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sabato 14 settembre 2024

Guerra Russia - Ucraina: Missili a Lungo raggio un’autorizzazione pericolosa per l’allargamento della guerra in Europa.

Le parti in gioco nel conflitto cercano di impegnarsi al massimo per evitare che la Russia vinca il conflitto. Una situazione molto esplosiva che certamente parte dai partner nato Britannici, Francesi e Tedeschi ma sembra che stia influenzando anche gli Stati Uniti.

L’ultimo dibattito TV tra i due contendenti alla Casa Bianca alle elezioni del 05 novembre 2024 ha posto chiarezza sulle posizioni USA dei Democratici: La stessa Kamala Harris ha detto chiaramente: “Non permetteremo mai che Putin si vada a sedere a Kiev”, una road map di continuità netta di Guerra con l’amministrazione Biden.

Un contrappeso importante per il maggior azionista della Nato che ha scelto la guerra come atto dovuto per la campagna elettorale delle presidenziali americane. Dall’altro lato il perdente Trump perdente dell’incontro di martedì a Philadelphia ha le idee chiare sulla guerra e dice: “che se lui fosse stato presidente la Russia non avrebbe invaso l’Ucraina”. Un concetto chiaro che non allarma le politiche di Guerra di alcuni paesi Europei ha adottato.

Una questione chiave è l’autorizzazione a Kiev ad utilizzare i missili Atacms per colpire in profondità sul territorio russo. Lo sostiene il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, secondo cui la risposta di Mosca sarà “appropriata”. A buttare acqua sul fuoco la visita di Blinken e del ministro degli esteri britannico a Kiev.

Gli Usa sono disposti a colpire in territorio russo? L’Ucraina, infatti, ha già fornito agli Stati Uniti un elenco di obiettivi in ​​Russia che vuole colpire con i missili ATACMS" (vedi mappa), ma gli Stati Uniti si sono rifiutati ammettendo che ha pochi di questi missili da fornire e quelli già forniti all’ucraina sono finiti l’ultimo è stato abbattuto a Sebastopoli. La soluzione arriva dalle armi europee ed in special modo del Regno Unito e della Francia.

Secondo quanto si legge nella testata Times gli americani non intendono permettere a Kiev di utilizzare i missili americani ATACMS per attacchi in profondità sul territorio russo, temendo un ulteriore escalation e la reazione russa con armi atomiche favorendo però l’uso dei razzi inglesi Storm Shadow (560 Km) e i Francesi Scalp.

Le dichiarazioni del segretario per gli affari esteri della Gran Bretagna David Lemmy sono preoccupanti in merito in quanto vuole convincere gli Americani a fornire le armi di cui ha bisogno per “vincere” all’Ucraina senza considerare la risposta Russa. Il rappresentante permanente Russo all’ONU ha detto chiaramente che la Nato vuole iniziare una "Guerra diretta con la Russia" se daranno con il via libera all'uso di armi a lungo raggio a Kiev. In Russia già si parla di guerra con la Nato e di utilizzare armi nucleari per la difesa del territorio.

La Russia, infatti, inizierà i test nucleari per la prima volta dal 1990 in risposta al permesso all’ Ucraina di utilizzare missili occidentali a lungo raggio per colpire il territorio russo, (fonte Reuters). La pubblicazione afferma che la Russia potrebbe far esplodere un’arma nucleare tattica “da qualche parte nell’est del paese”, per dimostrare cosa si intende con la frase “prima o poi ricorreremo alle armi nucleari”.

Un conflitto a cadenza nucleare è una decisione difficile ma la testardaggine di una ipotetica vittoria sulla Russia potrà portare ad una distruzione del vecchio continente per colpa di chi? Credo che non possiamo permetterci tutto questo per la nostra esistenza come stato Italiano e non possiamo cadere nel tranello di una guerra che non è la nostra.

venerdì 13 settembre 2024

CANAPA: COLDIRETTI, LA CAMERA AFFOSSA LA SOPRAVVIVENZA DEL SETTORE

CANAPA: COLDIRETTI, LA CAMERA AFFOSSA LA SOPRAVVIVENZA DEL SETTORE

 

L'approvazione della norma sulla cannabis light, contenuta nell'articolo 18 del ddl sicurezza, da parte dell'Aula della Camera, rappresenta per Coldiretti la conferma che non si vogliono ascoltare le richieste di un intero comparto che ora rischia letteralmente di sparire. Coldiretti dopo le parole si era anche costituita in giudizio contro una norma appena ieri contraddetta da una pronuncia del Tar del Lazio sull'uso del cannabidiolo. Un'opposizione a difesa delle aziende che in questi anni hanno investito in questo settore e che ora che si vede la cannabis light equiparata a quella non light, rischiano di perdere quanto costruito in questi anni.

L'approvazione che arriva dalla Camera, danneggia pesantemente le aziende agricole, visto che tra le modifiche introdotte, in particolare, c'è quella del divieto di importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna delle infiorescenze della canapa (Cannabis sativa L.), anche in forma semilavorata, essiccata o triturata, nonché di prodotti contenenti tali infiorescenze, compresi gli estratti, le resine e gli olii da esse derivati. Coldiretti ricorda che di fatto l'infiorescenza della canapa rappresenta una parte fondamentale del valore aggiunto della pianta, e vietarne la raccolta e l'essicazione rischia di far crollare un intero settore dove sono impegnati tanti giovani agricoltori. Coldiretti aveva espresso più volte la necessità di tutele per gli agricoltori che producono canapa in piena legalità, come pure riconosciuto dalla normativa europea, anche per rispondere a mercati come quelli della nutriceutica, della cosmetica, dell'industria o dell'arredo.

La nostra speranza e quella delle migliaia di coltivatori agricoli di canapa è quella che ci possa essere un necessario ravvedimento al Senato.

