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mercoledì 6 novembre 2024

Usa: Trump ad un passo dalla vittoria

Sono gli stati in bilico ad assegnare a Trump il 95% di possibilità di vittoria, attualmente con 266 grandi elettori a suo appannaggio e dopo la vittoria in Georgia e North Caroline e Pennsylvania. Mancano all’appello il Wisconsin con il 92% dei voti scrutinati Trump è in vantaggio di 4 punti percentuale sulla Harris, Michigan al 73% di spoglio sempre Trump in vantaggio al 52,2%, Nevada al 74% di spoglio il Tycoon al 51,4% con 4,4 punti in percentuale in vantaggio, infine in Arizona al 53% dispoglio si nota un testa a testa con in vantaggio Trump al 50,1% e una forbice dell’1,1% di soli 20.000 voti.

Per la vittoria di Donald Trump a 48° Presidente degli stati Uniti serve solo una vittoria in questi stati ancora con dati non definitivi e 4 grandi elettori per raggiungere i 270 utili. L’America si veste di rosso come si può notare dalla mappa degli stati Americani. Trump al suo secondo mandato ha basato la sua campagna elettorale sulle politiche economiche basate su tagli fiscali con la promessa di aumentare la produzione energetica del paese sia per il petrolio, ma principalmente per il gas naturale.

Uno dei temi caldi e di scontro con la Harris è stato il problema dell’Aborto appoggiato dalla moglie Melania ed ora con Trump sotto il controllo dello stato in termini di interruzione di gravidanza con le specifiche decisioni per ogni stato libero di decidere. On si può dimenticare il tema dell’immigrazione che aumenterà la sua rigidità con espulsioni di massa e posizioni nette sulla sicurezza in entrata.

L’industria americana secondo le parole di Trump andrà verso la nazionalizzazione e le politiche ambientali saranno oggetto di regolarizzazione. Un occhio particolare sarà dedicato ai media con Elon Mask in prima linea e la rinascita della Silcon Valley. Infine, non si debbono dimenticare le politiche di guerra dell’America nel mondo che a detta di Trump dovranno terminare presto.

La zona parlamentare della camera afferma una vittoria dei repubblicani in vantaggio con 179 seggi e 146 per i dem, mentre il senato passa ai repubblicani in netta maggioranza. Una nuova era per l’America con Trump ai posteri l’ardua sentenza.

martedì 5 novembre 2024

G7 Sviluppo Urbano Sostenibile: innovazione, inclusione e resilienza climatica al centro delle città del futuro

G7 Sviluppo Urbano Sostenibile: innovazione, inclusione e resilienza climatica al centro delle città del futuro

 

Si è concluso ier il G7 Sviluppo Urbano Sostenibile presieduto dal Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e coordinato dal Dipartimento per le Politiche di Coesione e per il Sud della Presidenza del Consiglio dei ministri

 

 

"Città resilienti, net zero, circolari e non clima-alteranti, città giuste e inclusive, città digitali e intelligenti: sono i temi che abbiamo affrontato nel G7, consapevoli che una politica urbana integrata è la dimensione corretta per affrontare in modo sistematico e coordinato le sfide poste dalle tre transizioni globali." Matteo Piantedosi, Ministro dell'Interno

 

Si è concluso ieri, presso Palazzo Altemps, a Roma, il vertice del G7 dedicato allo Sviluppo Urbano Sostenibilepresieduto dal Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi con il coordinamento delle sessioni bilaterali da parte del Sottosegretario di Stato Wanda Ferro. Il confronto tra i ministri competenti dei paesi del G7 e le istituzioni internazionali coinvolte si sono focalizzati sulle politiche urbane da adottare per affrontare le sfide poste dalle transizioni ecologica, demografica e digitale. 

 

Tra le personalità accolte a Palazzo Altemps dal Ministro Piantedosi e dal Sottosegretario di Stato Wanda Ferro, i ministri dei Paesi del G7, il Commissario europeo con delega specifica, i rappresentanti dell'OCSE, della Banca Europea per gli Investimenti e di Urban7, l'organismo di coordinamento delle città dei Paesi G7. 

