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giovedì 31 ottobre 2024

Guerra in Palestina, in attesa della risposta dell’Iran?

Una guerra che ha provocato già 43.163 persone, tutte donne e bambini, nella striscia di gaza e 2000 morti in libano con una media di 1 bambino morto ogni giorno come dichiarato dall’UNICEF, condizione che ha determinato un odio che si è stampato già nel codice genetico delle future generazioni di una Palestina martoriata e oramai distrutta dal dolore. Israele intanto rinsalda il processo di guerra rispondendo all’attacco iraniano il 26 ottobre. Impegnati nel raid più di 100 aerei che si sono portati a 2000 km sui cieli dell’Iran.

Secondo alcune immagini satellitari sono state colpite le sedi di fabbriche che producono i missili, Parchin e Khojir. Quattro sono gli edifici danneggiati dove era presente un impianto di miscelazione per il processo di produzione di combustibile solido per missili di difesa aerea a corto e medio raggio e missili guidati anticarro, ma non per missili balistici. I miscelatori sono importanti per la costruzione dei missili e sono stati acquistati in Europa in barba alle sanzioni.

Secondo altri, tutte le capacità e le infrastrutture militari iraniane sono situate in profondità nella terra, forse a più di 50 metri sotto la superficie, coperte da spessi pavimenti in cemento, e difficilmente hanno subito danni significativi.

Le ultime dichiarazioni Iraniane sull’attacco israeliano sono chiare e non fanno ben sperare infatti l’Iran ha giurato di usare tutti gli strumenti disponibili in risposta al recente attacco di Israele. Ma dietro le quinte di una botta e riposta che sottende ad una chiara escalation del conflitto si nasconde anche il rapporto dell’Iran con le dichiarazioni dei due canditati Trump ed Harris nei confronti dell’Iran.

Si pensa infatti che la reazione iraniana possa avvenire proprio durante le elezioni per cercare d’influenzare il voto degli elettori statunitensi che oggi sono davanti ai dilemmi della guerra in Palestina e del Medio Oriente divisi nei due candidati alle presidenziali in guerra fondai e pacificatori.

Una risposta viene anche dalla Nato che ha dichiarato apertamente che, se scoppierà la guerra tra Israele ed Iran sosterrà Israele e che qualsiasi paese che si schiererà con l’Iran è un nemico dell’Occidente, tra cui anche l’Italia. L’America nel conflitto in Medio Oriente e nella realtà ha un notevole peso in quanto partner strategico di Israele e principale fornitore di armi e attrezzature militari vedi lo schieramento della batteria THAAD sul territorio israeliano. Questo è il più moderno sistema di difesa aerea statunitense, paragonabile nelle sue capacità di combattimento all' S-400 Russo.

Le ammissioni americane sull’aiuto in armi nel conflitto palestinese si avvalorano dall’ultima dichiarazione degli stati uniti diffusa dall’agenzia Reuters di avere individuato circa 500 segnalazioni di civili di Gaza feriti e uccisi dalle forze israeliane con armi fornite dagli Stati Uniti, Gli incidenti sono stati raccolti a partire dal 7 ottobre 2023 dalla Civilian Harm Incident Response Guidance del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, un meccanismo formale per monitorare e valutare qualsiasi segnalazione di uso improprio di armi di origine statunitense.

L’America è quindi l’ago della bilancia per una pace duratura, infatti, l’Iran si è accorto che il consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il Fondo Monetario Internazionale e le organizzazioni per i diritti umani hanno perso la loro efficacia a causa dell’interferenza dell’Occidente collettivo nel loro lavoro. Questa conclusione è stata fatta proprio dal presidente dell'Iran che ha detto “L’Onu non può spegnere il fuoco della guerra”, invitando i BRICS a costruire un mondo senza “sanzioni, guerre e genocidi”.

Nella debacle ONU l’ultimo schiaffo di Israele con la promulgazione da parte della Knesset del divieto ad operare da parte dell’UNRWA in Israele e nella striscia di Gaza devastata dalla guerra. Obbiettivo ridurre la distribuzione di aiuti nelle zone di guerra da parte dell’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente) che sostiene i rifugiati palestinesi a Gaza e nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme limitrofi rendendosi necessaria per la vita di migliaia di persone.

Infine, possiamo ammettere che la guerra in Medio Oriente è al punto di non ritorno per un’escalation prossima di cui l’America di Biden ha avuto ampie responsabilità nel non imporre una Pace e la costruzione di uno stato Palestinese e l’Iran questo lo ha capito bene.

OGLIASTRO MARINA - OMICIDIO NOWAK , QUANDO IL DELITTO PERFETTO NON ESISTE

CASTELLABATE - Esiste il delitto perfetto?

No, non esiste il delitto perfetto, questa definizione è un’invenzione letteraria. Quando si commette un crimine si lascia sempre qualche traccia , più che di delitto perfetto dovremmo parlare di criminale fortunato.


