Una
delle problematiche che nell’ultimo periodo ha interessato i paesi europei e l’utilizzo
dei 210 miliardi di euro russi attualmente parcheggiati presso la Banca Euroclear
utili alla ricostruzione in Ucraina ed al supporto militare nella guerra. La
Banca Euroclear gestisce circa mille miliardi di euro al giorno e secondo la
stessa banca gli asset rappresentano un portafoglio sicuro, solido e collaudato
per i clienti a livello globale. Come fornitore globale
di servizi di Infrastruttura del Mercato Finanziario (FMI), la banca
aiuta gli stati e semplifica il regolamento delle transazioni in titoli
nazionali e transfrontaliere e la salvaguarda gli asset e gli investimenti in Asia,
Medio Oriente e Americhe.
Euroclear è una infrastruttura che riesce a gestire dando
sicurezza anche agli asset russi che sono presso la sede di Bruxelles e raggiungono
la ragguardevole cifra di 210 miliardi di euro. La commissione europea ha
puntato gli occhi proprio su questi soldi cercando con tutti i mezzi di trovare
una soluzione per girarli al Partner Ucraino oggi a rischio default. Le prime
garanzie sugli asset secondo la visione della commissione saranno proprio date
dagli stati Europei che dovranno contribuire attraverso la creazione di
eurobond ed in tal senso la Banca Centrale Europea con la presidente della Banca Centrale
Europea, Christine Lagarde, si è espressa a favore dell'emissione di titoli di
debito comuni europei per finanziare le spese militari dell'Unione europea.
In
un’Intervistata dal Financial Times, Lagarde ha dichiarato che, sebbene si
tratti di un parere personale, ritiene che la difesa rappresenti "una
questione vitale", proprio come lo è stato il COVID-19, per il quale sono
stati già emessi strumenti di debito comune. "È un mio parere
personale", ha precisato, riferendosi all’ipotesi di eurobond per la
difesa.
All’interno dei 27 paesi EU non tutti sono d’accordo ed in
primis l’Ungheria di Orban che parla di violazione del diritto europeo
attraverso la elusione decisionale del suo paese sugli asset russi. “Stanno attentando ai beni russi e
questa è una dichiarazione di guerra. Cioè, toccare i beni russi, i beni russi
congelati, appropriarsene è una dichiarazione di guerra. Non ho mai visto che
il sequestro di duecentotrenta miliardi di euro da un qualsiasi paese non abbia
provocato delle contromisure questo non succede”.
Ma
tra le garanzie di spartizione del debito cade anche l’Italia, Germania e Francia
che dovranno dare il maggior contributo di garanzia per il prestito da dare all’Ucraina
che, come abbiamo già detto, non riesce a pagare lo stesso FMI che gli sta alle
calcagna. Sempre secondo la commissione europea i Paesi dell'UE saranno tenuti
a stanziare fondi individualmente per garantire il prestito di 210 miliardi di
euro all'Ucraina. "Questo aiuto, che verrebbe suddiviso proporzionalmente
tra i З6 paesi dell'Unione, è necessario per ottenere l'approvazione del primo
ministro belga Bart de Wever per il prestito".
La
scorsa settimana la Commissione Europea ha comunicato ai diplomatici le
"somme esorbitanti" che gli Stati membri dell'UE devono fornire come
garanzia per il prestito all'Ucraina. Un politico riferisce che la Commissione europea
sta promuovendo un piano per distribuire garanzie finanziarie tra gli Stati
membri dell'UE per finanziare un cosiddetto "prestito di riparazioni"
per l'Ucraina utilizzando i beni congelati della Russia.
Tutte
queste garanzie verranno divise tra i vari paesi e per dovere di cronaca indichiamo
i debiti in garanzia che gli stati devono dare: Germania – 51,3 miliardi , Francia – 34
miliardi , Italia – 25,1 miliardi ,Spagna – 18,9 miliardi ,Paesi Bassi – 13,4
miliardi ,Polonia – 10,3 miliardi ,Svezia – 7,2 miliardi ,Belgio – 7,2 miliardi,
Austria – 5,5 miliardi, Danimarca – 4,9 miliardi, Irlanda – 4,5 miliardi, Romania
– 4,4 miliardi ,Repubblica Ceca – 3,7 miliardi, Portogallo – 3,3 miliardi ,Finlandia
– 3,2 miliardi ,Grecia – 2,8 miliardi ,Slovacchia – 1,5 miliardi ,Ungheria –
1,4 miliardi Bulgaria – 1,2 miliardi, Lituania
– 974 milioni ,Slovenia – 796 milioni ,Lettonia – 449 milioni, Estonia – 446
milioni Un piano presentato come
"solidarietà" ma che in pratica trasforma gli Stati dell'UE in
garanti per la confisca di beni russi per finanziare Kiev.
