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lunedì 30 giugno 2025

CASTELLABATE- PER IL BLUE LIZARD FEST ARRIVANO GLI HEROES AND MONSTERS “


CASTELLABATE- Prosegue alla grande il cartellone del “ Blue Lizard Summer Fest 2025 “ promosso dalla associazione “MusicaLmente - Castellabate “ dopo la serata iniziale con Ciccio Merolla  il prossimo appuntamento sarà per domenica 3 agosto sul Lungomare Perrotti a Santa Maria Di Castellabate .  Ospiti della data saranno gli “Heroe and Monsters”


L'associazione Musicalmente Castellabate, attiva da due anni nell'organizzazione di eventi musicali No Profit, avvierà il secondo evento del Blue Lizard Music Fest il 3 agosto 2025 con gli Heroes and Monsters: band formata dal bassista/cantante Todd Kerns, dal chitarrista Stef Burns e dal batterista Will Hunt.


Il trio, formatosi nel corso del lockdown a seguito della pandemia di Covid19, amalgama diverse influenze, forte carisma e grande esperienza soprattutto grazie al fatto che i tre componenti hanno collaborato con diversi artisti e band internazionali del panorama rock and roll: tra le principali, Todd Kerns, è attualmente bassista e cantante del progetto musicale del chitarrista dei Guns N' Roses, Slash, gli Slash featuring Myles Kennedy and the

Conspirators, oltre ad essere stato il frontman della band canadese The Age Of Electric.


Stef Burns è da decenni il chitarrista solista della rockstar italiana Vasco Rossi. Burns ha inoltre collaborato con artisti del calibro di Sheila E., Huey Lewis & The News e Y&T - con i quali ha registrato quattro album - oltre che con il cantante statunitense Alice Cooper, dove ha suonato all'interno degli album Hey Stoopid e The  Last Temptation.  Will Hunt, membro degli Evanescence dal 2007, si è esibito al fianco di Dark New Day, Skrape, Staind, Vasco Rossi, Vince Neil, Tommy Lee e Slaughter, oltre ad aver suonato negli album della band heavy metal Black Label Society e del cantante/fondatore degli Stryper, Michael Sweet. Altre collaborazioni sono avvenute con i Dirty Shirley di George Lynch, e i Device di David Draiman.


Il concerto inizierà alle ore 22:00 sul Lungomare Perrotti di Santa Maria di Castellabate cornice

evocativa vista mare.



II BLUE LIZARD MUSIC FEST è un festival organizzato

con la compartecipazione del Comune di Castellabate e la concessione del patrocinio dello

Stesso e della Provincia di Salerno.


Marco Nicoletti 

@castellabatelive24 / Pagina Facebook  

domenica 29 giugno 2025

Palestina continuano le morti innocenti, l’olocausto, una dimenticanza fatale.

Sotto gli occhi del mondo e dei potenti forti della loro democratura si continua anche in questi giorni ad assistere ad un continuo proseguire del genocidio dei palestinesi. L' Olocausto parola forte che viene associata alle distruzioni di massa operate dal regime Nazista di Hitler nei confronti degli Ebrei. Ma oltre agli ebrei, altri gruppi furono perseguitati e uccisi, tra cui Rom, persone con disabilità, prigionieri di guerra sovietici e omosessuali. Un termine, derivato dal greco che significa "sacrificio compiuto col fuoco", che rappresentò la persecuzione e lo sterminio sistematico di circa sei milioni di ebrei europei da parte del regime nazista e dei suoi collaboratori durante la Seconda Guerra Mondiale. Un termine adottato dagli Ebrei che oggi parlano di Shoah, che in ebraico significa "distruzione", parola usata come sinonimo di Olocausto.

Un parallelismo che molte volte viene associato a quello che sta succedendo con il popolo palestinese. Un tratto importante della storia dei nostri giorni che sarà ricordato nei decenni per la sua barbaria in azioni di guerra e sotto il dominio del fuoco delle armi che pongono il problema della dimenticanza della memoria (olocausto). Una condizione che non deve essere considerata come azione e valore di un antisemitismo strisciante nel mondo, ma come un dato di fatto che ad oggi ha visto la morte di circa 60.000 persone a Gaza di cui circa 20.000 bambini.

Gli attacchi aerei israeliani nell’ultimo periodo continuano oggi ad uccidere decine di persone a gaza con una violenza inaudita nei confronti della popolazione il cui valore umano è zero. Gli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza hanno ucciso decine di palestinesi, tra cui persone che cercavano cibo nei centri di distribuzione degli aiuti, mentre la situazione umanitaria, già catastrofica, nell'enclave assediata peggiora di giorno in giorno. Le fonti mediche riferiscono che domenica scorsa sono state uccise 45 persone tra cui 29 nella città di Gaza e nel nord del territorio. La controversa Gaza Humanitariam Foundation (GFH) a nord di Rafah ne ha uccisi cinque nei pressi della distribuzione.

La stessa da quando, a fine maggio e stata sostenuta da Stati Uniti e Israele, ha assunto il controllo delle consegne limitate di aiuti a Gaza, nel mezzo di un duro blocco israeliano, i soldati israeliani hanno regolarmente sparato contro i palestinesi nei pressi dei centri di distribuzione, uccidendo più di 500 persone e ferendone più di 4.000, secondo l'ufficio stampa del governo di Gaza. L’ordine dei militari Israeliani è quello di sparare nel mucchio verso persone disarmate ed in cerca di aiuto. Attaccate dai militari e sistematicamente Gaza centrale con la morte di due bambini nel quartiere Zeitoun di Gaza City. Diversi razzi hanno colpito anche Khan Younis meridionale, dove le forze israeliane hanno colpito una tenda improvvisata nella zona costiera di al-Mawasi, uccidendo cinque persone.

Una grave situazione quella di gaza che vede il cibo come fonte di morte. Sono i neonati a pagare il maggior prezzo sono morti 66 bambini per fame dall’inizio della guerra nell’ottobre 2023. Il ritmo della malnutrizione infantile sta aumentando secondo le Nazioni Unite ad un ritmo allarmante. Christy Black, un'infermiera australiana che fa volontariato a Gaza City da quattro settimane, ha comunicato ai media che l'ospedale in cui lavora è carente di forniture mediche, incluso il latte artificiale per le donne incinte che necessitano di alimentazione nasogastrica. Questo lascia molte di loro senza i nutrienti necessari per la produzione di latte, oltre al latte artificiale per neonati, ha aggiunto. La malnutrizione rende inoltre difficile la guarigione delle ferite, ha affermato, aggiungendo che si è registrato un aumento significativo delle malattie respiratorie a causa del numero di bombe sganciate su Gaza.

