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martedì 30 marzo 2021

Movimento Nazionale Infermieri: Movimento Nazionale Infermieri : Scrive a Draghi, a Speranza, a Figliuolo, alle Regioni: “Abolire definitivamente il vincolo di esclusività e stipendi europei”

Continuano le rivendicazioni degli infermieri, gli "eroi" dell'emergenza Covid-19: la stipula di un contratto esclusivo per la loro professione, il riconoscimento delle competenze specialistiche e la valorizzazione dei percorsi di studio di laurea e post laurea, stipendi in linea con le medie europee, sono le richieste avanzate dal Mni Movimento Nazionale Infermieri in una lettera formale indirizzata al Presidente del Consiglio Mario Draghi, al Ministro della Salute Roberto Speranza, al Commissario Straordinario per l’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo e agli Assessori alla sanità delle Regioni italiane, per la Sicilia all’Assessore regionale Ruggero Razza. Il Mni, a seguito delle centinaia di segnalazioni del popolo infermieristico, respinge categoricamente le mezze misure intraprese dal Governo e avallate dalla Fnopi.

Il Movimento Nazionale Infermieri nato nel maggio del 2020 durante la prima fase dell'emergenza sanitaria che ha investito il nostro Paese, con l'intento di sensibilizzare le istituzioni e l'opinione pubblica sull' importanza e l'indispensabilità della Professione Infermieristica in un Sistema Sanitario Nazionale moderno, efficiente ed Europeo.

“Infermieri liberi”. Questo lo slogan al centro della grossa mobilitazione culminato con il flashmob virtuale dell' 11 febbraio 2021 partecipato su tutto il territorio Nazionale. II Mni coinvolgendo le Istituzioni con pubblicazioni di articoli, interviste alla stampa e con il sopracitato evento ha intrapreso un'ampia discussione intorno al tema delle vaccinazioni al fine di sottolineare la necessità e l'importanza fondamentale della presenza della figura Infermieristica sia in una situazione di emergenza, ma soprattutto nella quotidiana realtà sanitaria, in modo necessariamente "svincolato" dalle proprie aziende. Il Mni ha voluto sottolineare la necessità di abolire definitivamente il vincolo di esclusività (art. 4 comma 7 L. 412/91 che vieta ai sanitari dipendenti di azienda pubblica, appartenenti al Comparto, di prestare libera attività al di fuori della propria struttura). Sempre la L. 412/91 esorta, ma solo per la dirigenza medica, l'attività libero professionale in quanto incentivo alla "crescita professionale del singolo professionista". Evidentemente per l'allora legislatore la professione di Infermiere non era così importante. La pandemia ha dimostrato che non è così, evidenziando, come sottolineato dal Movimento Nazionale Infermieri, che gli Infermieri sono la spina dorsale del SSN.

Il Decreto Sostegni doveva e poteva essere un'opportunità per dare speranza e linfa agli infermieri Italiani. Un'opportunità di riconoscimento per la professione. Ancora una volta si resta con l'amaro in bocca e un pugno di mosche in mano. Ancora una volta l'Infermiere rimane subordinato e surclassato ad altre professioni. Escluso da qualsiasi autonomia professionale. L'emendamento del Decreto Sostegni, evidenzia enormi incongruenze con ciò che la Fnopi Federazione Nazionale Ordine delle Professioni Infermieristiche professa da tempo, ossia un riconoscimento degno della professione e un'assistenza incentrata sulla figura infermieristica.

Gli Infermieri auspicavano una svolta con il nuovo piano vaccinale nazionale. Ma ad oggi, a quasi due mesi dall'insediamento del nuovo Governo e del nuovo Commissario dell'Emergenza non esiste una pianificazione nazionale che coinvolga la figura infermieristica. Non esiste un piano vaccinale univoco per tutte le Regioni. E' stato concesso ai farmacisti, a seguito di un corso online di 16 ore e di un corrispettivo di 6 euro ad inoculazione, di vaccinare la popolazione, quando sarebbe stato più logico affiancare alla distribuzione capillare delle farmacie la figura dell' “Infermiere di territorio/comunità".

Gli Infermieri non possono accettare questa ennesima umiliazione. Non dopo oltre un anno di sacrifici. Sono stanchi di dover combattere con questo virus, ma ancora di più stanchi di non essere riconosciuti, supportati, difesi. Gli Infermieri chiedono di partecipare alla campagna vaccinale ma vogliono farlo come libera-professione in autonomia. In previsione della creazione del nuovo Ccnl la categoria infermieristica chiede: la stipula di un contratto esclusivo per la loro professione. Il riconoscimento delle competenze specialistiche e la valorizzazione dei percorsi di studio di Laurea e post Laurea. Stipendi in linea con le medie europee. Il Mni, a seguito delle centinaia di segnalazioni del popolo infermieristico, respinge categoricamente le mezze misure intraprese dal Governo e avallate dalla Fnopi.

                                                                                                                                 MCV 

sabato 27 marzo 2021

L'albergo più sicuro al mondo

Siamo l’albergo più sicuro del mondo, la salute dei nostri ospiti e del nostro staff è la nostra assoluta priorità!

Siamo da quasi 20 anni un Ecoresort, facciamo della protezione e della salute dell’ambiente, il nostro valore principale da sempre.

Il Cantico della Natura - drone

Siamo immersi in una natura rigogliosa e incontaminata, all’interno di un’azienda agraria biologica di 25 ettari, circondata da oliveto secolare e boschi pieni di animali dove godere di ampi spazi, camminare nella natura, fare sport, la casa più vicina è a oltre 2 km.

Il Cantico della Natura - panoramica

Ogni alloggio ha un ingresso separato e uno spazio verde di fronte dedicato.