 

Durante il vertice, i ministri del G7 e i loro ospiti hanno avuto l'opportunità di discutere una serie di temi cruciali per il futuro delle città, quali l'adozione di pratiche innovative per la riduzione delle emissioni inquinanti, l'impiego di risorse energetiche rinnovabili e lo sviluppo di città più inclusive, orientate verso modelli di crescita sostenibile, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. In questo contesto, l'OCSE ha presentato i risultati delle sue analisi sulle migliori pratiche in ambito di politiche urbane, offrendo una base per un confronto costruttivo tra le delegazioni. 

 

A conclusione dei lavori la Dichiarazione della Presidenza Italiana, frutto del lavoro tra i Paesi membri, ha delineato le azioni congiunte future per promuovere uno sviluppo urbano sostenibile, sintetizzando le principali sfide e gli impegni condivisi dal G7, punto di partenza per le future presidenze del G7, con un'attenzione particolare alla prossima Presidenza canadese del 2025.

 

"Abbiamo affrontato in continuità con le precedenti Presidenze, quella tedesca nel 2022 e quella giapponese nel 2023, i temi delle città resilienti, città net zero, città circolari e non clima-alteranti, città giuste e inclusive, città digitali e intelligenti. La Dichiarazione racchiude e sintetizza i principali impegni condivisi nell'ambito di ogni tematica affrontata, pur conservando una coerenza con quelle adottate negli anni precedenti, presenta diversi elementi di novità", le parole del Ministro Piantedosi al termine del vertice del G7, che riferisce della necessità di "una politica urbana integrata è la dimensione corretta per affrontare in modo sistematico e coordinato le sfide poste dalle tre transizioni globali.". 

 

Il gruppo di lavoro G7 Urban, quest'anno sotto la Presidenza italiana e coordinato dal Dipartimento per le Politiche di Coesione e per il Sud della Presidenza del Consiglio dei ministri, grazie all'esperienza del Dipartimento nella programmazione di piani e strategie urbane nell'ambito della politica di coesione europea e nazionale, e al suo impegno nel lavoro preparatorio per l'elaborazione di politiche innovative, ha esaminato le politiche nazionali sullo sviluppo urbano, discutendo le modalità con cui i diversi paesi affrontano le sfide del cambiamento climatico, dell'economia circolare, della mobilità sostenibile, nonché dell'edilizia e dell'inclusione abitativa.

 

"Abbiamo evidenziato le priorità d'azione che riteniamo necessarie e più idonee per rispondere alle sfide che la transizione ecologica, i cambiamenti sociodemografici e la rivoluzione digitale ci stanno imponendo. Tra i temi di maggior interesse l'uso sostenibile delle risorse scarse, la riqualificazione energetica nelle aree urbane, la questione dell'abitare, intesa come diritto alla casa, la cultura come strumento di sviluppo economico e integrazione sociale, la pianificazione e gestione delle smart city, e con esse il tema dell'intelligenza artificiale e delle piattaforme per la gestione dei dati, conclude il Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi"Per questo, abbiamo ritenuto significativo chiudere con un impegno ad attivare, individuandole, delle possibili azioni comuni. Si tratta di un primo impegno concreto ad andare oltre le affermazioni di principio. Si riconosce come i nostri 7 paesi sperimentino sfide comuni, ma offrano spesso risposte diverse, legate alle specificità locali".




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GESTIONE FORESTALE SOSTENIBILE E PARITÀ DI GENERE: OBIETTIVI POSSIBILI

GESTIONE FORESTALE SOSTENIBILE E PARITÀ DI GENERE: OBIETTIVI POSSIBILI

A Ecomondo il 7 novembre in occasione della presentazione del libro "Foreste e Società" sarà lanciato il Manifesto della Rete Donne Foreste

 

Si terrà giovedì 7 novembre, dalle ore 14:30 alle 16:00, presso lo stand di Confagricoltura (D3 104-205) nel quartiere fieristico di Rimini in occasione di Ecomondo, l'evento "Foreste, Donne e Società". Organizzato e promosso da AIEL – Associazione Italiana Energie Agroforestali, Compagnia delle Foreste e Confagricoltura.