 



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giovedì 12 settembre 2024

Canapa: Cia, ok Camera non ferma battaglia. Misura ingiusta in Ddl Sicurezza

Canapa: Cia, ok Camera non ferma battaglia. Misura ingiusta in Ddl Sicurezza 

 

Avanti lavoro per esito diverso al Senato. Tutelare filiera ed evitare ad agricoltori costosi ricorsi in sede giuridica

 

Roma, 12 set – Non si ferma l'accanimento verso la canapa industriale italiana. Oggi la Camera ha approvato, con 157 sì e 109 no, l'articolo 18 del Ddl Sicurezza che, di fatto, alla fine del percorso legislativo, renderà illegale la coltivazione, la lavorazione e la vendita delle infiorescenze della canapa e dei suoi derivati. Lo dichiara Cia-Agricoltori Italiani, ribadendo ancora una volta che si tratta di un intervento puramente ideologico, che rischia di annientare una filiera ad alto valore aggiunto guidata da giovani.

"Non gettiamo la spugna. L'iter non è finito -spiega il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini- e continueremo a lavorare con i parlamentari e con tutte le associazioni per un esito differente al Senato. È inaccettabile e ingiusto bloccare in questo modo una delle filiere di eccellenza del Made in Italy agroindustriale, che già oggi vale 500 milioni di fatturato annuo e conta più di 10 mila posti di lavoro in tutta Italia, vantando un enorme potenziale produttivo tra cosmesi, erboristeria, bioedilizia, florovivaismo, tessile, tutti settori che non c'entrano nulla con il mercato delle sostanze stupefacenti".

Piuttosto "c'è bisogno di intraprendere un confronto approfondito con gli operatori del settore, partendo dalla convocazione del Tavolo di filiera dedicato presso il Ministero dell'Agricoltura, per garantire finalmente un quadro normativo chiaro ed equo -continua Fini-. Se il provvedimento non verrà stoppato, infatti, non solo chiuderanno migliaia di imprese con effetti diretti anche sull'export, in un mercato che vale più di 2 miliardi solo in Europa, ma gli agricoltori, di concerto con gli altri segmenti della filiera, saranno costretti a faticosi e costosi ricorsi in sede giuridica, pur di vedersi riconosciuti diritti previsti dalle normative comunitarie". Basti pensare alla sentenza del Tar del Lazio, che proprio ieri ha sospeso il decreto del Ministero della Salute che inseriva le composizioni orali contenenti cannabidiolo (CBD) nella tabella delle sostanze stupefacenti.    

 



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Canapa, Confagricoltura Bologna: Ritirare l’emendamento al DDL Sicurezza. A rischio aziende, lavoratori e investimenti

CANAPA, CONFAGRICOLTURA BOLOGNA: "RITIRARE L'EMENDAMENTO AL DDL SICUREZZA. A RISCHIO AZIENDE, LAVORATORI E INVESTIMENTI".
 
(Bologna, 12 settembre) "La richiesta di Confagricoltura al governo italiano è chiara: ritirare l'emendamento al Ddl Sicurezza approvato lo scorso 31 luglio, che rende illegali le infiorescenze della canapa industriale e i suoi derivati. Si tratta di un provvedimento che mette seriamente a rischio la filiera alimentare (semi e proteine), oltre a quella tessile e edile legata alla coltivazione della canapa sativa industriale. Stiamo parlando di numerose aziende che potrebbero chiudere e di molti posti di lavoro che verrebbero persi."
 
È questo il commento di Davide Venturi, presidente di Confagricoltura Bologna, in merito all'entrata in vigore dell'emendamento presente nel ddl Sicurezza, che comporterebbe l'inserimento della canapa sativa nell'ambito di applicazione della legge 309 del 1990 (Testo Unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e delle sostanze psicotrope).
 
Su questa decisione del governo sono stati sollevati forti dubbi da parte di Confagricoltura, considerando che le sementi utilizzate sono certificate a livello europeo e scientificamente prive di qualsiasi effetto stupefacente. La stessa Food Standards Agency (FSA) ha inoltre classificato lo scorso luglio il cannabinoide presente in queste coltivazioni come sicuro e idoneo a essere incluso tra gli alimenti.
 
"La coltivazione della canapa, che si trova ora nel momento cruciale della campagna, ha visto un numero crescente di agricoltori sotto i 40 anni investire ingenti risorse in questo settore, creando un fenomeno che non si vedeva da tempo. A livello nazionale, oltre il 65% di queste aziende agricole è gestito da giovani agricoltori, con una percentuale significativa di donne. Inutile dire cosa accadrebbe se l'emendamento venisse confermato dal governo."
 
Un esempio dello scenario di quello che potrebbe succedere lo racconta Alessandro Zambonelli, imprenditore agricolo e titolare dell'omonima Società Agricola Zambonelli a Castel Maggiore che, oltre alla canapa, si occupa anche di colture estensive di pianura.
 
"Quando nel 2016 abbiamo iniziato a sviluppare questa coltivazione, abbiamo di fatto creato un nuovo ramo aziendale: abbiamo ampliato la struttura, assunto personale che è poi diventato fisso e preso impegni finanziari con le banche, considerando l'alto investimento iniziale" spiega Zambonelli. "Se da un giorno all'altro tutto questo diventasse illegale, per un imprenditore agricolo sarebbe molto difficile trovare le risorse economiche per andare avanti. La campagna è attualmente in corso e interromperla in questo modo comporterebbe la perdita dell'intero raccolto di quest'anno, su cui abbiamo investito moltissimo. Le strutture costruite risultano inconvertibili, i macchinari e le ristrutturazioni effettuate non sarebbero sostenibili con altre tipologie di colture. La preoccupazione, così come la frustrazione, è altissima in questo momento."
 
Per Confagricoltura Bologna è ora fondamentale che tutte le parti interessate si riuniscano attorno a un tavolo di lavoro per aiutare il settore, affinché "ci sia pieno sostegno agli imprenditori agricoli che, ancora una volta - spiega il presidente Venturi - rischiano di essere penalizzati da decisioni che non tengono conto delle evidenze scientifiche, giuridiche ed economiche."




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domenica 8 settembre 2024

Cannabinoidi, la sindrome del Super Io

La nostra società è cambiata in riferimento all’uso delle droghe ed oggi ci troviamo di fronte ad un vero problema di salute pubblica e di azioni e comportamenti anomali all’interno della nostra società. Il nostro cervello ha delle funzioni di controllo delle situazioni di rabbia e delle reazioni violente che si accumulano nel corso della nostra vita attraverso informazioni e comportamenti.