Il Cantico della Natura - finestra

Il nostro cibo è locale, sano e biologico.

Il Cantico della Natura - tavolino

La colazione può essere servita direttamente in camera.

Il Cantico della Natura - colazione

Il pranzo e la cena possono essere serviti in camera o nello spazio fronte camera o in altri spazi aperti.

Il Cantico della Natura - tavolo per due

Abbiamo un ristorante solo per due.

Il Cantico della Natura - tavolo

La nostra spa privata è solo per due, fruibile da una coppia in esclusiva ed assoluta privacy e sempre igienizzata.

Il Cantico della Natura - spa idromassaggio

La  piscina ha spazi per tutti a dovuta distanza.

Il Cantico della Natura - piscina

Volendo i nostri ospiti possono partire da casa, arrivare, sostare diversi giorni e tornare a casa senza incrociare nessuno se non il nostro staff. E’ questo un luogo pericoloso? Lo è forse di più delle fabbriche, dei supermercati, dei pullman?

Un albergo così può essere chiuso? In un momento di difficoltà e anzi, tanto più in un momento di difficoltà, tutti abbiamo bisogno di relax, di pace , di cure.

Il nostro albergo è il più sicuro del mondo! E’ sicuro come tanti altri alberghi, che si sono adeguati con sacrifico, e che hanno rispetto e amore per i loro lavoro, il loro staff che soffre, i loro ospiti che hanno bisogno di loro.

Gli alberghi sono luoghi sicuri! Gli alberghi sono luoghi dove dare pace al corpo, alla mente, al cuore, all’anima.

Il Cantico della Natura
ilCanticoDellaNatura.it

giovedì 25 marzo 2021

CASTELLABATE - INDIVIDUATO UN CENTRO VACCINALE . LE PAROLE DEL SINDACO LUISA MAIURI

CASTELLABATE  -  Ecco le parole del primo cittadino Luisa Maiuri in merito alla individuazione e attivamente di un centro vaccinale anti-covid nel comune di Castellabate.  

" Ieri , a seguito di vari contatti telefonici intercorsi nei giorni scorsi ,ho formalizzato ai vertici dell’Asl la richiesta di attivazione di un punto vaccinale nel nostro comune presso la palestra della scuola media di Santa Maria DiCastellabate.  Questa mattina, abbiamo effettuato un sopralluogo con il personale del Distretto 70 dell’Asl di Salerno per verificare la fattibilità della cosa.

Nei prossimi giorni provvederemo a perfezionare l’iter ed ad allestire il sito individuato.

Tale scelta ,che deriva dalla sinergia istituzionale tra Comune di Castellabate e Asl  ,ci  consentirà di velocizzare i tempi per la vaccinazione e di evitare disagi negli spostamenti ai cittadini.

Dobbiamo fare presto per riappropriarci quanto prima della nostra vita normale! "

venerdì 19 marzo 2021

Asp Catania , incentivi Covid a infermieri e personale aziendale nella busta di aprile soddisfazione del sindacato FSI-USAE


“L’Asp Catania dà via libera al pagamento della prima tranche del bonus Covid a infermieri e personale aziendale per le condizioni di lavoro come riconoscimento concreto e tangibile dell’impegno di questi mesi nella lotta al Covid-19. A comunicarlo sono Maurizio Cirignotta e Salvatore Bellia, dirigenti sindacali Fsi-Usae Federazione Sindacati Indipendenti organizzazione costituente della confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei, a seguito dell’accordo sottoscritto tra il direttore generale dott. Maurizio Lanza, il direttore sanitario dott. Antonino Rapisarda e il direttore amministrativo Dott. Giuseppe Di Bella e le Organizzazioni Sindacali del Comparto. La notizia è stata formalizzata dall’azienda con nota del 10/03/2021 prot. n. 94847, il bonus Covid verrà erogato con lo stipendio del mese di Aprile a tutti i dipendenti del Comparto.

“D’intesa tra parte pubblica e sindacale – proseguono Cirignotta e Bellia - i premi sono stati parametrati e distribuiti in proporzione in tre fasce di rischio, “alta, media e bassa intensità”, a seconda della maggiore esposizione al Covid-19 e di conseguenza alla maggiore possibilità di restare contagiati. Sulla base dei criteri concordati in sede di aziendale, ai dipendenti del Comparto aventi diritto, saranno erogate le somme previste sulla base della presenza in servizio nel periodo che va dal 14 marzo 2020 al 13 maggio 2020, in base all’appartenenza alle fasce: alta intensità (fino a 45 euro per turno fino a mille euro), media intensità (fino a 35 euro per turno fino a 600 euro) e bassa intensità (fino a 15 euro per turno fino a 200 euro), è la dimostrazione che ai manifesti seguono i fatti” – commentano.

“La competenza, la passione, la professionalità e l’umanità dimostrate dal personale dell’azienda - sottolineano Cirignotta e Bellia, componenti della Segreteria Territoriale Fsi-Usae Catania” - sono valori indelebili, grazie ai quali molti pazienti sono stati assistiti e curati, anche nei momenti più difficili e complicati dell’emergenza. Un riconoscimento economico necessario per il lavoro straordinario e per quello che stanno facendo ogni giorno in prima linea per fronteggiare l’emergenza sanitaria Covid-19”.

“Finalmente, le somme stanziate dai decreti del governo nazionale finalizzate alla premialità per il personale coinvolto nell’emergenza Covid sono state erogate in più fasi dalla Regione Siciliana, la prima quota del 15% nel mese di giugno 2020, la seconda quota restante, nel mese di dicembre 2020, e sono state definitivamente assegnate alle singole Aziende. Dopo un lungo iter che ha visto impegnate le Organizzazioni Sindacali firmatarie del contratto, sia in sede regionale sottoscrivendo un protocollo con l’Assessore regionale alla Salute Ruggero Razza che in sede Aziendale.