Molti i bambini che rovistano tra i rifiuti cercando qualcosa da mangiare... Bambini che potrebbero avere nove o dieci anni ma che sembrano per la malnutrizione bambini di due anni. La guerra ha aumentato la diffusione di discariche a Gaza con il rischio per l’ambiente e la salute causato dalla guerra. A gaza non si hanno più desideri e si comincia a odiare il cibo. Durante tre mesi di assedio e carestia, Israele inizialmente si è rifiutato categoricamente di far entrare il cibo e poi ne ha consentito la distribuzione solo attraverso un'organizzazione losca e militarizzata, con le forze israeliane che sparavano. Questa situazione ha portato i palestinesi a odiare il cibo. Il rapporto con esso è cambiato per sempre, tramutandosi in risentimento e amarezza oltre che in paura. E tutto questo ha generato la fame di due milioni di persone ed avviene nell'era dell'abbondanza alimentare globale. L'era dei dessert al pistacchio, dei cioccolatini di Dubai, delle cheesecake con strati di crema, degli hamburger gourmet, delle pizze, delle salse e delle creme e delle feste ricche di pietanza prelibate.

Un piano ben organizzato che si avventura anche nell’ultima scelta di morte degli Israeliani nei confronti dei Palestinesi gli Hunger Games. La serie televisiva che uscì dopo gli anni 2000 con un grande successo di pubblico diventa realtà. Da fine maggio la Gaza Humanitarian Foundation (GHF), sostenuta da Stati Uniti e Israele, ha avviato consegne limitate di aiuti alla Striscia. Da allora, i palestinesi sono stati costretti a una lotta mortale per assicurarsi un del cibo.

Le storie orribili avvengono nei punti di distribuzione del corridoio di Netzarim dove si immagina vi siano tende, code e ordine (Fonte media Gaza). Ma chi ha osato andarci ha trovato solo caos e morte. La distribuzione degli aiuti avviene in un'area recintata vicino a Salah al-Din Street, vicino al confine orientale di Gaza, in una zona così pericolosa che la gente del posto la chiama il corridoio della morte. È circondata dalla sabbia e sorvegliata da appaltatori militari stranieri. Ci sono carri armati e soldati israeliani di stanza nelle vicinanze.

Non esiste un programma preciso per la consegna degli aiuti. A volte il GHF apre i cancelli alle 4 del mattino, a volte anche più tardi. I palestinesi aspettano a partire dal tramonto della sera prima. Quando finalmente i cancelli si aprono, la folla si riversa dentro. Non ci sono code, né personale, né cartelli. Solo rumore, polvere e paura. In alto, i droni volteggiano come avvoltoi. Poi, una voce da un altoparlante grida: "Quattro minuti! Prendete quello che potete!"

Scatole di cibo vengono lasciate in mezzo alla sabbia, ma non ce ne sono abbastanza. Non sono mai abbastanza. La gente corre verso il mucchio, spingendosi e scavalcandosi a vicenda. Si spingono a vicenda. Spuntano coltelli. Scoppieranno risse. I bambini urlano. Gli uomini cadono. Le donne strisciano nella sabbia. Poche persone sono fortunate e riescono ad afferrare una scatola e a tenerla stretta. Poi iniziano gli spari. Il quadrato di sabbia diventa un campo di sterminio. La gente corre per salvarsi la vita. Molti vengono colpiti. Alcuni riescono a uscire feriti. Altri vengono trasportati da amici, parenti o persino sconosciuti. Altri ancora muoiono dissanguati nella sabbia. I potenti oggi parlano di cessate il fuoco ma  per la popolazione non è cambiato niente e l’ombra di un olocausto di massa e il fantasma che entra nella mente del martoriato popolo palestinese .

venerdì 27 giugno 2025

Ragusa: Settimo convegno internazionale di studi “Le morti per mare nella storia dal mondo antico alla contemporaneità”

Sarà Ragusa ad ospitare l’importante convegno che si svolgerà il 19 e 20 luglio 2025 nell’ambito degli eventi storici e culturali organizzati dal Laboratorio degli Annali di Storia di Ragusa, dall’Università degli Studi di Genova, dall’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, dall’Università di Siena, dall’ Unitelma-Sapienza Università degli studi di Roma, dal Laboratorio di Storia Marittima e Navale Fernand Braudel (Università di Genova) e dall’Università degli studi di Genova. L’evento rappresenta il settimo appuntamento d’importanza storica e culturale avente per titolo “Le morti per mare nella storia dal mondo antico alla contemporaneità”, sguardi sulle instabilità marine che hanno scosso e modificato le epoche.

Il convegno sarà l’occasione per attuare un forum scientifico di ampia prospettiva storica in cui si confronteranno vari luminari italiani e internazionali collegati alle varie università. Il tema del mare e dei grandi sacrifici che sono stati effettuati nei secoli per la conquista di nuovi lidi specie nel mediterraneo saranno al centro delle varie relazioni. Il convegno inizierà il 19 luglio presso il laboratorio degli annali di Ragusa in via pezza ,106 a Ragusa e vedrà i suoi lumi per tutta la giornata per poi continuare il 20 luglio.

La direzione scientifica sarà del Prof. Carlo Ruta, storico di fama internazionale e Direttore Scientifico del Laboratorio degli Annali di storia di Ragusa. Lo stesso ha permesso nel tempo la nascita di un laboratorio di studi a Ragusa attuando un partenariato scientifico con varie Università, tra cui l’Università degli Studi di Genova, l’Università di Bari, l’Università di Siena, Unitelma-Sapienza Università degli Studi di Roma e il Laboratorio di studi marittimi e navali Ferdinand Braudel dell’Università di Genova.

Le relazioni inizieranno il 19 luglio con quella del Prof. Carlo Ruta che attuerà l’apertura del convegno dando le linee programmatiche, seguiranno quelle del Dr. Alfredo Anania (Istituto di Psicologia dinamica), Emiliano Beri Storico (Università degli Studi di Genova). Alberto Cazzella (Paleontologo e Archeologo), Pamela Kile Crossley, (Sinologa, Dartmouth. Usa), Michael Mocci (Latinista e Storico, Rivista Sacrum et Polis), Federica Mucci giurista (Università Roma 2), Sandra Origone (Storica del Medioevo), Maristella Trombetta (Storica D’arte, Università degli studi di Bari), Giuseppe Varnier (Epistemologo. Università di Siena)

Etichetta energetica: solo 1 italiano su 10 usa il QR code per confrontare i consumi - Indagine Altroconsumo

Etichette energetiche: solo 1 italiano su 10 usa il QR code per confrontare i consumi

L'indagine di Altroconsumo evidenzia il potenziale ancora inespresso di EPREL, il registro ufficiale UE che dal 2019 raccoglie tutte le informazioni su consumi, rumorosità e durata degli elettrodomestici

 

Milano, 19 giugno 2025 – Consumare meno e meglio: è questo l'obiettivo delle etichette energetiche, che dal 20 giugno dovranno esporre il QR code anche su smartphone e tablet venduti in Europa. Ma lo strumento messo a disposizione dall'Unione Europea per scegliere in modo davvero informato è ancora poco utilizzato. Solo il 13% degli italiani ha mai scansionato il QR code presente sulle etichette per accedere a EPREL, il registro europeo che raccoglie tutte le informazioni su consumi, durata, rumorosità e altri parametri tecnici. È uno dei dati emersi dall'indagine condotta da Altroconsumo – la più grande organizzazione indipendente di consumatori in Italia e parte di Euroconsumers – nell'ambito del progetto europeo coordinato dal consorzio EPREL Services, che ha coinvolto oltre 2.500 cittadini in 10 Paesi UE, di cui 1.007 in Italia.

