Vendiamo insieme come la rete può aiutarci a risparmiare.
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giovedì 31 dicembre 2015
Assicurazioni online, voli e cene convengono sul web
Vendiamo insieme come la rete può aiutarci a risparmiare.
Capodanno: agli italiani piace trascorrerlo in campagna. In 10 milioni "banchetteranno" nelle aree rurali
Sarà la suggestione dei camini accesi, il cibo genuino o il richiamo del verde dopo la scorpacciata di smog di questo dicembre dal clima anomalo, ma il dato è che molti italiani trascorreranno l'ultimo giorno dell'anno, ed il primo, nelle campagne italiane. Si stima infatti che saranno circa 10 milioni quelli che festeggeranno fuori città. A rivelarlo è la Cia-Agricoltori italiani e la sua Associazione per l'agriturismo, Turismo Verde.
Eccezione fatta per le grandi Città d'arte che si popoleranno anche di molti turisti stranieri, saranno le aree rurali del Paese ad ospitare un italiano su sei. Infatti, si calcola che solamente le strutture agrituristiche dello stivale, isole comprese, sono pronte -sostengono Cia e Turismo Verde- a dare vitto e alloggio a circa 800 mila persone. A queste si sommano gli italiani che aderiranno alle feste di piazza organizzate nei piccoli centri, quelli che animeranno i veglioni "fai da te" tra gruppi d'amici nelle case di campagna, e quelli che preferiranno l'offerta degli alberghi e dei ristoranti ubicati nelle aree interne.
Probabilmente -continuano le due organizzazioni- il capodanno 2016 sarà il più "verde" degli ultimi venti anni. Bisogna infatti risalire al 1995, quando iniziò un vero è proprio boom del movimento agrituristico con circa 10 mila strutture attive, per ritrovare tanta attenzione per le mete di campagna nel giorno più lungo dell'anno.
In coerenza con un San Silvestro dai toni sobri, anche la spesa media -concludono Cia e Turismo Verde- per le famiglie si attesterà tra i 95 e 100 euro.
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Infortuni domestici: fa più morti la casa che la strada. 21 Decessi al giorno.
MA NON SE NE PARLA ABBASTANZA. EPPURE LA CULTURA DELLA SICUREZZA DOVREBBE PARTIRE PROPRIO DAL FOCOLARE.
CON UN OCCHIO DI RIGUARDO ALLA SICUREZZA ELETTRICA SOPRATTUTTO SOTTO L'ALBERO DI NATALE.
"La casa miete più vittime della strada. Ma, a livello politico, non si accenna mai abbastanza all'emergenza. Eppure i dati spiegano nel dettaglio il grave problema: ogni anno, secondo l'Istat, si verificano circa 4 milioni di incidenti all'anno nelle abitazioni italiane, di cui 8 mila sono quelli mortali".
A lanciare l'allarme e a rispolverare i dati sugli infortuni domestici nel nostro Paese ci pensa Mauro Rossato, Presidente dell'Osservatorio Sicurezza Vega Engineering che aggiunge: "Si tratta di una situazione davvero drammatica nella quale le categorie più coinvolte sono gli over 65, che costituiscono l'80 per cento degli infortuni mortali, la popolazione femminile e i bambini in età pediatrica. Ricordando che la prima causa di morte per i bambini è dovuta proprio ad un incidente domestico".
Si scopre poi, dalle rilevazioni Ispesl, che il 40 per cento degli infortuni domestici in Italia avviene in cucina e che la causa più frequente di incidente nelle abitazioni è la caduta (55 per cento dei casi di infortunio); seguita dal taglio (17 per cento), dall'urto e schiacciamento (14 per cento) e dall'ustione termica o chimica (7 per cento).
Uno scenario sconfortante che potrebbe cambiare, però, applicando alla quotidianità poche e semplici regole per la sicurezza di tutta la famiglia. Eliminando, ad esempio, il rischio di cadute attraverso la rimozione di oggetti che possono intralciare il passo, evitare comportamenti a rischio come salire sulle sedie e le scale pieghevoli, togliere tappeti scivolosi specie in bagno e non utilizzare cere lucidanti.
