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lunedì 12 maggio 2025

La soluzione finale israeliana: L’occupazione di Gaza

Finalmente si gioca a carte scoperte, il governo di Netanyahu presenta la soluzione finale che consiste nella creazione del ghetto palestinese e lo sgombero totale della popolazione di gaza. Dopo più di un anno dai fatti del 07 ottobre 2023, la distruzione totale di circa l’80 % delle infrastrutture civili di Gaza e la completa decapitazione di molte infrastrutture sanitarie, il governo israeliano sta attuando tutte le procedure utili alla soluzione finale consistente nella completa occupazione di Gaza.

Un genocidio immane sia territoriale che in termini di vite umane che in questi mesi ha raggiunto valori critici, in tal senso sono le autorità locali a dare con un aggiornamento al 3 febbraio 2025 con una lista aggiunta di ben 14.222 palestinesi che non risultano all’appello e che sembra siano intrappolate tra le macerie in aree inaccessibili ai soccorritori. Una sommatoria che porta a 62.700 i morti totali ad oggi a gaza dove solo il 76% delle persone, come da fonti dei centri medici è stato portato in un centro sanitario. In questo processo pseudo oloacustico oltre 2 milioni di persone sono state sfollate con la forza ed alcune più di 25 volte in condizioni terribili e prive di ogni servizio di base. Le persone ferite sono state rilevate a 11.588 palestinesi cifra sempre in continuo aumento.

Il piano di Israele ha trasformato il 70% di Gaza in una zona off-limits. L’ufficio delle Nazioni Unite per gli affari Umanitari ha notato come i militari hanno creato vaste zone di divieto con ordini di sfollamento forzato. Molte le zone sono vietate tra cui quella della striscia di Gaza meridionale nel governatorato di Rafah e quella del nord con tutta la città di Gaza infine intere aree a est del quartiere di Shujayea e lungo il confine israeliano. Una condizione che ha bloccato in gran parte gli aiuti umanitari dopo il cessate il fuoco.

Il piano presentato dal primo ministro Netanyahu nei giorni scorsi prevede che gli oltre due milioni di abitanti di Gaza "saranno spostati" in una nuova offensiva terrestre che vedrà le truppe israeliane mantenere il territorio conquistato, stabilendo una "presenza sostenuta" a Gaza. Ciò fa seguito all'approvazione unanime da parte del governo di Netanyahu della chiamata di 60.000 riservisti e dell'affidamento all'esercito israeliano del controllo della distribuzione di cibo e altri beni essenziali alla popolazione affamata di Gaza.

Nella realtà come si denota da un reportage da Deir el-Balah nella striscia di Gaza centrale da parte di Al Jazeera i palestinesi considerano l'offensiva terrestre israeliana a Gaza come una rioccupazione di gran parte del suo territorio e una forma di punizione collettiva e un tentativo di cambiare la mappa demografica e geopolitica di Gaza. I palestinesi in tutto questo hanno capito che Israele dà una priorità al controllo territoriale rispetto a qualsiasi soluzione di mediazione politica diffondendo nella popolazione paura e panico riguardo alla possibilità di non poter tornare alle proprie case.

I palestinesi si sono resi conto anche che Israele non vuole solo smantellare le capacità di Hamas ma in primo obbiettivo mandare via i palestinesi dai loro territori soffocando ed affamando i civili residenti. Israele lo farà utilizzando un linguaggio umanitario insieme a tattiche militari, tra cui un'offensiva terrestre estesa e rafforzando la presa sul flusso di aiuti verso Gaza. Le persone non vogliono lasciare Gaza a ogni costo perché rappresenterebbe la perdita finale della propria identità di Palestina.

Un grave allarme non sentito dalla collettività internazionale che tiene le bocche cucite per non fare uno sgarbo a Israele è lanciato dalla Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS) che afferma come Gaza sta affrontando un “rischio estremo di carestia” e che nei mercati e nei centri di distribuzione degli aiuti non c’è più cibo. La fame collettiva viene usata come strumento di guerra come ammette B’Tselem (organizzazione umanitaria) che nota come le persone hanno solo fame e molti di loro sono proprio bambini. Le dichiarazioni del ministro del patrimonio Israeliano Amihai Elivahu sono chiare: "Non c'è alcun problema a bombardare le riserve di carburante e cibo di Hamas. I cittadini di Gaza devono morire di fame. Se ci sono cittadini che temono per la propria vita? Lasciateli passare attraverso il programma di immigrazione"

La parte nutrizionale della popolazione sta progredendo verso un rischio estremo di carestia, non si possono, infatti, soddisfare i bisogni minimi quotidiani di milioni di sfollati e le scorte alimentari del PRCS destinate agli sfollati sono ora "completamente esaurite", con "quantità limitate di legumi" "distribuite alle mense comunitarie per soddisfare alcuni dei bisogni primari degli sfollati". Da quando Israele ha rotto il cessate il fuoco con Hamas, durato quasi due mesi, il suo esercito ha ucciso almeno 2.459 palestinesi a Gaza, portando il numero totale di morti confermati nella Striscia assediata a 62.700.

Un concetto quello di affamare per vincere una guerra perpetrato da Israele che secondo l'Humanitarian Country Team, un forum che comprende le agenzie delle Nazioni Unite, diventa pericoloso e "contravverrebbe i principi umanitari fondamentali e sembrerebbe concepito per rafforzare il controllo sui beni di prima necessità come tattica di pressione, come parte di una strategia militare". L’immagine di una donna che tiene in mano un copricapo mentre osserva il danneggiamento il 3 maggio 2025 da parte degli israeliani della nave umanitaria Freedom Flotillla Coalition pongono seri dubbi sulle responsabilità d’Israele nella crisi umanitaria.

Ma il piano di conquista territoriale israeliano è già iniziato e L'esercito israeliano ha pianificato di intensificare l'occupazione terrestre di Gaza già da domenica, ritirando la Brigata Paracadutisti dalle sue incursioni in Siria e ridistribuendola a Gaza. I paracadutisti sono operativi sulle alture del Golan occupate e all'interno della Siria dalla caduta del presidente Bashar al-Assad, avvenuta a dicembre. Israele ha ritirato la Brigata Nahal dalla Cisgiordania occupata, anch'essa sotto attacco da mesi, nel suo tentativo autoproclamato di "conquistare" Gaza. Per far fronte al crescente malcontento tra i soldati, domenica il governo israeliano ha approvato un "piano di benefici completi" per i riservisti del valore di circa 3 miliardi di shekel (838 milioni di dollari), che dovrebbe includere una serie di benefici economici e sociali.