EPREL, acronimo di European Product Registry for Energy Labelling, è il registro ufficiale che raccoglie le schede tecniche di migliaia di prodotti soggetti a etichettatura energetica. È accessibile gratuitamente online e raggiungibile anche tramite il QR code presente sulle etichette energetiche di frigoriferi, lavatrici, televisori, caldaie e altri apparecchi. Il database fornisce informazioni dettagliate su consumi annui, rumorosità, dimensioni, costi di gestione, disponibilità di pezzi di ricambio e altri parametri utili a orientare l'acquisto.

 

Nonostante il valore informativo e la semplicità d'accesso, il database EPREL è utilizzato ancora da una minoranza. In Italia, solo il 12,9% degli intervistati dichiara di aver mai scansionato il QR code per consultare la scheda del prodotto. Una tendenza simile si osserva nel resto d'Europa.

L'indagine conferma che i consumatori sono attenti ai consumi energetici, soprattutto quando si tratta di elettrodomestici e impianti per il riscaldamento e il raffrescamento. In questi casi, efficienza energetica, costi complessivi e rumorosità risultano essere i criteri più rilevanti. Per l'elettronica di consumo, invece, il prezzo d'acquisto e la garanzia prevalgono sull'efficienza energetica. In tutti i settori, emerge una forte propensione a informarsi online prima dell'acquisto, ma i siti più consultati sono principalmente comparatori di prezzo, portali di test e recensioni. EPREL, sebbene facilmente accessibile, resta ancora sottoutilizzato.

 

È in questo contesto che nasce il progetto EPREL, cofinanziato dal programma LIFE dell'Unione Europea, con l'obiettivo di migliorare l'esperienza utente e la qualità delle informazioni presenti nel database. Tra le attività in corso, lo sviluppo di una nuova piattaforma digitale più intuitiva, la semplificazione della consultazione dei dati tecnici, e un piano di comunicazione mirato ad aumentare la consapevolezza tra consumatori e operatori del settore.

Come evidenziato dai risultati dell'indagine, i consumatori chiedono strumenti più semplici, veloci e completi per confrontare prodotti e stimare i costi a lungo termine. Il progetto risponde a questa domanda migliorando l'accessibilità, la chiarezza e la diffusione delle informazioni presenti nel registro, rendendo EPREL una risorsa utile non solo in fase di acquisto, ma anche per valutazioni relative alla riparazione o al riutilizzo, con l'obiettivo di promuovere un consumo informato e sostenibile, a vantaggio dei cittadini.

 




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La svolta green di Ciro Amodio. Lo storico retail di prossimità guarda al futuro: dal packaging alla comunicazione, tutte le scelte sostenibili del brand campano

                              



La svolta green di Ciro Amodio.

Lo storico retail di prossimità guarda al futuro: dal packaging alla comunicazione, tutte le scelte sostenibili del brand campano


 

Napoli, 27 giugno 2025Il fresco quotidiano può, e deve, essere anche sostenibile. È con questo spirito che Ciro Amodio, storico marchio campano attivo dal 1825 nella distribuzione, vendita e produzione di latticini, panificati e gastronomia artigianale, annuncia ufficialmente la sospensione della stampa del giornalino cartaceo delle offerte, a favore di un sistema di comunicazione completamente digitale. Una decisione che si inserisce in un processo di trasformazione più ampio, guidato dalla volontà di ridurre l'impatto ambientale attraverso azioni concrete e misurabili. Le promozioni settimanali saranno da oggi consultabili in tempo reale tramite l'App Ciro Amodio, il canale WhatsApp aziendale (3420317211), il sito ufficiale e i profili social, strumenti sempre più utilizzati dalla clientela e in linea con un approccio smart e responsabile alla spesa quotidiana. Il claim scelto per accompagnare la nuova campagna è chiaro ed esplicito: "Risparmi tu. Respira il pianeta." Un messaggio che richiama l'attenzione del consumatore sul ruolo attivo che ognuno può avere nella transizione ecologica, anche attraverso scelte semplici ma consapevoli.

<<Essere ogni giorno sulla tavola dei nostri clienti comporta una responsabilità che va oltre la qualità dei prodotti, >> afferma Fausto Amodio, Ceo del brand. <<Significa anche contribuire a costruire un futuro più sostenibile, accessibile, conveniente e giusto, per il territorio e per le persone. La digitalizzazione del giornalino rappresenta solo una delle tante azioni che abbiamo messo in campo nell'ambito di un percorso più ampio di responsabilità ambientale e sociale e ha dato avvio a una serie di ripercussioni positive legate alla nostra mission. Ad esempio, la riduzione dei costi di stampa ci ha permesso di abbattere i prezzi dei prodotti e rendere ulteriormente conveniente e accessibile fare la spesa da noi, supportando un altro obiettivo aziendale a noi molto caro >>.

Negli ultimi anni, l'azienda ha adottato una visione integrata della sostenibilità, a partire dall'utilizzo esclusivo in tutti i punti vendita di packaging compostabili e riciclabili, conformi alle normative europee più recenti. La filiera corta, garantita dalla produzione interna di molti prodotti a marchio – dai latticini ai salumi, dai panificati alla gastronomia – consente inoltre di ridurre le emissioni legate alla logistica, promuovendo il valore del territorio. Particolare attenzione è rivolta anche alla lotta contro lo spreco alimentare, attraverso porzionature calibrate, sistemi di tracciamento delle eccedenze e piani strutturati di recupero. Le eccedenze vengono regolarmente destinate a parrocchie, enti non-profit e realtà locali attive sul fronte dell'assistenza alimentare. La sostenibilità passa anche dagli spazi fisici: i punti vendita del brand, oggi oggetto di un progressivo restyling, sono realizzati con materiali naturali e a basso impatto ambientale. A ciò si aggiunge la partecipazione a iniziative pubbliche a favore del verde urbano, grazie alla devoluzione di fondi per la tutela e manutenzione di aree green pubbliche della città di Napoli, in collaborazione con il Comune e con associazioni attive nel sociale.

Con quasi due secoli di storia e uno sguardo costante al futuro, Ciro Amodio si conferma oggi un esempio virtuoso di impresa in grado di evolversi senza perdere il legame con le proprie radici, portando avanti una visione di filiera che coniuga artigianalità, innovazione e rispetto per l'ambiente.