“La Fsi-Usae nel manifestare la propria soddisfazione per il tangibile obiettivo raggiunto a vantaggio di tutti i dipendenti dell’Asp Ct, non può non sottolineare l’ assoluta professionalità dimostrata a curare con precisione e competenza le relazioni sindacali il dott. Santo Messina Direttore U.O.C. Stato Giuridico, Programmazione acquisizione Risorse Umane e Relazioni Sindacali”.

“Nella trattativa regionale la Fsi-Usae Sicilia intraprenderà iniziative per trovare un giusto premio da assegnare anche al personale della sanità privata, per gli operatori dipendenti delle ditte esternalizzate alle aziende sanitarie e ospedaliere e per coloro che sono stati assunti con contratti co.co.co., tutti hanno rischiato e rischiano la vita alla medesima maniera, una grande discriminazione generata dal governo nazionale” – conclude Calogero Coniglio Segretario Regionale e Territoriale Catania Fsi-Usae.

                                                                                                                                      MCV

giovedì 18 marzo 2021

Accordo storico tra Total Italia ed Energica Motor Company: la casa modenese sarà la prima società italiana ad installare le colonnine di ricarica di ultima generazione prodotte e distribuite da Total

Accordo storico tra Total Italia ed Energica Motor Company: la casa modenese sarà la prima società italiana ad installare le colonnine di ricarica di ultima generazione prodotte e distribuite da Total e raccomanderà le soluzioni e i servizi di ricarica Total a tutta la propria rete concessionari

 

Modena, 18 Marzo 2021

 

Energica Motor Company, società leader a livello internazionale nel settore delle moto elettriche ad elevate prestazioni, già fornitore unico fino al 2022 del campionato FIM Enel MotoE World Cup, a seguito della partnership internazionale siglata lo scorso Luglio 2020 con Total Lubrifiants, annuncia una nuova collaborazione con Total Italia che sponsorizzerà undici strutture di ricarica presso la factory modenese.

 

A partire da Aprile 2021 all'interno dell'area parking dello stabilimento Energica, Total ed Energica metteranno a disposizione  11 colonnine di ricarica da 22 kW per i dipendenti e gli ospiti della casa modenese. 

Total Italia ha scelto Energica come prima location italiana per questo tipo di installazione. La sede diventerà quindi ancora più avanzata: un fulcro tecnologico della nuova Electric Valley.

 

"La cultura dell'elettrico passa anche attraverso la rete di ricarica, fondamentale per poter far crescere il mercato", afferma Livia Cevolini, CEO Energica Motor Company.

"Per far crescere un settore industriale come il nostro occorrono diversi fattori: tecnologia, innovazione, finanziamenti e infrastrutture. In Energica abbiamo sempre creduto nella giusta combinazione tra tutti questi elementi per poter far crescere ed affermare i nostri prodotti in tutto il mondo."

"Nel nostro impegno in prima linea verso lo switch-elettrico, abbiamo puntato in primis sulla tecnologia che ci ha confermato tra i leader del settore moto elettriche ad elevate prestazioni. Ora grazie a Total Italia che ci ha scelto come luogo ideale per la sua prima installazione di colonnine Total sul territorio italiano, possiamo aggiungere un'ulteriore milestone innovativa alla nostra sede produttiva".

 

"ll settore dell'elettrico è un mercato chiave e oggi imprescindibile per uno sviluppo sostenibile nel rispetto dei nuovi trend e di una crescente sensibilità a livello sociale" dichiara Filippo Redaelli, Amministratore Delegato Total Italia.

"I mercati dell'energia si stanno evolvendo guidati dalla sfida ambientale, che ci impegna in prima persona nello sviluppo di soluzioni e nuove attività in funzione dell'obiettivo climatico annunciato dal Gruppo lo scorso anno per diventare un'Azienda a emissioni zero entro il 2050."

"Per tale motivo siamo particolarmente fieri dell'avvio della collaborazione con Energica, con cui si annuncia anche l'installazione delle prime colonnine di ultima generazione Total sul territorio italiano; un progetto importante su cui stavamo lavorando da tempo e un passo significativo per la nostra Azienda verso un nuovo futuro".

 

All'installazione di colonnine presso la factory modenese si affiancherà un piano di offerte commerciali per i wallbox che Energica proporrà alla rete di concessionari ed importatori ufficiale.

 

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Energica Motor Company

Energica Motor Company S.p.A. è la prima casa costruttrice al mondo di moto elettriche ad elevate prestazioni e il costruttore unico della FIM Enel MotoE™ World Cup. Le moto Energica sono attualmente in vendita presso la rete ufficiale di concessionari ed importatori.

 

Total Italia

Presente in Italia da oltre sessant'anni, il Gruppo oggi presidia, attraverso Total Italia SpA tutte le attività di distribuzione carburanti (avio e per il settore competizione), lubrificanti, GNL, fluidi e solventi speciali, servizi di ricarica elettrica. AS 24 Italia srl è la filiale Europea dedicata al Veicolo Pesante per la vendita di carburanti e servizi dedicati all'autotrasporto con una rete Europea di oltre 1000 stazioni in 28 Paesi.

