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lunedì 31 marzo 2014
Ox sempre più on – on air, on stage
UNI ISO 20121: ANCHE IN ITALIA LA NORMA CHE FA GLI EVENTI GREEN
Chi è l'UNI
VODAFONE, NUOVE NOMINE
Codacons su Roma bus elettrici
LE DUE ASSOCIAZIONI CHIEDONO INCONTRO AL CAMPIDOGLIO. POSSIBILE RIDURRE DEL 20% L’INQUINAMENTO IN CITTA’.
Codacons e Fondazione Roma Capitale chiedono oggi un incontro al Sindaco Ignazio Marino e all’Assessore all’Ambiente del Comune di Roma, Estella Marino, finalizzato ad affrontare il problema del trasporto turistico e proporre strumenti per abbattere l’inquinamento atmosferico in città.
Nello specifico le due organizzazioni intendono proporre al Sindaco un progetto per far diventare Roma la prima città con un centro storico dall’anima “verde”, attraverso la trasformazione dei pullman turistici in bus elettrici.
Il sistema prevede di offrire ai turisti in ingresso alla città, che ogni giorno viaggiano in bus con motori a combustione interna fortemente inquinanti, il “trasbordo” su bus elettrici allocati in apposite piazzole di scambio, già individuate in passato durante il Giubileo. I passeggeri potrebbero così effettuare tour e visite giornaliere con bus elettrici, riducendo l’impatto ambientale derivante dall’elevato numero di pullman turistici a carburante (da 600 a 900 al giorno) che quotidianamente circolano nella capitale.
I fondi necessari a finanziare l’operazione di conversione del sistema di trasporto turistico – spiega Codacons – arriverebbero da un partner finanziario cinese, e per tutte le compagnie di trasporto private o pubbliche disponibili a partecipare a tale cambiamento, l’operazione di finanziamento sarebbe disponibile sotto la forma di leasing.
“Così facendo – afferma il Presidente Codacons Carlo Rienzi – si potrebbe abbattere anche del 20% l’inquinamento atmosferico in città, offrendo un servizio “verde” a costo zero per l’amministrazione ma con benefici enormi per i cittadini. Tra l’altro la proposta, da noi recentemente illustrata in Campidoglio, aveva già raccolto un primo plauso dall’Assessore all’Ambiente”.
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C'È DI BUONO DI PEDON, CEREALI ANTICHI ED ITALIANI PRONTI IN 10 MINUTI
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Calano i sinistri con morti e feriti. Le statistiche ISTAT inchiodano le compagnie assicurative
Numeri come sempre drammatici quelli che riguardano i sinistri stradali nel Nostro Paese perché dietro di essi ci sono le tragedie di intere famiglie. Sono i dati Istat a fotografare ciò che è accaduto nel triennio 2010-2011-2012 nel quale ci sono stati 3.178 i morti e 213.854 feriti fra i motociclisti e i ciclomotoristi sulle strade italiane. Cifre impressionanti se si pensa che ogni giorno si contano 3 morti e quasi 200 feriti.
Ciò che però fa iniziare a sperare è il calo che si registra proprio nell’arco temporale considerato che ci fa evidenziare che le normative introdotte nel corso degli anni in materia di circolazione stradale stiano portando i loro frutti in termini di sicurezza.
Nel 2012 sono stati 822 le vittime mortali fra i motociclisti e 122 fra i ciclomotoristi. I feriti sono stati invece rispettivamente 47.311 e 17.512. Nel 2011 i morti fra i motociclisti erano stati 923, e 165 fra i ciclomotoristi. I feriti 54.175 fra i motociclisti e 20.890 fra i ciclomotoristi. Nel 2010 i morti furono 943 fra i motociclisti e 203 fra i ciclomotoristi.
