello 0,002%. In compenso morti e feriti diminuirebbero verticalmente. E, tralasciando la tragedia umana, che è impagabile, il costo economico e sociale che l'Italia paga ogni anno per loro è altissimo”.
Borsa Italiana.it
“Una battaglia di civiltà”. Così Fabrizio Palenzona dell'Aiscat (Associazione delle società concessionarie di autostrade) e presidente d'onore Fai (Federazione Autotrasportatoti italiani) , ha definito la situazione relativa ai costi per la sicurezza del trasporto merci su strada, in un intervento su “Il Giornale”.
“Con prezzi sotto una soglia minima si mette a rischio la vita delle persone - ha affermato Palenzona -. I costi per la sicurezza sono rapidamente finiti al centro di un durissimo quanto pericoloso scontro, destinato a scaricare sui cittadini le conseguenze in termini di sicurezza e di perdite di vite umane. Uno scontro che vede opposti da una parte Confindustria, secondo la quale sotto il 'travestimento' dei costi per la sicurezza si nasconderebbero le vecchie tariffe obbligatorie; dall'altra gli autotrasportatori, secondo i quali, quei costi, rappresentano la soglia minima sotto la quale la sicurezza e la vita di migliaia di persone sulle strade verrebbero messe in pericolo. Nel 2005, proprio da Presidente della Fai - aggiunge - ho sottoscritto l'intesa con il governo, condivisa anche da Confindustria. Si è avuta la liberalizzazione regolata del settore, dopo 30 anni di tariffe obbligatorie. Ancora oggi - conclude - sono convinto che quella sia stata la strada giusta, come il fatto che l'articolo 83 bis, ovvero il completamento di quella legge, è stato definito, dalle maggiori organizzazioni che rappresentano interessi economici, una buona norma".
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I costi del trasporto su strada sono “una battaglia di civiltà”. È questo il concetto espresso in un articolo pubblicato su Il Giornale dal presidente onorario Fai, Fabrizio Palenzona, il quale sottolinea che “i costi della sicurezza del trasporto merci su strada, entrati in vigore appena pochi mesi fa per volere del Parlamento italiano e ritenuti tanto incomprimibili quanto indispensabili dallo stesso Governo Monti, sono rapidamente finiti al centro di un durissimo quanto pericoloso scontro, destinato a scaricare sui cittadini le conseguenze in termini di sicurezza e di perdite di vite umane”.
“Uno scontro”, prosegue Palenzona, “che vede opposti da una parte Confindustria, secondo la quale sotto il 'travestimento' dei costi per la sicurezza si nasconderebbero le vecchie tariffe obbligatorie; dall'altra gli autotrasportatori secondo i quali quei costi rappresentano la soglia minima sotto la quale la sicurezza e la vita di migliaia di persone sulle strade verrebbero messe in pericolo. Costi e non prezzi e tariffe”, rimarca Palenzona, che ritiene incomprensibile il no di Confindustria.
“E a chi afferma che i costi della sicurezza faranno aumentare i prezzi dei prodotti”, conclude Palenzona, “rispondo che anche qui va fatta chiarezza: se, ed è un'ipotesi fantascientifica, il prezzo del trasporto dovesse esplodere del 50%, l'aumento per il consumatore finale su un chilo di pasta o di riso sarebbe dello 0,002%. In compenso morti e feriti diminuirebbero verticalmente. E, tralasciando la tragedia umana, che è impagabile, il costo economico e sociale che l'Italia paga ogni anno per loro è altissimo”.
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