Total E&P Italia SpA è la filiale della Divisione Upstream del Gruppo Total, che opera il campo petrolifero di Tempa Rossa in Basilicata. Negli ambiti della Raffinazione e Chimica e delle Rinnovabili ed Energia elettrica il Gruppo è presente con: Total Petrochemicals & Refining, che si occupa della vendita di polimeri, Cray Valley Italia Srl, Hutchinson Srl e Gasket International, per la produzione di materiali per l'industria, Saft Batteries Italia Srl, specializzata in accumulatori elettrochimici e batterie elettriche, Sunpower Italia Srl nel settore dei pannelli solari e Greenflex Srl, attiva nel campo dell'efficientamento energetico.

 




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www.CorrieredelWeb.it

martedì 9 marzo 2021

Intervista di Alessia Mocci a Zoe Tami Kirsten: “Trycia”, avvincente metafora del mondo sulle ali della scrittura

“Lo sceriffo sapeva qualcosa, che presumeva dovesse riguardare Trycia, che fino ad allora aveva tenuto nascosto a Robert per timore che lui potesse agire d’impulso, compromettendo l’indagine. Gli agenti della squadra che aveva mandato sul luogo dell’incidente lo avevano informato subito di aver trovato i segni delle ruote di una motocicletta impresse nella terra, oltre il ciglio della strada, proprio accanto all’auto guasta di Robert.” – “Trycia – Orrore a Tower’s Bridge”

Zoe Tami Kirsten è nata nel 1991 negli USA. Dopo aver brillantemente concluso gli studi universitari in Storia contemporanea e Letterature moderne comparate, da circa due anni e mezzo vive in Italia. 

Ha lavorato prima come correttrice di bozze poi come redattrice e traduttrice per varie case editrici statunitensi e, per un breve periodo, anche nel Regno Unito.

“Trycia – Orrore a Tower’s Bridge” è il suo primo romanzo, edito a gennaio 2021 dalla casa editrice SensoInverso edizioni nella collana AcquaFragile. Una storia di intrecci, una donna scomparsa, un gruppo sociale che vortica seguendo i propri moventi, morti violente, ambiguità, corruzione e tutti quei meccanismi che deturpano l’esistenza: “Trycia – Orrore a Tower’s Bridge” è un giallo-thriller che si diverte a cambiare registro letterario per mostrare quanto il linguaggio possa e debba manifestarsi come “creazione”, libera immaginazione; capacità di astrazione, direbbero alcuni. 

Zoe Tami Kirsten, in questa intervista, ha presentato la sua opera narrativa e ha motivato la scelta di non mostrare il volto come autrice. 


A.M.: Buongiorno Zoe, la ringrazio per la disponibilità che ha mostrato per questa nostra intervista e mi complimento per la recente pubblicazione “Trycia – Orrore a Tower’s Bridge”. Per iniziare mi piacerebbe discutere sulla scelta dell’anonimato. Perché un’autrice (ed un autore) sceglie di pubblicare con un nome d’arte? 

Zoe Tami Kirsten: Buongiorno Alessia, la ringrazio anch’io per la sua attenzione e per i complimenti che spero di poter meritare. E la ringrazio anche per questa bella domanda! In realtà, non so perché una donna, autrice, oggi, possa scegliere di pubblicare con un nome d’arte. Posso fare delle ipotesi, ma mi riesce ancora più difficile mettermi nei panni di un autore uomo. In ogni caso, come lei sa il mio non è un nome d’arte: Zoe Tami Kirsten è il mio vero nome. La mia richiesta di discrezione non riguarda il mio nome ma notizie della mia vita, che non voglio pubblicizzare, come anche della mia fisionomia, se non quelle che sono esposte sul retro di copertina del libro: sono una giovane scrittrice americana che vive in Italia... Per tornare alle ragioni dell’anonimato in letteratura, i casi sono tanti, così mi vengono in mente Louisa May Alcott e Stephen King miei grandissimi connazionali e scrittori di epoche differenti e lontane tra loro che, per alcuni libri hanno usato un altro nome... Se ci penso, credo che vi siano varie motivazioni alla base del desiderio di celare il proprio nome: di solito, ma questo vale solo per noi donne, si tratta di esistenze vissute in società retrograde (ma parliamo forse di un passato ormai remoto) nelle quali alle donne non era concessa la libertà di scrivere libri, considerando che quelle donne spesso erano ostacolate anche nell’istruirsi; in altre situazioni, si tratta di donne e di uomini che hanno vissuto in società che non consentivano le manifestazioni di un pensiero divergente da quello ufficiale se non mantenendo la segretezza sull’identità dell’autore. La storia ci dice che gli uomini non avevano motivazioni di ‘genere’ per cercare l’anonimato, ma solo ideologiche (o, altre volte, del tutto personali, come per Alberto Moravia il cui vero cognome non è appunto Moravia ma Pincherle). Per le donne, invece, come sempre, è stato tutto più difficile (in qualsiasi ambito della vita sociale, politica e culturale): per questo, molte scrittrici prima che il proprio lavoro fosse ufficialmente riconosciuto per il suo valore hanno dovuto utilizzare nomi d’arte, a causa dei pesanti pregiudizi della società maschilista e patriarcale in cui hanno vissuto. Vorrei sottolineare, però, che in realtà, le grandi donne, quelle che hanno contribuito alla crescita collettiva non sono soltanto le donne diventate poi famose, ma sono quelle ben più numerose e allo stesso modo importanti che non si nominano mai perché ancor oggi sono perfette sconosciute, in ogni tempo e in ogni luogo, ma alle quali dobbiamo molto, tutti, perché sono queste ultime, con i propri gesti quotidiani di silenziosa ribellione a un ordine precostituito oppure con la loro efficace e ordinata presenza che, nei secoli, ci hanno rese consapevoli dei nostri diritti. Ma non voglio sembrare così radicale, non lo sono affatto!: io amo la vita in tutte le sue sfumature, e so che è tutto molto naturale e che – abbandonando l’ambito lavorativo o politico – i rapporti interpersonali tra donna e uomo non dovrebbero essere governati da rivendicazioni di ‘genere’ né da una parte né dall’altra, altrimenti, seppure nella consapevolezza delle nostre nature, non parliamo d’amore ma di qualcos’altro. Certo, per chi crede nell’amore… io sì, ci credo!