Nella pace fiabesca del territorio di Castellabate ed in particolare nell’oasi di Ogliastro Marina , da circa un mese è caccia all’assassino ( o agli assassini )  della donna tedesca di 53 anni Silvia Nowak che si era trasferita da circa quattro anni nel Cilento con il compagno . La Nowak scompare nel nulla dalle 16 del 15 ottobre scorso . Le ricerche proseguono per tre lunghi giorni alla fine dei quali viene rinvenuta cadavere a 150 metri dalla sua abitazione nella pineta di Ogliastro Marina lato montagna .  È notizia di oggi che non ci sarebbe nessuna telecamera che inquadri il compagno riposare nel giardino di casa mentre Silvia Nowak si allontanava con ciotola e guinzaglio verso il centro cittadino . Nelle prime settimane si era diffusa questa notizia che sembra essere smentita dalle indagini, quindi il famoso alibi dell’uomo da subito sentito dagli inquirenti si è detto estraneo ai fatti  vacilla e risulterebbe un vuoto temporale .  

C’è paura e apprensione tra  la collettività di Ogliastro  , ma anche in tutte le altre frazioni della marina cilentana , sono tutti in attesa della soluzione di  questo caso efferato   , la procura di Vallo Della Lucania , non ha escluso da subito nessuna pista , soprattutto quella del femminicidio . In attesa nei prossimi giorni anche degli esiti del dna trovato sotto le unghie della donna che sembra essersi difesa . 


Tornado alla domanda iniziale , ovvero se esiste un “omicidio perfetto” , c’è da sottolineare che spesso è proprio chi per primo analizza i reperti e la scena del crimine a condizionare inevitabilmente indagini e verdetti. Ma se l’investigazione scientifica è decisiva per ricostruire i fatti e incastrare i colpevoli, a volte può anche indirizzare verso clamorosi errori giudiziari. Infatti durante le prime ricerche sembra che la zona dove poi sia stata rinvenuta semi carbonizzata la donna  non vi era stata trovata traccia , ma anche questo dato sarà valutato dalla scientifica che da Roma è arrivata sul posto per i rilievi del caso , ovvero capire Nowak sia stata uccisa dove poi è stata ritrovata o invece portata in un secondo momento sul posto . 


Quindi il delitto perfetto è solo  pura utopia , e quindi non esiste. E oggi più che mai. Pensiamo alla quantità di tracce, dirette e indirette, che lasciamo di noi stessi, sia attraverso i telefoni che i vari dispositivi informatici o le autovetture munite quasi sempre di GPS e quant’altro. E se dunque il delitto perfetto non esiste, dobbiamo concludere che allora esiste un’indagine imperfetta. Spesso la mancanza di tempestività, la non osservanza dei protocolli, la fretta di concludere e arrivare a una soluzione e il concentrarsi su un’unica pista senza fare tutte le verifiche portano a degli sbagli imperdonabili. Che, poi, si traducono in errori giudiziari. Ma ovviamente questa è solo un’analisi alla quale illustri criminologi sono concordi . 


Marco Nicoletti 

@castellabatelive24/ Pagina Facebook 

mercoledì 30 ottobre 2024

San Cono: Paese del ficodindia

San Cono un piccolo comune ai margini della provincia di Catania con 2541 anime (censimento 2021) situato in una zona collinare a 525 m sul livello del mare alle pendici dei monti Erei fa parte del libero consorzio dei comuni di Catania. La leggenda vuole essere stata costruita dal marchese Ottavio Trigona Bellotti nel 1785 e prende il nome dal Santo Cono Abate. La storia, infatti, racconta che un giorno un certo frate di Naso andò dal marchese Trigona per acquistare del grano ma non potendolo pagare in denaro diede in pegno un anello che il Marchese conservò.

Dopo anni il debito non venne pagato ed il Marchese si recò a Naso per avere notizie del Frate, su una parete del convento, trovò il frate che gli aveva dato l’anello raffigurato in un quadro: era san Cono, morto più di cinque secoli prima. Convinto di aver assistito ad un miracolo, decise di fondare un paese e di dargli il nome del santo.

Il marchese costruì il paese nel feudo Cono facendo costruire a spese proprie una chiesa e 60 case, fece un bando in cui dava un appezzamento di terreno ed una casa a chi voleva abitare in quel posto, si avvicinarono molti uomini provenienti da tutta la Sicilia anche coloro che avevano problemi con la legge ottenendo la licentia populandi.

Una storia che oggi ha portato alla floridezza agricola basata sulla cultura del fico d’india tra le più importanti d’Italia, un sistema produttivo che si basa su 120 produttori agricoli e 6 centri di stoccaggio e lavorazione del prodotto dove il caratteristico ficodindia viene pesato e attuata la grana tura che dà caratteristica di grossezza e ottima valutazione della pelle che deve essere integra e priva di ammaccature.

Secondo la sig.ra Milazzo proprietaria di uno dei centri più grossi di stoccaggio del ficodindia a San Cono: “il prodotto è altamente biologico; infatti, non vengono utilizzati diserbanti e viene impacchettato subito dopo la raccolta”. Messo in cassette di cartone viene esportato in tutto il mondo. Tra le criticità lamentate è la ricerca di personale dedito alla raccolta che non si trova facilmente per la problematica legata alle spine che, sebbene superate dalla particolare tuta rende difficile l’approccio, infatti un operaio oggi riesce a raccogliere solo 20 casse al giorno. Il costo della manodopera è commisurato al lavoro da svolgere e si aggira intorno a 80 euro al giorno.