L'incontro vuole essere un'occasione per riflettere sul legame tra società e patrimonio forestale, in particolare rispetto alla valorizzazione del ruolo delle donne nel settore forestale.

L'evento si aprirà con una presentazione in chiave femminile del libro "Foreste e Società - Il piccolo dizionario di Gestione Forestale Sostenibile", edito da Compagnia delle Foreste. L'opera rappresenta una guida essenziale per comprendere il complesso rapporto tra persone, alberi e boschi nel mondo di oggi. Attraverso 110 parole chiave e le voci di 88 esperti, il libro offre una visione completa e aggiornata sulla gestione forestale sostenibile, offrendo un punto di riferimento per politici, tecnici, studiosi e tutti coloro interessati a valorizzare e proteggere i nostri ecosistemi.

Il curatore della pubblicazione Prof. Marco Marchetti dialogherà con alcune autrici dei lemmi: Annalisa Paniz, Lorena Baglioni, Paola Gatto, Manuela Romagnoli e Alessandra Stefani. Moderato da Silvia Bruschini di Compagnia delle Foreste, l'incontro affronterà il tema della "diffidenza" di genere nel settore forestale, evidenziando le sfide e le opportunità per le donne che operano in questo ambito.

A seguire, la neocostituita Rete Donne Foreste, nelle persone di Annalisa Paniz, direttrice generale AIEL, e Silvia Piconcelli, Responsabile territorio, agricoltura biologica e risorse boschive presso Confagricoltura, presenterà il proprio Manifesto, illustrandone i contenuti, gli impegni e le ragioni che ne hanno ispirato la stesura.

"Foreste e Società - Il piccolo dizionario di Gestione Forestale Sostenibile" è disponibile nelle librerie specializzate e attraverso i canali di distribuzione di Compagnia delle Foreste. Il Manifesto della Rete Donne Foreste è aperto alla sottoscrizione da parte di tutti gli interessati. Per condividere le testimonianze e iniziative sul ruolo femminile nella gestione forestale è stato creato l'hashtag #retedonneforeste.

 

 

AIEL Associazione Italiana Energie Agroforestali è l'associazione delle imprese della filiera legno-energia che da 20 anni si occupa di promuovere la corretta e sostenibile valorizzazione energetica delle biomasse agroforestali, in particolare i biocombustibili legnosi. L'associazione rappresenta circa 500 imprese della filiera, tra cui circa il 70% delle aziende italiane ed europee di costruzione di apparecchi domestici e caldaie e, sul fronte dei biocombustibili, circa 150 produttori di legna e cippato e 90 imprese italiane di produzione e distribuzione di pellet. AIEL ha fondato e gestisce in Italia tre sistemi di certificazione: ENplus® (pellet), Biomassplus® (legna, cippato e bricchette) e ariaPulita® (stufe, inserti, caldaie domestiche a legna e pellet).

 




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giovedì 31 ottobre 2024

Guerra in Palestina, in attesa della risposta dell’Iran?

Una guerra che ha provocato già 43.163 persone, tutte donne e bambini, nella striscia di gaza e 2000 morti in libano con una media di 1 bambino morto ogni giorno come dichiarato dall’UNICEF, condizione che ha determinato un odio che si è stampato già nel codice genetico delle future generazioni di una Palestina martoriata e oramai distrutta dal dolore. Israele intanto rinsalda il processo di guerra rispondendo all’attacco iraniano il 26 ottobre. Impegnati nel raid più di 100 aerei che si sono portati a 2000 km sui cieli dell’Iran.

Secondo alcune immagini satellitari sono state colpite le sedi di fabbriche che producono i missili, Parchin e Khojir. Quattro sono gli edifici danneggiati dove era presente un impianto di miscelazione per il processo di produzione di combustibile solido per missili di difesa aerea a corto e medio raggio e missili guidati anticarro, ma non per missili balistici. I miscelatori sono importanti per la costruzione dei missili e sono stati acquistati in Europa in barba alle sanzioni.