Nel 2021 secondo OMS, il 5,8% della popolazione mondiale - pari a 296 milioni di persone - ha fatto uso di stupefacenti, con un aumento di circa il 23% rispetto a 10 anni prima. Sono circa 500 mila, invece, le persone decedute per overdose o altre ragioni riconducibili all'uso di droga. Questi alcuni dei dati contenuti nel 'World Drug Report 2023' pubblicato oggi dall'Office on Drugs and Crime dell’Onu in occasione della Giornata internazionale contro l'abuso e il traffico di droga.

Tra le droghe usate troviamo la cannabis è la droga più usata, con una stima di 219 milioni di consumatori (4,3% della popolazione adulta globale) nel 2021. Sono 36 milioni le persone che fanno uso di anfetamine, 22 milioni di cocaina e 20 milioni quelli che fanno uso di sostanza sintetiche 'del tipo ecstasy', afferma il rapporto.

Secondo il rapporto, nel 2021, 39,5 milioni di persone in tutto il mondo era affetto da dipendenza da droghe. Sono in crescita i decessi correlati alla droga che, nel 2019, hanno toccato quota mezzo milione, il 17,5% in più rispetto al 2009. Gran parte dei decessi sono dovuti a collaterali di malattie di fegato mentre altre a semplice overdose.

Ma il dato preoccupante che nel 2021 il 5,3% dei giovani di 15-16 anni in tutto il mondo (13,5 milioni) aveva fatto uso di cannabis. Un processo quello dell’uso facilitato di cannabinoidi che colpisce il cervello degli adolescenti con veri effetti negativi a lungo termine. In Europa l’uso è del 12% ed il consumo maggiore è proprio fra i giovani che associano alla cannabis delle sostanze psicoattive. In Europa di questi giovani solo il 4,4% è in trattamento.

In Italia con legge del 2 dicembre 2016 n.42 si è voluta legalizzare la vendita di Cannabis Sativa che ha una concentrazione inferiore al 02% di THC. Il legislatore nel suo buonismo però non ha considerato l’effetto dipendenza che nella normalità permette il passaggio a cannabinoidi più pesanti per raggiugere gli effetti desiderati come quelli della Gorilla Glue, per un inizio di un percorso a maggiore soddisfazione personale.

La differenza è naturalmente collegata al contenuto di DHC che in dosaggio 0,2% di TCH non altera le attività motorie e sensoriali mentre la seconda è uno stupefacente a tutti gli effetti con manifestazioni psicotrope che fanno perdere l’aderenza alla realtà. In tal senso si acquisisce la sindrome del super -io capace di comandare il mondo ma anche tutti i comportamenti correlati vedi la velocità in auto non percepita o la sedazione del pericolo in quanto non reale, ma possiamo anche parlare di azioni violente paranoidi quando con molta franchezza non ci si accorge che stiamo uccidendo una persona.

Molte malattie psichiatriche tra cui la depressione e la schizofrenia possono crearsi proprio dall’uso eccessivo di cannabinoidi ad alto contenuto di THC. Il consumo di cannabis è stato infatti associato ad un aumento del rischio di insorgenza di disturbi psichiatrici. In uno studio longitudinale condotto in Svezia su 50.465 maschi svedesi, ad un follow up condotto dopo 15 anni, si è rilevato che coloro che avevano cominciato a consumare cannabis a 18 anni avevano una probabilità due volte e mezzo maggiore, rispetto ai non consumatori, di essere diagnosticati schizofrenici (Andreasson et al., 1987).

Addentrandoci nelle Neuroscienze dobbiamo valutare le varie tipologie di cervello che interagiscono con le nostre azioni e comportamenti e da cosa possono essere influenzati. Partiamo dal Cervello rettiliano caratterizzato dal Cut – Off istinto - reazione senza passare per il cervello limbico di evoluzione che caratterizzante la socialità e le emozioni, mentre la neuro corteccia che rappresenta il terzo cervello legato alle emozioni ed alla coscienza nei processi di tossicità viene alterato.

I Cannabinoidi possono fungere da promotori della neurogenesi, riducendo potenzialmente il danno alle funzioni cognitive causato da età, malattia e traumi. Infine, si può influenzare l'apoptosi, ossia la morte cellulare programmata. In questo caso il tempo e l’uso cronico fanno la sua parte. Il paziente diventa antisociale conosce il significato giuridico delle azioni che ha commesso ma non il significato morale, la capacità di provare pentimento per i comportamenti agiti è sostanzialmente alterata da un Super-io danneggiato.

Usare la marijuana anche solo una o due volte alla settimana basta provocare alterazioni significative a livello cerebrale, in particolare del nucleo accumbense dell’amigdala, due regioni coinvolte nella gestione delle emozioni e della spinta motivazionale.

Lo studio - frutto della collaborazione fra ricercatori della Northwestern University, del Massachusetts General Hospital e della Harvard Medical School, e pubblicato su “The Journal of Neuroscience” - ha valutato con tecniche di brain imaging la forma, il volume e la densità delle strutture cerebrali di venti soggetti che non facevano uso della sostanza o ne avevano fatto un uso assolutamente sporadico, e di 20 soggetti che ne facevano un uso occasionale ma con una frequenza di almeno una o due volte alla settimana. Prima dell'inizio degli esami, questi ultimi sono stati sottoposti a un controllo psichiatrico, per garantire l'assenza di uno stato di dipendenza. I soggetti erano tutti studenti di età compresa tra i 18 e i 25 anni.

In pratica l’uso di cannabinoidi attua un processo di contro bilanciamento delle normali azioni di vita come il sesso, l’interazione sociale l’attività comportamentale, dovuti ad un minore rilascio di dopamina (ricompensa) rispetto all’uso di cannabinoidi. Tra gli effetti comportamentali importanti ricordiamo quelli potenzialmente rischiosi per sé stessi e per gli altri, provocati principalmente da stati di ansia e euforia che possono variare a seconda della quantità della sostanza assunta e dallo stato psicofisico della persona. Cefalee improvvise dovute al cortisolo, manie, allucinazioni, disturbi deliranti di persecuzione, schizofrenie paranoidi. Ricordiamo che anche l’uso occasionale può determinare crisi di panico o di pericolo, disturbi depressivi, disturbi bipolari.

