I paradossi dell'informazione senza filtri
8 ITALIANI SU 10 NON RIESCONO A CAPIRE SE UNA NOTIZIA E' VERA O FALSA MA S'INFORMANO SUI CANALI CHE RITENGONO MENO AFFIDABILI
- INC – PR Agency content First compie 50 anni e indaga l'informazione al tempo della disintermediazione, tra affidabilità e paradossi, con una ricerca tra gli italiani realizzata insieme ad AstraRicerche
- Nonostante siano considerati meno degni di fiducia, social media e motori di ricerca sono tra le prime fonti di informazione. Non solo. Quattro italiani su dieci hanno anche condiviso e diffuso sui propri canali social notizie poi rivelatesi false
- I media tradizionali, in testa quotidiani e televisione, restano per la maggioranza degli italiani le fonti di informazione più affidabili. Mentre c'è scetticismo verso le news guidate dall'intelligenza artificiale.
Roma, 26 giugno 2025. Si informano scegliendo gli strumenti digitali che hanno a portata di mano (social media e motori di ricerca) ma in realtà si fidano di più di giornali e telegiornali. Considerano importante l'informazione (68,4%) ma poi la maggioranza dedica meno di mezz'ora al giorno (63,5%) a scoprire cosa succede in Italia e nel mondo. Ammettono però, 8 su 10, di avere difficoltà a capire se una notizia è vera o falsa. Chiedono più regole, anche per chi fa informazione senza essere un giornalista, e temono l'intelligenza artificiale, che non sembra portare nulla di buono in termini di affidabilità e imparzialità.
Sono gli italiani al tempo della disintermediazione, l'informazione senza filtri professionali, che arriva loro incontro da mille fonti, affidabili e non, e li disorienta.
Spingendoli – è il primo paradosso fra i tanti riscontrati dalla ricerca – a un consumo dettato più dalla convenienza e dall'abitudine che da una scelta di fiducia. Gli italiani attingono da fonti che essi stessi, in larga misura, non reputano attendibili, evidenziando una vulnerabilità strutturale nel modo in cui la società accede alla conoscenza.
Ecco il quadro che emerge dalla ricerca demoscopica "Senza filtri: l'informazione nell'epoca della disintermediazione tra opportunità e caos" condotta a maggio 2025 da AstraRicerche su un campione rappresentativo della popolazione italiana (1.023 interviste, metodo cawi, su un campione 18-70enni residenti in Italia).
L'indagine è stata promossa da INC, una delle principali società italiane di consulenza e PR, che quest'anno celebra 50 anni di attività. Con un team di 60 persone, tra Roma e Milano, un portfolio di oltre 50 clienti tra cui numerosi brand di primo piano italiani ed internazionali ed un fatturato che nel 2025 supererà i 6,5 milioni di euro (che negli ultimi cinque anni ha registrato un tasso annuo di crescita dell'11%), INC è oggi una delle principali agenzie di PR del Paese, inserita quest'anno da PRovoke Media tra le 50 migliori agenzie PR in Europa.
Resi noti oggi, i dati fotografano una nazione che ritiene i giornalisti sempre più affidabili ma sempre meno seguiti, con una crescente difficoltà nel distinguere le fake news ed un timore condiviso verso nuove formule di accesso all'informazione come l'utilizzo dell'intelligenza artificiale.
"In questo contesto, fatto di informazione onnipresente e fiducia intermittente, emerge, da parte degli Italiani, una domanda di competenza e affidabilità che chiama in causa tutti noi che ci occupiamo di comunicazione: giornalisti, influencer e creators, professionisti che operano in azienda e nella consulenza. La ricerca offre spunti di riflessione cruciali anche per le strategie di comunicazione di brand e organizzazioni. Perché in un mondo dove tante persone trovano difficoltà a distinguere le notizie vere da quelle false, il rischio che una fake news, alimentata da algoritmi, intelligenze artificiali e condivisioni inconsapevoli, possa danneggiare la reputazione di un'azienda o di una NGO, è reale e tangibile. Ed è un rischio che va gestito con attenzione e professionalità" dichiara Pasquale De Palma, Presidente e Amministratore delegato di INC.