A.M.: Troviamo come incipit del libro una bellissima citazione tratta da “Lezioni americane” di Italo Calvino: “Sembra che un’epidemia pestilenziale abbia colpito l’umanità nella facoltà che più la caratterizza, cioè l’uso della parola, una peste del linguaggio che si manifesta come perdita di forza conoscitiva e di immediatezza, come automatismo che tende a livellare l’espressione sulle formule più generiche, anonime, astratte, a diluire i significati, a smussare le punte espressive, a spegnere ogni scintilla che sprizzi dallo scontro delle parole con nuove circostanze”. Ho riportato la citazione in prosa, mentre sul libro è in versi, sarebbe interessante sapere se è stata lei a metterla in versi – con tagli sagaci – oppure se è stata una scelta del suo editore. La citazione, comunque, richiamando l’importanza del linguaggio, sembra invitare anche a prestare attenzione allo stile di scrittura che lei ha utilizzato nel libro. È così?  

Zoe Tami Kirsten: Come lei ha ben intuito non è un caso l’inserimento all’inizio del libro di quella frase di Italo Calvino: io adoro Calvino, conosciuto e molto apprezzato, e le sue opere studiate in diversi importanti atenei nel mondo. Anch’io l’ho conosciuto studiandolo all’università, negli USA. Così, ho trovato che quella particolare citazione potesse indicare uno degli aspetti più importanti del mio libro. Penso, infatti, che anche oggi ci troviamo nella situazione descritta in quei pochi righi dallo Scrittore italiano: la malattia del mondo contemporaneo non poteva non colpire anche la parola e il linguaggio con un’epidemia pestilenziale che, poi, non per un puro caso, credo, coincide in questo periodo con un’altra virulenta pandemia che sembra proprio giungere come un corollario all’attuale perdita della nostra capacità di comunicare. Oggi siamo, mi sembra, in un tempo in cui l’incomunicabilità è imperante (la medesima situazione si è verificata nei primi decenni del Novecento: ho in mente Pirandello, per esempio) e si manifesta anche nell’uso approssimativo del linguaggio. Si tratta forse di un dato ricorrente ad ogni inizio di un nuovo millennio? Anche all’inizio dell’Anno Mille i popoli erano ammutoliti: si avvertiva un cambiamento di cui non si conosceva ancora il contenuto né la portata… Anche oggi, mi sembra, stiamo vivendo in un clima di cambiamento davvero profondo. L’intuizione di Calvino, che risale alla metà degli anni ’80 del Novecento, è quella per cui è necessario che il linguaggio metta le ali, così come deve farlo il pensiero e che si smetta di ridurre il linguaggio alla semplice urgenza del comunicare che oggi produce spesso, aggiungo io, il degrado della lingua parlata e scritta, anche letteraria. Come dice lui stesso, lo stile e il pensiero devono, invece, accordarsi a «una scrittura pronta alle divagazioni, a saltare da un argomento all’altro, a perdere il filo cento volte e a ritrovarlo dopo cento giravolte». Scrittura come conoscenza. Io, con umiltà, ho cercato di rispettare questi che ritengo veri e propri insegnamenti per chiunque voglia prendere consapevolezza della scrittura nella sua funzione comunicativa e in quella letteraria. Ho utilizzato per questa ragione, nella narrazione della storia di Trycia, diversi, molteplici registri linguistici, per tentare di corrispondere, infine, anche all’ultima raccomandazione di Calvino: valorizzare – di fronte alla mortificante approssimazione odierna nell’uso del linguaggio – la ‘capacità immaginifica’ della parola (altrimenti si è in assenza di una visione). Riguardo alla forma con la quale è stata inserita la citazione nella prima pagina del libro, è stata decisa congiuntamente da me e dall’Editore, SensoInverso, un editore molto competente e brillante. Infine, voglio sottolineare che sono molto grata alla traduttrice Costanza D’Alletra che mi ha aiutato con maestria a restituire in lingua italiana (nonostante io conosca abbastanza bene la vostra lingua madre) tutte quelle più piccole sfumature delle parole essenziali alla scrittura di questo romanzo. E anche riguardo a questa intervista! 



A.M.: Tower’s Bridge, laddove è ambientato il romanzo, non può che far venire in mente il famoso ponte mobile situato sul Tamigi. Come mai ha scelto proprio questa denominazione? 

Zoe Tami Kirsten: Perché volevo richiamasse solidità e stravaganza: quelle due torri centrali del Tower Bridge sono straordinarie, secondo me, nell’accostare con eleganza il volume massiccio dei bastioni con la leggerezza delle loro guglie, nello stile vittoriano… Quel ponte, per la sua particolare fattura ha anche il pregio di far scattare l’immaginazione, la visione, che è quello che anche mi interessava… non è un caso credo che proprio questa sua particolare forma, con quella passerella sopraelevata, abbia convinto alcuni intrepidi personaggi (ma questi episodi non hanno a che fare col libro, sono eventi realmente accaduti, a Londra) a passare pericolosamente in aereo proprio nel mezzo del ponte!… un’evoluzione liberatrice che è anche, un po’, come un mettere le ali al pensiero, no? Anche quel ponte è una metafora: ricorda il personaggio del professore nel film Dead Poets Society che in Italia è noto come “L’attimo fuggente”, interpretato dal bravissimo e compianto Robin Williams?… Il suo gesto di salire in piedi sulla cattedra e di invitare i suoi studenti a fare la stessa cosa, significa proprio sollecitare a guardare il mondo da un’altra prospettiva, così come può fare il linguaggio quando scopriamo che si può aprire in molteplici direzioni, e ci eleva, sulle sue ali…