Uno dei segnali che occorre valutare sempre è il comportamento legato al Super-Io, il soggetto diventa la centralità all’interno di un mondo parallelo dove lui e la cannabis sono è il gestore principale. In questi casi è molto importante l’aiuto che i Sert territoriali possono dare al soggetto ed alle stesse famiglie che hanno l’obbligo di chiedere aiuto per non trovarsi in situazioni critiche e pericolose per tutti.

venerdì 6 settembre 2024

CASTELLABATE E LA LEGGENDA DEL MUNACIELLO

CASTELLABATE - La storia dei borghi medievali e delle loro frazioni sono costellate spesso da narrazioni fantastiche spesso tramandate dagli avi che sotto forma di racconti venivano utilizzate per addormentare come delle ninne nanna i bambini di una volta , un po’ come le favole di oggi . Tra esse troviamo la ormai storica e leggendaria figura del “ Munaciello” la stessa che con forme e tipicità diverse poi ritroviamo anche in altre aree delle vaste province italiane del sud Italia . Anche Castellabate non si è sottratta a questa “fantastica figura” . Ma cosa c’è vi vero e da dove nasce !? Facciamo ora un sunto di questa storia . 


Nell'onomastica cilentana, è confinato in due varianti: monaciello e munacieddo. In altre realtà, invece, sfuma fino a raggiungere folletti e gnomi, personaggi che in nessun modo appartengono alla tradizione cilentana. Al massimo diventa uno 'spiritiello. Sulla scia dell'origine napoletana però, potrebbe avere una sua paternità leggendaria anche nel Cilento. Qui, però, la contestualizzazione è sicuramente diversa. Si passa dall'ambiente cittadino a quello decisamente più bucolico. Di conseguenza, essendo il Cilento terra a vocazione soprattutto agricola, è facile intuire come la leggenda si sia fortificata ed abbia gettato le basi proprio in questi scenari. Tuttavia le azioni si consumano generalmente tra le mura domestiche. 


Al di là della reale origine, qual è il significato di questa figura ormai mitologica? Difficile dare una risposta. Secondo le interpretazioni popolari, vi è un contrasto fra il bene e il male. O forse è il bene visto in una chiave dai risvolti atavici che a noi risulta di difficile comprensione. Per tentare di porre una qualche soluzione al mistero del munacieddo, facciamo ricorso ad alcuni episodi.

Probabilmente non raggiungeremo la giusta soluzione ma riusciremo ad alimentare la curiosità anche dei più scettici. È certo invece che il munacieddo prediliga, come anticipato, gli ambienti domestici ma non disdegna l'aia e i campi. A questo punto bisogna capire il perché dei suoi dispetti che risuonano come vere e proprie malfatte. Mistero e magia si intrecciano. Nel momento in cui si assecondano le sue richieste, l'uomo non subirà alcun torto. Viceversa farà i conti con le sue burlesche vendette.


Marco Nicoletti 

@castellabatelive24 / Pagina Facebook 2024 

 

giovedì 5 settembre 2024

OMS: la fisioterapia è essenziale nel mal di schiena




















Giornata mondiale fisioterapia 2024, Aifi:
La fisioterapia è essenziale nel mal di schiena
Oms: Mal di schiena prima causa di disabilità nel mondo, efficacia fisioterapia confermata da linee guida internazionali
 
 
 
Roma - 'Ci sono momenti in cui qualcosa si blocca, ci sono momenti in cui anche il mondo di alcune persone è fermo: la fisioterapia ti aiuta a rimetterlo in movimento, la fisioterapia ti rende libero di vivere la tua vita'. È il video emozionale
(https://www.youtube.com/watch?v=AD-uMV-Ui4s) con cui l'Associazione Italiana di Fisioterapia (AIFI) da alcuni anni rappresenta il suo voler essere costantemente a fianco dei cittadini con il proprio contributo di società scientifica per potenziare sempre più le risposte ai loro problemi di salute. E tra questi problemi di salute c'è anche il mal di schiena, che in gergo tecnico viene definita 'lombalgia' e in inglese 'Low back pain' (LBP), quest'anno tema scelto dalla World Physiotherapy per celebrare la Giornata Mondiale della Fisioterapia 2024, che ricorre domenica prossima 8 settembre.
 
 
LA LOMBALGIA PRIMA CAUSA DI DISABILITÀ SECONDO L'OMS
Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, il mal di schiena è la principale causa di disabilità a livello globale. Da un'analisi condotta nel 2020, circa 1 persona su 13, pari a 619 milioni di persone nel mondo, ha sperimentato nel corso dell'anno un dolore lombare, con un aumento del 60% rispetto al 1990. L'Oms prevede inoltre che entro il 2050 i casi di mal di schiena aumenteranno fino a 843 milioni complessivamente.
 
'Il mal di schiena- spiega il presidente del Gruppo di Terapia Manuale e Fisioterapia Muscoloscheletrica (GTM) di AIFI, Mattia Bisconti- è un sintomo che colpisce le persone nella zona che va dalle ultime costole alla regione glutea con, o senza, dolore riferito in uno o entrambi gli arti inferiori, che dura per almeno un giorno. È un sintomo che molto spesso si associa a dolore, rigidità, riduzione della quantità e della qualità dei movimenti e della velocità con cui questi vengono eseguiti. Di conseguenza può influenzare la possibilità della persona di svolgere le normali attività della vita quotidiana, quelle professionali e quelle ludico-ricreative, impattando, nei casi di dolore persistente e recidivante, in modo importante sulla qualità di vita'.
 
La World Physiotherapy ricorda che il mal di schiena può colpire a qualsiasi età, che il 90% dei mal di schiena è 'non-specifico', ovvero che nella maggior parte dei casi è causato da una combinazione di fattori e non da una ragione specifica. Anche i migliori approfondimenti radiologici, come una radiografia o una risonanza magnetica, non sono in grado di identificare una causa certa per la maggior parte dei mal di schiena persistenti.
 
Sul mal di schiena ci sono intanto numerosi falsi miti da sfatare. Il presidente del GTM di AIFI, Mattia Bisconti, tiene a precisare che 'il riposo a letto è caldamente sconsigliato se non nelle prime 24-48 ore al massimo, dall'insorgenza del dolore lombare. Bisogna invece iniziare nuovamente a muoversi il prima possibile anche tornando al lavoro, e mantenere uno stile di vita attivo, a meno che il dolore non perduri e i sintomi peggiorino. In questo caso- conclude- il medico di medicina generale o uno specialista valuteranno il percorso più opportuno'.
 
