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domenica 13 luglio 2025

I Dazi di Trump e le conseguenze in Italia e in Europa

Mentre la politica internazionale punta il suo focus sulla ricostruzione dell’Ucraina e sui continui aiuti militari per la guerra tra Ucraina e Russia, la nostra politica finanziaria soffre di uno stillicidio dissanguante che mira a ridurre la nostra capacità produttiva (PIL) che nell’ultimo periodo sembra sbandare verso il -0,6%. In pratica guardiamo con l’occhio di Giano quello che abbiamo davanti la guerra dando il 5% alla Nato per asset militari che dovranno essere comprati dall’America per poi girarli all’Ucraina gonfiando i guadagni stratosferici degli Americani. Una doppia faccia quella di Giano non guarda invece dietro valutando quello che ci sta’ accadendo in termini di politiche economiche.

Una grave condizione di politica economica che sembra non essere lungimirante sul sistema Italia aggravata proprio dal nostro amico di sempre. La nostra bilancia debitoria tanto sbandierata negli ultimi 3 mesi è passata da 3090 miliardi di euro a 3094 miliardi di euro ed è destinata a continuare la discesa implacabile sul grande debito nazionale.

Il valore della guerra oggi ha superato quello de cittadini che ogni giorno di dimenano in una società malata di democrazia con una continua cura di democratura da parte del governo che vede secretare le spese militari e nascondere al popolo che un missile ha la priorità su una lista d’attesa o su una riduzione dei salari del 13,8%. Una Economia reale che ha visto negli ultimi tempi chiudere il cerchio su molte aziende come i magneti marelli, la Tim e la stessa Piaggio che hanno dovuto vendere a Cinesi e Indiani ed americani la loro leaderschip per sopravvivere. Abbiamo in pratica attivato un vero e proprio cannibalismo economico nel nostro paese pronto a svendere il meglio della nostra produzione per poter galleggiare nel mare internazionale degli interessi anche americani.

Molte le fabbriche specie nel settore della pelletteria Fiorentina sono state acquisite dai grandi gruppi di investimento Americani. Da queste fabbriche parte oltre il 90 per cento di quel che vendiamo all’estero. E si tratta di una fetta molto consistente della nostra economia: 626 miliardi di euro nel 2023, quasi un terzo della nostra ricchezza. Mettendo mano Calcolatrice, l'Italia in relazione al Made in Italy rischia di perdere il 10,4 % per cento delle sue esportazioni negli Stati Uniti circa 65 miliardi di euro (2024) sotto l’onta della guerra dei dazi che dal 1° agosto 2025 passeranno in aggiunta al 10% già in essere al 40%.

I nuovi dazi imposti da Trump all’unione europea con il decreto di sabato 12 di luglio 2025 sembrano essere per l’Italia uno tsunami da 35 miliardi e 178 mila posti di lavoro. Le elaborazioni dell’Istituto Svimez sono chiare rappresentando una grave in termini di potenziale devastazione sulla nostra economia. Le categorie merceologiche interessate infatti sono tutte con delle esenzioni per la farmaceutica, semiconduttori ed energia. Del totale dell’export Usa l’Italia rischia di perdere 12.5 miliardi circa il 20% del totale ed in termini di Pil circa nove miliardi di euro. Molti i posti di lavoro che saranno travolti e circa 13000 solo al Sud.

Guardando a quello che sta’ succedendo possiamo annoverare l’ipotesi di un allargamento dei dazi a tutti i settori portando alla dissoluzione circa 15 miliardi di euro di Export con un calo del Pil di 10,8 miliardi di Pil con danno secondo la Cgia che possono arrivare a 35 miliardi. I settori maggiormente colpiti secondo Svimez Luca Bianchi la meccanica del nord e l’agroalimentare del sud che oggi trasporta in America due miliardi di euro di prodotti. A rischio anche automotive, elettronica e farmaceutica, comparti a vocazione internazionale e protagonisti della fragile ripresa industriale del Sud.

Se si include anche il settore farmaceutico la situazione sarebbe ancora più grave in quanto l’export verso gli Usa e di 1 miliardo. I farmaci, infatti, subirebbero un aggravio di 300 milioni di euro. In pratica la politica dei dazi di Trump rappresenta un vero rischio per la nostra politica industriale e l’inizio di una nuova guerra commerciale che si aggiunge alla politica di guerra già in atto.