Secondo altri, tutte le capacità e le infrastrutture militari iraniane sono situate in profondità nella terra, forse a più di 50 metri sotto la superficie, coperte da spessi pavimenti in cemento, e difficilmente hanno subito danni significativi.

Le ultime dichiarazioni Iraniane sull’attacco israeliano sono chiare e non fanno ben sperare infatti l’Iran ha giurato di usare tutti gli strumenti disponibili in risposta al recente attacco di Israele. Ma dietro le quinte di una botta e riposta che sottende ad una chiara escalation del conflitto si nasconde anche il rapporto dell’Iran con le dichiarazioni dei due canditati Trump ed Harris nei confronti dell’Iran.

Si pensa infatti che la reazione iraniana possa avvenire proprio durante le elezioni per cercare d’influenzare il voto degli elettori statunitensi che oggi sono davanti ai dilemmi della guerra in Palestina e del Medio Oriente divisi nei due candidati alle presidenziali in guerra fondai e pacificatori.

Una risposta viene anche dalla Nato che ha dichiarato apertamente che, se scoppierà la guerra tra Israele ed Iran sosterrà Israele e che qualsiasi paese che si schiererà con l’Iran è un nemico dell’Occidente, tra cui anche l’Italia. L’America nel conflitto in Medio Oriente e nella realtà ha un notevole peso in quanto partner strategico di Israele e principale fornitore di armi e attrezzature militari vedi lo schieramento della batteria THAAD sul territorio israeliano. Questo è il più moderno sistema di difesa aerea statunitense, paragonabile nelle sue capacità di combattimento all' S-400 Russo.

Le ammissioni americane sull’aiuto in armi nel conflitto palestinese si avvalorano dall’ultima dichiarazione degli stati uniti diffusa dall’agenzia Reuters di avere individuato circa 500 segnalazioni di civili di Gaza feriti e uccisi dalle forze israeliane con armi fornite dagli Stati Uniti, Gli incidenti sono stati raccolti a partire dal 7 ottobre 2023 dalla Civilian Harm Incident Response Guidance del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, un meccanismo formale per monitorare e valutare qualsiasi segnalazione di uso improprio di armi di origine statunitense.

L’America è quindi l’ago della bilancia per una pace duratura, infatti, l’Iran si è accorto che il consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il Fondo Monetario Internazionale e le organizzazioni per i diritti umani hanno perso la loro efficacia a causa dell’interferenza dell’Occidente collettivo nel loro lavoro. Questa conclusione è stata fatta proprio dal presidente dell'Iran che ha detto “L’Onu non può spegnere il fuoco della guerra”, invitando i BRICS a costruire un mondo senza “sanzioni, guerre e genocidi”.

Nella debacle ONU l’ultimo schiaffo di Israele con la promulgazione da parte della Knesset del divieto ad operare da parte dell’UNRWA in Israele e nella striscia di Gaza devastata dalla guerra. Obbiettivo ridurre la distribuzione di aiuti nelle zone di guerra da parte dell’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente) che sostiene i rifugiati palestinesi a Gaza e nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme limitrofi rendendosi necessaria per la vita di migliaia di persone.

Infine, possiamo ammettere che la guerra in Medio Oriente è al punto di non ritorno per un’escalation prossima di cui l’America di Biden ha avuto ampie responsabilità nel non imporre una Pace e la costruzione di uno stato Palestinese e l’Iran questo lo ha capito bene.

OGLIASTRO MARINA - OMICIDIO NOWAK , QUANDO IL DELITTO PERFETTO NON ESISTE

CASTELLABATE - Esiste il delitto perfetto?

No, non esiste il delitto perfetto, questa definizione è un’invenzione letteraria. Quando si commette un crimine si lascia sempre qualche traccia , più che di delitto perfetto dovremmo parlare di criminale fortunato.