Sulle pagine della World Physiotherapy fa bella mostra un altro falso mito: 'Gli analgesici forti aiuteranno la mia schiena a sentirsi meglio prima'. 'La realtà- si legge- è che gli analgesici non accelereranno il recupero. Gli analgesici semplici, come l'ibuprofene, dovrebbero essere usati solo insieme ad altre misure, come l'esercizio fisico, e anche in questo caso solo per un breve periodo di tempo'.
 
Un altro mito da sfatare recita invece questo: 'Devo stare dritto perché la mia cattiva postura sta causando il mio mal di schiena'. In realtà, sottolinea la World Physiotherapy, 'non esiste una postura perfetta. Avere una varietà di posture durante il giorno è ottimale per la schiena. Dovrebbero farti sentire a tuo agio e rilassato. Le differenze di postura tra individui sono naturali e fanno parte della vita'.
 
 
IL RUOLO DELLA FISIOTERAPIA NEL MAL DI SCHIENA
Per il mal di schiena si può fare ricorso al consulto del fisioterapista e la fisioterapia può essere una strategia di primo approccio conservativo per il trattamento di questo sintomo. 'La fisioterapia- prosegue Bisconti- si occupa di restituire il movimento alla schiena, e può essere davvero la prima strategia per recuperare il movimento. Tra quelle più consigliate vi sono l'esercizio terapeutico e l'educazione al movimento, una strategia a cui si fa ricorso per ridurre i livelli di apprensione, la paura eccessiva e irrazionale del movimento (kinesiofobia) ed in generale tutte le manifestazioni psico-emotive che possono portare alla cronicizzazione del mal di schiena. Il fisioterapista può essere dunque il professionista sanitario di primo contatto che aiuta a capire perché si ha mal di schiena, come curarlo, come prevenire episodi futuri e recuperare qualità del movimento, attraverso esercizi terapeutici di flessibilità, forza e resistenza'.
 
Tutto questo in stretta relazione con il medico di riferimento della persona, in una relazione dinamica e innovativa, che potrebbe avere importanti ricadute per i cittadini e per i sistemi sanitari.
 
Alcuni mesi fa l'Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato le sue prime linee guida sulla gestione della lombalgia in contesto di assistenza primaria e comunitaria. 'Le linee guida internazionali sul mal di schiena diffuse dall'Oms nel dicembre scorso- commenta il presidente dell'Associazione Italiana di Fisioterapia (AIFI), Simone Cecchetto- prevedono tra gli interventi con più alte prove di efficacia molte strategie proprie della Fisioterapia, come l'esercizio terapeutico, le terapie manuali e l'educazione terapeutica. Unitamente a questo, la Fisioterapia ha sviluppato una serie di competenze per la fenotipizzazione delle persone con mal di schiena, attraverso una accurata valutazione funzionale delle problematiche sensomotorie, psicoemotive e psicosociali. Spesso però tali competenze non vengono adeguatamente valorizzate, spingendo i cittadini a fare lo slalom in percorsi complicati che non consentono, ad esempio, ai medici di medicina generale un invio diretto alla fisioterapia per un approfondimento valutativo, o per l'adozione nel giusto momento del percorso delle più efficaci strategie di risoluzione del problema del paziente, come l'esercizio terapeutico, le terapie manuali e l'educazione terapeutica'.
 
'La valorizzazione del ruolo della Fisioterapia- prosegue Cecchetto- già in un contesto di assistenza primaria, la cosiddetta 'primary care', in relazione diretta con il medico di medicina generale, all'interno di nuovi modelli di integrazione funzionale con i diversi specialisti potenzialmente coinvolgibili nei percorsi, come fisiatri, reumatologi, ortopedici, neurochirurghi e psicologi, può contribuire a dare risposte più veloci ed efficienti ai cittadini, oltre a ridurre i costi sanitari e sociali, come peraltro già dimostrato da diversi studi'.
 
Recentemente il bisogno di ricevere risposte a quesiti, anche relativi alla propria condizione di salute, ha ricevuto importanti contributi dalla diffusione massiva di tecnologie come l'intelligenza artificiale (AI) generativa basata sulla processazione del linguaggio naturale (natural language processing, NLP) umano. 'Recenti studi- commenta il vicepresidente di AIFI, Andrea Turolla- anche con contributi importanti da parte dei fisioterapisti ricercatori italiani, hanno investigato l'accuratezza delle più note AI generative nel dare raccomandazioni sulla gestione del mal di schiena, confrontandole con le migliori linee guida di pratica clinica internazionale sul mal di schiena sviluppate da esperti. I risultati hanno dimostrato come solo nel 30% dei casi le AI diano raccomandazioni concordi con quelle delle migliori evidenze scientifiche, esponendo quindi il cittadino al rischio di adottare comportamenti sbagliati, quindi aumentando il rischio che il mal di schiena invece di risolversi, diventi cronico'.
 
Tali risultati confermano l'importanza di rivolgersi a professionisti qualificati non appena insorga il problema, come il fisioterapista quale figura in grado di prendere in carico individualmente il problema di mal di schiena, con la migliore efficacia ed efficienza per il singolo cittadino.
 
LE ATTIVITÀ DI AIFI IN PROGRAMMA PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA FISIOTERAPIA 2024
In occasione della Giornata Mondiale della Fisioterapia 2024, AIFI organizza una conferenza stampa in streaming dedicata proprio al mal di schiena e al ruolo della fisioterapia nella sua gestione e prevenzione nelle varie fasi della vita, con il coinvolgimento di esperti di alcuni Gruppi di Interesse Specialistico di AIFI. L'evento on line è in programma venerdì 6 settembre, dalle 11.00 alle 12.00. Durante la conferenza stampa verranno presentati i materiali divulgativi e le infografiche sul mal di schiena redatti dalla World Physiotherapy la cui traduzione in italiano (disponibile a questo indirizzo
https://aifi.net/world-physio-day-2024-online-le-traduzioni-italia
ne-a-cura-di-aifi) è stata condotta da referenti regionali del Gruppo d'Interesse Specialistico Terapia Manuale e fisioterapia muscolo scheletrica (GTM), Matteo Cioeta, Filippo Lionetto, Lorenzo Vannucci, Vito D'Augenti, Michele Marelli e Clemente d'Angelo, revisionata dal direttivo GTM e guidata dal responsabile relazioni internazionali di AIFI, Michele Cannone.
 