Nell’ambito di un processo già pianificato da Israele si inserisce anche il viaggio del presidente Trump che inizierà martedì 13 maggio un tour in Medio Oriente. La leva è stata aperta da Hamas che ha rilasciato il prigioniero israeliano-americano Edan Alexander, aprendo la strada al ritorno dei colloqui per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza devastata dalla guerra. Washington sta cercando, infatti, di gestire da un lato i prigionieri in possesso di Hamas e dall’altro Israele che non vuole porre fine alla guerra. Due concetti di mediazione altamente inconciliabili. Il viaggio di Trump è solo di carattere commerciale con i Partner degli Emirati Uniti, Arabia saudita e Qatar.

Il problema reale non è che a Trump importi dei bambini e adulti palestinesi che continuano a essere massacrati e lasciati morire di fame, mentre Israele si prende tutto il tempo necessario per "finire il lavoro". Piuttosto si denota come il genocidio in corso stia solo ostacolando la sua visione della " Riviera del Medio Oriente " che presumibilmente sorgerà dalle rovine di Gaza, la cui creazione è stata già delineata come da dichiarazioni dello stesso presidente: "Gli Stati Uniti prenderanno il controllo della Striscia di Gaza, e anche noi la useremo. La possederemo con la collaborazione degli altri paesi arabi amici ".

Infine, completiamo il quadro delle competenze e delle responsabilità che Israele si è posto illuminando anche la corte internazionale di giustizia che ha aperto ha aperto delle udienze per valutare la responsabilità di Israele nella crisi umanitaria che ha travolto Gaza durante la guerra contro Hamas. Le udienze, iniziate lunedì all'Aia e che si protrarranno per tutta la settimana, fanno seguito a una richiesta avanzata lo scorso anno dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, che chiedeva alla corte di valutare la responsabilità di Israele nel garantire la fornitura di beni essenziali a Gaza.

Chilly lancia la skincare intima

Ogilvy firma la nuova campagna digital per il lancio delle nuove maschere intime Chillyla skincare intima che parla alla Gen Z e ai Millennial

 


 

Milano, 12 maggio 2025 — Ogilvy firma la nuova campagna digital di Chilly per il lancio delle maschere intime, una novità assoluta per il mercato mass market italiano che inaugura una nuova categoria nel panorama del personal care: la skincare intima.

 

Un'evoluzione della routine intima quotidiana, che passa dall'igiene alla cura introducendo nuovi gesti e prodotti pensati per un'esperienza di benessere più consapevole e personalizzata.

 

Ogilvy e Chilly proseguono così il percorso avviato con "Fresca di Chilly", rafforzando un sodalizio creativo capace di rompere i tabù e parlare di intimità con un linguaggio pop, fresco e autentico.

 

"Siamo felici di continuare questo bellissimo percorso con un brandcome Chilly, che ha il coraggio di innovare e di aprire nuove conversazioni su temi ancora poco esplorati nella comunicazione. Questa campagna è un ulteriore passo verso un racconto più inclusivo, autentico e rilevante dell'intimate care", commenta Giuseppe Mastromatteo, Presidente e Chief Creative Officer di Ogilvy Italia.

 

"Con la nuova campagna dedicata alle maschere intime, Chilly fa un passo in più verso le donne, ascoltando i loro bisogni reali e quotidiani. Lanciamo una piattaforma innovativa che parla apertamente di intimità, guidati da un linguaggio di comunicazione completamente aproblematico ma sempre specifico. Rompe i tabù e racconta quei momenti concreti in cui prendersi cura di sé fa davvero la differenza, perché è proprio da lì che nascono le esigenze che vogliamo soddisfare", aggiunge Lorenzo Bionda, Marketing Director Bolton Personal Care.

 

Con uno storytelling visivo che richiama l'universo brillante e colorato già introdotto nel primo capitolo della piattaforma, la campagna celebra una nuova routine intima e un approccio più completo alla cura personale.

Un messaggio che riflette i valori di autenticità, spontaneità e inclusività delle nuove generazioni.

 

La campagna è stata prodotta da The Blink Fish con la regia di Laura Days e sarà amplificata da Wavemaker, media agency del gruppo WPP, con un piano strategico pensato per intercettare Gen Z e Millennial nei loro spazi digitali, dal 28 aprile per 9 settimane.

 

 

 

Agenzia: Ogilvy

President & Chief Creative Officer: Giuseppe Mastromatteo

Creative Directors: Giordano Curreri, Marco Geranzani

Creative team: Valentina Faravelli (Senior Art Director) Francesca Iaci(Senior Copywriter)

Account Team: Laura Mora (Client Lead) Sara Fiume (Account Manager)

Strategic Team: Luca Tapognani (Head of Strategy) Benedetta Gabrielli (Senior Strategist)

Social Media Team: Melanie Gemelli (Senior Social Media Manager) Annapaola Pindozzi (Social Media Manager)

Production Team: Sanam Bartoletti (Head of Production) 

 

Production House: The BlinkFish

Executive Producer: Antonio Guarrella

Producer: Margherita Chimenti

Producer foto: Virginia Folonari

Regia: Laura Days

Fotografa: Laura Baiardini 

Dop: Edoardo Emanuele

Ad: Caterina Frola 

Art dep: Eugenia Tartarelli

Styling: Aurora Zaltieri

Editor: Irene Sabet

Motion Designer: Nikol Monciino

Post Production: Blink Fish

 

Centro Media: Wavemaker

Business Director: Silvia Aramini 

Client Lead: Serena Santoro 

Chief Strategy Officer: Daniela D'arcangelo

Communication Supervisor: Martina Giacomelli

Senior Strategic Planner: Stefania Soana

 

Cliente: Chilly, Bolton

General Manager Personal Care & Beauty : Lorenzo Sironi

Production Team: Gualtiero Pezzoni (Media & Advertising Production Senior Manager, Bolton); Carola Anna Maria Bianchi (TV Producer, Bolton);

Marketing Team: Lorenzo Bionda (Marketing Director Bolton Personal Care); Francesca Mendola (Group Product Manager Global Bolton Personal Care); Maria Sofia Russo (Senior Global Product ManagerBolton Personal Care); Marta Ballotta (Junior Product Manager Bolton Personal Care)

 


About Ogilvy

Ogilvy inspires brands and people to impact the world. Ogilvy ha creato campagne di marketing iconiche e di innovazione culturale fin dal 1948, anno in cui David Ogilvy ha fondato l'agenzia. Questa è l'eredità che ci guida ancora oggi nel gestire, innovare e creare progetti che intersecano talenti e capacità, e sono supportati da una creatività libera da barriere.