Nell'era della disintermediazione e dell'informazione senza filtri, gli italiani vivono un rapporto profondamente contraddittorio con l'informazione. La consumano voracemente attraverso gli strumenti digitali che hanno a portata di mano, ma quando si tratta di fiducia guardano ancora con convinzione ai media tradizionali, con in testa quotidiani e telegiornali.
"Assistiamo a un fenomeno nuovo, che potremmo definire di masochismo informativo... Consideriamo importante l'informazione ma poi scegliamo soprattutto i canali - social media, aggregatori di notizie, amici e familiari - che pure riteniamo meno attendibili rispetto ai media tradizionali, on line e cartacei, nei quali invece abbiamo massima fiducia. Spetta a noi professionisti dell'informazione cercare di capire cosa si può fare per uscire da questo vicolo cieco e come aiutare gli italiani che sembrano disorientati e non in grado di farcela da soli. Bisogna anche avere il coraggio di dire che la disintermediazione oggi è un rischio per le democrazie, fortemente voluta da poteri politici ed economici e dagli interessi delle piattaforme social, che la guidano e la alimentano, sempre perseguendo un interesse personale che non coincide con la verità" commenta Paolo Mattei, vice Presidente di INC, che ha coordinato il gruppo di lavoro sulla ricerca.
"Urge colmare il divario tra consumo e fiducia, investire in alfabetizzazione mediatica per dotare i cittadini degli strumenti per orientarsi, e definire un quadro di regole che responsabilizzi tutti gli attori dell'ecosistema informativo, vecchi e nuovi. Dalla ricerca emerge chiaramente come la richiesta non sia di tornare a un passato di pochi detentori dell'informazione, ma di costruire un futuro in cui la libertà di informazione sia sinonimo di qualità e non di caos" spiega Cosimo Finzi, Direttore di AstraRicerche.
LA DIETA MEDIATICA GIORNALIERA: 7 ITALIANI SU 10 SI INFORMANO DALLA TV
PIU' ASCOLTATI AMICI E CONOSCENTI RISPETTO AD UN QUOTIDIANO
Gli italiani sono attivamente impegnati nel consumo di informazioni attraverso una pluralità di canali. I mezzi tradizionali mantengono una forte presa, ma convivono con l'ascesa delle piattaforme digitali e la perdurante forza del passaparola. La TV si conferma il mezzo più utilizzato regolarmente (70,8%), seguita a ruota da familiari, amici e conoscenti (61,6%), dai social network (60,0%) e dagli strumenti di messaggistica con canali dedicati (57,1% - un 'salto' in avanti enorme). Interessante notare come gli aggregatori di notizie (46,5%) e i siti/portali Internet (42,6%) siano anch'essi ampiamente utilizzati, superando in diffusione i quotidiani (40,4%) e i periodici/riviste (29,7%), sia cartacei che online. Questo evidenzia il cambiamento nelle abitudini di consumo, con un'utenza che cerca rapidità e aggregazione di contenuti.
I podcast e i video, sebbene in crescita (38,1%), non raggiungono ancora la radio (43,7%) e sono sempre più percepiti come intrattenimento a discapito dell'informazione.
AFFIDABILITA' DELL'INFORMAZIONE: I PARADOSSI DEL CITTADINO DISORIENTATO
Quando si tratta di affidabilità, emerge un quadro più complesso. Nonostante la vasta diffusione, i social network e gli strumenti di messaggistica sono percepiti come meno affidabili rispetto ai media tradizionali. La TV (42,3%) e i quotidiani (40,8%) sono considerati i più attendibili, quasi a pari merito. Sorprendentemente, i familiari, amici e conoscenti, pur essendo una fonte ampiamente utilizzata, sono ritenuti affidabili solo dal 29% degli intervistati, allineandosi a siti e portali Internet (29,4%) e aggregatori di notizie (29,4%). I podcast e i video, così come i blog e le community online, sono ancora lontani dai livelli di fiducia dei media tradizionali.