Quest’anno il prezzo secondo l’imprenditrice si mantiene bene proprio per la riduzione della produzione. Gli scarti o le pezzature più piccole non vengono buttati ma sono utilizzati interamente per marmellate, mostarde, e liquori di pregio oltre che per prodotti medicinali. Lasciando una battuta la Milazzo ci dice che il fico d’india è come il maiale si utilizza tutto.

Il nome biologico del fico d’india è Opuntia - ficus - indica e viene usato ancora oggi nei medicamenti dai messicani, infatti, contiene un grande quantità di carotenoidi, antiossidanti che favoriscono la produzione di colesterolo buono, senza dimenticare l’acido ascorbico, i tocoferoli e la quercitina, flavonoide che favorisce la circolazione del sangue. Sono utili per la longevità dovuta alla grande quantità di antiossidanti che contrastano i radicali liberi e inibiscono il processo d’invecchiamento. Le pale del ficodindia sono utilizzate per favorire la guarigione delle ferite.

Caratteristica a San Cono la sagra del fico d’india che si attua nelle vie del paese da 1984 dal 3 al 6 ottobre. La degustazione del ficodindia e dei suoi derivati è d’obbligo e nel 2024 ha portato a san Cono circa 10.000 visitatori che sono stati allietati anche da manifestazioni canore e degustazioni di altri prodotti locali quali la ricotta fresca.

giovedì 24 ottobre 2024

BRICS la nuova era dell’Economia Mondiale

L’evento di ottobre a Kazan città della Russia sud-occidentale posta sulle rive del Volga e capitale del Tatarstan ha rappresentato uno degli eventi Planetari più importanti del 2024 svoltosi tra il 22 ed il 24 ottobre. Il Brics è un’organizzazione intergovernativa nata nel 2001 nell’ambito ONU che inizialmente aveva l’obbiettivo di evidenziare opportunità di investimento per i paesi aderenti ma che poi si è evoluto come blocco geopolitico all’interno del quale sono nati accordi bilaterali importanti con l’intento di costruire condizioni di non interferenza, uguaglianza e reciproco beneficio dallo strapotere di altri Paesi.

I membri che attualmente ne fanno parte sono i paesi fondatori quali il Brasile, la Russia, l’India ed il Sudafrica a cui si sono aggiunti nel 2024 Iran, Egitto, Etiopia, Emirati Arabi Uniti.  L’Arabia saudita viene invitato come paese invitato alle attività dell’organizzazione. Molti i paesi che hanno chiesto di entrare nel gruppo tra questi la Turchia, l’Algeria, la Bielorussia, la Bolivia, Cuba, L’Indonesia, il Kazakistan, la Malesia, la Nigeria, la Tailandia, l’Uganda, l’Uzbekistan ed il Vietnam invitati all’evento come paesi in procinto di essere accettati.

Un vero colosso mondiale che comprende il 30% della superficie terrestre mondiale ed il 45% della popolazione del globo. Un’economia quella del Brics che ha un Pil di 28 trilioni di dollari che rappresenta il 27% del Pil Mondiale   con riserve di 5,2 trilioni di dollari dal 2024. Una compagine che oggi sfida ampiamente il G7 che passa in secondo ordine per ricchezza nominale e crescita economica con un importante predominio Geopolitico Mondiale.

Il presidente Vladimir Putin nel suo discorso di apertura ha sottolineato proprio l’aspetto economico del BRICS che oggi supera i 60 miliardi di dollari superiore al minoritario G7 con un divario che tende ad allargarsi, infatti, un quarto delle esportazioni di beni mondiali avviene all’interno dell’associazione di stati. Secondo il presidente Russo il tasso di crescita dei Paesi Brics nel 2024 è al 4% mentre per i paesi del G7 solo l’1,7%. Uno sconvolgimento di poteri economici a livello planetario che vede la Russia cooperare con 24 paesi.

Naturalmente guardando le sanzioni palesate dall’UE si crea una fonte di dubbio mediatico che in realtà e stato solo un Bumerang per i paesi del G7. Nel breve periodo si prevede una crescita significativa da parte di Russia, Cina, India e Brasile, mentre il contributo dei paesi del G7, tra cui Stati Uniti, Germania e Giappone, dovrebbe diminuire, ha affermato Bloomberg citando il Fondo monetario internazionale.

L’UE oramai in declino per le sue scelte atlantiste a discapito dei cittadini europei vede alcuni paesi che volevano entrare nell’UE voltarsi verso l’astro nascente del BRICS, è il caso della Turchia di Erdogan che ha chiesto di entrare nell’organizzazione dei BRICS con la dichiarazione del suo presidente: "Solo perché siamo un Paese della NATO, non possiamo interrompere il nostro legame con il mondo turco e islamico. I BRICS e l’ASEAN sono strutture che ci offrono l’opportunità di sviluppare la cooperazione economica”.

La cooperazione prevede anche attraverso la Banca BRICS la creazione di una moneta comune che sostituirà il dollaro negli scambi tra i paesi aderenti secondo il Presidente Russo “Il tempo di Biden, Macron, Scholz è finito. I paesi vogliono vivere in un mondo multipolare ed equo, basato sul rispetto reciproco e sull’uguaglianza sovrana degli Stati”. Il presidente Vladimir Putin ha anche proposto di creare una nuova piattaforma di investimenti BRICS per sostenere le economie nazionali e i paesi del sud e dell’est del mondo. Ridurre la dipendenza dal dollaro è una priorità e potrebbe consentire ai paesi BRICS di diventare invulnerabili alle sanzioni occidentali sia ora che in futuro.