I nostri esperti in Advertising, Customer Experience, Public Relations, Health e Consulting operano in modo fluido in 130 uffici distribuiti su 90 paesi per offrire soluzioni creative di eccellenza.



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giovedì 8 maggio 2025

Habemus Papam: Leone XIV

Al 4 Scrutinio il conclave i 133 cardinali eleggono il nuovo Papa Americano, la fumata bianca delle 17,25 annuncia la nuova elezione del Cardinale Robert Francis Prevost nato a Chicago il 14 settembre del 1955 di origini francesi e italiane, e Mildred Martínez, di origini spagnole. Ha due fratelli, Louis Martín e John Joseph.

Agostiniano diplomato nel 1973 e laureato in Matematica e Filosofia presso Università di Villanova a Filadelfia. Nel 1985 è stato inviato nella missione agostiniana in Perù prestando servizio come cancelliere della diocesi di Chulucanas. Esperto di diritto canonico in quanto possessore del dottorato presso la Pontificia Università “San Tommaso d’Aquino”. Eletto nel 2014 da Papa Francesco amministratore apostolico di Chicago e poi il 26 settembre Vescovo del 2015. È stato membro della congregazione per i vescovi da 21 novembre 2020.

Il 30 gennaio 2023 papa Francesco lo ha nominato prefetto del Dicastero per i vescovi e presidente della Pontificia commissione per l'America Latina, conferendogli in pari tempo il titolo di arcivescovo-vescovo emerito di Chicago; è succeduto al cardinale Marc Ouellet, dimessosi per raggiunti limiti di età. Ha iniziato a svolgere entrambi gli incarichi a partire dal 12 aprile 2023.

Il 9 luglio 2023, al termine dell'Angelus, Papa Francesco ha annunciato la sua creazione a cardinale; nel concistoro del 30 settembre seguente lo ha creato cardinale diacono di Santa Monica. Il 28 gennaio 2024 ha preso possesso della diaconia. Il 6 febbraio 2025 papa Francesco ne ha stabilito l'ingresso nell'ordine dei vescovi assegnandogli il titolo della sede suburbicaria di Albano. Oltre all'inglese, parla lo spagnolo, l'italiano, il francese e il portoghese e legge il latino e il tedesco.

Tra le onorificenze quelle di cavaliere di Gran Croce e di devozione del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di S. Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta. Papa dall’8 maggio 2025. Avrà il compito di attuare una direzione Sociale importante intervenendo nelle problematiche di giustizia, pace e sviluppo dell’uomo, attraverso un processo di Umanizzazione della chiesa. Rappresenterà 1 miliardo e 400 mila cattolici in tutto il mondo.

Il nome scelto è quello di Leone XIV che ripercorrerà il suo mandato apostolico. Nel merito Papa Leone XIII suo predecessore è ricordato nella storia dei papi dell'epoca moderna come pontefice che ritenne che fra i compiti della Chiesa rientrasse anche l'attività pastorale in campo sociopolitico. Se con lui non si ebbe la promulgazione di ulteriori dogmi dopo quello dell'infallibilità papale solennemente proclamato dal Concilio vaticano I, egli viene tuttavia ricordato quale papa delle encicliche: ne scrisse ben 86, con lo scopo di superare l'isolamento nel quale la Santa Sede si era ritrovata dopo la perdita del potere temporale con l'Unità d'Italia.

mercoledì 7 maggio 2025

ANAFePC : “Spazio ai giovani, la politica se ne faccia una ragione" - Coniglio "siamo in regressione”.

Secondo Calogero Coniglio Presidente dell' ANAFePC (Accademia Nazionale dell'Alta Forma-zione e Promozione della Cultura). "La politica italiana è rimasta ingessata e chiusa in se stessa, non vuole rinnovarsi e questo status degenera in antipolitica, in un populismo che minaccia il nostro paese come anche l’Europa. Tutto questo ha generato un aumento delle violenze, discriminazioni su donne, migranti, diversi e ancor più grave frena la solidarietà".

"I giovani in Italia e in Europa non sono disinteressati alla politica – continua Coniglio - cercano spazi di partecipazione e di espressione ma si sentono lasciati ai margini dalla politica. Credono che sia uno strumento per migliorare la realtà, anche se non incontrano opportunità per esercitare un ruolo attivo nella sfera pubblica". Tutto ciò è confermato da una ricerca dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Giuseppe Toniolo con Ipsos e l’Università Cattolica, condotta tra il 25 luglio al 9 agosto 2023.

Basti pensare che tra i parlamentari europei, tra i 6 eurodeputati eletti da Malta infatti l’età media è di appena 40 anni, con il più giovane che ne ha appena 29 e il più anziano che ha solo 55 anni. L’Italia si pone nella parte bassa della classifica, posizionandosi al 23° posto su 27 per età media degli europarla-mentari. Tra gli eletti in Italia infatti la media è di 52 anni. La deputata più giovane ha 23 anni. L'età media è di 50 anni. La maggior parte dei deputati (116) è nella fascia di età compresa tra i 40 e i 44 anni.

L’età media all’interno dell’Assemblea Regionale Siciliana è infatti di 50,6 anni. 55 deputati uomini e 15 donne, Una partita praticamente persa per il genere femminile che, nonostante le quote rosa, resta an-cora ai margini della rappresentanza politica regionale, sono ancor meno rispetto alle donne della prece-dente legislatura.

Nelle ultime elezioni politiche l’età media è salita di 5 anni alla Camera e di 3 anni al Senato. Nel parla-mento italiano l’età media è salita a 51,2 anni (51,5 considerando anche i sei senatori a vita). Sui banchi della Camera dei Deputati non sono presenti “under 30” mentre gli “under 40” sono appena 65 su 400: il 16,2%. E la percentuale scende al 10,7% considerando anche il Senato dove però si può essere eletti con un’ età minima di 40 anni.

"Senza partiti non c'è democrazia – aggiunge Maurizio Cirignotta Vice Presidente ANAFePC - la politica continua a regredire e rappresentare solo diffidenza". In un mondo interconnesso come il nostro la visione e solamente nazionale. Questo è un fattore fondamentale per la costruzione di una crisi di visione europea nei rapporti internazionali - ha precisato - e nello stesso tempo anche per la crisi della politica italiana".

"E’ indispensabile che partiti e politica si rinnovino. E a tale rinnovamento possono certamente contribuire nuove forme di partecipazione politica se vi si fa ricorso in modo scrupoloso e limpido. Non si possono più ignorare delusioni e aspirazioni delle giovani generazioni", affermano Coniglio e Cirignotta.