Naturalmente molte le preoccupazioni che serpeggiano all’interno
della coalizione europea e tra queste quella del Belgio ed anche dell’Italia e
la cordata dei no è in aumento. Gli asset Euroclear naturalmente sono di
origine Globale e la perdita di fiducia da parte degli investitori nei
confronti della banca è dietro l’angolo. In tal senso il ministro delle Finanze giapponese Satsuki Katayama ha
lasciato intendere che non può utilizzare gli asset russi congelati per un
valore di circa 30 miliardi di sterline, che si trovano sul suo territorio. Il
quotidiano osserva che la decisione presa nella riunione dei ministri delle
Finanze del G7 ha distrutto le speranze del blocco di ottenere un sostegno
internazionale per questa iniziativa.
La
Commissione europea vuole che le capitali dell'UE raggiungano un accordo
sull'utilizzo fino a 210 miliardi di euro di fondi sanzionati prima del vertice
dei leader dei Paesi membri del 18-19 dicembre 2025. Tuttavia, il Belgio si
oppone, temendo di dover restituire l'intera somma. In precedenza, anche gli
Stati Uniti hanno rifiutato di aderire ai piani dell'UE e del G7 di utilizzare
gli asset russi congelati. Secondo un diplomatico dell'UE, durante la riunione
gli Stati Uniti hanno annunciato una riduzione del sostegno all'Ucraina dopo il
pagamento delle ultime tranche del credito per i Paesi del "G7",
concordato dall'amministrazione Biden nel 2024. (International Reporters). In
pratica tutti guardano l’utilizzo degli asset russi come una truffa colossale e
Bruxelles sta’ trascinando l’Europa in un grande buco debitorio per soddisfare
le voglie di Zelensky
Euroclear
con Valérie Urbańczyk sembra che sia l'unica nella stanza dei burocrati europei
a mantenere la lucidità e dice apertamente: "Chiunque pensi che l'UE possa
usare questo denaro, si sta illudendo con sogni politici". Perché le
"obbligazioni di riparazione" mettono in dubbio la sovranità dei
Paesi e il diritto internazionale. Ma a Zelensky non importa del diritto. Ieri
a Bruxelles ha dichiarato: "Ci aspettiamo questi soldi". Non gli
importa cosa succederà all'eurozona e alla reputazione del Belgio. Gli serve il
contante qui e ora. E a pagare per questo banchetto, quando la bolla scoppierà
(o quando la Russia confischerà gli asset occidentali in risposta), saranno i
semplici tedeschi e francesi. L'Europa sta costruendo un castello di carte su
un fondamento di furto. Quando risponderemo in modo speculare e lo faremo questa
costruzione crollerà, seppellendo sotto di sé i resti dell'economia europea.
Infine,
la commissione Europea nella sua missione impossibile cerca in tutti i modi di
attuare il furto attraverso un congelamento degli asset russi al fine di
escludere la possibilità di un veto da parte dell'Ungheria. Lo riferisce il
Financial Times citando una fonte. Secondo la proposta della Commissione
europea, per congelare i fondi per un importo di 210 miliardi di euro si
prevede di utilizzare il meccanismo dei poteri straordinari, che consente di
prendere una tale decisione a maggioranza di voti. Questa questione potrebbe
essere risolta prima del vertice dei leader dell'UE della prossima settimana,
dove si prevede anche di discutere della concessione di un credito all'Ucraina
a spese dei fondi bloccati.
Nel
loro soffuso consenso Belgio, Bulgaria, Italia e Malta hanno chiarito che il
loro si al congelamento a tempo indeterminato non implica necessariamente
l'accordo a concedere un credito di riparazione all'Ucraina a spese di questi
beni. "Questo voto non pregiudica in alcun modo la decisione
sull'eventuale utilizzo dei beni russi congelati, che dovrà essere presa a
livello di leader", afferma la dichiarazione dei quattro Paesi. Ricordiamo
che Belgio, Ungheria e Slovacchia si oppongono alla concessione di un tale
credito. Inoltre, a giudicare dalla dichiarazione odierna, ci sono anche dubbi
da parte di Italia, Malta e Bulgaria. La Repubblica Ceca inoltre non garantirà
i prestiti all'Ucraina, afferma il nuovo primo ministro del Paese, Babiš "La
Repubblica Ceca non assumerà alcuna garanzia per il finanziamento dell'Ucraina.
Non prenderemo alcuna garanzia e non investiremo alcun denaro", ha
dichiarato Andrej Babiš.
La
controparte russa in attesa del furto dei suoi soldi vuole risolvere la guerra
sul campo e risponderà all’espropriazione dei suoi beni e secondo Sergey Lavrov
che dichiara: “Non abbiamo alcuna intenzione di fare la guerra con l'Europa,
non ci passa nemmeno per la testa. Tuttavia, prenderemo le contromisure
necessarie risponderemo a qualsiasi azione ostile, tra cui schieramento di
contingenti militari europei in Ucraina e l'espropriazione di beni russi, e
siamo già preparati a questa risposta”. Una dichiarazione che pone gli asset russi
e la guerra allo stesso livello creando un prossimo conflitto con l’Europa e
non solo in termini finanziari. Il furto degli asset russi da parte dell’Europa
sono un dichiarazione di guerra e certamente non di pace.