I feriti sono stati rispettivamente 52.026 e 21.940. Dal 2010 al 2012 si segnala un calo delle vittime del 12,8% fra i motociclisti, e circa del 40% fra i ciclomotoristi. I feriti sono diminuiti di percentuali molto più modeste, -9% fra i motociclisti e un più efficace - 20,2% fra i ciclomotoristi. Nello stesso triennio 2010 -2012 i pedoni morti sulle strade sono stati 1.767 (614 nel 2010, 589 nel 2011 e 564 nel 2012). I feriti fra i pedoni sono stati complessivamente 63.222 (21.367 nel 2010, 21.103 nel 2011 e 20.752 nel 2012). Ogni giorno perdono la vita 1,6 pedoni e 58 sono i feriti.
Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti", le statistiche ISTAT sono la prova certa, perché fondata su dati obiettivi, che inchioda le compagnie assicurative che lamentano da anni l’eccessivo costo dei sinistri, che per le assicurazioni sono sempre in aumento anche in termini numerici.
A questo punto, la lobby delle assicurazioni non ha più scampo: non può più nascondere gli aumenti tariffari con l’aumento del costo dei sinistri e non tenti d’imporre norme, come accaduto costantemente negli ultimi anni, che lungi dal portare diminuzioni tariffarie, umiliano le vittime della strada e vanno contemporaneamente a colpire le categorie degli artigiani autoriparatori e dei patrocinatori.
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INFLAZIONE, FRENA PER CROLLO FRUTTA (-3,6%) E VERDURA (-6,5%)
Cena con delitto - Sabato 19 Aprile 2014 ore 21:00
Titolo: Cena con ... delitto!
Data: Sabato 19 Aprile 2014 ore 21:00
Organizzato da: Associazione culturale Insolitaguida
Info: 338 965 22 88
Sito web: www.insolitaguida.it
Pagina web del'evento e foto: http://www.insolitaguida.it/cene-con-delitto.html
Continuano le serate spassose organizzate dell'associazione culturale Insolitaguida, dedicate a chi vuole trascorrere un sabato fuori dagli schemi. Questa volta ci scappa il morto: il tema di Sabato 19 Aprile sarà appunto "Cena con … delitto".
Senza entrare troppo nei dettagli della storia rischiando di far perdere il gusto della sorpresa anticipiamo solo che i partecipanti saranno testimoni indiretti di un omicidio, che avverrà nel corso della serata.
Quindi occhi aperti sin dall'inizio perché ogni momento della cena può essere quello giusto per commettere l'omicidio, così come ogni persona in sala può essere il colpevole. Successivamente all'omicidio gli spettatori diventeranno loro stessi i protagonisti vestendo i panni degli investigatori incaricati di indagare e scoprire non solo il colpevole ma anche il movente e tutti i dettagli del caso.
Gli attori, che insceneranno il gioco-spettacolo, promettono che, per quanto possibile, alla classica formula della cena con delitto sarà aggiunto un tocco di comicità e "pazzaria" al fine di renderla più piacevole, perché è vero che lo scopo del gioco-spettacolo sarà quello di risolvere un delitto ma è anche vero che due risate non fanno mai male!
Trattandosi di una cena si mangerà anche: sarà servita, infatti, una cena composta da antipasto, primo piatto accompagnati da un bicchiere di vino, acqua, dolce e limoncello.
Location dello spettacolo organizzato dall'associazione culturale Insolitaguida è il Teatro Cabaret Portalba, sito in piazza Dante, nel cuore del centro storico di Napoli.
Data la disponibilità limitata di posti è obbligatoria la prenotazione ( contributo di partecipazione € 25 ) chiamando il 338 81 05 370 oppure consultando il sito web istituzionale dell'associazione www.insolitaguida.it, dove è possibile reperire ulteriori informazioni su questo e su altri eventi volti a promuovere l'arte, l'architettura senza trascurare la cultura popolare napoletana.
Vi aspettiamo!
Scuola: stipendi da fame, mentre si aspettano gli 80 euro promessi dal Governo, Anief ne chiede 25mila
Se si dovessero adeguare gli stipendi al solo costo dell’inflazione certificata nel periodo 2007-2013 bisognerebbe assegnare 93€ lorde al mese dall’anno 2010, altro che 80€ da maggio 2014: 5.000 euro lordi di arretrati.