Coniglio tiene a precisare che "i partiti devono riacquistare quel più alto senso della missione che ne ha fatto in precedenti periodi storici della nascita della nostra repubblica, la forza e la grandezza. Un senso dell’impegno comune che può solo essere l’impegno di unire l'Europa, valori da far vivere e trasmettere ai giovani ".


“ Occorre dare spazio ai giovani – sottolinea Coniglio - Ma come devono farsi sentire e lottare per far valere le loro ragioni se la politica non apre spazi di partecipazione? . E' solo attraverso le nuove generazioni che la società sarà capace di rinnovarsi, senza un reale rinnovamento della politica attraverso la presenza dei giovani sapremo riuscire a vivere, come Europei e dentro una globalizzazione sregolata che potrebbe sommergerci? "Ecco perché c'è urgente bisogno di un assalto politico di giovani. Senza farli partecipare, o lasciarli distanti dalla politica in Italia loro potranno solo protestare, rischiando di essere strumentalizzati, ma non saranno mai risorse per il rinnovamento della politica. La politica fa finta di non capire la situazione, quando al contrario potrebbe trovare un miglioramento e un completamento attraverso una più intensa integrazione di giovani". Precisa Coniglio

"Il rinnovamento politico-sociale italiano - conclude Coniglio - incontra ostacoli e permette la crescita di una coscienza dovuta alla la mancata integrazione dei giovani italiani in Europa fa tornare indietro, il percorso iniziato dopo i conflitti mondiali dai padri costituenti antifascisti della nostra Repubblica che gli italiani non sono abituati a ricordare ed esaltare per il loro contributo per il raggiungimento di 70 anni di pace e democrazia che oggi viviamo. Ricordiamo De Gasperi, Togliatti, Sturzo, Calamandrei, Iotti, ecc. A differenza dagli altri stati che vedono nelle scuole esaltare e celebrare ogni anno i loro 
patrioti dimenticando i fondatori dell'Unione Europea, quali Schuman, De Gasperi e Adenauer", conclude Coniglio .

martedì 6 maggio 2025

EUROVISION: ATTENZIONE AGLI UNDERDOG LUCIO CORSI E TOMMY CASH. IL PRONOSTICO SISAL

A una settimana esatta dall'inizio dell'Eurovision Song Contest 2025, parte il totovincitore. Come se la caverà l'Italia? Lucio Corsi è pronto a sorprendere recitando il ruolo dell'underdog anche su questo palco, ma attenzione anche a Tommy Cash e Gabry Ponte, pronti a rubargli il ruolo. La favoritissima? La Svezia con i KAJ.


 

EUROVISION SONG CONTEST 2025, AL VIA IL COUNTDOWN!

 

OCCHI PUNTATI SU LUCIO CORSI CHE NEL PRONOSTICO DEGLI ESPERTI SISAL SI CONFERMA UN UNDERDOG ANCHE SU QUESTO PALCO

 

…GABRY PONTE E TOMMY CASH PRONTI A RUBARE IL RUOLO MENTRE LA SVEZIA VOLA VERSO LA FINALE FAVORITISSIMA

 

Milano, 6 maggio 2025 – La St.Jakobshalle arena di Basilea è pronta per accogliere l'Eurovision Song Contest 2025 e, a una settimana esatta dall'inizio della kermesse, la curiosità di scoprire chi sarà il vincitore è altissima. Ma soprattutto, come se la caverà l'Italia con Lucio Corsi? 


Secondo gli esperti Sisal anche su questo palco il cantautore toscano potrebbe recitare il ruolo di underdog. 

La possibilità di vederlo vincente è infatti oggi offerta a 50,00, quota che attualmente condivide anche con un altro italiano - Gabry Ponte - che concorre però per San Marino e con l'Albania rappresentata dai Shkodra Elektronike.

 

Attenzione poi a Tommy Cash, che con il suo tormentone "Espresso Macchiato", viralissimo anche in Italia, rischia di rubarci la scena e anche il ruolo: la scalata estone per la vittoria pagherebbe 33 volte la posta, alla pari di quella finlandese e belga.

 

Chi invece quest'anno potrebbe non temere avversari ed essere già a un passo dal trionfo finale? 

La Svezia, che offerta a 2,00 sul sito di  Sisal, sembrerebbe essere pronta a conquistare la sua settima vittoria puntando tutto sui KAJ e le loro sonorità epadunk che il gruppo porterà sul palco, per la prima volta dal 1998, con un brano interamente in lingua svedese: "Bara Bada Bastu".

Non ci resta dunque che aspettare il 13 maggio e nel mentre scaldare la voce! 

SANTA MARIA DI CASTELLABATE - TORNA “LUNGOMARE VIVO” TUTTE LE DOMENICHE DI MAGGIO

“𝐋𝐔𝐍𝐆𝐎𝐌𝐀𝐑𝐄 𝐕𝐈𝐕𝐎”: 𝐋𝐄 𝐃𝐎𝐌𝐄𝐍𝐈𝐂𝐇𝐄 𝐃𝐈 𝐌𝐀𝐆𝐆𝐈𝐎 𝐒𝐈 𝐂𝐎𝐋𝐎𝐑𝐀𝐍𝐎 𝐃𝐈 𝐄𝐕𝐄𝐍𝐓𝐈 𝐏𝐄𝐑 𝐓𝐔𝐓𝐓𝐈 . 

A Castellabate le domeniche di maggio tornano a colorarsi con la quarta edizione di “Lungomare Vivo”. Il format, diventato un appuntamento fisso che sancisce l’inizio della programmazione degli eventi estivi, si terrà sul lungomare di “Punta dell’Inferno” con una ricca serie di manifestazioni rivolte a famiglie e più giovani

 Tre domeniche all’insegna di animazioni e laboratori, mercatini dell’artigianato, intrattenimenti musicali, esposizioni d’arte, stand gastronomici e il ritorno del torneo beach soccer sulla spiaggia dello “Scario”


Per tutte le giornate in programma l’intero lungomare sarà completamente pedonale e consentirà a cittadini e turisti di godersi liberamente gli eventi che prenderanno il via al tramonto . 

Marco Nicoletti 

@castellabatelive24/ Pagina Facebook ©️ 


domenica 4 maggio 2025

Licata: Festa di S. Angelo Patrono

Una storia di fede che si ripercorre nei decenni fin dal 1255 data di morte di S. Angelo a Licata. Nato in Gerusalemme da un parto gemellare da una famiglia ebrea poi convertitasi al cristianesimo. La scelta del Santo fu' quella di abbracciare la fede cristiana per tutta la vita. La sua ordinazione avvenne sul monte Carmelo in Palestina. Un abbraccio di vita e di fede verso l'ordine del Carmelitano fondato dallo stesso Profeta Elia. La sua storia è stata caratterizzata dalla sua evangelizzazione del popolo palestinese, attraverso i molti miracoli compiuti. Scelto dall'ordine Carmelitano per andare a Roma onde sottoporre a Papa Onorio III la regola adottata da San Broccardo. Dopo pochi anni, il Papa adottò la Regola di San Francesco, confermando anche la regola carmelitana. 