Nella pace fiabesca del territorio di Castellabate ed in particolare nell’oasi di Ogliastro Marina , da circa un mese è caccia all’assassino ( o agli assassini )  della donna tedesca di 53 anni Silvia Nowak che si era trasferita da circa quattro anni nel Cilento con il compagno . La Nowak scompare nel nulla dalle 16 del 15 ottobre scorso . Le ricerche proseguono per tre lunghi giorni alla fine dei quali viene rinvenuta cadavere a 150 metri dalla sua abitazione nella pineta di Ogliastro Marina lato montagna .  È notizia di oggi che non ci sarebbe nessuna telecamera che inquadri il compagno riposare nel giardino di casa mentre Silvia Nowak si allontanava con ciotola e guinzaglio verso il centro cittadino . Nelle prime settimane si era diffusa questa notizia che sembra essere smentita dalle indagini, quindi il famoso alibi dell’uomo da subito sentito dagli inquirenti si è detto estraneo ai fatti  vacilla e risulterebbe un vuoto temporale .  

C’è paura e apprensione tra  la collettività di Ogliastro  , ma anche in tutte le altre frazioni della marina cilentana , sono tutti in attesa della soluzione di  questo caso efferato   , la procura di Vallo Della Lucania , non ha escluso da subito nessuna pista , soprattutto quella del femminicidio . In attesa nei prossimi giorni anche degli esiti del dna trovato sotto le unghie della donna che sembra essersi difesa . 


Tornado alla domanda iniziale , ovvero se esiste un “omicidio perfetto” , c’è da sottolineare che spesso è proprio chi per primo analizza i reperti e la scena del crimine a condizionare inevitabilmente indagini e verdetti. Ma se l’investigazione scientifica è decisiva per ricostruire i fatti e incastrare i colpevoli, a volte può anche indirizzare verso clamorosi errori giudiziari. Infatti durante le prime ricerche sembra che la zona dove poi sia stata rinvenuta semi carbonizzata la donna  non vi era stata trovata traccia , ma anche questo dato sarà valutato dalla scientifica che da Roma è arrivata sul posto per i rilievi del caso , ovvero capire Nowak sia stata uccisa dove poi è stata ritrovata o invece portata in un secondo momento sul posto . 


Quindi il delitto perfetto è solo  pura utopia , e quindi non esiste. E oggi più che mai. Pensiamo alla quantità di tracce, dirette e indirette, che lasciamo di noi stessi, sia attraverso i telefoni che i vari dispositivi informatici o le autovetture munite quasi sempre di GPS e quant’altro. E se dunque il delitto perfetto non esiste, dobbiamo concludere che allora esiste un’indagine imperfetta. Spesso la mancanza di tempestività, la non osservanza dei protocolli, la fretta di concludere e arrivare a una soluzione e il concentrarsi su un’unica pista senza fare tutte le verifiche portano a degli sbagli imperdonabili. Che, poi, si traducono in errori giudiziari. Ma ovviamente questa è solo un’analisi alla quale illustri criminologi sono concordi . 


Marco Nicoletti 

@castellabatelive24/ Pagina Facebook 

mercoledì 30 ottobre 2024

San Cono: Paese del ficodindia

San Cono un piccolo comune ai margini della provincia di Catania con 2541 anime (censimento 2021) situato in una zona collinare a 525 m sul livello del mare alle pendici dei monti Erei fa parte del libero consorzio dei comuni di Catania. La leggenda vuole essere stata costruita dal marchese Ottavio Trigona Bellotti nel 1785 e prende il nome dal Santo Cono Abate. La storia, infatti, racconta che un giorno un certo frate di Naso andò dal marchese Trigona per acquistare del grano ma non potendolo pagare in denaro diede in pegno un anello che il Marchese conservò.

Dopo anni il debito non venne pagato ed il Marchese si recò a Naso per avere notizie del Frate, su una parete del convento, trovò il frate che gli aveva dato l’anello raffigurato in un quadro: era san Cono, morto più di cinque secoli prima. Convinto di aver assistito ad un miracolo, decise di fondare un paese e di dargli il nome del santo.