"La sensibilizzazione al problema è fondamentale – spiega ancora Rossato – soprattutto perché spesso l'infortunio domestico vede coinvolti i bambini".
E sono come sempre i dati a raccontarcelo. Secondo l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) il 20 per cento dei ricoveri in età pediatrica è dovuto ad un incidente domestico; l'età più a rischio è quella compresa tra i 2 e i 4 anni. La causa principale di infortunio è la caduta o scivolamento su pavimenti e scale; soprattutto in cucina, soggiorno, camera da letto e bagno.
"Anche in questo caso – spiega il Presidente dell'Osservatorio Vega Engineering – basterebbe usare il buon senso attraverso la prevenzione per evitare tutti gli infortuni, talora anche drammatici, che coinvolgono i piccoli in pericolose cadute. A cominciare dal posizionamento di cancelletti in casa per rendere inaccessibili le scale; ma si dovrebbero anche rialzare parapetti e ringhiere di poggioli o terrazzi, munire poi le finestre di sistemi di bloccaggio e non lasciare sedie, sgabelli o altri mobiletti che il bambino possa utilizzare come gradini".
Altro punto fondamentale per la tutela della famiglia in casa è quello della sicurezza elettrica. Perché ogni anno, secondo il Censis, il 6 per cento degli infortuni domestici è originato proprio da cause elettriche.
"Statistiche inquietanti che sono anche probabilmente la conseguenza di una elevata percentuale di impianti non a norma nelle abitazioni del nostro Paese – sottolinea Rossato – il 40 per cento delle case italiane è infatti privo di impianto a terra o di un interruttore differenziale e altri accorgimenti necessari".
Un rischio onnipresente ed ancor più diffuso nel periodo delle feste di fine anno con la permanenza di luci dell'albero accese di giorno e di notte e, tra l'altro, non sempre si tratta di prodotti a norma.
"Per questo il nostro Osservatorio ha redatto un vademecum della sicurezza affinché la festa rimanga tale e non si trasformi, come purtroppo invece talvolta accade, in una tragedia annunciata".
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In Italia stappate 52 milioni di bottiglie
Per le feste correnti in Italia si stima che salteranno circa 52 milioni di tappi di spumante Made in Italy con consumi in ripresa del 4% per cento. E' quanto stima la Coldiretti nel sottolineare che è record storico per lo spumante italiano con 242 milioni di bottiglie stappate tra Italia ed estero per le feste di fine anno. Se all'estero - sottolinea la Coldiretti - salgono a 190 milioni le bottiglie di spumante italiano stappate con un balzo del 13 per cento nelle bottiglie esportate, in Italia si è di fronte ad una storica inversione di tendenza dopo sette anni di progressive riduzioni.
Ben l'86 per cento gli italiani non rinuncia allo spumante mentre – continua la Coldiretti - appena il 14 per cento sceglie lo champagne. A prevalere tra le bollicine italiane sono quelle ottenute con il metodo charmat che rappresentano circa il 95 per cento della produzione e il resto con il metodo classico che differisce perché la fermentazione non avviene in autoclave, ma in bottiglia e comporta una lavorazione che può durare fino a tre anni con un prezzo finale più elevato. Nella classifica delle bollicine italiane piu' consumate nel mondo ci sono il Prosecco, l'Asti, il Trento Doc e il Franciacorta che ormai sfidano alla pari il prestigioso Champagne francese.
Se lo spumante è il prodotto irrinunciabile del cenone di capodanno quest'anno molto gettonati sono tornati ad essere il cotechino o lo zampone che vengono gustati a tavola da piu' di due italiani su tre (67 per cento) spesso in accoppiata con le lenticchie (80 per cento). Sul 59 per cento delle tavole ci sarà l'uva, ma il segno di una maggiore attenzione all'economia nazionale e alla sobrietà dei comportamenti viene anche dal fatto che le ostriche rimangono un must per appena il 13 per cento degli italiani, anche se il 58 per cento non rinuncia al salmone, secondo l'indagine Coldiretti/Ixe'.