Angelo in seguito fu inviato in Sicilia con il compito di Predicare la fede cristiana, ma i contrasti furono molti in quanto egli si dovette confrontare con gli eretici Patarini. Furono proprio questi contrasti a portarlo alla morte, il santo carmelitano Angelo cadde vittima di un prepotente signorotto di Licata che uccise il santo con cinque colpi di pugnale al petto proprio il 5 maggio 1255 mentre usciva dalla chiesa di San Giacomo in Licata. La ritorsione fatale fu attuata da Berengario il Cataro che viveva peccando e nell’incesto avendo rapporti con la sorella. Sant’Angelo convinse la moglie a lasciarlo accecando di rabbia il signorotto che decise di uccidere il Santo. 

La data rimase impressa nei secoli e si ripercorre ancora oggi per i festeggiamenti della città marinara di Licata che lo ha innalzato a suo Patrono. Nella festa del 4 e 5 maggio 2025, si ripercorre tutta la fede di una Città che si stringe appassionatamente attorno alle reliquie del Santo attraverso un rito che dalla cappella chiusa da cancelli e tre lucchetti, aperti nell’occasione dal Sindaco, dal rappresentante della Curia Vescovile, e dal rappresentante della confraternita Pro S. Angelo, porta il Santo verso l’altare maggiore per l’adorazione e il suo successivo viaggio per tutte le strade della città. A organizzare i festeggiamenti la Confraternita Pro S. Angelo costituita da una moltitudine di cittadini che hanno giurato fede a S. Angelo e che porteranno a spalla il santo attraverso il passo cadenzato sincrono con dondolio in una corale processione. 

Si assiste il 4 maggio ad una serie di celebrazioni liturgiche che culminano con i Vespri del 4 sera che rappresentano uno dei momenti più forti collegati alla Sacra Urna argentea contenente le reliquie del Santo Carmelitano. In occasione della festa di S. Angelo quest’anno e dopo i lavori di restauro viene presentato al pubblico il Paliotto di Sant’Angelo opera del 1794 che dopo il restauro è ritornato agli antichi splendori. Il Restauro è stato possibile attraverso l’opera di raccolta fondi della Confraternita di Sant’Angelo e tanti altri benefattori che hanno permesso il restauro.

mercoledì 30 aprile 2025

Perché le password sono ancora fondamentali per la sicurezza informatica

Perché le password sono ancora fondamentali per la sicurezza informatica

 

Di Richard Cassidy, EMEA CISO, Rubrik

 

Il 1° maggio si celebra per la dodicesima volta la Giornata mondiale della password. Molte cose sono cambiate nel mondo della sicurezza informatica dal 2013, anno in cui Yahoo ammise di aver subito il furto di un miliardo di account. "Cybersecurity" è una parola che tutti ormai conoscono: fa parte della vita di tutti i giorni e, con la crescente digitalizzazione delle nostre vite, diventa sempre più importante.

 

Quello che non è cambiato, purtroppo, è la minaccia di un attacco. Oggi, nel 2025, aziende e singoli cittadini hanno ben chiaro che gli attacchi sono indiscriminati, veloci, avvengono su scala globale e possono verificarsi in qualsiasi momento. Gli incidenti di cybersecurity hanno incrementato la loro gravità e sofisticazione, di pari passo con la continua esplosione dell'utilizzo dei dati su scala globale.

 

Nelle aziende attuali è quasi impossibile ignorare quanto gli ambienti cloud, SaaS e ibridi siano diventati parte integrante delle operazioni quotidiane. Anche le organizzazioni con controlli più rigorosi hanno trovato difficile resistere all'attrazione dell'infrastruttura scalabile, degli strumenti più recenti e della crescente domanda di agilità e produttività. Che si tratti di IT autorizzato o di "Shadow IT", queste piattaforme sono ormai parte integrante del business.

 

Ma mentre i nostri ambienti digitali si sono evoluti, una costante è rimasta: la password. Nonostante sia un meccanismo di sicurezza ormai vecchio di decenni, spesso rappresenta la prima linea di difesa e continua a fungere da porta d'accesso a sistemi critici e dati sensibili. E sebbene possa apparentemente sembrare un elemento banale, il suo ruolo nella resilienza informatica non è mai stato così critico.

 

I risultati di una recente ricerca dei Rubrik Zero Labs confermano questa realtà: il 90% dei responsabili IT e della sicurezza ha dichiarato di aver subito un attacco informatico nell'ultimo anno. E se il 35% di loro indica la sicurezza dei dati del cloud ibrido come la sfida principale, l'urgenza diventa evidente. Inoltre, si stima che oltre un terzo dei file sensibili sia classificato come ad alto rischio, in genere perché contenente informazioni personali, motivo per cui è evidente che le pratiche di sicurezza di base, come la gestione dell'identità e degli accessi, devono essere riconsiderate.

 

La password e l'identità ad essa legata possono apparire elementi tradizionali, ma anche nell'azienda moderna ricoprono un ruolo tutt'altro che obsoleto.

 

La protezione tramite password rimane un pilastro fondamentale della sicurezza aziendale, indubbiamente più critico che mai. Mentre le aziende si affrettano ad abbracciare il potenziale di trasformazione dell'AI per aumentare la produttività, semplificare le operazioni ed estrarre un valore più profondo dai dati, devono anche confrontarsi con una realtà parallela: gli attori delle minacce si stanno evolvendo altrettanto rapidamente.

 




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CASTELLABATE - A SAN MARCO "FROM ZERO" TRIBUTE BAND DEI LINKIN PARK.

SAN MARCO DI CASTELLABATE  -  Il tradizionale concerto del 1 Maggio che da anni allieta la Piazza Comunale di San Marco di Castellabate, quest'anno si tinge di rock, con il concerto dei "From Zero" un  tributo alla storica band statunitense " Linkin Park" per incantare il pubblico con con le hit più celebri della storica band in una notte di grande musica.

L'evento si terrà Giovedì 1 Maggio alle ore 21:00 in Piazza Don Giuseppe Comunale a San Marco ed è organizzato dalla locale associazione Vivi San Marco.