 

Ma sono le dichiarazioni del presidente Cinese XI Jinping a fare riflettere la sua richiesta di attuazione del concetto di “sicurezza comune e indivisibile” per prevenire altri conflitti è chiudere le guerre in atto dando importanza ad un progetto di sicurezza globale contro le guerre attraverso la mutua deterrenza. pone, inoltre, il BRICS come soggetto di programma di una “riforma della governance globale”, che oggi non riflette il peso crescente dei Paesi del “Sud del mondo” nel mondo.

Ad avvalorare l’entità della manifestazione sotto il cappello ONU è il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres che ha colto l’occasione del vertice BRICS in Russia per lanciare un forte appello alla pace in Ucraina, invocando una pace giusta. La guerra in Ucraina alimentata dai paesi occidentali attraverso la fornitura di armi ha infatti permesso che in Ucraina oggi vi sia un calo demografico di dieci milioni di persone che scappano dall’idea illusoria di vittoria.    

 

venerdì 18 ottobre 2024

Italia in vendita!! Patrimonio Nazionale in saldo.

Il grande patrimonio italiano fatto di Industrie e intelligenza imprenditoriale comincia a sfaldarsi sotto gli interessi degli investitori Americani ed Europei. Tra i primi ad aprire le porte al processo di demolizione del Made in Italy è la Fiat. Oggi, infatti, l’azienda è inglobata all’interno del gruppo Stellantis attraverso la vendita della FIAT-FCA azienda costituita il 12 ottobre 2014 in seguito alla fusione di Fiat con Chrysler e con sede ad Amsterdam e domicilio fiscale a Londra. L’azienda in merito aveva ricevuto dall’Italia cospicue sovvenzioni statali per mantenere la produzione delle auto in Italia.

La nuova Stellantis ha nel mondo circa 160.000 dipendenti con maggiore azionista EXOR che rappresenta la Holding della famiglia Agnelli con il 14,2% mentre il secondo azionista è Peugeot con il 7,1% ed il terzo è il governo francese tramite Bpi con il 6,1%. A comandare realmente il gruppo è Henri de Castries nominato Amministratore non esecutivo di Stellantis con effetto dal 17 gennaio 2021 e Amministratore Senior Indipendente il 17 gennaio 2021. Nato in Francia nel 1954, ha ottenuto una laurea presso l'École des Hautes Etudes Commerciales (HEC) e la Scuola nazionale di amministrazione (ENA).

In pratica il nostro fiore all’occhiello dell’ automotive italiana ,la Fiat, oggi è controllata dal governo francese che sta attuando un processo di decostruzione del sistema produttivo in Italia mantenendo i siti Francesi e sviluppando industrie in Marocco, Serbia e Tuchia dove la manodopera ha un costo certamente più basso. La corsa all’Elettrico per contrastare la Cina secondo la visione Europea ha reso obsoleti i siti di produzione dei motori termici di cui l’Italia è madre specie per il diesel.

Il settore dell’auto in Italia rischia di chiudere i battenti sebbene ci siano le rassicurazioni di Tavares amministratore delegato di Stellantis. I siti di produzione italiani riescono a sfornare oggi solo 300.000 auto rispetto alla capacità di 1,5 milioni di capacità produttiva con un aggravio per lo stato collegato alla cassa integrazione ed agli ammortizzatori sociali. Sono a rischio circa 20.000 posti di lavoro che interesseranno i siti di Torino, Pomigliano D’Arco. Melfi e Piedimonte San Germano. Tra i paesi che dovrebbero subire un maggiore impatto sono Germania (121 mila lavoratori), Italia (74 mila), Spagna (72 mila), Romania (56 mila) tra il 2030 ed il 2035 (studio PWC)

Lo sciopero delle tre sigle sindacali CGIL – CISL – UIL dei metalmeccanici il 18 ottobre è la punta di un iceberg prossimo a sciogliersi sotto le politiche nazionali di un governo che ha creato un ministero ad hoc sul Made in Italy ma che in realtà non riesce a governare un sistema globale di grandi flussi di denaro che ha puntato gli occhi proprio sull’Italia Nazione indebitata che nel 2024 ha sfiorato i 30 miliardi di euro di debito ed è costretta a pagare 800 milioni l’anno di interessi. Senza contare la forca caudina europea in frazionista che chiede di ridurre il debito.

Nel processo di svendita non vi è solo l’automotive ma anche tutta una serie di società Italiane che già sono state vendute al fondo BlackRock americano, infatti, è utile elencare tutte le società in cui il fondo ha investito e nell’elenco ci sono comprese le grandi partecipate pubbliche, le multiutility, l'energia, la moda, le banche, la meccanica, le armi e altro ancora.