Sulle tavole del Capodanno - conclude la Coldiretti - si prevede che saranno serviti piatti per un totale di 95 euro a famiglia, il 25 per cento in piu' dello scorso anno anche perché gli italiani quest'anno sembrano preferire una buona cena piuttosto che uscire nelle piazze, al cinema, a teatro, nei concerti o nelle discoteche, dopo i recenti fatti di cronaca.
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mercoledì 30 dicembre 2015
Sport e startup: “matrimonio” tra Slyvi e Smart Siti Ora più facili i servizi web per le società sportive
Bond subordinati: il fondo per risarcire tutti gia' esiste. Aduc propone di riattivarlo
Negli ultimi giorni, la questione dell'indennizzo agli obbligazionisti portatori di titoli subordinati delle quattro banche fallite, (Banca delle Marche, Cassa di Risparmio di Ferrara, Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio e Cassa di Risparmio di Chieti) si è molto ingarbugliata e sta prendendo una piega ancora peggiore per tutti i soggetti implicati.
Il previsto fondo di solidarietà, che pareva in un primo momento poter indennizzare la gran parte dei danneggiati sebbene con una quota non elevata, sarà invece orientato a garantire un indennizzo elevato solo a chi versa in stato di bisogno, facendo rimanere all'asciutto tutti gli altri.
Riepiloghiamo i fatti e le cifre. I bond subordinati in mano al pubblico "al dettaglio" ammontano a 350-400 milioni, mentre la dotazione del fondo, finanziato dalle banche, è di 100 milioni e pare sarà aumentata a 130 milioni. Restano comunque esclusi dai rimborsi almeno 250 milioni di euro in titoli posseduti da un pubblico stimato in 13.000 investitori.
Il meccanismo ideato dal Governo per far accedere al fondo di solidarietà per gli obbligazionisti subordinati delle quattro banche è quello di un arbitrato che stabilisca se c'è stata vendita corretta oppure no.
Ebbene, da anni esisteva un analogo Istituto preposto ad intervenire proprio in casi del genere e che prevedeva l'accesso a seguito di un arbitrato.
Nell'ottobre del 2007, in osservanza a quanto disposto dalla legge sul risparmio del 2005, precisamente dall'articolo 27, commi 1 e 2, della legge 28/12/2005, n. 262, era stato previsto che presso la Consob fosse istituito un particolare Fondo di Garanzia. Tale Fondo poteva essere chiamato ad indennizzare un risparmiatore che avesse vinto una causa oppure un arbitrato riguardo i servizi di investimento nei confronti di un intermediario e che non fosse stato da questi risarcito.
Il Fondo era stato poi istituito dal Decreto Legislativo 8/10/2007, n. 179, lo stesso decreto che ha istituito la Camera arbitrale presso la Consob.
Il Fondo di Garanzia presso la Consob era "destinato all'indennizzo.… dei danni patrimoniali causati dalla violazione, accertata con sentenza passata in giudicato, o con lodo arbitrale non più impugnabile, delle norme che disciplinano le attività di cui alla parte II del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58".
Si trattava esattamente della stessa procedura che il Governo intende attuare per le obbligazioni subordinate dei quattro istituti finiti in dissesto!
Perché parliamo al passato di questo Fondo di Garanzia? La legge di Stabilità 2016 appena approvata ne ha previsto la cancellazione, dirottandone la diponibilità finanziaria ad un nuovo fondo per la tutela stragiudiziale dei risparmiatori e agli investitori che consentirà l'accesso al nascente Organismo Arbitrale Consob in forma del tutto gratuita contro i cento euro inizialmente previsti.