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Scacco alla terapia: il tumore al fegato cambia pelle grazie al metabolismo

Scacco alla terapia: il tumore al fegato cambia pelle grazie al metabolismo


Le cellule tumorali del fegato sanno modificare la propria costituzione e rendere inefficaci le cure: una scoperta che svela l'inattesa capacità di trasformazione delle cellule cancerose, offrendo la possibilità di riformulare le terapie per migliorarne l'efficacia. Lo studio, coordinato dall'Università Statale di Milano e dall'Istituto Europeo di Oncologia, pubblicato su Signal Transduction and Targeted Therapy.


Milano, 27 giugno 2025. In uno studio guidato dall'Università Statale di Milano e dall'Istituto Europeo di Oncologia, sostenuto da Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, i ricercatori hanno svelato il profondo cambiamento del metabolismo cellulare che induce la resistenza delle cellule tumorali ai trattamenti farmacologici contro il tumore al fegato. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista
Signal Transduction and Targeted Therapy, del gruppo Nature.

 

Il gruppo di ricerca ha studiato su colture cellulari il comportamento delle cellule tumorali trattate con sorafenib, un farmaco usato nelle forme avanzate di carcinoma epatocellulare, una delle più comuni forme di cancro al fegato. Il farmaco, sebbene inizialmente efficace, dopo alcuni mesi perde spesso la sua capacità di agire nel 50% circa dei pazienti poiché il tumore sviluppa resistenza.

I ricercatori hanno scoperto che le cellule tumorali "imparano" a deviare le vie del metabolismo degli zuccheri per produrre glicerolo, una molecola che funge da "impalcatura" per costruire nuove membrane cellulari. Contemporaneamente le cellule cancerose assorbono acidi grassi dall'ambiente esterno, che si legano al glicerolo e completano così una nuova struttura della membrana. Questo rimodellamento rafforza le cellule tumorali, rendendole più resistenti allo stress causato dai trattamenti.

 

Spiega il professor Nico Mitro, già vincitore del Career Development Award della Fondazione Armenise-Harvard e docente di biochimica dell'Università degli Studi di Milano: "Come alcuni animali cambiano pelle per adattarsi all'ambiente, anche le cellule tumorali si trasformano, modificando la propria struttura in modo da sfuggire all'effetto dei farmaci. Dopo una prima fase di trattamento farmacologico, le cellule cancerose sopravvissute sono in grado di riorganizzare i lipidi nella loro membrana esterna e diventare così resistenti ai trattamenti".

 

Uno degli aspetti più promettenti dello studio è l'identificazione di due possibili biomarcatori nel sangue dei pazienti trattati con sorafenib. L'accumulo di D-lattato sembra indicare che il trattamento sta funzionando, mentre un aumento del glicerolo potrebbe segnalare l'inizio della resistenza del tumore. Questi indicatori potrebbero diventare strumenti utili per monitorare in modo più preciso l'efficacia delle terapie e intervenire tempestivamente con possibili strategie alternative.

 

Conclude Nico Mitro: "Queste scoperte aprono nuove prospettive nella lotta contro il carcinoma epatocellulare e, più in generale, nella comprensione dei meccanismi con cui i tumori diventano resistenti ai farmaci. In futuro, una conoscenza più approfondita del metabolismo delle cellule tumorali potrà portare allo sviluppo di terapie sempre più mirate e precise, capaci di migliorare l'efficacia dei trattamenti e la qualità della vita dei pazienti."

 

La ricerca è stata coordinata dal professor Nico Mitro e ha coinvolto scienziati del dipartimento di Scienze farmacologiche e biomolecolari dell'Università degli Studi di Milano e del dipartimento di Oncologia sperimentale dell'Istituto Europeo di Oncologia. Hanno collaborato anche importanti centri di ricerca italiani, tra cui l'IRCCS Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori (IRST) "Dino Amadori" di Meldola e l'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.



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Budapest. La street artist Laika sfida Orbán prima del Pride con la nuova opera


"ANOTHER HUNGARY IS POSSIBLE":
LA STREET ARTIST LAIKA SFIDA ORBAN A BUDAPEST ALLA VIGILIA DEL PRIDE

Budapest, 27 giugno. All'alba di oggi è apparso nel centro di Budapest un nuovo poster firmato dalla street artist Laika, dal titolo Another Hungary is Possible ("Un'altra Ungheria è possibile"). L'opera raffigura il premier Viktor Orbán in una versione queer, mentre sventola una bandiera arcobaleno, come se sfilasse al Pride. Sull'abito si legge la scritta "Free Maja", in omaggio alla militante antifascista non-binary detenuta nel paese. 

Con questa azione Laika lancia un messaggio chiaro e provocatorio alla vigilia del Budapest Pride, proprio in un momento in cui il governo ungherese ha cercato di ostacolare la manifestazione.

Non è la prima volta che l'artista prende di mira il governo di Orban: tra le sue opere più celebri, il poster che ritraeva l'eurodeputato Jozsef Szajer, fedelissimo di Orban, colto in fragrante all'interno di un'orgia omosessuale durante il confinamento da Covid, e Ila Resisti, a sostegno della militante antifascista Ilaria Salis, oggi eurodeputata.

Tutte opere, quelle di Laika, realizzate in Italia fino a questo ultimo blitz, in cui l'artista sfida il premier in casa propria, alla vigilia del Pride di Budapest, che il governo ungherese ha messo al bando. 

"La street art ha il potere di mostrare l'impossibile, l'utopico. Rappresentare Orban che marcia per i diritti civili è certo una provocazione, ma non atta a ridicolizzare. È più che altro un sogno: quello di un'Ungheria in cui il premier non demolisce lo Stato di diritto con leggi liberticide, non reprime le piazze, ma scende in strada accanto alla comunità LGBTQIA+. Un premier rispettoso dei diritti umani", dichiara Laika.

Secondo l'artista, "l'Ungheria sta attraversando una preoccupante deriva autoritaria, con una progressiva erosione delle garanzie democratiche". Laika denuncia la tolleranza, se non il sostegno, da parte del governo verso gruppi neofascisti come quello di HVIM (Sixty-Four Counties Youth Movement), a cui il premier ha concesso l'autorizzazione a sfilare nelle stesse vie del Pride. 

A maggio, il Parlamento Europeo ha chiesto formalmente che il Budapest Pride si svolgesse senza ostacoli. "Tra i 20 Paesi firmatari della mozione non figura l'Italia, che invece – afferma l'artista – guarda con favore al 'modello ungherese'".

"Essere qui oggi è un rischio, ma è anche necessario. È importante non solo per la comunità LGBTQIA+ ungherese, ma per quella di tutta l'Europa. È importante per difendere democrazia e diritti umani. E sono qui anche per sostenere il coraggio del sindaco Gergely Karácsony, che ha deciso di far svolgere il Pride nonostante tutto. Domani sarò in incognito alla manifestazione e spero di vedervi in tantissimi. L'onda nera omofoba e xenofoba non ci travolgerà. Noi siamo marea", conclude Laika. 