La percezione di affidabilità di una notizia è fortemente legata a chi la diffonde e a come viene presentata. La maggioranza degli intervistati (45,7%) ritiene più affidabile una notizia data da un divulgatore non giornalista (scienziati, ricercatori, docenti), superando di poco i giornalisti (41,7%) segno di una crescente ricerca di competenze (vere o presunte) e autorevolezza specifiche. In netta minoranza si trovano influencer, youtuber, tiktoker (8,2%) e personaggi pubblici (17,6%), a conferma della scarsa fiducia riposta nella loro capacità di veicolare informazioni veritiere.
In mezzo alla classifica i rappresentanti delle Istituzioni e i politici (25.6%).
30 MINUTI AL GIORNO PER INFORMARSI. 4 SU 10 HANNO CONDIVISO NOTIZIE FALSE
La maggior parte degli intervistati (63,5%) dedica meno di 30 minuti al giorno all'informazione, con un 30,5% che si limita a 20 minuti o meno. Solo il 13,4% degli italiani si informa per un'ora o più. In un mondo complesso e ricco di informazioni, è un tempo medio molto basso.
Capita con una certa frequenza di verificare una notizia altrove: lo fa spesso il 28,2% del campione, a volte il 50,6%, mentre solo il 21,2% lo fa raramente o mai.
La preoccupazione per le fake news è piuttosto diffusa: alla maggioranza degli intervistati capita di leggere una notizia e pensare che possa essere falsa (59,5% a volte, 24,2% spesso).
La difficoltà nel capire se una notizia è falsa è percepita come media (così così per il 41,7%, abbastanza 34,2%, solo il 6,9% lo considera molto difficile). In sintesi, solo 4 su 10 ritengono che sia molto o abbastanza difficile: una possibile sottovalutazione del problema.
E infatti un'alta percentuale di italiani (83,8%) ammette di aver creduto a notizie false in passato (10,3% più volte e 73,5% qualche volta).
Un dato significativo è che il 42% ha condiviso notizie poi rivelatesi false.
Di fronte a una notizia che smentisce le proprie convinzioni, la maggioranza tende ad approfondire e verificare con altre fonti, sia che la notizia provenga da giornalisti (64,9%) che da influencer (66,2%). Tuttavia, c'è una netta differenza nella reazione iniziale: se la notizia viene da un giornalista, solo il 7,1% tende a pensare che sia falsa, mentre questa percentuale sale al 24,5% se la fonte è un influencer.
Nel confronto con familiari e amici che hanno idee diverse, la maggioranza (59,7%) preferisce ascoltare senza cercare di convincere o farsi convincere, o al limite ascolta per capire se le sue opinioni possano essere sbagliate (24,7%), dimostrando una certa tolleranza e apertura.
Abbastanza comune anche il confronto attivo per verificare la veridicità di una notizia (a volte 55,9%, spesso 16,2%).
Sull'influenza e il controllo dell'informazione, la percezione è che i poteri economici (60,9%) e politici italiani (60,5%) siano i principali responsabili della diffusione di notizie "di parte" o fake news, seguiti dagli interessi delle piattaforme social (55,9%) e dai poteri politici esteri (55,8%).
PIU' REGOLE PER I COMUNICATORI DEL WEB. CHI CONTROLLA I CONTROLLORI?
C'è una chiara richiesta di maggiore regolamentazione per tutti i comunicatori online: il 62,3% ritiene che le regole deontologiche dei giornalisti dovrebbero essere applicate a chiunque comunichi sui mezzi di informazione. Tuttavia, quasi la metà (50,1%) crede che anche molti giornalisti non rispettino tali regole.
