Le prestazioni dei moderni personal computer sono in costante crescita; lo sviluppo tecnologico ci offre banchi di memoria sempre più grandi, schede video con definizioni sempre più alte e dischi fissi di capacità immensa.
Proprio quest’ultimo componente è quello che ha avuto uno sviluppo “anomalo” rispetto le altre componenti. Se sono cresciuti i Gigabyte a disposizione la velocità è rimasta relativamente limitata.
La velocità standard degli hard disk commerciali è di 5.400 rpm (giri al minuto), i computer desktop o notebook di alta gamma montano dei modelli a 7.200 rpm e per gli utenti più esigenti il top sono i modelli a 10.000 rpm, costosi e difficilmente reperibili.
Si tratta in ogni caso di dischi meccanici, con componenti interne che si muovono ad altissima velocità e quindi soggetti a guasti e comunque con cicli di vita quasi definiti. Oggi i dischi fissi meccanici rappresentano un limite per le prestazioni dei pc moderni, una sorta di collo di bottiglia che non libera il potenziale delle componenti più moderne.
Questo limite “fisico” è oggi oltrepassabile con gli Hard Disk SSD (Solid State Drive), una tipologia in commercio da una decina d’anni ma tornata prepotentemente alla ribalta di recente.
I dischi allo stato solido hanno un funzionamento simile a quello delle memorie RAM e vantano unavelocità di lettura anche 5 volte più alta rispetto ad un disco tradizionale.
I tagli dei dischi SSD sono solitamente inferiori ad un disco meccanico, questo perché spesso è sufficiente impiegarli come partizione primaria nella quale installare il sistema operativo del PC e i software usati con maggior frequenza; questo permette di velocizzare l’avvio della macchina e icaricamento di tutti i programmi installati sul disco SSD.
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