Il marchese costruì il paese nel feudo Cono facendo costruire a spese proprie una chiesa e 60 case, fece un bando in cui dava un appezzamento di terreno ed una casa a chi voleva abitare in quel posto, si avvicinarono molti uomini provenienti da tutta la Sicilia anche coloro che avevano problemi con la legge ottenendo la licentia populandi.

Una storia che oggi ha portato alla floridezza agricola basata sulla cultura del fico d’india tra le più importanti d’Italia, un sistema produttivo che si basa su 120 produttori agricoli e 6 centri di stoccaggio e lavorazione del prodotto dove il caratteristico ficodindia viene pesato e attuata la grana tura che dà caratteristica di grossezza e ottima valutazione della pelle che deve essere integra e priva di ammaccature.

Secondo la sig.ra Milazzo proprietaria di uno dei centri più grossi di stoccaggio del ficodindia a San Cono: “il prodotto è altamente biologico; infatti, non vengono utilizzati diserbanti e viene impacchettato subito dopo la raccolta”. Messo in cassette di cartone viene esportato in tutto il mondo. Tra le criticità lamentate è la ricerca di personale dedito alla raccolta che non si trova facilmente per la problematica legata alle spine che, sebbene superate dalla particolare tuta rende difficile l’approccio, infatti un operaio oggi riesce a raccogliere solo 20 casse al giorno. Il costo della manodopera è commisurato al lavoro da svolgere e si aggira intorno a 80 euro al giorno.

Quest’anno il prezzo secondo l’imprenditrice si mantiene bene proprio per la riduzione della produzione. Gli scarti o le pezzature più piccole non vengono buttati ma sono utilizzati interamente per marmellate, mostarde, e liquori di pregio oltre che per prodotti medicinali. Lasciando una battuta la Milazzo ci dice che il fico d’india è come il maiale si utilizza tutto.

Il nome biologico del fico d’india è Opuntia - ficus - indica e viene usato ancora oggi nei medicamenti dai messicani, infatti, contiene un grande quantità di carotenoidi, antiossidanti che favoriscono la produzione di colesterolo buono, senza dimenticare l’acido ascorbico, i tocoferoli e la quercitina, flavonoide che favorisce la circolazione del sangue. Sono utili per la longevità dovuta alla grande quantità di antiossidanti che contrastano i radicali liberi e inibiscono il processo d’invecchiamento. Le pale del ficodindia sono utilizzate per favorire la guarigione delle ferite.

Caratteristica a San Cono la sagra del fico d’india che si attua nelle vie del paese da 1984 dal 3 al 6 ottobre. La degustazione del ficodindia e dei suoi derivati è d’obbligo e nel 2024 ha portato a san Cono circa 10.000 visitatori che sono stati allietati anche da manifestazioni canore e degustazioni di altri prodotti locali quali la ricotta fresca.

giovedì 24 ottobre 2024

BRICS la nuova era dell’Economia Mondiale

L’evento di ottobre a Kazan città della Russia sud-occidentale posta sulle rive del Volga e capitale del Tatarstan ha rappresentato uno degli eventi Planetari più importanti del 2024 svoltosi tra il 22 ed il 24 ottobre. Il Brics è un’organizzazione intergovernativa nata nel 2001 nell’ambito ONU che inizialmente aveva l’obbiettivo di evidenziare opportunità di investimento per i paesi aderenti ma che poi si è evoluto come blocco geopolitico all’interno del quale sono nati accordi bilaterali importanti con l’intento di costruire condizioni di non interferenza, uguaglianza e reciproco beneficio dallo strapotere di altri Paesi.

I membri che attualmente ne fanno parte sono i paesi fondatori quali il Brasile, la Russia, l’India ed il Sudafrica a cui si sono aggiunti nel 2024 Iran, Egitto, Etiopia, Emirati Arabi Uniti.  L’Arabia saudita viene invitato come paese invitato alle attività dell’organizzazione. Molti i paesi che hanno chiesto di entrare nel gruppo tra questi la Turchia, l’Algeria, la Bielorussia, la Bolivia, Cuba, L’Indonesia, il Kazakistan, la Malesia, la Nigeria, la Tailandia, l’Uganda, l’Uzbekistan ed il Vietnam invitati all’evento come paesi in procinto di essere accettati.