A.M.: Nel primo capitolo del romanzo si presentano Robert e Brandon, mentre Trycia compare nel secondo capitolo o forse dovrei dire “scompare”… 

Zoe Tami Kirsten: In realtà, Trycia compare e scompare fin dai primi dieci righi del romanzo. Nell’incipit, Robert, suo marito, la lascia nell’auto in panne, in mezzo ad una strada di campagna, mentre lui va a cercare aiuto…  Fino a questo momento la donna è una presenza anonima, poi apprenderemo che si chiama Trycia e che di lei si sono perdute le tracce misteriosamente. Ho deciso così di portare subito il lettore in medias res, come si dice, nel vivo degli eventi. Non preparo gradualmente il lettore a questa strana sparizione ma lo porto immediatamente di fronte al fatto compiuto e alle conseguenze che esso provoca, nei comportamenti del marito, l’avvocato Robert Dalyne, e di tutti gli altri personaggi del libro che ci seguiranno fino alla fine della storia. Come lo stesso Brandon, un umile agricoltore che, però, proprio per non cadere in un’abusata convenzione, non descrivo come la figura innocente ritratta da certa letteratura di maniera. Piuttosto come una delle tante vittime dell’ambiente perverso in cui vivono i personaggi della narrazione. 


A.M.: Verso metà romanzo leggiamo: “Ma quanti altri roghi, sinistri roghi nella Storia!… E quante libbre di carne l’intervento di un giudice da pantomima non ha potuto evitare che fossero smembrate! E quanto è finito in cenere nel mondo senza aver ricevuto neppure… il privilegio del genio letterario?!... Oh! L’elenco è lungo, e lugubre… in epoca contemporanea, non solo noi Ebrei, Marystella… prima ancora, ma dimenticato da tutti, il genocidio degli Armeni… e poi quello degli Ucraini dell’Holodomor, e dei Cambogiani… carneficine ovunque… nel Bengala e ancora nel Biafra, nel Rwanda e il massacro dei Musulmani Bosniaci a Srebrenica… e le violenze indicibili perpetrate contro le loro donne, per quella che i persecutori assassini chiamarono pulizia etnica… e in Sudan, nel Darfur… o in Somalia e ancor prima la caccia spietata a Giuliani, Istriani, Dalmati… le foibe… e giunge fino ad oggi… e sempre vite umane… e… libri…” È il professor Joseph Loëwenthâmm che spiega a Marystella i roghi di libri e di esseri umani, all’interno di una storia che scopriamo molto ben articolata nel presentarci, seppure nella forma di un avvincente romanzo, eventi reali che cambiano le nostre vite… Chi sono questi due personaggi? 

Zoe Tami Kirsten: Loëwenthâmm è un anziano professore che ha subìto esperienze di una crudeltà assoluta ed è uno dei docenti universitari di Marystella alla quale racconta la sua storia. Ma è soprattutto un uomo che reagisce con dignità e fermezza di fronte alle malvagità del mondo, anche di quelle più attuali delle quali pure scrivo nel libro, perché è la storia che stiamo vivendo tutti... come del povero Giulio Regeni, barbaramente assassinato, e Patrick Zaky detenuto in carcere senza ragione, e dei quali non dobbiamo mai dimenticarci perché quelle vicende dolorosissime ci appartengono più di quanto si possa pensare, e del terrorismo… Loëwenthâmm richiama al significato dell’unità indissolubile tra Uomo e Libro, ed è il richiamo alla coscienza di ogni essere umano, come dice Borges… Marystella… non posso dire, qui, chi è Marystella, perché nella narrazione non si scopre subito... ma ha un ruolo primario nella vicenda. In realtà, poi, nessuno dei personaggi ha una funzione secondaria: tutte le loro vicende si intrecciano, sono parte di un disegno misterioso, in una metafora del mondo. Posso dire che Marystella è una giovane donna che affronta un percorso di formazione tra esperienze di diverso tipo. Ma il personaggio più complesso è Trycia, lei è l’eroina (positiva? Negativa?...) della quale però non posso aggiungere altro perché, come per Marystella, è bello scoprirla nelle pagine. Non voglio dire altro se non che la storia pretende che si presti attenzione anche a come è stata scritta, ai significati che spesso si celano nelle parole quando non si dà ad esse il senso che hanno, come per esempio anche all’intervento, nel libro, dell’umorismo che, in fondo, permea tutto il libro, un umorismo a volte amaro, a volte dirompente. Intorno alla narrazione degli accadimenti che riguardano Trycia, poi, si articolano, intrecciandovisi, appunto, altre due vicende che sono proprio ‘storie nella storia’.    


A.M.: Fra le pagine di “Trycia - Orrore a Tower’s Bridge” scorriamo il nome di tantissimi grandi autori come Jorge Luis Borges, William Shakespeare, Pablo Neruda, Julio Cortázar, Gabriel Garcia Márquez, etc. Sono questi gli autori che hanno sostato nel suo comodino e che le hanno fatto compagnia in questo viaggio chiamato vita? 