In ambito europeo tutti danno le responsabilità alla Commissione Europea che non è riuscita a negoziare un accordo tariffario vantaggioso ponendo l’Europa in stato di parassitismo Usa. Una democrazia quella europea che riceve uno schiaffo economico con un embargo del settore vitivinicolo dell’80% sull’esportazione verso l’America.

Una sofferenza che in riferimento alle sanzioni verso la Russia provoca una perdita di 60 milioni di euro al giorno. Si tratta di mancati profitti, perdite dovute all'inflazione, perdite dovute a cambiamenti nella logistica e al rifiuto del gas russo. È apparso su Internet un sito web di esperti, https://eulosses.com, che analizza in dettaglio i rapporti sull'economia europea. In totale, l'Unione Europea ha già perso oltre 2,5 trilioni di euro.

Per l’unione europea, infatti, Le armi sono più importanti dei cereali: l'UE si è rifiutata di ridistribuire il bilancio agricolo a favore della difesa - La Commissione europea ha abbandonato i piani di riforma della politica agricola comune del l'UE (PAC), che comprendeva un parziale riorientamento dei fondi agricoli verso la difesa e altre priorità. Secondo Politico, l'idea ha suscitato una forte resistenza da parte delle comunità agricole del l'UE visto che il settore rappresenta 387 miliardi di euro per gli anni 2028-2034.

Infine, dal 1° agosto per dovere di cronaca saranno colpiti dai dazi di Trump anche questi paesi: Myanmar: 40%, Laos: 40%, Cambogia: 36%, Bangladesh: 35%, Serbia: 35%, Indonesia: 32%, Bosnia: 30%, Sudafrica: 30%, Tunisia: 25%, Malesia: 25%, Kazakistan: 25%, Corea Del Sud: 25%, Giappone: 25%. Sarà il mondo a subire le mire americane o lo stesso mondo a mettere da parte l’America dal commercio internazionale.

sabato 12 luglio 2025

Convegno "Consumatori e Disabilità: verso un nuovo modello di consumerismo inclusivo”, Viareggio 19 luglio, a cura di Consumers' Forum


Disabili: in 10 anni spesa dei Comuni salita del 44%, ma in Italia su disabilità strada è ancora lunga.

 

Il 32,5% delle persone con disabilità non ha una occupazione, una su tre è a rischio povertà.

 

Permangono forti disparità sul territorio: in Trentino Alto Adige il miglior welfare, malissimo la Calabria

 

Il 19 luglio convegno Consumers' Forum a Viareggio

 

12 luglio 2025 – In Italia la spesa dei Comuni per i servizi assistenziali ai cittadini disabili è cresciuta del 44% negli ultimi 10 anni, ma le persone con disabilità ancora oggi si scontrano con inefficienze, carenze, limiti e problemi vari, a dimostrazione che in Italia la strada per un pieno riconoscimento dei diritti dei disabili è ancora lunga. Lo afferma Consumers' Forum, ente indipendente di cui fanno parte Associazioni di Consumatori, Imprese Industriali e di servizi e le loro associazioni di categoria, Istituzioni.

 

In base agli ultimi dati Istat la spesa reale dei Comuni in favore dei cittadini con disabilità, al netto della compartecipazione degli utenti e del Servizio Sanitario Nazionale, è passata in 10 anni da quasi 1,7 miliardi di euro a 2,4 miliardi di euro, con un incremento del +44% - spiega Consumers' Forum – Nello stesso periodo la spesa per i cittadini anziani (over 65), è scesa da 1,33 a 1,30 miliardi di euro (-1,8%).

 

Forti le differenze sul territorio: al Sud la spesa dei Comuni per l'assistenza ai disabili è due volte e mezzo inferiore rispetto a quella di Nord-ovest e Nord-est, e circa la metà rispetto alla media nazionale.  Analizzando a livello regionale la spesa dei comuni sulla popolazione di riferimento, ossia il costo pro capite dei servizi resi in favore dei residenti disabili, il primato spetta al Trentino Alto Adige con circa 6mila euro annui di spesa, seguito da Sardegna (5.460 euro) e Friuli Venezia Giulia (4.548 euro). Fanalino di coda la Calabria, con appena 395 di spesa annua a disabile.