'Gli strumenti disponibili per il download vedono l'utilizzo del simbolo fonetico Schwa- sottolinea Mattia Bisconti. L'uso della schwa nella lingua italiana mira a promuovere l'inclusività, evitando il genere maschile come standard e abbracciando una forma neutra che rappresenti tutte le persone. Questo simbolo facilita la rappresentazione linguistica di persone non binarie o che preferiscono non identificarsi in termini di genere. La scelta è coerente con la policy di diversity and inclusion proposta dalla World Physiotherapy'.
 
Verranno inoltre presentati i numeri e le prospettive del progetto 'La schiena va scuola', un progetto di prevenzione primaria nelle scuole guidato a livello nazionale dal GIS Fisioterapia Pediatrica di AIFI che finora ha coinvolto più di 39.000 bambini
(https://aifi.net/la-schiena-va-a-scuola-le-pagelle-di-fine-anno-e
-i-preparativi-per-il-prossimo-2024-2025/).
 
Viene rinnovata anche per quest'anno la campagna social un nastro blu per la fisioterapia, con la quale si invita ad indossare il 6, 7 e 8 settembre un nastro blu e pubblicare foto e video sui social per raccontare al mondo quanto è importante la Fisioterapia per la salute dei cittadini, taggando @aifisocial e usando gli hashtag #aifi #fisioterapia #WPTday.
 
Infine, verranno presentati anche altri materiali informativi per i cittadini prodotti dai GIS e il contributo delle Sezioni Territoriali di AIFI agli eventi territoriali organizzati dagli Ordini dei Fisioterapisti in tutta Italia.
 
'L'obiettivo- conclude il presidente di AIFI- è diffondere quanto più possibile conoscenze aggiornate a professionisti, cittadini e istituzioni per migliorare sempre più le risposte di salute in un problema così diffuso come la lombalgia'.
 
 


martedì 3 settembre 2024

Acicastello: No al libro sul fascismo del Prof. Carlo Ruta


Dopo ampia pubblicità il giorno fatidico della presentazione del libro del Prof. Carlo Ruta sul Fascismo del 01 settembre 2024 ad Aci - Castello è stato revocato dall’amministrazione comunale di destra per la presentazione nazionale. Una vera censura da parte dell’amministrazione comunale che ripropone il tema della libertà d’informazione. Un libro edito da Sapere libri e pubblicato il 01 agosto 2024 che racconta la storia del Fascismo nella sua forma totalitaria e trasformista, Ripensare la dittatura: il potere mussoliniano, il regime plurale la formazione dello stato totale.

Il rigetto dell’Amministrazione Comunale è avvenuto per motivi prettamente politici e si sarebbe svolto nel luogo del Palazzo dei Normanni ad Acicastello. Il libro, uscito in agosto, è stato recensito in anteprima da «Patria Indipendente», organo nazionale dell’ANPI, con un ampio servizio-reportage firmato dall’antropologa campana Annalisa Di Nuzzo e rilanciato poi da tutti i notiziari ANPI d’Italia.

Lamentele anche da parte della giornalista Flavia Bonaccorso che su Facebook ha presentato in un’intervista con il Prof. Ruta sul libro con ottomila visualizzazioni. Dice il Prof. Ruta: “E’ stato stracciato il lavoro di altre persone, tra cui l’epistemologo Giuseppe Varnier “. La strutturazione del libro è stata frutto di un lavoro di alto profilo metodologico e contenutistico condotto da Carlo Ruta su documenti inediti del Ventennio fascista, tra cui un quaderno della Resistenza partigiana, che propone una nuova chiave di lettura sul regime mussoliniano, interpretato non solo come totalitario ma anche come plurale e trasformista.

Raccontiamo la dinamica dei fatti che hanno portato alla decisione del Sindaco Scandurra. Nei primi di agosto la giornalista etnea Flora Bonaccorso, dopo l’ampia intervista alla Fortezza dei Normanni sul libro in uscita, invitava lo studioso a un dibattito pubblico, in prima nazionale, proprio nel castello medievale. Dopo avere preso contatto con le ufficialità municipali che hanno condiviso l’idea e hanno stabilito insieme la data di domenica 1° settembre.

Solo dopo le rassicurazioni lo storico ha assicurato la sua presenza all’incontro, in cui avrebbe dovuto conversare sul libro con l’avvocato Salvo Pace del Foro di Catania. Si cominciava a uscire allora nei social, a partire dal profilo FB di Giovanna Corradini, direttrice dell’Area multimediale del Laboratorio degli Annali di storia con sede a Ragusa.

Ma alcuni giorni prima del 01 settembre l’Amministrazione Comunale, guidata da Carmelo Scandurra, si comunicava alla giornalista che la richiesta era stata ufficialmente rifiutata. Ma quest’ultima replicava con l’emissione di un reclamo pubblico su un forum territoriale, in cui invitava l’assessore al ramo a spiegarne le ragioni, dice la Bonaccorso: «considerato che si trattava di un’analisi storica fondata su documenti inediti che sarebbero stati messi a disposizione del pubblico durante la presentazione del libro».

Un consigliere comunale di opposizione, Maurizio Marino, associandosi al disappunto della cronista, annunciava un intervento ufficiale in sede consiliare. La risposta ufficiale della Giunta non è mai arrivata ma dall’entourage amministrativo sono giunte voci concordanti aventi questo tenore: «La partecipazione del Comune alla vita culturale e democratica di Aci Castello è una consuetudine ben radicata, ma il tema del libro di Carlo Ruta può creare imbarazzo all’Amministrazione attuale, quindi la richiesta non può essere accettata».