Il controllo delle fake news da parte delle piattaforme è un tema caldo. Il 65,0% degli intervistati ritiene che il gruppo di persone che controlla le notizie dovrebbe essere scelto senza preconcetti, e il 60,8% vede un rischio nel controllo basato solo sugli utenti.
Interessante è la percezione di chi determina il flusso delle informazioni online: i giornalisti e i media tradizionali (45,1%) sono ancora visti come i principali attori, seguiti a ruota dalle piattaforme con i loro algoritmi (43,8%). Meno influenti in questo senso i cittadini che condividono contenuti sui social networks (28,0%), istituzioni e governi (27,1%) e – ancor meno - influencer e creator (16,5%).
NEWS PERSONALIZZATE UN RISCHIO, DALL'AI IL TIMORE DI INFORMAZIONI FALSE
La maggior parte degli utenti (70,0%) è consapevole che siti e portali online mostrano notizie personalizzate in base alle loro abitudini.
Questo è percepito come un rischio - sia perché tende a confermare le opinioni preesistenti degli utenti (59,9%) sia perché limita l'ampliamento degli interessi (61,8%) - più che un aiuto nel trovare le notizie rilevanti per loro senza fatica (40,7%).
Infine, anche l'introduzione dell'Intelligenza Artificiale nella sintesi delle notizie è vista più come un rischio che come un aiuto: prevalgono i timori di informazioni non corrette (58,4%) e di una minore sollecitazione alla verifica delle fonti (57,0%), rispetto all'aiuto dato agli utenti (37,9%).
INC FESTEGGIA 50 ANNI DI PASSIONE PR
- Un progetto d'impresa che è anche un po' la storia delle PR in Italia: nessun'altra agenzia di PR, che sia oggi attiva sul mercato italiano con il marchio originario, ha un percorso lungo 50 anni
- In occasione dell'anniversario, INC si regala un libro celebrativo, in edizione limitata, che racconta il percorso professionale ed imprenditoriale dell'agenzia, e presenta una ricerca inedita sulla "informazione senza filtri": 8 italiani su 10 ammettono di aver difficoltà a capire se una notizia è vera o falsa
- Ufficializzato l'ingresso di Novella D'Incecco come nuovo partner INC
Cinquant'anni e non sentirli. Con tanta voglia di futuro e la consapevolezza di un importante passato.
Arriva al traguardo del mezzo secolo di attività INC, agenzia indipendente di PR, parte di UNA - Aziende della Comunicazione Unite, 60 professionisti tra Roma e Milano, un portfolio di oltre 50 clienti tra cui numerosi brand di primo piano, italiani ed internazionali.
Un compleanno speciale festeggiato ieri al Palazzo delle Esposizioni di Roma in una serata cui hanno partecipato oltre 400 ospiti.
Una occasione per incontrare clienti, giornalisti, istituzioni, colleghi ma anche per riflettere sulle prospettive e i cambiamenti di una professione in continua evoluzione.
Una ricerca promossa da INC per l'occasione rivela che 8 italiani su 10 ammettono di avere difficoltà a capire se una notizia è vera o falsa. Nell'era della disintermediazione e dell'informazione senza filtri, gli italiani vivono un rapporto profondamente contraddittorio con l'informazione. La consumano voracemente attraverso gli strumenti digitali che hanno a portata di mano, ma quando si tratta di fiducia guardano ancora con convinzione ai media tradizionali, con in testa quotidiani e telegiornali (qui tutti i risultati della survey condotta con AstraRicerche, con la supervisione di Cosimo Finzi).