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Ragusa: Settimo convegno internazionale di studi “Le morti per mare nella storia dal mondo antico alla contemporaneità”

Sarà Ragusa ad ospitare l’importante convegno che si svolgerà il 19 e 20 luglio 2025 nell’ambito degli eventi storici e culturali organizzati dal Laboratorio degli Annali di Storia di Ragusa, dall’Università degli Studi di Genova, dall’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, dall’Università di Siena, dall’ Unitelma-Sapienza Università degli studi di Roma, dal Laboratorio di Storia Marittima e Navale Fernand Braudel (Università di Genova) e dall’Università degli studi di Genova. L’evento rappresenta il settimo appuntamento d’importanza storica e culturale avente per titolo “Le morti per mare nella storia dal mondo antico alla contemporaneità”, sguardi sulle instabilità marine che hanno scosso e modificato le epoche.

Il convegno sarà l’occasione per attuare un forum scientifico di ampia prospettiva storica in cui si confronteranno vari luminari italiani e internazionali collegati alle varie università. Il tema del mare e dei grandi sacrifici che sono stati effettuati nei secoli per la conquista di nuovi lidi specie nel mediterraneo saranno al centro delle varie relazioni. Il convegno inizierà il 19 luglio presso il laboratorio degli annali di Ragusa in via pezza ,106 a Ragusa e vedrà i suoi lumi per tutta la giornata per poi continuare il 20 luglio.

La direzione scientifica sarà del Prof. Carlo Ruta, storico di fama internazionale e Direttore Scientifico del Laboratorio degli Annali di storia di Ragusa. Lo stesso ha permesso nel tempo la nascita di un laboratorio di studi a Ragusa attuando un partenariato scientifico con varie Università, tra cui l’Università degli Studi di Genova, l’Università di Bari, l’Università di Siena, Unitelma-Sapienza Università degli Studi di Roma e il Laboratorio di studi marittimi e navali Ferdinand Braudel dell’Università di Genova.

Le relazioni inizieranno il 19 luglio con quella del Prof. Carlo Ruta che attuerà l’apertura del convegno dando le linee programmatiche, seguiranno quelle del Dr. Alfredo Nania (Istituto di Psicologia dinamica), Emiliano Beri Storico (Università degli Studi di Genova). Alberto Cazzella (Paleontologo e Archeologo), Pamela Kile Crossley, (Sinologa, Dartmouth. Usa), Michael Mocci (Latinista e Storico, Rivista Sacrum et Polis), Federica Mucci giurista (Università Roma 2), Sandra Origone (Storica del Medioevo), Maristella Trombetta (Storica D’arte, Università degli studi di Bari), Giuseppe Varnier (Epistemologo. Università di Siena)

CASTELLABATE - CICCIO MEROLLA AL “ BLUE LIZARD MUSIC FEST “

 CASTELLABATE-L'associazione “Musicalmente Castellabate”, attiva da due anni nell'organizzazione di eventi musicali no profit, dopo il successo del Capodanno e di Carnevale in piazza Lucia, ha deciso di aprire il calendario del “Blue Lizard Music Fest “ Seconda Edizione con la performance di Ciccio Merolla e della sua live band.

L'artista attivo nel panorama musicale italiano sin dalla metà degli anni '80, dopo l'esordio coi Panoramics nel 1989 è diventato il percussionista di buona parte della scena musicale partenopea:

Bennato, Senese, Gragnaniello.

Nel 2023 il suo singolo Malatia, ispirato al brano colombiano Guataqui diventa virale su TikTok con oltre 25 milioni di visualizzazioni piazzandosi al primo posto su Spotify . 


Il concerto inizierà alle ore 22:00 nella Piazza principale del Comune.

Una scelta artistica capace di soddisfare diverse fasce d'età e target: dai più giovani ai più nostalgici.


Il BLUE LIZARD MUSIC FEST è un festival organizzato

con la compartecipazione del Comune di Castellabate e la concessione del patrocinio dello

Stesso e della Provincia di Salerno.


Marco Nicoletti 

@castellabatelive24/ Pagina Facebook 

giovedì 26 giugno 2025

Fake News. 8 italiani su 10 non distinguono una notizia vera da una falsa. Lo svela la nuova ricerca di INC in occasione dei suoi 50 anni

I paradossi dell'informazione senza filtri

8 ITALIANI SU 10 NON RIESCONO A CAPIRE SE UNA NOTIZIA E' VERA O FALSA MA S'INFORMANO SUI CANALI CHE RITENGONO MENO AFFIDABILI

  • INC – PR Agency content First compie 50 anni e indaga l'informazione al tempo della disintermediazione, tra affidabilità e paradossi, con una ricerca tra gli italiani realizzata insieme ad AstraRicerche
  • Nonostante siano considerati meno degni di fiducia, social media e motori di ricerca sono tra le prime fonti di informazione. Non solo. Quattro italiani su dieci hanno anche condiviso e diffuso sui propri canali social notizie poi rivelatesi false
  • I media tradizionali, in testa quotidiani e televisione, restano per la maggioranza degli italiani le fonti di informazione più affidabili. Mentre c'è scetticismo verso le news guidate dall'intelligenza artificiale.

Roma, 26 giugno 2025. Si informano scegliendo gli strumenti digitali che hanno a portata di mano (social media e motori di ricerca) ma in realtà si fidano di più di giornali e telegiornali. Considerano importante l'informazione (68,4%) ma poi la maggioranza dedica meno di mezz'ora al giorno (63,5%) a scoprire cosa succede in Italia e nel mondo. Ammettono però, 8 su 10, di avere difficoltà a capire se una notizia è vera o falsa. Chiedono più regole, anche per chi fa informazione senza essere un giornalista, e temono l'intelligenza artificiale, che non sembra portare nulla di buono in termini di affidabilità e imparzialità.

Sono gli italiani al tempo della disintermediazione, l'informazione senza filtri professionali, che arriva loro incontro da mille fonti, affidabili e non, e li disorienta.

Spingendoli – è il primo paradosso fra i tanti riscontrati dalla ricerca – a un consumo dettato più dalla convenienza e dall'abitudine che da una scelta di fiducia. Gli italiani attingono da fonti che essi stessi, in larga misura, non reputano attendibili, evidenziando una vulnerabilità strutturale nel modo in cui la società accede alla conoscenza.

Ecco il quadro che emerge dalla ricerca demoscopica "Senza filtri: l'informazione nell'epoca della disintermediazione tra opportunità e caos" condotta a maggio 2025 da AstraRicerche su un campione rappresentativo della popolazione italiana (1.023 interviste, metodo cawi, su un campione 18-70enni residenti in Italia).

