Nei primi mesi del 2010 sono state concluse circa 330 verifiche contro levasione internazionale nella Repubblica di San Marino. Dal rapporto risulta che nel "paradiso fiscale" ci fossero redditi sottratti a tassazione per oltre 850 milioni di euro ed Iva evasa per circa 240 milioni. Il lavoro degli uomini della Guardia di Finanza non sarebbe concluso visto che sono in atto altre 800 verifiche.
Il piano dazione delle Fiamme Gialle è stato svolto verso due tipologie di fenomeni: i casi di proventi derivanti da evasione fiscale realizzata da imprese nazionali, individuate a seguito di investigazioni di polizia giudiziaria, che avrebbero veicolato capitali sporchi verso società finanziarie di San Marino per poi farli rientrare puliti nel territorio nazionale sotto forma di finanziamenti e aperture di credito in favore di imprese affiliate; e le frodi Iva carosello attuate tramite società cartiere fittiziamente interposte negli scambi commerciali fra imprese italiane e sammarinesi operanti principalmente nei settori dell'elettronica, della telefonia mobile, degli elettrodomestici, della abbigliamento, delle calzature, della cartoleria e dei prodotti detersivi.
In questo ciclo di verifiche è finita anche loperazione che ha visto coinvolto un imprenditore marchigiano a cui facevano capo imprese fittizie costituite a San Marino. Tale verifica ha permesso di smascherare il meccanismo evasivo ideato dall'uomo d'affari, ricostruendo le connessioni esistenti tra una società italiana e due società di diritto sammarinese.
In particolare - come riferito dalle Fiamme Gialle - ; è stato possibile ricondurre in capo all'imprenditore marchigiano l'amministrazione di fatto delle tre società e quindi la ricollocazione, in ambito nazionale, dell'oggetto principale dei soggetti economici dichiarati sammarinesi, recuperando a tassazione un imponibile per circa 14 milioni ed Iva per circa un milione e mezzo di euro. (24.08.10)
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