L'atteso ritorno dei Linkin Park dello scorso anno, con una formazione in parte rinnovata e la nuova cantante donna Emily Amstrong, spinge i ragazzi torinesi  accomunati dalla passione per l'iconica band dei primi anni 2000, a formare il loro tribute show con cantante donna seguendo la scia dei nuovi Linkin Park.

From Zero sono in tour in Italia ma anche all'estero con diverse date in Germania, Austria e Svizzera, capitanati da Paola Marcenzi, cantante e frontwoman della band, Luca Taverna, Paolo Negri, Davide, Mirko Zarino e Corrado Re, presenteranno uno show energico pronto a far vivere un'esperienza live di grandeimpatto sulle iconiche note di "In the end, NumbPapercut" e tantissime altre canzoni dei Linkin Park che hanno fatto la storia della scena Rock anni 2000.

"Siamo molto entusiasti e non vediamo l'ora di assistere a questo fantastico evento" dichiara soddisfatto Antonino Spinelli, Presidente dell'Associazione Culturale Vivi San Marco.

Il concerto del 1 Maggio è ormai diventata una tradizione per il nostro paese e va a concludere il programma dei festeggiamenti in onore del nostro Santo Patrono "San Marco Evangelista".

Ogni anno cerchiamo sempre di rinnovare la scelta, toccando diversi generi e modalità di evento. 

Questa quarta edizione sarà rivolta al rock con sfumature rap, in passato abbiamo avuto il pop italiano con la Negramaro TributeBand, le selezioni musicali alternative di Indie Power e i grandi classici rock con i Queen of Bulsara

L'Associazione Vivi San Marco rinnova l'appuntamento per Giovedì 1 Maggio ore 21:00 Piazza Don Giuseppe Comunale a San Marco di Castellabate per il concerto dei "From Zero" il primo tribute show dedicato ai Linkin Park con cantante donna.

 

martedì 29 aprile 2025

PILLOLE CONTRO LA DISINFORMAZIONE , dal 30 aprile su tutti i canali RAI di servizio pubblico


 
PILLOLE CONTRO LA DISINFORMAZIONE
 
Campagna di comunicazione per promuovere la lotta alle fake news
Una produzione Rai in onda e online dal 30 aprile su tutti i canali dell'azienda di servizio pubblico
 
Tornano dal 30 aprile le PILLOLE RAI "UNITI CONTRO LA DISINFORMAZIONE", un'iniziativa di Rai Contenuti Digitali e Transmediali e Rai Ufficio Studi.
La disinformazione investe oggi più che mai tutti gli ambiti dell'attualità e inquina l'ecosistema mediatico con fake news, manipolazioni e teorie cospirazioniste.
I primi dieci filmati della quarta stagione, da un minuto l'uno, sottolineano l'importanza della prevenzione nella lotta alle false notizie, i pericoli dell'Intelligenza Artificiale e l'utilizzo di specifici strumenti di contrasto.
In primo piano, tra le nuove pillole, il caso della strage di Southport in Inghilterra, esempio di come la disinformazione online può innescare la violenza nelle piazze, e i falsi diffusi durante gli incendi di Los Angeles (gennaio 2025) tramite l'Intelligenza Artificiale generativa. Particolare attenzione è rivolta ai video deepfake, come quello di Bill Gates manipolato con applicazioni di AI, in grado di creare immagini incredibilmente realistiche ma false, e alla disinformazione globale su temi di massa che possono scatenare psicosi collettive.
Non mancano le tesi complottiste, dalla storica negazione dello sbarco sulla Luna del 1969 fino a quella più recente sull'alluvione di Valencia (ottobre 2024). Restano teatro di disinformazione online anche i recenti conflitti internazionali e le breaking news, come l'attentato a Donald Trump (luglio 2024), frutto spesso di manipolazioni attraverso gli strumenti dell'intelligenza artificiale.
L'iniziativa  Uniti contro la disinformazione rientra nel percorso di alfabetizzazione digitale avviato da tempo dal servizio pubblico e si inserisce nella attività di media literacy in cui la Rai, attraverso il coordinamento di Rai Ufficio Studi, si è impegnata nel dar vita all'Italian Digital Media Observatory (IDMO): un consorzio cofinanziato dalla Commissione Europea, coordinato dall'Università Luiss Guido Carli  che, oltre a RAI, vede la partecipazione di Tim, Cy4gate, T6 Ecosystems, NewsGuard, Ansa e Pagella Politica.
I filmati fanno parte di una campagna di comunicazione di successo che ha conquistato in passato milioni di utenti e telespettatori con oltre 848 milioni di contatti in Italia.
"L'importanza dell'iniziativa contro le fake news, alla sua quarta edizione – ha commentato il direttore di Rai Contenuti Digitali e Transmediali, Marcello Ciannamea – trova la risposta nell'apprezzamento del nostro pubblico che, attraverso i brevi filmati, riesce a scoprire i mille volti della disinformazione, le possibili soluzioni per contrastare il fenomeno che invade il web e comprenderne quelli che sono i rischi". 
"E 'indispensabile – ha dichiarato il direttore di RAI Ufficio Studi, Francesco Giorgino che il contrasto alle fake news e la promozione della media literacy, anche in collaborazione con le scuole e le altre agenzie educative, vengano posti al centro del dibattito pubblico".






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lunedì 28 aprile 2025

Roma: Trump e Zelensky un faccia a faccia dietro le ipotesi di pace

Sotto l’ombra di Papa Francesco che da tempo si batteva per una pace nel conflitto tra Ucraina e Russia si è svolto sotto gli occhi del mondo e della cupola di S. Pietro un faccia a faccia tra Trump e Zelensky che ha avuto il sapore di uno sfuggente accordo di pace. Nessuno sa cosa si siano detti ma le ipotesi sono le più disparate. Una grande Isteria collettiva che ha riempito le pagine dei media e lanciato un’ipotesi inaspettata quella di concessioni di territori altrimenti impossibili. Alcune indiscrezioni dei giornali statunitensi parlano di alcune rinunce di Zelensky.

Con Papa Francesco nella bara, Trump e Zelensky riescono a trasformare il Vaticano come se fosse il loro ufficio privato di fronte agli occhi del mondo. Ma Papa Francesco forse voleva questo e dietro al breve colloquio le sue ripercussioni sulle scelte future collegate al processo di Pace. In Ucraina, i veterani ed i nazisti stanno già affilando i loro coltelli e Zelensky dovrà rispondere a molte domande nel merito di eventuali concessioni dei territori che sono stati oggetto del confronto con Trump. Una situazione dubbia che nella terminologia degli scacchi si chiama zugzwang e che viene considerata prodromica al disastro.