L'indagine è stata promossa da INC, una delle principali società italiane di consulenza e PR, che quest'anno celebra 50 anni di attività. Con un team di 60 persone, tra Roma e Milano, un portfolio di oltre 50 clienti tra cui numerosi brand di primo piano italiani ed internazionali ed un fatturato che nel 2025 supererà i 6,5 milioni di euro (che negli ultimi cinque anni ha registrato un tasso annuo di crescita dell'11%), INC è oggi una delle principali agenzie di PR del Paese, inserita quest'anno da PRovoke Media tra le 50 migliori agenzie PR in Europa.

Resi noti oggi, i dati fotografano una nazione che ritiene i giornalisti sempre più affidabili ma sempre meno seguiti, con una crescente difficoltà nel distinguere le fake news ed un timore condiviso verso nuove formule di accesso all'informazione come l'utilizzo dell'intelligenza artificiale.

"In questo contesto, fatto di informazione onnipresente e fiducia intermittente, emerge, da parte degli Italiani, una domanda di competenza e affidabilità che chiama in causa tutti noi che ci occupiamo di comunicazione: giornalisti, influencer e creators, professionisti che operano in azienda e nella consulenza. La ricerca offre spunti di riflessione cruciali anche per le strategie di comunicazione di brand e organizzazioni. Perché in un mondo dove tante persone trovano difficoltà a distinguere le notizie vere da quelle false, il rischio che una fake news, alimentata da algoritmi, intelligenze artificiali e condivisioni inconsapevoli, possa danneggiare la reputazione di un'azienda o di una NGO, è reale e tangibile. Ed è un rischio che va gestito con attenzione e professionalità" dichiara Pasquale De Palma, Presidente e Amministratore delegato di INC.

Nell'era della disintermediazione e dell'informazione senza filtri, gli italiani vivono un rapporto profondamente contraddittorio con l'informazione. La consumano voracemente attraverso gli strumenti digitali che hanno a portata di mano, ma quando si tratta di fiducia guardano ancora con convinzione ai media tradizionali, con in testa quotidiani e telegiornali.

"Assistiamo a un fenomeno nuovo, che potremmo definire di masochismo informativo... Consideriamo importante l'informazione ma poi scegliamo soprattutto i canali - social media, aggregatori di notizie, amici e familiari - che pure riteniamo meno attendibili rispetto ai media tradizionali, on line e cartacei, nei quali invece abbiamo massima fiducia. Spetta a noi professionisti dell'informazione cercare di capire cosa si può fare per uscire da questo vicolo cieco e come aiutare gli italiani che sembrano disorientati e non in grado di farcela da soli. Bisogna anche avere il coraggio di dire che la disintermediazione oggi è un rischio per le democrazie, fortemente voluta da poteri politici ed economici e dagli interessi delle piattaforme social, che la guidano e la alimentano, sempre perseguendo un interesse personale che non coincide con la verità" commenta Paolo Mattei, vice Presidente di INC, che ha coordinato il gruppo di lavoro sulla ricerca.

"Urge colmare il divario tra consumo e fiducia, investire in alfabetizzazione mediatica per dotare i cittadini degli strumenti per orientarsi, e definire un quadro di regole che responsabilizzi tutti gli attori dell'ecosistema informativo, vecchi e nuovi. Dalla ricerca emerge chiaramente come la richiesta non sia di tornare a un passato di pochi detentori dell'informazione, ma di costruire un futuro in cui la libertà di informazione sia sinonimo di qualità e non di caos" spiega Cosimo Finzi, Direttore di AstraRicerche.

LA DIETA MEDIATICA GIORNALIERA: 7 ITALIANI SU 10 SI INFORMANO DALLA TV

PIU' ASCOLTATI AMICI E CONOSCENTI RISPETTO AD UN QUOTIDIANO

Gli italiani sono attivamente impegnati nel consumo di informazioni attraverso una pluralità di canali. I mezzi tradizionali mantengono una forte presa, ma convivono con l'ascesa delle piattaforme digitali e la perdurante forza del passaparola.  La TV si conferma il mezzo più utilizzato regolarmente (70,8%), seguita a ruota da familiari, amici e conoscenti (61,6%), dai social network (60,0%) e dagli strumenti di messaggistica con canali dedicati (57,1% - un 'salto' in avanti enorme). Interessante notare come gli aggregatori di notizie (46,5%) e i siti/portali Internet (42,6%) siano anch'essi ampiamente utilizzati, superando in diffusione i quotidiani (40,4%) e i periodici/riviste (29,7%), sia cartacei che online. Questo evidenzia il cambiamento nelle abitudini di consumo, con un'utenza che cerca rapidità e aggregazione di contenuti.

I podcast e i video, sebbene in crescita (38,1%), non raggiungono ancora la radio (43,7%) e sono sempre più percepiti come intrattenimento a discapito dell'informazione.

AFFIDABILITA' DELL'INFORMAZIONE: I PARADOSSI DEL CITTADINO DISORIENTATO

Quando si tratta di affidabilità, emerge un quadro più complesso. Nonostante la vasta diffusione, i social network e gli strumenti di messaggistica sono percepiti come meno affidabili rispetto ai media tradizionali. La TV (42,3%) e i quotidiani (40,8%) sono considerati i più attendibili, quasi a pari merito. Sorprendentemente, i familiari, amici e conoscenti, pur essendo una fonte ampiamente utilizzata, sono ritenuti affidabili solo dal 29% degli intervistati, allineandosi a siti e portali Internet (29,4%) e aggregatori di notizie (29,4%).  I podcast e i video, così come i blog e le community online, sono ancora lontani dai livelli di fiducia dei media tradizionali.

La percezione di affidabilità di una notizia è fortemente legata a chi la diffonde e a come viene presentata. La maggioranza degli intervistati (45,7%) ritiene più affidabile una notizia data da un divulgatore non giornalista (scienziati, ricercatori, docenti), superando di poco i giornalisti (41,7%) segno di una crescente ricerca di competenze (vere o presunte) e autorevolezza specifiche. In netta minoranza si trovano influencer, youtuber, tiktoker (8,2%) e personaggi pubblici (17,6%), a conferma della scarsa fiducia riposta nella loro capacità di veicolare informazioni veritiere.

In mezzo alla classifica i rappresentanti delle Istituzioni e i politici (25.6%).

30 MINUTI AL GIORNO PER INFORMARSI. 4 SU 10 HANNO CONDIVISO NOTIZIE FALSE

La maggior parte degli intervistati (63,5%) dedica meno di 30 minuti al giorno all'informazione, con un 30,5% che si limita a 20 minuti o meno. Solo il 13,4% degli italiani si informa per un'ora o più. In un mondo complesso e ricco di informazioni, è un tempo medio molto basso.

Capita con una certa frequenza di verificare una notizia altrove: lo fa spesso il 28,2% del campione, a volte il 50,6%, mentre solo il 21,2% lo fa raramente o mai.

La preoccupazione per le fake news è piuttosto diffusa: alla maggioranza degli intervistati capita di leggere una notizia e pensare che possa essere falsa (59,5% a volte, 24,2% spesso).