La stessa Giovanna Corradini, direttrice dell’area multimediale del Laboratorio degli Annali di storia, con sede a Ragusa, ci ha rilasciato la seguente dichiarazione: «La presa di posizione della Giunta Comunale di Aci Castello, che ha rifiutato la prima presentazione in Italia del saggio Il fascismo totalitario e trasformista di Carlo Ruta, è un fatto che mi lascia incredula. Davvero nel Catanese, custode di retaggi storici e culturali eminenti, si ha timore di parlare della storia del primo Novecento? Questo è un fatto sintomatico, pericoloso e lesivo della libertà di ricerca storica».

Mentre Il prof. Carlo Ruta, interpellato per telefono, si è limitato a osservare: «Davvero non mi aspettavo qualcosa del genere, che evoca i tempi più oscuri. Che dire? Mi rendo conto che la situazione in Italia è sempre più allarmante».

Terminiamo con il ricordo della carta dei diritti fondamentali dell’UE di cui all’art. Lo 11 sulla libertà di espressione e informazione che sancisce:

al comma 1: “che ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera”

al comma 2: “La libertà dei media ed il loro pluralismo sono rispettati”.

TORNA ROMA FOOD EXCEL, IL SALONE INTERNAZIONALE DELL’INDUSTRY FOOD - COMUNICATO STAMPA

TORNA ROMA FOOD EXCELIL SALONE INTERNAZIONALE DELL'INDUSTRY FOOD

 

Dal 13 al 16 ottobre si tiene a Roma l'edizione 2024 della fiera biennale dell'agroalimentare e della ristorazione di qualità

 

Roma, 2 settembre 2024. Dal 13 al 16 ottobre torna protagonista a Fiera Roma l'eccellenza del "made in Italy" agroalimentare.

 

Con oltre 150 espositori, Roma Food Excel si conferma un appuntamento importante per il comparto agroalimentare e la ristorazione di qualità.

 

Per quattro giorni la capitale italiana sarà una vetrina internazionale in cui i rappresentanti delle diverse Filiere della Panificazione, Pasticceria, Gelateria, Bomboniera, Pizzeria, Birre, Vini, Ristorazione, Pasta Fresca, Bar, Pubblici Esercizi & Hotel si incontreranno in un'unica location per presentare in anteprima assoluta le ultime novità su prodotti, tecnologie, attrezzature, arredi, semilavorati, materie prime e su innovazioni di servizi per gelateria, pasticceria e panificazione artigianali e articoli per la ristorazione.

 

La seconda edizione di Roma Food Excel ha occupato oltre 15 mila mq di superficie espositiva del padiglione fieristico di via Portuense.  

 

Grande rilievo sarà dato agli eventi collaterali, come show cooking, seminari, conferenze e contest - che si svolgeranno nelle aree comuni e negli stand degli espositori - per formare e aggiornare i visitatori specializzati sui nuovi prodotti offerte e sulle nuove tendenze di mercato. Un ricco palinsesto di iniziative farà da cornice al Salone internazionale.

 

«L'edizione 2024 di Roma Food Excel - dichiara Ezio Amendola, organizzatore di Roma Food Excel - si apre con un grande entusiasmo e ottimismo, confermato dalla folta partecipazione di aziende italiane ed estere. Si tratta di un risultato significativo, frutto dell'esperienza maturata in oltre 35 anni dall'organizzazione dello storico PA.BO.GEL. La kermesse fieristica – continua con orgoglio l'organizzatore della fiera Ezio Amendola - oltre a essere un'opportunità di promozione per gli espositori, rappresenta anche un'importante occasione di incontro e confronto per tutti i professionisti del settore della food industry che, in un unico appuntamento, riescono a entrare in contatto numerose aziende accuratamente selezionate, per scoprire novità, stringere accordi e portare avanti nuove trattative commerciali 

 

La location sarà Fiera di Roma, un quartiere fieristico polifunzionale di oltre 390 mila mq - che rappresenta un polo espositivo tra i maggiori e più accreditati d'Europa -, situato in una posizione strategica e servito da una rete di collegamenti che lo rende facilmente raggiungibile.

 

Roma Food Excel sarà principalmente promossa su tutto il territorio nazionale e nei Paesi dei Balcani - il programma della fiera sarà divulgato presso buyers, istituzioni e stampa esteri -.

 

«Si avvicina – commenta Andrew Lookman, manager della fiera - l'edizione 2024 di Roma Food Excel, la fiera internazionale dedicata alla food industry che rappresenta ormai uno degli eventi di riferimento a livello europeo nel settore dell'agroalimentare e della ristorazione di qualità. Grazie ad una particolare attenzione alle collaborazioni internazionali, che si concretizza con i numerosi momenti di incontro con player extra-europei, la fiera italiana punta a confermare il suo ruolo di rilievo per progetti commerciali innovativi anche con i Paesi esteri


Ius scholae, Meritocrazia Italia: nessuna demagogia per la revisione della normativa sulla cittadinanza

Ius scholae, Meritocrazia Italia:  nessuna demagogia per la revisione della normativa sulla cittadinanza

All'indomani della chiusura dell'avventura olimpica è tempo di bilanci anche su temi inconsueti e apparentemente poco pertinenti tra loro.

L'ottima performance azzurra, infatti, ha destato l'attenzione sulla nuova versione di italianità, iconicamente rappresentata in un murales vandalizzato immediatamente dopo la sua esposizione e realizzato in omaggio dell'atleta italiana Paola Enogu di ascendenza nigeriana.


E, mentre i giornali riempiono le prime pagine con la triste notizia della dipartita di Alain Delon e la proposta di legge tutta tricolore (presentata alla Camera il 29 luglio) di istituire la Giornata Nazionale del Panettone italiano, qualche trafiletto viene dedicato al tema controverso dello ius scholae dopo che le tv di tutto il mondo hanno constatato che la squadra olimpica italiana, con una delegazione formata da 402 iscritti in 34 discipline, è decisamente multietnica e interculturale.


Facendo un passo indietro e andando con ordine, si deve evidenziare che la normativa in materia di cittadinanza meriterebbe una revisione alla luce dei mutati scenari geopolitici mondiali e degli imponenti flussi migratori che si dirigono incessanti verso l'Italia ormai da lungo tempo. Oggi è imperniata sul c.d. ius sanguinis: al di fuori dell'ipotesi di matrimonio, acquistano di diritto la cittadinanza italiana alla nascita e/o al momento dell'adozione coloro i cui genitori o almeno uno di essi siano cittadini italiani. Esiste una possibilità residuale di acquisto iure soli, se si nasce sul territorio italiano da genitori apolidi o se i genitori sono ignoti o non possono trasmettere la propria cittadinanza al figlio secondo la legge dello Stato di provenienza.