"Siamo dentro la notizia tutti i giorni da 50 anni, accompagnando con curiosità, rispetto e creatività i nostri clienti nella narrazione di storie, progetti, prodotti, innovazioni che hanno segnato, in un modo o nell'altro, la vita degli italiani. Oggi festeggiamo un anniversario importante, perché 50 anni di PR in Italia sono un traguardo unico. E ne siamo orgogliosi. Ma il nostro sguardo è già rivolto al futuro, che affrontiamo consapevoli di essere protagonisti in una industry, quella delle PR, che è oggi una leva strategica essenziale per qualsiasi brand o organizzazione. Vogliamo continuare ad essere un partner di valore per i clienti che ci scelgono, stando al loro fianco nel costruire e tutelare un bene sempre più prezioso, la loro reputazione. E vogliamo continuare ad essere un gruppo di persone che amano il proprio lavoro e sono soddisfatte per come e dove lo fanno" commenta Pasquale De Palma, Presidente e Amministratore delegato di INC.
UNA STORIA DI SUCCESSI: PIU' DI 300 CLIENTI, 75 PREMI VINTI IN ITALIA E NEL MONDO
Con un team di oltre 60 persone, tra Roma e Milano, 10 partner, un Executive Leadership Team di 18 professionisti e un fatturato che nel 2025 supererà i 6,5 milioni di euro e che negli ultimi cinque anni ha registrato un tasso annuo di crescita dell'11%, INC è oggi una delle principali agenzie di PR del Paese, inserita quest'anno da PRovoke Media tra le 50 migliori agenzie PR in Europa.
In questi 50 anni sono oltre 300 i clienti che hanno scelto l'agenzia come partner in comunicazione, più di 75 i premi vinti in Italia e nel mondo, e quasi 300 i professionisti cresciuti nel vivaio di una delle maggiori realtà indipendenti delle pubbliche relazioni.
Un progetto d'impresa che è anche un po' la storia delle PR in Italia, considerato che nessun'altra agenzia di PR del Paese, che sia oggi attiva sul mercato con il marchio originario, ha un percorso lungo 50 anni.
50 anni di passione PR, vissuti nel segno di grandi storie da raccontare, leggendo le tendenze, anticipando gli scenari, innovando, utilizzando mezzi di comunicazione in continua evoluzione. Sempre con quella costante attenzione ai contenuti e alle cose fatte bene che è diventato un po' il marchio di fabbrica di INC.
UN LIBRO IN EDIZIONE LIMITATA PER RIPERCORRERE LA STORIA DI QUESTI 50 ANNI
Per ripercorrere una strada così lunga ed entusiasmante, in occasione dell'anniversario, INC ha dato alle stampe un libro celebrativo del percorso professionale ed imprenditoriale dell'agenzia. Un'edizione limitata, dedicata a collaboratori di ieri e di oggi, a clienti e amici. Un racconto corale, che coinvolge i professionisti e le storie d'impresa protagonisti di mezzo secolo di comunicazione in Italia.
Il libro ripercorre le campagne che hanno fatto la storia di INC e racconta come sono nate e si sono sviluppate partnership anche più che decennali (sono 10 i clienti di cui INC è partner da più di 10 anni: Barilla Group, Heineken Italia, Unione Italiana Food, UNHCR, Emirates, Consorzio Tutela Bresaola della Valtellina IGP, Lega del Filo d'oro, Gruppo Veronesi, UnaItalia, Comitato Testamento Solidale).
Ci sono le collaborazioni nate in questi ultimi anni (da BAT a Facile.it, da PanariaGroup a Smeg). C'è il racconto dell'expertise nel food & beverage, segnato dalle collaborazioni con tanti love brand (da Mulino Bianco a Findus, da Danone a Zuegg, fino ai brand del Gruppo Montenegro) e da campagne collettive che hanno contributo a rafforzare la reputazione di interi comparti del food made in Italy (dalla pasta alle merendine, dalla birra alle carni avicole). E poi, l'impegno in comunicazione sociale: da 30 anni INC è al fianco del Terzo Settore per raccontarne le storie, sensibilizzare le persone, costruire reputazione. Un expertise professionale ma anche una passione civica che ha portato l'agenzia nel 2022 a creare l'INC NON PROFIT LAB, in collaborazione con la RAI- ESG per la Sostenibilità.