La difficoltà nel capire se una notizia è falsa è percepita come media (così così per il 41,7%, abbastanza 34,2%, solo il 6,9% lo considera molto difficile). In sintesi, solo 4 su 10 ritengono che sia molto o abbastanza difficile: una possibile sottovalutazione del problema.

E infatti un'alta percentuale di italiani (83,8%) ammette di aver creduto a notizie false in passato (10,3% più volte e 73,5% qualche volta).

Un dato significativo è che il 42% ha condiviso notizie poi rivelatesi false.

Di fronte a una notizia che smentisce le proprie convinzioni, la maggioranza tende ad approfondire e verificare con altre fonti, sia che la notizia provenga da giornalisti (64,9%) che da influencer (66,2%). Tuttavia, c'è una netta differenza nella reazione iniziale: se la notizia viene da un giornalista, solo il 7,1% tende a pensare che sia falsa, mentre questa percentuale sale al 24,5% se la fonte è un influencer.

Nel confronto con familiari e amici che hanno idee diverse, la maggioranza (59,7%) preferisce ascoltare senza cercare di convincere o farsi convincere, o al limite ascolta per capire se le sue opinioni possano essere sbagliate (24,7%), dimostrando una certa tolleranza e apertura.

Abbastanza comune anche il confronto attivo per verificare la veridicità di una notizia (a volte 55,9%, spesso 16,2%).

Sull'influenza e il controllo dell'informazione, la percezione è che i poteri economici (60,9%) e politici italiani (60,5%) siano i principali responsabili della diffusione di notizie "di parte" o fake news, seguiti dagli interessi delle piattaforme social (55,9%) e dai poteri politici esteri (55,8%).

PIU' REGOLE PER I COMUNICATORI DEL WEB. CHI CONTROLLA I CONTROLLORI?

C'è una chiara richiesta di maggiore regolamentazione per tutti i comunicatori online: il 62,3% ritiene che le regole deontologiche dei giornalisti dovrebbero essere applicate a chiunque comunichi sui mezzi di informazione. Tuttavia, quasi la metà (50,1%) crede che anche molti giornalisti non rispettino tali regole.

Il controllo delle fake news da parte delle piattaforme è un tema caldo. Il 65,0% degli intervistati ritiene che il gruppo di persone che controlla le notizie dovrebbe essere scelto senza preconcetti, e il 60,8% vede un rischio nel controllo basato solo sugli utenti.

Interessante è la percezione di chi determina il flusso delle informazioni online: i giornalisti e i media tradizionali (45,1%) sono ancora visti come i principali attori, seguiti a ruota dalle piattaforme con i loro algoritmi (43,8%). Meno influenti in questo senso i cittadini che condividono contenuti sui social networks (28,0%), istituzioni e governi (27,1%) e – ancor meno - influencer e creator (16,5%).

NEWS PERSONALIZZATE UN RISCHIO, DALL'AI IL TIMORE DI INFORMAZIONI FALSE

La maggior parte degli utenti (70,0%) è consapevole che siti e portali online mostrano notizie personalizzate in base alle loro abitudini.

Questo è percepito come un rischio - sia perché tende a confermare le opinioni preesistenti degli utenti (59,9%) sia perché limita l'ampliamento degli interessi (61,8%) - più che un aiuto nel trovare le notizie rilevanti per loro senza fatica (40,7%).

Infine, anche l'introduzione dell'Intelligenza Artificiale nella sintesi delle notizie è vista più come un rischio che come un aiuto: prevalgono i timori di informazioni non corrette (58,4%) e di una minore sollecitazione alla verifica delle fonti (57,0%), rispetto all'aiuto dato agli utenti (37,9%).


INC FESTEGGIA 50 ANNI DI PASSIONE PR

  • Un progetto d'impresa che è anche un po' la storia delle PR in Italia: nessun'altra agenzia di PR, che sia oggi attiva sul mercato italiano con il marchio originario, ha un percorso lungo 50 anni
  • In occasione dell'anniversario, INC si regala un libro celebrativo, in edizione limitata, che racconta il percorso professionale ed imprenditoriale dell'agenzia, e presenta una ricerca inedita sulla "informazione senza filtri": 8 italiani su 10 ammettono di aver difficoltà a capire se una notizia è vera o falsa
  • Ufficializzato l'ingresso di Novella D'Incecco come nuovo partner INC

Cinquant'anni e non sentirli. Con tanta voglia di futuro e la consapevolezza di un importante passato.

Arriva al traguardo del mezzo secolo di attività INC, agenzia indipendente di PR, parte di UNA - Aziende della Comunicazione Unite, 60 professionisti tra Roma e Milano, un portfolio di oltre 50 clienti tra cui numerosi brand di primo piano, italiani ed internazionali.

Un compleanno speciale festeggiato ieri al Palazzo delle Esposizioni di Roma in una serata cui hanno partecipato oltre 400 ospiti.

Una occasione per incontrare clienti, giornalisti, istituzioni, colleghi ma anche per riflettere sulle prospettive e i cambiamenti di una professione in continua evoluzione.

Una ricerca promossa da INC per l'occasione rivela che 8 italiani su 10 ammettono di avere difficoltà a capire se una notizia è vera o falsa. Nell'era della disintermediazione e dell'informazione senza filtri, gli italiani vivono un rapporto profondamente contraddittorio con l'informazione. La consumano voracemente attraverso gli strumenti digitali che hanno a portata di mano, ma quando si tratta di fiducia guardano ancora con convinzione ai media tradizionali, con in testa quotidiani e telegiornali (qui tutti i risultati della survey condotta con AstraRicerche, con la supervisione di Cosimo Finzi).

"Siamo dentro la notizia tutti i giorni da 50 anni, accompagnando con curiosità, rispetto e creatività i nostri clienti nella narrazione di storie, progetti, prodotti, innovazioni che hanno segnato, in un modo o nell'altro, la vita degli italiani. Oggi festeggiamo un anniversario importante, perché 50 anni di PR in Italia sono un traguardo unico. E ne siamo orgogliosi. Ma il nostro sguardo è già rivolto al futuro, che affrontiamo consapevoli di essere protagonisti in una industry, quella delle PR, che è oggi una leva strategica essenziale per qualsiasi brand o organizzazione. Vogliamo continuare ad essere un partner di valore per i clienti che ci scelgono, stando al loro fianco nel costruire e tutelare un bene sempre più prezioso, la loro reputazione. E vogliamo continuare ad essere un gruppo di persone che amano il proprio lavoro e sono soddisfatte per come e dove lo fanno" commenta Pasquale De PalmaPresidente Amministratore delegato di INC.

UNA STORIA DI SUCCESSI: PIU' DI 300 CLIENTI, 75 PREMI VINTI IN ITALIA E NEL MONDO

Con un team di oltre 60 persone, tra Roma e Milano, 10 partner, un Executive Leadership Team di 18 professionisti e un fatturato che nel 2025 supererà i 6,5 milioni di euro e che negli ultimi cinque anni ha registrato un tasso annuo di crescita dell'11%, INC è oggi una delle principali agenzie di PR del Paese, inserita quest'anno da PRovoke Media tra le 50 migliori agenzie PR in Europa.