E' sufficiente, quindi, riattivare il Fondo di Garanzia presso la Consob per consentire l'indennizzo di tutti gli obbligazionisti delle quattro banche fallite che ne hanno il diritto, dopo che un arbitrato lo abbia accertato.
Non finisce qui. La decisione consentirebbe l'indennizzo ai danneggiati da altri crack di intermediari, quali Banca Network Investimenti ed Européenne de Gestion Privée (Egp), falliti e non in grado di risarcire i clienti. Il pubblico interessato è quindi vastissimo.
Il Fondo di Garanzia presso la Consob non era mai stato avviato perché la sua dotazione finanziaria era troppo scarsa. Veniva infatti alimentato dalla metà degli importi delle sanzioni annualmente comminate agli intermediari per le violazioni relative alla prestazione dei servizi di investimento alla clientela, in genere meno di un milione l'anno.
E' possibile risolvere la mancanza di adeguata dotazione economica riattivando il Fondo di Garanzia presso la Consob e dotarlo di somme anch'esse in origine destinate al risarcimento di crack finanziari. Stiamo parlando del fondo previsto dall'articolo 1, comma 343, della legge finanziaria 2006, ossia la legge 23/12/2005, n. 266, per indennizzare i risparmiatori che, investendo sul mercato finanziario, erano rimasti vittime di frodi. Il fondo avrebbe dovuto indennizzare i tanti incappati nei crack quali Argentina, Parmalat, ecc. utilizzando i rapporti (conti correnti, libretti, dossier titoli, polizze, ecc.) giacenti presso gli intermediari e non più reclamati dagli aventi diritto, vale a dire i rapporti dormienti.
Quel fondo non ha mai visto la luce -la prevista Commissione fu costituita ma si sciolse per l'impossibilità di adempiere al mandato- perché l'ammontare dei rapporti dormienti ad esso devoluti fu di circa due miliardi, briciole rispetto alle perdite da risarcire. Anche per questo motivo, nel tempo la sua disponibilità è stata utilizzata per altri scopi quali il finanziamento della social card, della stabilizzazione dei precari della Pubblica Amministrazione, del fondo esuberi Alitalia e della ricerca scientifica, al punto tale che a febbraio 2010 il residuo disponibile era di seicento milioni.
Il 30 luglio 2014, in risposta ad un'interrogazione in Commissione Finanze della Camera di iniziativa Aduc e presentata dai deputati Sara Moretto e Marco Causi, il Ministero dell'Economia aveva affermato che alla voce dedicata nel proprio bilancio non era iscritta alcuna somma e che occorreva attendere la prescrizione del termine per gli aventi diritto a recuperare i rapporti dormienti per registrare un importo che sia affidabile. Una risposta alquanto elusiva.
Quanto occorre per indennizzare tutti gli aventi diritto? Possiamo ragionevolmente stimare che il tetto di intervento del Fondo venga dalla Consob fissato ad almeno 50mila euro che rappresenta il nuovo minimo previsto dalla Direttiva U.E. sui sistemi di indennizzo degli investitori (anche se non si riferisce alla medesima tipologia di fondo), se non a 100mila euro per ciascun cliente.
E' probabile che l'attuale residuo del Fondo Rapporto Dormienti non sia sufficiente a coprire gli oneri dell'intervento del ripristinato Fondo di Garanzia presso la Consob, ma l'eventuale eccedenza può essere reperita senza eccessive complicazioni. Basta volerlo.