Il libro offre anche uno spaccato dell'impegno crescente ad essere un bel posto di lavoro, dove convivono opportunità di crescita, merito, qualità, rispetto, inclusione, e attenzione al benessere delle persone; un impegno che ha trovato un importante riscontro a fine 2024 nella Certificazione per la Parità di Genere ottenuta con un punteggio di eccellenza di 90 su 100.
ARDUINI (UNA): UNA STORIA CHE COSTRUISCE AUTOREVOLEZZA PER LE PR ITALIANE
"Buon compleanno agli amici di INC. Noi di UNA siamo la casa comune che riunisce tutte le anime della comunicazione italiana. Il nostro impegno e la nostra missione sono sostenere la cresci
ta del settore, dare voce al talento diffuso e affrontare con determinazione le trasformazioni digitali e sociali che stanno ridefinendo il nostro mestiere e il nostro ruolo in Italia. In questo solco, una storia come quella di INC, radicata ma moderna, ben salda nel presente e con lo sguardo prospettico al futuro, fa bene all'intero comparto, generando eccellenza e contribuendo al posizionamento autorevole di una industria intellettuale e creativa come la nostra" dichiara Davide Arduini, Presidente di UNA – Aziende della Comunicazione Unite.
VIANA DE FREITAS (IPRN): RADICAMENTO LOCALE E RESPIRO GLOBALE
INC ha saputo coniugare il proprio DNA italiano con un respiro ed una visione internazionali. L'agenzia aderisce dal 2018 ad IPRN, un network mondiale di 50 agenzie PR indipendenti presenti in 40 Paesi.
"In un mercato sempre più selettivo, storie come quella di INC rappresentano traguardi importanti, da evidenziare con il giusto rilievo. L'Italia si conferma un punto di riferimento per autorevolezza e creatività, un mercato a cui guardiamo con interesse nel confronto costante con le nostre agenzie partner. Credibilità, innovazione, competenza, affidabilità sono gli asset che ci consentono di conquistare la stima e la fiducia dei clienti. Ed INC incarna perfettamente questi valori. È per questo che, solo pochi giorni fa in occasione del nostro meeting internazionale in Portogallo, abbiamo conferito ad INC il premio Agency of the year, con l'auspicio di proseguire in questo percorso di crescita e innovazione" commenta Rodrigo Viana de Freitas, Presidente di IPRN, in un messaggio di auguri fatto pervenire ai partner di INC.
SI AMPLIA LA COMPAGINE SOCIETARIA: NOVELLA D'INCECCO NUOVO PARTNER
A partire da giugno 2025, è stato ufficializzato l'ingresso di Novella D'Incecco nella compagine societaria. Già membro del Leadership Team, Novella affianca ora i soci Pasquale De Palma (Presidente e CEO), Paolo Mattei (Vicepresidente), Paola Canali, Luca Cipriano, Francesco Pippi, Rosanna Teta, Emily Szereda, Francesca Riccardi e Simone Silvi.
L'ingresso di Novella D'Incecco si inserisce nel percorso intrapreso da INC negli ultimi anni, volto a rafforzare e ampliare il proprio gruppo dirigente. Una scelta coerente con la visione dell'azienda, fondata su un modello di capitalismo inclusivo e sull'apertura a nuovi partner che condividano valori, passione, identità e competenze professionali.
"Siamo felici e orgogliosi di accogliere nella compagine societaria di INC una professionista di grande valore come Novella D'Incecco. Entrata in agenzia due anni fa, ha rapidamente dimostrato di essere una risorsa chiave nel percorso di crescita che INC sta portando avanti, anche in ambiti nuovi per noi come l'architettura e il design" dichiara Paolo Mattei, Vice Presidente INC
Novella D'Incecco, 49 anni, vanta oltre vent'anni di esperienza in agenzie di PR internazionali. Ha guidato campagne di comunicazione nazionali e globali nei settori lifestyle, food & beverage, formazione e architettura. Entrata in INC nel 2023, oggi coordina diversi team e guida lo Strategic Planning Hub dell'agenzia.