Ma se si dovessero rapportare gli stipendi a quelli dei colleghi OCDE, a parità di lavoro nelle superiori, da quando è stato bloccato il contratto, la cifra quintuplica perché a fine carriera gli stipendi dei nostri insegnanti sono inferiori di 8.000 euro.
Ecco perché gli 80 euro promessi dal Governo non bastano. Per pagare anche i soli arretrati, servirebbero subito 5 miliardi.
Di certo non servono regali. Se si fossero applicati i parametri europei nella paga dei nostri insegnanti da quando è stato bloccato il contratto e si fossero adeguati gli stipendi al costo dell’inflazione, il Governo avrebbe dovuto mettere nelle finanziarie, per onorare il contratto, almeno 25.000 euro di arretrati per ciascun insegnante. Se l’inflazione è salita al 12% tra il 2007 e il 2013, gli aumenti disposti dall’ultimo contratto collettivo nazionale 2006-2009 si sono fermati all’8%, un punto in meno di tutto il pubblico impiego (9%): questa la situazione per il comparto scuola, dove il contratto è stato bloccato dal 2009 dalla legge Tremonti (122/2010) e dalla proroga voluta dal Governo Letta (DPR 122/2013) nonostante siano stati pagati gli scatti per il biennio 2010-2011 ma ai valori del 2009, grazie ai tagli di 50.000 posti di lavoro e alla riduzione di un terzo del MOF (- 500 milioni di euro).
La stessa indennità di vacanza contrattuale - l’anticipo sugli aumenti di stipendio in attesa del rinnovo contrattuale - sarà ancorata al 2017 ai valori del 2009 mentre lo stipendio dei lavoratori privati è aumentato nell’ultimo anno ancora di quasi due punti percentuali, secondo l’ARAN.
Questa la fotografia dell’Anief che spiega come il mestiere dell’insegnante abbia perso prestigio e valore sociale. Stipendi da fame, mentre i nuovi aumenti dovrebbero permettere di mangiare una pizza. Ma gli 80 euro regalati sono inferiori a quanto sarebbe dovuto per contratto (93 euro) al minimo sindacale, cioè ai livelli dell’inflazione certificata, che è sempre più bassa di quella reale, e otto volte inferiore rispetto all’armonizzazione degli stipendi italiani a quelli della media OCDE (615 euro). Se allarghiamo il confronto ai Paesi più economicamente sviluppati dell’area OCDE, un docente italiano guadagna molto di meno a fine carriera: 8.000 euro, e lavora soltanto 30 ore in meno. E se si considera che il 60% del personale è over 50, si comprende come la categoria sia la più maltrattata d’Europa. Non si parla dei 100.000 euro lordi annui dei colleghi del Lussemburgo o delle 50.000 sterline dei colleghi inglesi: lo stipendio medio dei docenti italiani (30.000 euro lordi) è sceso di mille euro negli ultimi sei anni e tutto per colpa del blocco dei contratti nel pubblico impiego. Una scelta, purtroppo, condivisa da diverse organizzazioni sindacali che hanno firmato nel febbraio 2011 un’intesa con il Governo per applicare la riforma Brunetta (d.lgs. 150/2009) già dal prossimo rinnovo contrattuale e cancellare gli stessi scatti di anzianità, e che sembra condivisa dal nuovo ministro Giannini che ha più volte dichiarato di voler abbandonare il sistema della progressione di carriera per anzianità (scatti) per finanziare con il fondo d’istituto, oggi ridotto di 1/3 rispetto al 2010, il merito di qualcuno, sempre che trovi i soldi (nuovi tagli) e un sistema oggettivo di valutazione. Ma qua sta il punto: lo stipendio base del personale della scuola non è sufficiente rispetto all’aumento del costo della vita, è inadeguato per come la funzione è percepita negli altri Paesi economicamente sviluppati ed è persino regredito in termini di potere d’acquisto.