A fronte di tale assetto legislativo, i dati statistici che provengono dal comparto scuola rivelano che sono tantissimi gli alunni e le alunne con background migratorio che ogni giorno frequentano le scuole: basti pensare che, nell'a.s. 2021/2022, gli studenti senza cittadinanza italiana erano 872.360, il 10,6% degli iscritti nelle scuole dell'infanzia, primarie e secondarie.

A fronte di tali dati, ciclicamente si torna a parlare di ius scholae.


Sul tema si contrappongono gli orientamenti più garantisti, che evidenziano come il terreno di elezione per l'integrazione sia la scuola e che dunque non avrebbe senso escludere dalle prerogative di cittadinanza soggetti che sono a tutti gli effetti italiani nella sostanza (per essere nati, educati e vissuti in Italia), e coloro che invece ritengono non necessario intervenire sulla legislazione vigente per evitare che un accesso incontrollato alla cittadinanza possa tradursi in forme di abuso del diritto sia in senso nazionale che europeo.


In realtà, un primo tentativo di introdurre una forma di ius scholae si era già verificato con una proposta di legge approvata solo alla Camera nella scorsa legislatura, in base alla quale un minore, nato in Italia o arrivato entro il compimento del dodicesimo anno di età e legalmente residente in Italia, avrebbe potuto acquisire la cittadinanza in caso di frequenza regolare, per almeno cinque anni nel territorio nazionale, di uno o più cicli scolastici, piuttosto che di un periodo formativo a dieci anni o al compimento di tutto il percorso della scuola dell'obbligo.

In effetti l'introduzione dello ius scholae, oltre a fornire un'adeguata copertura in termini di diritti civili a tutti coloro che sono ampiamente inseriti nel tessuto sociale italiano, consente per certo di evitare speculazioni e strumentalizzazioni sulla cittadinanza.


 Meritocrazia Italia è favorevole alla scelta di riconoscere lo status di cittadino a chi lo è a tutti gli effetti dalla nascita, ferma la necessità di evitare l'effetto domino di flussi migratori di solito concentrati verso quegli Stati che hanno politiche di welfare particolarmente generose verso i cittadini (e rispetto ai quali l'Italia spesso sconta il prezzo dell'esposizione geografica). A conti fatti, sarebbe del tutto anacronistico negare almeno lo ius scholae e difendere una normativa ormai non più attuale e inidonea a soddisfare le esigenze di una società che è irreversibilmente cambiata nel verso del maggior multiculturalismo. Il cambiamento non deve spaventare se affrontato con prudenza e ragionevolezza e con la determinazione di trovare soluzioni concrete oltre le ideologie o peggio le demagogie.

Stop war.

Roma, lì  03 Settembre 2024                    

Meritocrazia Italia
Il Presidente Walter Mauriello

domenica 1 settembre 2024

Gela: Palio dell’Alemanna nel ricordo di Federico II

Si è svolto a Gela nella serata del 01 settembre 2024 l’ottava edizione del palio dell’Alemanna organizzato dal gruppo archeologico Geloi, sbandieratori di Gela, Gymnastics Club e dalla casa del volontariato coordinati dall’ ASI di Caltanissetta. Una rievocazione storica dell’entrata di Federico II di Svevia e di Isabella d’Inghilterra a Terranova (rappresentati quest’anno dall’attrice gelese Consuelo Lisciandra e dall’ archeologo Marcelo Ciriaco.

Quest’anno sono 250 i figuranti hanno rievocato l’evento storico e molte le associazioni provenienti dalle zone limitrofe che hanno partecipato all’evento svolto con il Patrocinio del comune di Gela nell’ambito dei festeggiamenti della Patrona Maria SS. dell’Alemanna dell’otto settembre.

Tutti i figuranti sono stati impegnati nel corteo che ha visto anche la presenza di sbandieratori, ancelle i dignitari dell’epoca, oltre a cavalieri in sella ai propri destrieri e alle milizie a seguito. Il corteo ha iniziato il suo percorso da Piazza S. Agostino per poi proseguire per Corso Vittorio Emanuele e Piazza Umberto dove si sono esibiti gli sbandieratori di vari gruppi Siciliani. 

La storia dell’evento ci porta al periodo Medioevale che vide la conquista del territorio di Gela da parte di Enrico IV nel 1088 a cui fu concesso il castello di Butera e la sua Contea. Alla sua morte il regno fu incardinato da Federico II che riuscì a portare proprio nel territorio di Terranova nel 1233 il concetto di convivenza sociale che vedeva la presenza dei rappresentanti di ogni classe sociale del territorio che in maniera avveniristica si contrapponeva al radicato strapotere del feudalismo creando il primo comune del Regno.

Terranova diventò a tutti gli effetti territorio della Corona e vennero per questo edificate a protezione della grande piana agricola di Terranova dai Barbareschi le mura Federiciane come accorgimento militare e di controllo ed il castello come sede dell’amministrazione locale. La scelta di creare il comune di Terranova la si deve ricercare, nell’ importanza di Gela come centro di coltivazione del cotone e del grano e quale sede del granaio di Sicilia.

Molte le specialità a suo favore, tra cui il facile approdo dal mare per le navi e per le operazioni di carico e scarico delle merci ed il facile controllo di potere effettuato sia in entrata che in uscita dei prodotti in genere ed inoltre fu valutato l'immenso retroterra che avrebbe permesso e permette tuttora più di una concentrazione della produzione e il suo smaltimento sia per le vie di terra che per le vie di mare. Federico II diede la direzione ed amministrazione di Terranova a Claudio Novello, padre di Sant'Agostino Novello e di origine Senese. 

La Terranova di Federico II fu armata con ampie mura di fortificazione e la costruzione di un castello per difenderla dagli attacchi dei barbareschi provenienti dal mare e rese la città come parte integrante dello stato sotto il suo diretto controllo. La produzione della ricca piana era caratterizzata da grano e cotone che davano all’impero notevoli introiti.

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