Zoe Tami Kirsten: Quelli che lei cita sono grandissimi scrittori che, credo, chiunque ami i libri abbia letto; sono classici della letteratura mondiale che non possono mancare in nessuna biblioteca, neanche nella mia, insieme, però a tanti tanti altri, tra i quali molti illustri italiani, ma non solo di epoca contemporanea o moderna. Io poi sono curiosa di natura e quindi leggo molto, di tutto. Io, Alessia, sono qui in Italia, da due anni e mezzo circa, e mi sto accorgendo che anche le mie letture di scrittori e uomini di cultura italiani, condotte prima da studentessa e poi da appassionata di letteratura, mi porgono visioni e interpretazioni del mondo che mi nutrono letteralmente di bellezza. E di conoscenza. Scrivere, in questo senso, per me è anche un omaggio a tutti questi grandi intellettuali che mi hanno dato il privilegio di conoscere le loro opere, i loro libri (anche per questo nella storia si accenna alla sciagura dell’incendio dei libri…). 


A.M.: Salutiamoci con una citazione… 

Zoe Tami Kirsten: D’accordo, però, considerato che sarebbe davvero impossibile eleggere un solo autore a questo compito, la citazione la traggo dal mio libro, che è anche il mio primo romanzo! Che spero possa piacere ai lettori che con la loro presenza danno un senso alla nostra esistenza di scrittrici:

«(…). Invaso da una sleale e immensa malinconia, chiedersi dove la sua donna fosse finita era come domandarsi in quale luogo lui stesso si fosse nascosto, dove avessero abbandonato la propria anima, dove fosse la sua dimora nella quale si poteva pensare che sopravvivesse se ora era lei, l’anima, a interpellarlo chiedendogli di rivelarle la ragione ultima dell’inquietudine che lo attanagliava. (…)»

(da “Trycia, orrore a Tower’s Bridge”, di Zoe Tami Kirsten, pagg. 98-99, SensoInverso edizioni, 2021).


A.M.: Zoe la ringrazio per l’attenzione con la quale ha voluto presentare il suo romanzo e per le riflessioni sulla società, concordo con lei sull’importanza del superamento del concetto di genere per riuscire a vedere il mondo abitato da esseri viventi, ognuno con diritto di vita e di manifestazione del sé. A tal proposito la saluto con l’Epigramma del ventunesimo Emblema dell’Atalanta Fugiens di Michael Maier: “Il maschio e la femmina divengano per te un cerchio/ Da cui sorga il quadrato dai lati uguali./ Trai da ciò un triangolo, che in ogni parte/ Si muti poi in una sfera: allora la Pietra nascerà./ Se cosa tanto facil non subito afferra la tua mente,/ Pensa alla dottrina del Geometra, e tutto saprai.”


Written by Alessia Mocci 


Info 

Acquista “Trycia – Orrore a Tower’s Bridge”

http://www.edizionisensoinverso.it/catalogo_acquafragile_trycia.htm


Fonte

https://oubliettemagazine.com/2021/03/05/intervista-di-alessia-mocci-a-zoe-tami-kirsten-trycia-avvincente-metafora-del-mondo-sulle-ali-della-scrittura/


lunedì 8 marzo 2021

Sirocco e Zefiro: il marzo all store streaming per l’EP Techno e Progressive House in Top10 Beatport

All streaming e all store sulle maggiori piattaforme musicali dopo la première su Beatport Exclusive e il primo posto nelle classifiche di genere e globale, il nuovo EP REK Records spazia dal raw / deep / hypnotic alla progressive house, dalle sonorità Techno di Sirocco – sviluppate con una sintesi di suoni organici e sintetizzatori – ai cambi di arrangiamento e alla bass line che impatta il sound di Zefiro incalzando il clubber. La terza collaborazione DiscJoker e Max Beat è un mix di sonorità, raffinate e potenti, che permette ai due dj romani di impattare al meglio il mercato europeo con uno stile unico.

Sirocco e Zefiro è il terzo EP della collaborazione tra DiscJoker e Max Beat, due dei dj italiani d’esperienza più performanti nel trasferire il background della Roma dei clubbers alle sonorità di respiro europeo. L’ispirazione che nasce da un rumore appena accennato nella quotidianità di una giornata, o da una melodia istintiva nella testa, incontra quella stimolata da una base ritmica, dal suono di un synth oppure dal trend del momento. Così il nuovo EP REK è una sintesi di stile unica tra sperimentazione di sonorità e ritmi che aprono a paesaggi sonori di rara vastità. In première su Beatport Exclusive e DJ MAG ESP dal 15 febbraio con all store dal 2 marzo tra l’altro su Amazon, Google Play e Traxsource e all streaming sulle maggiori piattaforme, Sirocco e Zefiro è fusione di ispirazione, passione ed esperienza che trova contesto in una collaborazione dove creatività e divertimento chiariscono lo stile cercato: essere veri.

La collaborazione DiscJoker e Max Beat è una combinazione di stili, esperienze e background, che parte da una profonda conoscenza dell’altro maturata nel tempo. Stessi gusti, stessi generi musicali, un modo differente di sentire il sound. “Con Max ci conosciamo dai tempi delle condivisioni di console nei set suonati nei club romani” – racconta DiscJoker su Sirocco e Zefiro: Venti di Techno e Progressive House – “e due anni fa abbiamo deciso di dare una continuità alla collaborazione per le produzioni che prima erano state estemporanee per impegni diversi”. Queste sono state le solide premesse da cui è nata la collaborazione iniziata due anni fa con l’EP Eur per Sun Generation e proseguita con l’EP Opal e Amber per Shaman Black, immaginando, sperimentando e creando uno stile in progress per cui un rumore, un beat, un buon giro di basso, può scatenare l’ispirazione creando nuovi sentieri sonori.