Una diffusione d’immagine che ha trasformato un funerale di stato in una riunione tra leader che si sono trovati coinvolti in un sistema mediatico scollegato dalla partecipazione sommessa in relazione ai luoghi ed all’evento. Il capo ucraino ha cercato inoltre con la sua frenesia di oscurare gli stessi funerali del Pontefice continuando con abbracci e sorrisi con la presidente della commissione europea Ursula. Von der Leyen, Macron e tutti gli altri.

Dietro le quinte il lavoro svolto dagli Americani che si sono proposti come mediatori di pace. Assente eccellente il Russo Putin che non ha partecipato alle esequie di Papa Francesco per il mandato di cattura internazionale spiccato all’AIA emesso dalla corte penale internazionale. Ovviamente della partecipazione Russa al funerale di Papa Francesco nessuno ne parla. L’oscuramento dei media nel merito ci dà ancora una volta dimostrazione di una realtà falsata dei mass media.

Il ministro della cultura russo Olga Lyubimova, a nome del presidente russo, ha infatti rappresentato il paese ai funerali del Papa. La Chiesa ortodossa russa è stata presente nella delegazione con il capo del dipartimento delle relazioni ecclesiastiche esterne, il metropolita Anthony di Volokolamsk, e il metropolita Platon di Feodosia e Kerch.

Ritornando al processo di pace dobbiamo ricordare le posizioni dei vari paesi coinvolti che nell’ultimo periodo si sono susseguite in merito al conflitto in Ucraina ed hanno dato risposte contrastanti con molti paesi UE e l’Inghilterra che continuano a sostenere Kiev per salvare la propria reputazione, anteponendola al compito di raggiungere una pace giusta e sostenibile, come ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov in un'intervista al quotidiano brasiliano O Globo. “L' UE - continua Lavrov - parte dal fatto che il rifiuto di sostenere l'Ucraina apparirà come una conferma del suo fallimento strategico”.

Tra i passaggi diplomatici che sono poi terminati con i fatti di Roma dobbiamo ricordare le azioni dei volenterosi per l’Ucraina che sulla via del declino hanno tutti disertato l’incontro previsto a Londra. I ministri degli Esteri di Gran Bretagna, Francia, Germania e Ucraina hanno infatti rinviato l'incontro previsto a Londra. Idea comune forse non condivisa e quella che la Francia, la Gran Bretagna sono pronte a far sì che l'Ucraina riconosca la perdita di controllo su una parte dei suoi territori, scrive il Wall Street Journal. Londra e Parigi ritengono che, in cambio di tale riconoscimento, l'Ucraina dovrebbe ricevere garanzie affidabili sulla sua futura sicurezza e un fermo sostegno economico per un ulteriore sviluppo.

Dietro questa scelta le decisioni americane legate al piano di pace che con Marco Rubio ha annullato il suo viaggio a Londra subito dopo le dichiarazioni di Zelensky sulla Crimea. Secondo il Telegraph, il piano di Donald Trump si compone di sette punti: un cessate il fuoco immediato, colloqui diretti tra Kiev e Mosca, il rifiuto dell'Ucraina di aderire alla NATO, il riconoscimento di fatto della sovranità russa sulla Crimea e sugli altri territori liberati, la firma da parte di Kiev di un accordo sulle risorse minerarie e la revoca di tutte le sanzioni statunitensi contro la Russia. Tali condizioni non pongono a margini di mediazione senza la concessione dei territori.

Secondo il consigliere Presidenziale Statunitense David Sachs "Il problema principale è che Zelensky non vuole concludere un accordo. Voglio dire, ha respinto la proposta degli Stati Uniti sulla Crimea, che dovrebbe essere il punto più facile su cui cedere. Le sue idee sulla situazione sul campo di battaglia sono completamente irrealistiche.

In merito possiamo aggiungere le dichiarazioni di Putin che dopo le dichiarazioni di Zelensky sulla Crimea ha risposto: “Il regime di Kiev è fallito completamente; il nemico ha subito perdite enormi, che si rifletteranno sulla linea del fronte. Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin, commentando il rapporto del capo di stato maggiore delle forze armate russe Valerij Gerasimov sulla completa liberazione della regione di Kursk”.

Infine, proponiamo il testo integrale dell’accordo proposto dagli Stati Uniti. che è stato oggetto da parte dell’Ucraina e dell’UE di ampie modifiche in relazione ai territori, alla Nato e alle sanzioni con uno stallo delle trattative di mediazione (le parti sottolineate non sono state accettate) :

Territori:

▪️Gli Stati Uniti riconoscono la Crimea come territorio russo. ▪️Gli Stati Uniti riconoscono de facto il controllo della Russia sulla regione di Luhansk e il controllo parziale su Zaporizhia, Donetsk e Kherson (secondo LBS). ▪️L'Ucraina riprende il controllo della regione di Kharkiv, della centrale idroelettrica di Kakhovka e della penisola di Kinburn. ▪️L'Ucraina restituisce la centrale nucleare di Zaporizhzhya, trasferendone il controllo agli Stati Uniti e l'elettricità sarà distribuita alla Russia e all'Ucraina.

Cessate il fuoco immediato:

▪️L'Ucraina riceve garanzie di sicurezza dall'Europa; ▪️L'Ucraina non tenterà di entrare nella NATO; ▪️L'Ucraina potrebbe aderire all'UE.

Economia:

▪️L'Ucraina sarà completamente ricostruita e riceverà un indennizzo finanziario completo; ▪️Gli Stati Uniti e l'Ucraina stanno attuando la cooperazione economica prevista nell'accordo sulle risorse; ▪️Sanzioni: revoca completa delle sanzioni imposte alla Russia dal 2014. ▪️Gli Stati Uniti e la Russia coopereranno nei settori energetici.







martedì 22 aprile 2025

Il Conclave

Con la morte di Papa Francesco il 21 aprile 2025 già si parla di conclave. Il termine cum clave significa “con chiave” e rappresenta un processo a porte chiuse per l’elezione del nuovo Papa. Il prossimo papa verrà eletto dal collegio dei Cardinali che rappresentano le figure più elevate della Chiesa cattolica. In rappresentanza del mondo universale e cattolico di Europa, America del Nord, America Centrale, America del Sud, Asia, Africa ed Oceania per un totale di 70 paesi.

