Roma, 29 maggio 2015 - Si è conclusa la
campagna oceanografica della nave Falkor che ha
per la prima volta esplorato visualmente il Canyon di
Perth, nell’Oceano Indiano al largo delle coste
dell’Australia occidentale, rilevando fra l’altro la
presenza di coralli viventi e subfossili. A realizzare
l’impresa, un team scientifico che comprende l’Istituto
di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche
(Ismar-Cnr) di Bologna.
“Abbiamo
scoperto il corallo solitario di profondità Desmophyllum dianthus
che, in una parete verticale del Canyon, si presenta come
una sorta di muro formato da numerosissimi individui. Le
associazioni più ricche sono state individuate per la
prima volta fra i 600 e i 1.000 metri di profondità”,
spiega Marco Taviani dell’Ismar-Cnr, che ha descritto le
caratteristiche geologiche e biologiche del fondale man
mano che il Rov (Remotely Operated Vehicle) ‘Comanche’,
imbarcato sulla Falkor, mandava in diretta le immagini.
“Si tratta di un ritrovamento significativo poiché,
essendo questa specie diffusa in tutto il mondo, incluso
il Mar Mediterraneo, permetterà di comprendere meglio la
distribuzione geografica della fauna che si cela nelle
grandi profondità marine”.
“L’analisi
in laboratorio degli individui di Desmophyllum
campionati fornirà inoltre importanti dati sull’evoluzione
climatica degli oceani, dato che gli scheletri calcarei di
questi coralli sono autentici archivi della storia del
mare. I loro ‘cugini’ mediterranei sono stati rivelatori
della variazione della temperatura e fertilità del mare,
fornendo indicazioni per gli scenari futuri sul
riscaldamento globale e sulla progressiva acidificazione
delle acque marine”, aggiunge Paolo Montagna
dell’Ismar-Cnr. “Oltre ai coralli solitari sono stati
trovati cespugli di corallo rosso, una specie diversa da
quella che s’incontra in Mediterraneo, e piccole scogliere
viventi e subfossili di coralli coloniali. La datazione
dei coralli fossili mediante il metodo dell’uranio/torio
permetterà di comprendere meglio la storia evolutiva di
uno dei più diffusi ma inosservati ecosistemi dell’intero
pianeta, le scogliere coralline di grande profondità”.
Il Canyon di Perth è
una grande incisione nel margine continentale
australiano, a cinquanta chilometri dalla cittadina di
Fremantle. Presenta all’incirca le dimensioni del Grand
Canyon americano, del quale è più profondo, spingendosi
fino a 4.200 metri, mentre la parte superficiale arriva
a circa
50 metri. I ricercatori hanno mappato in grande
dettaglio un’area vasta 4.000 chilometri quadrati. Alla missione,
coordinata da Malcolm McCulloch dell’Università di
Western Australia, partecipano anche il Western
Australian Museum e la Commonwealth Scientific and
Industrial Research Organisation. La Falkor è stata
messa a disposizione dallo Schmidt Ocean Institute,
un’organizzazione filantropica per lo studio delle
ultime frontiere marine.
Photo Credit:
Malcom McCulloch
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