Con Sirocco e Zefiro “abbiamo voluto azzardare di più anche questa volta” – ammicca Max Beat – “Due tracce che portano il nome di due venti, Sirrocco e Zefiro”. Spiegano: “Sirocco è il vento caldo del sud-est che scorre dall’aurora. Zefiro è il vento dell’ovest che risveglia dal sonno invernale”. Ispirati dalla melodic techno “dove è possibile ritrovare gli elementi ritmici progressive, arpeggi che ricordano la trance”, il loro sound mai cristallizzato è forte di chi ha un background che racchiude 30 anni di storia della musica: new wave ‘80, house, progressive, elettronica, jazz, beat, rock solo per iniziare. “Siamo quello che abbiamo ascoltato e che ascoltiamo e quello che siamo ora ci da modo di sviluppare insieme tre nuove release in programma”. Com’è produrre musica al tempo del covid? “Fa sentire la mancanza del live come non mai. Certo, speriamo di tornare presto in pista, ci manca il floor. Le nostre produzioni sono andate alla grande, è vero, ma non averle potute promuovere dal vivo è stata una mancanza che abbiamo sentito”. Eppure ‘solo’ con l’online che avvicina seppure a distanza, i due venti soffiano sul mondo del clubbing europeo seppure virtuale.

Roma è una delle capitali della musica elettronica. Il sound della capitale è apprezzato e ricercato anche se il mondo del clubbing romano non ha mai ricevuto le stesse attenzioni di quello londinese o parigino e non certo dai clubbers” – buon ascolto.

Sirocco e Zefiro …in the wind
EP 040 REK Records

Produzione REK Records Studio
Post-produzione Red Sky Sound
Mastering Wale Studio Roma

giovedì 4 marzo 2021

CNR: acqua ossigenata e succo di limone come disinfettante coronavirus

Acqua ossigenata e succo di limone:  un disinfettante contro il Coronavirus.

 

L'impiego di acido citrico in formulazioni disinfettanti a base di acqua ossigenata ne esalta l'efficacia per l'inattivazione del SARS-CoV-2 presente sulle superfici. 

Lo studio condotto dall'Istituto di scienze e tecnologie chimiche "Giulio Natta" del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Scitec) con l'Ospedale universitario "Luigi Sacco" di Milano è stato pubblicato su ACS Chemical Health and Safety.

 

La lotta alla pandemia di COVID-19 vede l'impiego di massicce quantità di soluzioni disinfettanti contenenti alcol o ingredienti a base di cloro attivo, molti studi stanno però mostrando come un uso eccessivo e non responsabile di questi prodotti possa portare alla formazione di sottoprodotti potenzialmente nocivi generati dall'interazione del principio attivo disinfettante con il materiale organico presente nell'ambiente.

"Il perossido di idrogeno acquoso al 3%, che tutti conosciamo come acqua ossigenata tra i prodotti da banco in farmacia, presenta molti meno problemi in termini di produzione di sostanze pericolose indesiderate", afferma Matteo Guidotti, ricercatore dell'Istituto di scienze e tecnologie chimiche "Giulio Natta" del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Scitec) e coordinatore della ricerca condotta in collaborazione con l'Ospedale Luigi Sacco di Milano e pubblicata sulla rivista statunitense ACS Chemical Health and Safety. "Un eventuale eccesso di acqua ossigenata si degrada rapidamente in acqua e ossigeno gassoso senza generare inquinanti ambientali di rilievo".

Questo principio attivo presenta però una scarsa attività virucida se usato tal quale, mentre con l'aggiunta di additivi semplici ed economici che modificano il pH della soluzione igienizzante per avere un ambiente moderatamente acido o basico è possibile ottenere una inattivazione efficace del virus SARS-CoV-2 in tempi brevi. 

 "Impiegando come additivo l'acido citrico - l'ingrediente acido del succo di limone - oppure l'acido acetico – contenuto nel comune aceto - è possibile esaltare l'azione di inattivazione del coronavirus da parte del perossido di idrogeno diluito e avere una riduzione di più del 99.99% della carica virale in 5 minuti" prosegue il ricercatore. 

"Anche il percarbonato di sodio, la polvere che spesso troviamo in commercio come additivo per il lavaggio in lavatrice, ha mostrato risultati molto promettenti, in termini di efficacia virucida. Ciò lo rende anche molto pratico come alternativa solida alle soluzioni di perossido di idrogeno, che sono poco stabili nel tempo".

L'acqua ossigenata diluita, portata al pH adeguato con opportuni additivi acidi - essendo una formulazione sicura, efficace, sostenibile, sia dal punto di vista economico che ambientale, e di facile preparazione - può rappresentare una valida opzione soprattutto in paesi del mondo con economie più deboli, in cui vi è scarsa reperibilità di liquidi igienizzanti industriali specifici.

 

Roma, 4 marzo 2021

 

Figura 1. Miscelando acqua ossigenata per uso domestico con l'acido citrico contenuto nel succo di limone si può ottenere un liquido con proprietà virucide attivo contro il coronavirus del COVID-19.

Figura 2. L'azione combinata di perossido di idrogeno e acido citrico porta alla riduzione del 99.99% della carica virale di SARS-CoV-2 in 5 minuti.

Figura 3. L'efficacia virucida delle soluzioni viene valutata con prove in vitro grazie alle quali si misura la capacità residua del virus sottoposto a trattamento di infettare alcune cellule modello.

 

La scheda

Chi: Istituto di scienze e tecnologie chimiche "Giulio Natta" del Cnr, Milano; ASST Fatebenefratelli Sacco, Ospedale "Luigi Sacco", Milano.

Che cosa: Valutazione dell'efficacia disinfettante contro il coronavirus SARS-CoV-2 di soluzioni acquose di acqua ossigenata contenenti acido citrico; DOI: 10.1021/acs.chas.0c00095



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