A proposito della procedura di arbitrato, ribadiamo che la scelta del Governo di affidarla alla Camera Arbitrale presso l'Autorità Nazionale Anticorruzione ci appare poco oculata, poiché i componenti non sono esperti in diritto finanziario: http://investire.aduc.it/articolo/fondo+risparmiatori+traditi+servono+arbitri_23748.php
Rammentiamo infine a coloro che sono stati coinvolti in questa vicenda, che Aduc mette a disposizione un servizio gratuito di primo intervento legale http://www.aduc.it/iniziative/firma/id/8
Giuseppe D'Orta, Responsable Aduc per la Tutela del Risparmio
Startup: “DOs and DON’Ts” quando chiedi un investimento ad un Venture Capital | di Glenda Grazioli - Investment Team P101
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Capodanno, Cia: per la tavola si spenderanno 1,4 miliardi (+20%). Vincono piatti locali e menù casalinghi
Lenticchie, cotechino o zampone, panettone e spumante: gli italiani sono pronti a festeggiare l'arrivo del nuovo anno con un menù tutto "made in Italy". Dove a vincere sarà la cucina locale, a vantaggio delle tradizioni ma soprattutto del portafoglio. Perché tra le spese del Natale appena passato e la stangata in arrivo nel 2016 -con i rincari dei trasporti e dei caselli autostradali, l'aumento delle tariffe di acqua, raccolta dei rifiuti e servizi bancari e postali- le famiglie opteranno per una tavola "anti spreco", scegliendo prodotti classici del territorio e contenendo il budget medio entro i 25 euro a persona. Lo afferma la Cia-Agricoltori Italiani alla vigilia di San Silvestro.
Nel dettaglio, saranno più di due italiani su tre a festeggiare tra le mura domestiche, a casa di amici o parenti, spendendo in totale oltre 1,4 miliardi di euro per allestire il cenone di Capodanno (comunque ben il 20% in più dell'anno scorso), mentre il 18% degli italiani sceglierà ristoranti, trattorie o agriturismi per attendere l'arrivo del 2016.
In ogni caso, che sia in un locale o a casa, non si farà a meno dei piatti simbolo: quindi cotechini e zamponi (con una preferenza più marcata per i primi, scelti in due casi su quattro) ma soprattutto lenticchie, tradizionali e convenienti, con un consumo stimato pari a 5 milioni di chili. Il tutto accompagnato dalle immancabili bollicine, con 52 milioni di tappi di spumante che salteranno in aria con lo scoccare della mezzanotte.
Ma nella "top 10" dei prodotti irrinunciabili nella notte che saluta l'anno, ci saranno anche panettone, pandoro, salsicce, anguille e capitoni, oltre che pasta all'uovo e frutta secca. Oltre il 70% degli italiani rispetterà, insomma, un menù tradizionale, molto legato alle diverse consuetudini territoriali, con un'attenzione al riciclo per oltre la metà delle famiglie -aggiunge la Cia-. In particolare, in Emilia Romagna impazzeranno i tortellini, in Piemonte gli agnolotti, in Veneto la polenta e in Lombardia i risotti. Nel Sud sarà un trionfo di pasta fatta "a mano" e pesce fresco, mentre in Toscana vinceranno i crostini ai fegatini e la pappa al pomodoro.
Menù locali e anti spreco vinceranno anche negli agriturismi, dove le tradizioni della cucina contadina si mantengono sempre vive, anche a Capodanno. Secondo Turismo Verde, l'associazione agrituristica della Cia, queste lunghe festività stanno premiando la vacanza in campagna, che cresce dell'8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Merito dei prezzi competitivi, con la possibilità di pacchetti e offerte "last minute", ma anche della scelta di località vicine. Si tratta infatti di vacanze brevi, con soggiorni di 1-2 notti per una tipologia di turismo prettamente regionale.
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TV: ANDREA BOCELLI apre il nuovo anno di Rai2, in prima serata con "UNICI"
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L’uomo e gli acquisti online: un vero Digital Gentleman
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No ai botti di Capodanno, Legambiente: “Tutti facciano la propria parte. Le ordinanze siano fatte rispettare”
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MilanoTaxiOk.it: nuovo sito a misura di cliente
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MilanoTaxiOk.it: nuovo sito a misura di cliente!
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San Silvestro: la rivincita dei "carnivori". Nel piatto 20 milioni di chili di cotechini, zamponi e salsicce
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