Per questione di correttezza saranno elencate tutte le aziende con interessi Americani in Italia: A2a, Amplifon, Azimut, Mps, Banca Generali, Banco Bpm (dove ha il 4,75), Banca Mediolanum, Bper Banca, Brunello Cucinelli, Buzzi, Campari, Diasorin, Enel (dove ha il 5%), Eni (dove ha superato il 5%), Erg, Ferrari, FinecoBank (dove ha quasi il 10%), Generali (dove ha il 3%), Hera, Interpump, Intesa San Paolo (dove ha il 4%), Inuit, Iveco, Leonardo, Mediobanca (dove ha il 5%), Moncler (dove ha il 5%), Nexi, Pirelli, Poste italiane, Prysmian (dove ha il 7%), Recordati, Saipem, Snam (dove ha il 5%), Stellantis (dove ha il 4%), St Microeletronics (dove ha il 5%), Telecom, Tenaris, Terna (dove ha il 5%), Unicredit (dove ha più del 7%) e Unipol.

Il totale del valore azionario di BlackRock in queste società è pari a 25 miliardi di euro. Ma nel giro di pochi anni il fondo riuscirà come un cavallo di troia a prendere tutto con il bene placet del nostro governo. Infine, possiamo ammettere che l’Italia non è più padrona di sé stessa e le conseguenze saranno alquanto vere proprio sull’’economia reale che porta ampi dividendi fuori dall’Italia attuando una distruzione del substrato lavorativo di operai che hanno gli stipendi più bassi d’Europa. La new Economy Italiana avrà un ruolo importante in termini di consumi ma non di produttività Made in Italy.

martedì 15 ottobre 2024

I social media hanno ucciso la TV?


venerdì 11 ottobre 2024

Israele contro tutti, una storia che si ripete, sotto il tiro anche Unifil

La guerra in Medio Oriente lanciata da Israele conto il Libano, La Siria, l’Iran e la Cis Giordania ci fa capire il vero volto degli ashkenaziti a cui appartiene Netanyahu. Una risposta quella del 7 ottobre del 2023 che ha trascinato Israele in una guerra senza quartiere con la popolazione che ancora si lamenta per la mancata liberazione dei 100 ostaggi ancora in mano ad Hamas e dopo il Genocidio attuato a Gaza.

Nel frattempo, sono morti più di 40.000 persone nella striscia di Gaza ed ora tocca al Libano meridionale sotto attacco delle bombe Israeliane che falciano morti ogni giorno. Secondo fonti d Al Jazeera un attacco al centro di Beirut ha provocato la morte di 22 persone tra cui una famiglia che scappava dal primo assalto nel libano meridionale. Una situazione che vede l’ONU passivo di fronte alla conquista territoriale di un altro paese ed alla lesione geografica dei confini sanciti dalla stessa organizzazione.

In pratica facendo un parallelismo con l’Ucraina l’organizzazione internazionale mantiene un doppio standard di visione geopolitica con quello che sta avvenendo in Medio Oriente. A farne le spese la stessa forza ONU presente in Libano che ha dovuto subire l’attacco israeliano mirato ai Peace Keeper su tre posizioni. Gli stessi Israeliani forti della loro forza militare hanno intimato alla forza ONU di andarsene ed abbandonare tutte le basi vicino al confine.

Il comportamento israeliano ha una storia e fin dalla sua nascita ha voluta da Harry S Truman avvenuta nel maggio del 1948 ha creato problemi con i rifugiati. Alcuni paracadutisti, sotto il comando del colonnello Ariel Sharon, futuro primo ministro israeliano, “sparò a ogni uomo, donna e bambino che riuscirono a trovare”, nel villaggio di Qibya, in Cisgiordania, controllato dalla Giordania, secondo la rivista Time, lasciando 69 morti. Il primo ministro Ben-Gurion gridò “antisemitismo” ma in realtà l’antisemitismo era un importante ricordo stampato nella mente degli Ebrei dopo l’Olocausto Nazista che come una mappa familiare loro riversavano agli altri.

Una sedicente “unità terroristica” di Israele attuò nel 1955 un attacco alla striscia di Gaza controllata dagli egiziani uccidendo 38 persone, e nel marzo 1956 per una cosiddetta "ritorsione" contro la Siria ne uccise altri 56 tra soldati e civili. Molte le censure in merito come quella di Eisenhover 34° presidente degli Stati Uniti molti i morti che seguirono circa 5000 infiltrati Arabi furono uccisi lungo in confini di Israele tra il 1949 al 1956 tutti pastori, contadini, beduini e rifugiati, A confermare questo negli anni avanti fu Reagan che con una telefonata fermò il massacro israeliano che definì “olocausto”. La storia è seguita con continue guerre per i territori che Israele ha attuato da sempre.

Importante è capire il doppio filo che l’America nella storia ha usato con Israele sua figlia nascitura, permettendo nel tempo di non fermare il plausibile genocidio che è sotto gli occhi di tutti. Una storia quella degli attacchi del 7 ottobre scaturiti dal terrore israeliano attuato nella storia nei territori di conquista tra cui Gaza e Cis Giordania. Ma occorre ribadire che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha semplicemente raddoppiato i massacri ricorrenti di Israele, ora sostenuti da fame e malattie e dall’odio generazionale delle nuove generazioni.