Un vero colosso mondiale che comprende il 30% della superficie terrestre mondiale ed il 45% della popolazione del globo. Un’economia quella del Brics che ha un Pil di 28 trilioni di dollari che rappresenta il 27% del Pil Mondiale   con riserve di 5,2 trilioni di dollari dal 2024. Una compagine che oggi sfida ampiamente il G7 che passa in secondo ordine per ricchezza nominale e crescita economica con un importante predominio Geopolitico Mondiale.

Il presidente Vladimir Putin nel suo discorso di apertura ha sottolineato proprio l’aspetto economico del BRICS che oggi supera i 60 miliardi di dollari superiore al minoritario G7 con un divario che tende ad allargarsi, infatti, un quarto delle esportazioni di beni mondiali avviene all’interno dell’associazione di stati. Secondo il presidente Russo il tasso di crescita dei Paesi Brics nel 2024 è al 4% mentre per i paesi del G7 solo l’1,7%. Uno sconvolgimento di poteri economici a livello planetario che vede la Russia cooperare con 24 paesi.

Naturalmente guardando le sanzioni palesate dall’UE si crea una fonte di dubbio mediatico che in realtà e stato solo un Bumerang per i paesi del G7. Nel breve periodo si prevede una crescita significativa da parte di Russia, Cina, India e Brasile, mentre il contributo dei paesi del G7, tra cui Stati Uniti, Germania e Giappone, dovrebbe diminuire, ha affermato Bloomberg citando il Fondo monetario internazionale.

L’UE oramai in declino per le sue scelte atlantiste a discapito dei cittadini europei vede alcuni paesi che volevano entrare nell’UE voltarsi verso l’astro nascente del BRICS, è il caso della Turchia di Erdogan che ha chiesto di entrare nell’organizzazione dei BRICS con la dichiarazione del suo presidente: "Solo perché siamo un Paese della NATO, non possiamo interrompere il nostro legame con il mondo turco e islamico. I BRICS e l’ASEAN sono strutture che ci offrono l’opportunità di sviluppare la cooperazione economica”.

La cooperazione prevede anche attraverso la Banca BRICS la creazione di una moneta comune che sostituirà il dollaro negli scambi tra i paesi aderenti secondo il Presidente Russo “Il tempo di Biden, Macron, Scholz è finito. I paesi vogliono vivere in un mondo multipolare ed equo, basato sul rispetto reciproco e sull’uguaglianza sovrana degli Stati”. Il presidente Vladimir Putin ha anche proposto di creare una nuova piattaforma di investimenti BRICS per sostenere le economie nazionali e i paesi del sud e dell’est del mondo. Ridurre la dipendenza dal dollaro è una priorità e potrebbe consentire ai paesi BRICS di diventare invulnerabili alle sanzioni occidentali sia ora che in futuro.

 

Ma sono le dichiarazioni del presidente Cinese XI Jinping a fare riflettere la sua richiesta di attuazione del concetto di “sicurezza comune e indivisibile” per prevenire altri conflitti è chiudere le guerre in atto dando importanza ad un progetto di sicurezza globale contro le guerre attraverso la mutua deterrenza. pone, inoltre, il BRICS come soggetto di programma di una “riforma della governance globale”, che oggi non riflette il peso crescente dei Paesi del “Sud del mondo” nel mondo.

Ad avvalorare l’entità della manifestazione sotto il cappello ONU è il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres che ha colto l’occasione del vertice BRICS in Russia per lanciare un forte appello alla pace in Ucraina, invocando una pace giusta. La guerra in Ucraina alimentata dai paesi occidentali attraverso la fornitura di armi ha infatti permesso che in Ucraina oggi vi sia un calo demografico di dieci milioni di persone che scappano dall’idea illusoria di vittoria.    

 

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