In questi 50 anni sono oltre 300 i clienti che hanno scelto l'agenzia come partner in comunicazione, più di 75 i premi vinti in Italia e nel mondo, e quasi 300 i professionisti cresciuti nel vivaio di una delle maggiori realtà indipendenti delle pubbliche relazioni.

Un progetto d'impresa che è anche un po' la storia delle PR in Italia, considerato che nessun'altra agenzia di PR del Paese, che sia oggi attiva sul mercato con il marchio originario, ha un percorso lungo 50 anni.

50 anni di passione PR, vissuti nel segno di grandi storie da raccontare, leggendo le tendenze, anticipando gli scenari, innovando, utilizzando mezzi di comunicazione in continua evoluzione. Sempre con quella costante attenzione ai contenuti e alle cose fatte bene che è diventato un po' il marchio di fabbrica di INC.

UN LIBRO IN EDIZIONE LIMITATA PER RIPERCORRERE LA STORIA DI QUESTI 50 ANNI

Per ripercorrere una strada così lunga ed entusiasmante, in occasione dell'anniversario, INC ha dato alle stampe un libro celebrativo del percorso professionale ed imprenditoriale dell'agenzia. Un'edizione limitata, dedicata a collaboratori di ieri e di oggi, a clienti e amici. Un racconto corale, che coinvolge i professionisti e le storie d'impresa protagonisti di mezzo secolo di comunicazione in Italia.

Il libro ripercorre le campagne che hanno fatto la storia di INC e racconta come sono nate e si sono sviluppate partnership anche più che decennali (sono 10 i clienti di cui INC è partner da più di 10 anni: Barilla Group, Heineken Italia, Unione Italiana Food, UNHCR, Emirates, Consorzio Tutela Bresaola della Valtellina IGP, Lega del Filo d'oro, Gruppo Veronesi, UnaItalia, Comitato Testamento Solidale).

Ci sono le collaborazioni nate in questi ultimi anni (da BAT a Facile.it, da PanariaGroup a Smeg). C'è il racconto dell'expertise nel food & beverage, segnato dalle collaborazioni con tanti love brand (da Mulino Bianco a Findus, da Danone a Zuegg, fino ai brand del Gruppo Montenegro) e da campagne collettive che hanno contributo a rafforzare la reputazione di interi comparti del food made in Italy (dalla pasta alle merendine, dalla birra alle carni avicole). E poi, l'impegno in comunicazione sociale: da 30 anni INC è al fianco del Terzo Settore per raccontarne le storie, sensibilizzare le persone, costruire reputazione. Un expertise professionale ma anche una passione civica che ha portato l'agenzia nel 2022 a creare l'INC NON PROFIT LAB, in collaborazione con la RAI- ESG per la Sostenibilità.

Il libro offre anche uno spaccato dell'impegno crescente ad essere un bel posto di lavoro, dove convivono opportunità di crescita, merito, qualità, rispetto, inclusione, e attenzione al benessere delle persone; un impegno che ha trovato un importante riscontro a fine 2024 nella Certificazione per la Parità di Genere ottenuta con un punteggio di eccellenza di 90 su 100.

ARDUINI (UNA): UNA STORIA CHE COSTRUISCE AUTOREVOLEZZA PER LE PR ITALIANE

"Buon compleanno agli amici di INC. Noi di UNA siamo la casa comune che riunisce tutte le anime della comunicazione italiana. Il nostro impegno e la nostra missione sono sostenere la cresci

ta del settore, dare voce al talento diffuso e affrontare con determinazione le trasformazioni digitali e sociali che stanno ridefinendo il nostro mestiere e il nostro ruolo in Italia. In questo solco, una storia come quella di INC, radicata ma moderna, ben salda nel presente e con lo sguardo prospettico al futuro, fa bene all'intero comparto, generando eccellenza e contribuendo al posizionamento autorevole di una industria intellettuale e creativa come la nostra" dichiara Davide ArduiniPresidente di UNA – Aziende della Comunicazione Unite.

VIANA DE FREITAS (IPRN): RADICAMENTO LOCALE E RESPIRO GLOBALE

INC ha saputo coniugare il proprio DNA italiano con un respiro ed una visione internazionali. L'agenzia aderisce dal 2018 ad IPRN, un network mondiale di 50 agenzie PR indipendenti presenti in 40 Paesi.

"In un mercato sempre più selettivo, storie come quella di INC rappresentano traguardi importanti, da evidenziare con il giusto rilievo. L'Italia si conferma un punto di riferimento per autorevolezza e creatività, un mercato a cui guardiamo con interesse nel confronto costante con le nostre agenzie partner. Credibilità, innovazione, competenza, affidabilità sono gli asset che ci consentono di conquistare la stima e la fiducia dei clienti. Ed INC incarna perfettamente questi valori. È per questo che, solo pochi giorni fa in occasione del nostro meeting internazionale in Portogallo, abbiamo conferito ad INC il premio Agency of the year, con l'auspicio di proseguire in questo percorso di crescita e innovazione" commenta Rodrigo Viana de Freitas, Presidente di IPRN, in un messaggio di auguri fatto pervenire ai partner di INC.

SI AMPLIA LA COMPAGINE SOCIETARIA: NOVELLA D'INCECCO NUOVO PARTNER

A partire da giugno 2025, è stato ufficializzato l'ingresso di Novella D'Incecco nella compagine societaria. Già membro del Leadership Team, Novella affianca ora i soci Pasquale De Palma (Presidente e CEO), Paolo Mattei (Vicepresidente), Paola Canali, Luca Cipriano, Francesco Pippi, Rosanna Teta, Emily Szereda, Francesca Riccardi e Simone Silvi.

L'ingresso di Novella D'Incecco si inserisce nel percorso intrapreso da INC negli ultimi anni, volto a rafforzare e ampliare il proprio gruppo dirigente. Una scelta coerente con la visione dell'azienda, fondata su un modello di capitalismo inclusivo e sull'apertura a nuovi partner che condividano valori, passione, identità e competenze professionali.

"Siamo felici e orgogliosi di accogliere nella compagine societaria di INC una professionista di grande valore come Novella D'Incecco. Entrata in agenzia due anni fa, ha rapidamente dimostrato di essere una risorsa chiave nel percorso di crescita che INC sta portando avanti, anche in ambiti nuovi per noi come l'architettura e il design" dichiara Paolo Mattei, Vice Presidente INC

Novella D'Incecco, 49 anni, vanta oltre vent'anni di esperienza in agenzie di PR internazionali. Ha guidato campagne di comunicazione nazionali e globali nei settori lifestyle, food & beverage, formazione e architettura. Entrata in INC nel 2023, oggi coordina diversi team e guida lo Strategic Planning Hub dell'agenzia.

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