Guardando i fatti storici l’unico che può fermare la guerra è proprio Biden che deve solo seguire l’esempio dei suoi precedenti presidenti degli Stati Uniti che hanno da sempre cercato di frenare il comportamento israeliano, lo stesso statista Abba Eban, durante il precedente bombardamento di Beirut da parte di Israele, ha detto "infliggere sconsideratamente ogni possibile misura di morte e angoscia alla popolazione civile non fa parte di una azione legittima". È giunto il momento che i decisori di Washington seguano l'esempio di quei presidenti che hanno fatto la storia dell’America e revochino la protezione diplomatica e le esportazioni di armi per Israele.

Questo momento storico difficile per il Medio Oriente ha determinato inoltre la creazione di nuove alleanze strategiche come quella dell’Iran che con un disegno di legge sta creando una alleanza militare per l’Asse della resistenza, una formalizzazione di un’alleanza militare pubblica tra Iran, Siria, Yemen, Hezbollah, Hamas e tutte le fazioni della resistenza islamica in Iraq. Un patto di mutua azione militare in caso di attacco degli Stati Uniti o Israele.

La preoccupazione è alta anche per i caschi blu di Unifil in Libano e secondo Al Jazeera le immagini satellitari non mentono, infatti, i mezzi dell’esercito israeliano sono in posizione strategica vicino alla base di Maroun Al ras costringendo i militari Onu a ripararsi nei Bunker a causa della minaccia crescente nel quadro degli scontri tra Israele e Hezbollah. Gli Italiani nel merito partecipano al contingente ONU assieme a Irlanda, Polonia, Armenia e Corea del Sud. Un attacco intenzionale, verso le forze Onu che pagano con 2 feriti sebbene gli stessi abbiano dichiarato di voler rimanere nelle loro posizioni finché l'ONU non deciderà diversamente. Intanto Israele continua ad attaccare altre sedi ONU nel Libano Meridionale sotto il silenzio Internazionale.

venerdì 4 ottobre 2024

Guerra in Ucraina, la nuova economia di guerra

                                                      foto reuters 
La guerra Russia - Ucraina ha dimostrato dopo due anni di essere un grande sacrificio economico per tutta l’Europa che ha dovuto dare spunto a dei cambiamenti caratterizzanti una vera economia di guerra riorganizzando le proprie industrie per garantire la capacità produttiva in maniera tale da sopperire allo sforzo bellico con una accensione di tutta una serie di tasse mascherate da un processo di sacrificio collettivo sui cittadini.

La spesa collegata al supporto della guerra che i paesi occidentali hanno dovuto sostenere oggi si aggira sui 242 miliardi di dollari di 94 miliardi sono stati elargiti dall’Europa. Un vero piano Marshall che il vecchio continente ha dovuto sostenere per supportare la guerra. L’ultima trance da 50 miliardi di dollari è stata data al governo ucraino dalla commissione europea per sopperire ai danni relativi alla produzione di energia elettrica del paese e ai debiti di bilancio dell’Ucraina.

La risoluzione del parlamento europeo in merito al sostegno a Kiev, al punto 5 “invita tutti gli Stati membri ad aumentare i loro finanziamenti per l’Ucraina e ad astenersi dal diminuire i loro contributi”, ribadendo “la ferma convinzione che la Russia debba fornire un risarcimento finanziario per i danni causati in Ucraina”. Naturalmente tutto basato su ipotesi visti i ricorsi in essere sui beni congelati russi.

Bloomberg in merito alle spese folli attualmente in essere ha dichiarato, infatti, che gli aiuti a Kiev sono a rischio perché il G7 non vuole pagare. Tra i motivi il rifiuto di alcuni alleati di aumentare i finanziamenti a Kiev, il governo di Kiev, infatti, prevede un buco di bilancio del 19% del Pil con 35 miliardi di dollari di debiti. Molte le incognite anche sulla parte dell’aumento di bilancio per la spesa militare dei paesi UE.

Ma a mettere in guardia tutti e dare senso ai conti reali è Mario Draghi che ha difeso l'idea del debito comune europeo come mezzo per finanziare le transizioni verde e digitale oltre che la guerra, sostenendo che l'opposizione a tale concetto nega gli obiettivi comuni dell'Europa. E durante il suo discorso al Parlamento Europeo, ha snocciolato alcune cifre preoccupanti che si aggirano sugli 800 miliardi di euro di capitali privati che occorrono per mantenere a galla la barca europea senza farla affondare o porla sotto scacco della finanza di oltre oceano come ammette Black rock.

In casa nostra, intanto, secondo ultime notizie la presidenza del consiglio è a caccia di 5 miliardi di euro in riferimento alla risoluzione europea sul sostegno a Kiev che deve essere dello 0,25 % del Pil nostrano. Una vera illuminazione per la nuova finanziaria che sottobanco aumenta le accise sulla benzina e sul diesel oltre ad altri balzelli legati alla patente di guida e naturalmente bolli e imposte indirette.

Altro settore che il governo ha specificamente puntato è la vendita dei beni italiani di sempre come una quota di poste italiane, monte dei paschi di Siena e l’apertura al più grande fondo finanziario Black Rock per investimenti strategici e di controllo in Italia, i settori di interesse includono l'intelligenza artificiale, le infrastrutture energetiche e i trasporti, con particolare attenzione allo sviluppo di data center e alle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici. In pratica una svendita totale di parte della nostra sovranità.