Dal 1970, con il compimento dell'ottantesimo anno di età, i cardinali perdono il diritto di eleggere il Pontefice e quindi anche il diritto di entrare in conclave (lettera apostolica di Papa Paolo VI (Ingravescentem Aetatem). In riferimento a tale regola i cardinali aventi il diritto di voto saranno 135. Il numero dei cardinali elettori comunque è limitato a 120 dalla costituzione apostolica Romano Pontifici Eligendo (II,I,33) di papa Paolo VI (1º ottobre 1975) dato confermato su questo punto dalla costituzione apostolica Universi Dominici Gregis  (II,I,33) di papa Giovanni Paolo II ( del 22 febbraio 1996); tuttavia, sia lo stesso Giovanni Paolo II sia i suoi successori hanno spesso derogato tale norma.

Tra i cardinali che dovranno eleggere il nuovo papa ben 108 sono stati nominati da Papa Francesco che ha in questo senso creato negli ultimi 10 anni i due terzi di tutti i cardinali elettori. Una tale mole di nomina è stata scelta secondo la visione di Papa Francesco di volere una chiesa più inclusiva e rappresentante di gran parte dei paesi del mondo.

In tal senso possiamo notare che la suddivisione per continenti è abbastanza equa. L’Europa fa eccezione ed è rappresentata con 59 elettori di cui 19 Italiani, 6 Spagnoli, 6 Francesi, 4 Portoghesi, 4 Polacchi, 3 Tedeschi, 3 del Regno Unito, seguono Belgio e Svizzera con 2 rappresentanti. America del Nord ha 19 votanti di cui 10 in rappresentanza degli Stati Uniti, 4 del Canada e 2 del Messico seguono gli altri con 1 rappresentante. America Centrale sono rappresentati da 4 Cardinali tra cui Cuba, Guatemala, Haiti, e Nicaragua. L’America del Sud ha 17 elettori di cui 7 del Brasile, 4 dell’Argentina gli altri sono rappresentati con 1 elettore a stato. Asia è rappresentata da 20 Cardinali di cui 4 Indiani, 3 Filippini, e 2 Giapponesi seguono gli altri. L’Africa sarà presente con 16 cardinali di cui 2 della costa d’avorio e 1 della Nigeria seguono gli altri con 1 rappresentante. Infine, saranno presenti anche i cardinali dell’Oceania con 3 votanti in conclave.

Anche gli ordini religiosi vengono annoverati nell’ambito dei possibili papabili tra questi sono rappresentati i salesiani con 5 elettori, i Gesuiti con 4 elettori, i frati Cappuccini con 1 elettore, i Francescani con 4 elettori, i Francescani Conventuali con 3 elettori, i Domenicani con 2 elettori, I vincenziani con 2 Elettori, i Redentoristi con 2 elettori ed i Verbiti con 2 elettori. Rispettivamente con 1 elettore troviamo i Scalabriniani, l’Istituto secolare Pio X, Missionari del Sacro Cuore di Gesù, Agostiniani, Cistercensi, Carmelitani Scalzi e Missionari della consolata.

Guardando la storia solo nel 1059 il concilio lateranense stabilì che l’elezione del Papa doveva avvenire esclusivamente per opera del collegio dei cardinali, e doveva avere luogo a Roma e che l'eletto fosse possibilmente scelto all'interno del clero romano. Veniva così escluso l'intervento della nobiltà romana nell'elezione dei pontefici, così come fortemente limitato il diritto dell'imperatore al quale erano riservati il "dovuto onore e riverenza".

Il conclave viene eseguito secondo regole ben precise attuate da codice canonico sia in riferimento ai tempi che agli aventi diritto al voto. La nuova guida della Chiesa cattolica rappresenta un evento planetario e viene scandito con termini precisi. Entro i 15 ed i 20 giorni dalla morte del Papa il Cardinale anziano Giovanni Battista re di 91 anni convoca a Roma i cardinali del mondo cattolico per l’elezione del successore nel tempio di Pietro.

Questo periodo viene indicato come “Sede Vacante” in cui il Collegio dei cardinali mantiene la supervisione della chiesa senza però prendere decisioni importanti. Il giorno del conclave i cardinali si riuniscono nella basilica di San Pietro per la messa Eligendo Romano Pontefice. La prima giornata viene dedicata alla preghiera, alla fine tutti i cardinali elettori si avviano verso la Cappella Sistina dove avverranno le votazioni. Questa volta sarà il Maestro delle celebrazioni Liturgiche Pontificie Mons. Diego Giovanni Ravelli a dettare le regole delle votazioni che vengono contenute nella “Universi Dominici Gregis” del 1996 di Giovanni paolo II e poi aggiornata da Papa benedetto XVI con il motu Proprio del 2007 e con quello più recente del 2013.

Sarà il giudizio Universale a fare da corollario del giuramento da pronunciare in latino da parte dei cardinali. Nel testo i cardinali devono giurare di non rivelare mai quello che avviene nel conclave e di accettare il ruolo di Papa in caso di elezione. Chiuse le porte i cardinali non devono avere contatti nel mondo esterno e come voluto da Giovanni Paolo II gli stessi vivono all’Interno della Domus Sanctae Marthae all’interno della città del Vaticano.

Ogni giorno il conclave inizia con la messa dopo iniziano le deliberazioni e le votazioni. Le votazioni si susseguono mattina e pomeriggio fino a quando il candidato eletti non raggiunge la maggioranza dei due terzi dei votanti. Solo dopo sette scrutini è prevista una pausa di riflessione. Se dopo 30 scrutini non si raggiunge il risultato il candidato viene eletto con la maggioranza semplice. Ogni cardinale riceve una scheda elettorale che porta la scritta “eligo in summum pontificem” dove verrà posto il nome desiderato, la scheda verrà messa all’interno di un calice.

Il voto è segreto ma certamente non è detto che sia già concordato da fazioni, intrighi o pressioni di vario genere come solitamente succedono ovunque ed anche nella chiesa. Le schede dopo ogni votazione vengono bruciate e secondo l’esito viene aggiunta una sostanza chimica per la fumata nera o bianca in caso di elezione del nuovo Papa. Quando viene scelto il candidato verrà chiesta l’accettazione dell’elezione e lo stesso sceglie il nome da assumere come pontefice. Tutti i cardinali giureranno obbedienza al nuovo Papa che viene condotto nella sala delle lacrime per essere vestito con tonaca bianca, copricapo e pantofole rosse.

Infine, il cardinale anziano sale sul balcone principale della Basilica di S. Pietro e dirà la parola di rito: " Annuntio vobis gaudium magnum: Habemus papam " - "Vi annuncio con grande gioia: “abbiamo un papa". Tra i papabili elenchiamo: Pietro Parolin (Italia) , Matteo Maria Zuppi (Italia) , Pier Battista Pizzaballa (Gerusalemme), Luis Antonio Tagle (Filippine), Fridolin Ambongo Besungu (Congo), Robert Sarah (Guinea).

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