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lunedì 18 dicembre 2017

Dolci natalizi campani

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Conventi e Monasteri - Laboratori di pasticceria
Interessante la presentazione dei dolci natalizi ai piedi del grandioso mausoleo di Ladislao di Durazzo, uno degli esempi più rappresentativo del gotico napoletano, nel complesso di San Giovanni a Carbonara, nel centro antico di Napoli a poca distanza da Porta Capuana.

Promotore dell’iniziativa Renato Rocco, direttore del magazine La buona tavola, in sinergia con l’Azienda Riggi di Caltanisetta che produce i grani antichi siciliani, farina macinata a pietra naturale per la preparazione di dolci & pane e il titolare della pasticceria, il Capriccio Raffaele Capparelli che ha spiegato la preparazione e presentato la sua produzione in previsione delle feste natalizie.

Al briefing presente lo scrittore Amedeo Colella, con brio e dati storici ha raccontato al folto uditorio il “peccato di gola” nei conventi e monasteri campani. Una ricca mappa con precisa descrizione dei luoghi religiosi dove importanti famiglie – ha detto Colella - si rivolgevano per allietare i banchetti di fidanzamenti, matrimoni, feste di laurea e in prossimità del Natale, le suore, spesso di clausura, si deliziavano a preparare, struffoli nel Convento di Croce di Lucca; le monachine nel Convento delle Trentatrè; i susamielli nel convento di Donnaregina; il celestino nel convento dei Pellegrini; Sanguinaccio, mustacciuoli, raffaiuoli, zeppole di san Giuseppe nel Monastero di Santa Chiara; roccocò di pasta reale nel convento della Maddalena; susamielli-sapienza nel convento di Santa Maria della Sapienza. 

Pur non entrando nella pasticceria natalizia, il dolce più famoso ed esportato in tutto il mondo, la sfogliatella nata nel Monastero di Santa Rosa a Conca dei Marini, in Costiera Amalfitana, intorno al 1600 e, la ricetta rivelata solo secoli dopo. Un semplice impasto lavorato a forma di cappuccio di monaca con liquore di limone, frutta secca, zucchero e strutto…da qui il nome di sfogliatella riccia Santa Rosa.

Un elenco completo – ha detto Colella – è difficile da redigere, ma è certo che molti dolci e liquori, trasferiti a maestri pasticcieri, sono nati in queste comunità che avevano a disposizione, giardini tempo e fantasia.

E’ seguita la visita guidata alla chiesa dedicata a San Giovanni a Carbonara, nella zona del Carbonaius, all'epoca scarica di rifiuti. L’interno, come accennato, è dominato dal Mausoleo di Ladislao, alle spalle dell’altare maggiore. 

L’opera fu eretta per volontà della regina Giovanna II d’Angiò Durazzo in onore del fratello re di Napoli tra il 1386 e il 1414. Il passaggio consente al retrostante Caracciolo del Sole. Alle pareti le storie della vergine e vicende eremitiche. Di straordinaria bellezza il pavimento maiolicato. Uno scrigno di bellezza, purtroppo, fuori dei giri turistici.

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