Ma l’economia di Guerra Italiana fatta di tasse dei cittadini impone anche un processo di riarmo con l’acquisto di 25 caccia F-35 che saranno impegnati sul fronte est della UE nell'ambito della NATO contro la Russia. Con quest'ultimo ordine siamo il secondo Paese al mondo dopo gli USA per numero di F-35. In pratica gli americani ci delegano la sicurezza sulla loro prima linea e ci vendono anche gli aerei per andare in guerra al posto loro.

Sempre in tema di guerra e di soldi dei contribuenti. In queste ore l'Italia sta consegnando una nuova batteria missilistica SAMP-T a Zelensky. Costo dell'operazione circa 1 miliardo di euro. Le batterie si sono rese necessarie perché la prima batteria è stata distrutta. Inoltre, dobbiamo aggiungere gli 8 miliardi e 246 milioni di euro che spenderemo per acquistare 132 carri armati Leopard tedeschi.

Tra le note di una economia di guerra collegata ad un programma ben preciso si nota la modifica della legge 185 del 1990 in relazione all’export di armi che dà la delega al governo per ogni eventuale revoca senza informare il parlamento con abrogazione di riferire in parlamento sulle attività delle banche e degli istituti di credito che operano in Italia sull’export di armi.

Infine possiamo dire che sono molte le similitudini che portarono all’inizio della seconda guerra mondiale in termini di riarmo e di economia di guerra, ci chiediamo in merito se nelle alte sfere atlantiste già hanno deciso per l’inizio di una terza guerra mondiale?

giovedì 3 ottobre 2024

I pini di Roma ispirano gli artisti della decima Ragunanza di poesia, narrativa e pittura


I pini di Roma sono sempre stati un simbolo per la Capitale. Lo ricorda anche il poema sinfonico composto nel 1924 da Ottorino Respighi “I pini di Roma”. Proteggere la loro esistenza è fondamentale ed è la missione di Jacopa Stinchelli, attivista che ha fondato il gruppo “Difendiamo i Pini di Roma”, per promuovere iniziative, indagini e sopralluoghi a salvaguardia del patrimonio arboreo della città di Roma.

mercoledì 2 ottobre 2024

Intelligenza artificiale e reti: Cambium lancia la sua custom GPT

Cambium Networks lancia la sua custom GPT, trasformando la comprensione e il processo decisionale della tecnologia di rete.

Milano, 2 Ottobre 2024 - Cambium Networks ha annunciato il lancio di una custom GPT (Generative Pre-Trained Transformer) personalizzata, progettata per assistere partner, distributori e decisori tecnologici nell'interazione e nella comprensione della tecnologia di Cambium Networks. Questo strumento avanzato è stato addestrato su oltre 7.000 pagine di contenuti di Cambium Networks e utilizza le più recenti tecniche di prompt engineering per fornire risposte strettamente allineate alle richieste degli utenti.

La GPT è un portale interattivo che consente agli utenti di "parlare" con la tecnologia di Cambium Networks e di esplorare vari aspetti dei prodotti e delle soluzioni dell'azienda. Pur non essendo destinato alla gestione dei problemi di assistenza sulle reti in funzione, la custom GPT offre spunti e indicazioni che possono migliorare il processo decisionale, semplificare la formazione sui prodotti e supportare le discussioni strategiche.

"Crediamo che questa GPT colmerà il divario tra la nostra tecnologia all'avanguardia e le persone che si affidano ad essa", ha dichiarato Scott Imhoff, SVP Product Management di Cambium Networks. "Fornisce agli utenti un modo intuitivo e interattivo per conoscere i nostri prodotti e le nostre soluzioni, mettendoli in grado di prendere decisioni informate che contribuiscano al loro business".

La custom GPT ha dimostrato una forte comprensione delle soluzioni Cambium Networks, ottenendo un punteggio del 92% nel Cambium Networks Enterprise Sales Certification Exam. Tuttavia, è importante sottoineare che se da un lato questo indica il suo potenziale come valido strumento di vendita in vari scenari aziendali, dall'altro il GPT potrebbe non fornire la guida precisa necessaria per gli scenari tecnici particolari o le certificazioni.

Per rendere questa tecnologia ancora più accessibile, Cambium Networks ha reso disponibile la custom GPT  nel GPT Store. Questo ampliamento consente a tutti gli utenti di ChatGPT di accedere allo strumento, offrendo una maggiore visibilità e utilità a chiunque voglia esplorare in profondità la tecnologia di Cambium Networks.

Cambium Networks rimane impegnata nell'innovazione, con l'obiettivo di fornire soluzioni di connettività affidabili, convenienti e facili da usare che consentano a individui, comunità e aziende di prosperare.


Cambium Networks
Cambium Networks consente ai service provider, alle imprese, alle organizzazioni industriali e alle amministrazioni pubbliche di offrire esperienze digitali eccezionali e connettività ai dispositivi, con la migliore economicità d'uso. La nostra piattaforma ONE Network semplifica la gestione della banda larga cablata e wireless e delle tecnologie edge di rete di Cambium Networks. I nostri clienti possono concentrare le loro risorse sulla gestione del business piuttosto che sulla rete. Offriamo una connettività che, semplicemente, funziona.