Per tutte queste ragioni, dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, abbiamo deciso di adire la Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) per tutelare non soltanto il diritto a un contratto, al lavoro e a una giusta retribuzione ma anche alla parità di trattamento tra i lavoratori italiani ed europei. Esiste anche un’Europa dei Diritti e non soltanto del pareggio di bilancio.
Per informazioni sul ricorso collettivo, scrivi a r.stipendio@anief.net.
31 marzo 2014
CLIMA: COLDIRETTI, ALLARME IN ITALIA, MIGRA ULIVO E VINO HA UN GRADO IN PIU'
E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare gli effetti del cambiamento climatico in Italia in riferimento al rapporto scientifico dell'Ipcc, panel intergovernativo dell'Onu sui cambiamenti climatici. Nella Pianura Padana - sottolinea la Coldiretti - si coltiva oggi circa la metà della produzione nazionale di pomodoro destinato a conserva e di grano duro per la pasta, colture tipicamente mediterranee.
Un effetto che si estende in realtà a tutti i prodotti tipici poiché il riscaldamento provoca anche - precisa la Coldiretti - il cambiamento delle condizioni ambientali tradizionali per la stagionatura dei salumi, per l'affinamento dei formaggi o l'invecchiamento dei vini. Una situazione che di fatto – sostiene la Coldiretti - mette a rischio di estinzione il patrimonio di prodotti tipici Made in Italy che devono le proprie specifiche caratteristiche essenzialmente o esclusivamente all'ambiente geografico comprensivo dei fattori umani e proprio alla combinazione di fattori naturali e umani.
Gli effetti dei cambiamenti climatici si manifestano in Italia con la più elevata frequenza di eventi estremi, con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense, l'aumento dell'incidenza di infezioni fungine e la riduzione della riserve idriche.
Quest’anno l’inverno in Italia si è collocato al secondo posto tra i più caldi degli ultimi due secoli con una temperatura media superiore 1,8 gradi sopra la media di riferimento (1971-2000), seconda solo all'inverno 2006-2007 che registro un'anomalia di +2,0 gradi, secondo una analisi della Coldiretti sui dati del Cnr. Si è verificato uno shock alle coltivazioni ingannate dall’insolito tepore che - conclude la Coldiretti - ha fatto maturare in modo repentino e simultaneo gli ortaggi rendendo impossibile una programmazione scalare della raccolta.
Inflazione, Cia: l'agricoltura "raffredda" i prezzi, ma i consumi restano giù. Per l'85% degli italiani nessuno spreco sulla tavola
Secondo la Cia, il carrello della spesa resta vuoto anche se i listini si sono praticamente dimezzati nel giro di qualche mese. Ormai le famiglie, con la crisi, hanno acquisito uno “stile d’acquisto” improntato a risparmio e sobrietà.
L’agricoltura concorre a rallentare l’inflazione, che tocca un nuovo minimo a marzo, ma le buste della spesa rimangono sostanzialmente vuote. La riduzione netta dei prezzi di frutta e verdura fresca, che calano rispettivamente del 3,9 per cento e del 6,5 per cento tendenziale, contribuisce a evitare rincari sulla voce alimentare ma non modifica per nulla la situazione depressiva dei consumi. Prima di tutto quelli per la tavola. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati Istat.
Nonostante da novembre a oggi la corsa dei prezzi si è praticamente dimezzata, la domanda interna resta molto debole -osserva la Cia-. Gli italiani, cioè, sono costretti a praticare ancora una “spending review” sul cibo, tanto che se nel 2007 mettevano nel carrello 5 prodotti alimentari, ora ne prendono soltanto due.
Complice la crisi, la grande maggioranza delle famiglie ha ormai fatto proprio uno stile d’acquisto improntato al risparmio e alla morigeratezza. Secondo il rapporto Cia-Censis, infatti, al supermercato l’85 per cento degli italiani cerca di eliminare ogni spreco ed eccesso. Inoltre, il 73 per cento riorganizza la spesa alimentare puntando quasi esclusivamente su offerte e promozioni. Ma soprattutto, con la spinta verso il “low-cost” e i discount, solo il 23 per cento oggi guarda alla marca come un elemento di garanzia di qualità.