Da fuoco nel fuoco a Italodisco: le canzoni italiane più amate dal 2000

'Da fuoco nel fuoco' a 'Italodisco': le canzoni italiane più amate dal 2000

 

Una canzone ha il potere di accompagnare le nostre vite come una colonna sonora che si intreccia a ricordi, persone e momenti significativi. Dal 2000 ad oggi, le preferenze musicali in Italia si sono evolute, riflettendo cambiamenti culturali e sociali. Preply ha deciso di esplorare questo legame profondo, analizzando le canzoni italiane più amate anno per anno dal 2000 fino ad oggi. Lo studio si è spinto oltre, confrontando la popolarità delle canzoni su due delle piattaforme più utilizzate: Spotify e YouTube. Chi ci sarà in testa?

Eros, Giorgia e i The Kolors: il viaggio della musica italiana negli ultimi vent'anni

Nel 2000 il brano più popolare è stata la ballad 'Fuoco nel fuoco' di Eros Ramazzotti , seguita l'anno successivo dall'indimenticabile brano d'esordio di Valeria Rossi, 'Tre parole'. 'Gocce di memoria' di Giorgia ha invece lasciato il segno nel 2003, con uno dei suoi pezzi più iconici. E come non ricordare "I bambini fanno ooh" di Povia, diventata virale durante il Festival di Sanremo del 2005 o la poetica 'A te' del 2008 di Jovanotti.

 

Negli ultimi anni, invece, sembrano riscuotere particolare successo i tormentoni estivi e i featuring. La canzone più amata del 2023 è stata "Italodisco" dei The Kolors, che ha fatto ballare tutta Italia, mentre due anni prima, il featuring tra Blanco e Sfera Ebbasta con 'Mi fai impazzire', certificato sette volte Disco di Platino, ha dominato le classifiche.

Nel 2019 e nel 2020 altre due collaborazioni, entrambe con la spagnola Ana Mena, hanno segnato l'estate: 'Una volta ancora' con Fred De Palma e 'A un passo dalla luna' con Rocco Hunt, brani che hanno dominato le radio con le loro melodie ritmate.

 

Se quindi all'inizio degli anni 2000 le ballad e il pop dominavano le classifiche, negli ultimi anni sembra invece che gli ascoltatori preferiscano sonorità più dinamiche e ritmate come trap, reggaeton, hip hop, pop rap e rock.

Differenze tra streaming e visualizzazioni: chi ha vinto la battaglia musicale su Spotify e YouTube?

Lo studio ha confrontato le canzoni italiane più ascoltate anno per anno su Spotify e YouTube, evidenziando alcune differenze tra le due piattaforme, sebbene molti degli artisti presenti siano gli stessi.

 

Nella classifica di Spotify la canzone con il maggior numero di stream è 'Torna a casa' dei Maneskin con 218 milioni di stream, seguita da 'Mi fai impazzire' di Blanco e Sfera Ebbasta (185 milioni) e da 'Una volta ancora' di Fred De Palma e Ana Mena. Nella classifica di YouTube, invece, si nota un'inversione tra il primo e il terzo posto: 'Una volta ancora' occupa la vetta con 296 milioni di visualizzazioni, mentre Torna a casa' scende in terza posizione con 180 milioni. 

 

Su Spotify il brano meno recente presente nella classifica è "A te" di Jovanotti con 71 mila stream, mentre sul più 'vecchio' YouTube, la classifica include alcune canzoni più datate. Tra queste troviamo due brani di Marco Mengoni, 'Guerriero' (2015) e 'L'essenziale' (2013), 'La notte' (2012) di Arisa e 'La differenza tra me e te' (2011) di Tiziano Ferro.

 

Nonostante qualche eccezione, è evidente che le classifiche relative a Spotify e YouTube sono pressoché dominate da canzoni recenti, sottolineando come queste due piattaforme siano influenzate dai gusti dei più giovani.

 

Se vuoi conoscere la classifica completa delle canzoni italiane più popolari dal 2000 ad oggi e il resto degli artisti della classifica di Spotify e Youtube clicca qui per saperne di più!

 

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Metodologia:

Per realizzare questo studio, è stata esaminata anno per anno la canzone italiana con la posizione più alta nella classifica di Hit Parade Italia, che valuta la posizione massima raggiunta e la durata in classifica. L'anno 2024 è stato solo menzionato ma non inserito nella classifica in quanto ancora in corso. Successivamente, sono state stilate due classifiche basate sui dati di Spotify e YouTube, selezionando le dieci canzoni con il maggior numero di stream e visualizzazioni su ciascuna piattaforma.

 

Riguardo a Preply:

Preply è una piattaforma per l'apprendimento delle lingue online che mette in contatto insegnanti e centinaia di migliaia di studenti in 180 paesi nel mondo. Il suo database contiene più di 40.000 insegnanti che insegnano oltre 50 lingue, supportati da un algoritmo di apprendimento automatico che consiglia i migliori per ciascuno studente. Nata negli Stati Uniti nel 2012 da tre fondatori ucraini, Kirill Bigai, Serge Lukyanov e Dmytro Voloshyn, Preply è cresciuta passando dall'essere un team di 3 persone a una società di oltre 600 dipendenti di 62 nazionalità diverse, con uffici a Barcellona, New York e Kiev.




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