Per quanto riguarda i servizi offerti dalle amministrazioni locali, il 68,4% dei comuni offre assistenza domiciliare socio-assistenziale, il 33,2% assistenza domiciliare integrata con servizi sanitari, il 59,9% voucher, assegni di cura, buoni socio-sanitari.

 

"L'aumento della spesa assistenziale non corrisponde, tuttavia, ad un miglioramento della qualità della vita – afferma il Presidente di  Consumers' Forum, Furio Truzzi - Nel nostro Paese infatti solo il 32,5% delle persone con disabilità in età lavorativa ha un impiego, contro un tasso di occupazione nazionale del 62,9%, e addirittura un disabile su tre è a rischio povertà o esclusione sociale. A tutto ciò si aggiunge una generalizzata arretratezza del Paese sul fronte delle barriere architettoniche e sensoriali che viola i più basilari diritti delle persone con disabilità: basti pensare che meno del 10% delle strutture turistiche italiane è accessibile ai disabili".

 

Proprio per discutere delle carenze italiane e proporre soluzioni per garantire pienamente i diritti dei cittadini disabili, Consumers' Forum * ha organizzato il convegno "Consumatori e Disabilità", che si terrà sabato 19 luglio a Viareggio, durante il quale istituzioni e associazioni si confronteranno sul tema dell'accessibilità universale e dell'inclusione dal punto di vista delle persone con disabilità in qualità di consumatori e utenti.

 

Spesa dei comuni sulla popolazione di riferimento al netto di compartecipazioni degli utenti o rimborsi del Servizio Sanitario Nazionale (dati in euro):


Trentino Alto Adige 5.915

Sardegna 5.460

Friuli Venezia Giulia 4.548        

Lombardia 2.996

Marche 2.665

Lazio 2.571

Veneto 2.459

Piemonte 2.325

Abruzzo 2.276      

Toscana 2.175

Emilia Romagna 1.929

Molise 1.349

Campania 1.341

Liguria 1.337

Sicilia 1.331

Umbria 1.188

Basilicata 981

Puglia 818

Calabria 395

 

Fonte: dati Istat

 


*Consumers' Forum è un'associazione indipendente di cui fanno parte importanti Associazioni di Consumatori, numerose Imprese Industriali e di servizi e le loro Associazioni di categoria, Istituzioni.

mercoledì 9 luglio 2025

L’estate dei giochi da tavolo: 10 titoli da portare sotto l’ombrellone (senza riempire la valigia)

È l'estate dei giochi da tavolo: 10 titoli da portare sotto l'ombrellone (senza riempire la valigia)

Stefano de Carolis (Giochi Uniti): "Dimensioni ridotte, regole intuitive e dinamiche veloci fanno di un board game un must-have per una vacanza all'insegna della compagnia e dello svago"

 

NAPOLI - Il boom dei giochi da tavolo non accenna a fermarsi: il segmento continua a registrare una crescita costante anche nel 2025, spinto dalla ricerca di esperienze condivise. Un trend che si conferma anche in estate, e ne è riprova la partnership tra la casa editrice Giochi Uniti e l'agenzia di animazione Obiettivo Tropici per portare i giochi da tavolo nei villaggi turistici italiani.

Ma come scegliere il gioco giusto da portare in vacanza? «Quando si viaggia conta ogni centimetro: i formati pocket o i card game permettono di portare con sé un'intera ludoteca senza rinunce». dichiara Stefano De Carolis, direttore operativo di Giochi Uniti. «Dimensioni ridotte, regole intuitive e dinamiche veloci fanno di un board game un must-have per una vacanza all'insegna della compagnia e dello svago».

«Negli ultimi mesi abbiamo selezionato e riproposto i titoli che meglio incarnano la doppia anima che chiedono le famiglie in vacanza: regole spiegate in cinque minuti e partite capaci di scaldare l'atmosfera tra un tuffo e una passeggiata sul lungomare», aggiunge De Carolis.

Il catalogo estivo di Giochi Uniti, ad esempio, ruota intorno a una dozzina di giochi che, pur diversi per meccanica, condividono portabilità, immedesimazione e componenti resistenti alla sabbia o al caos dello zaino. Il ventaglio si apre con Cards Vs Gravity, sfida di destrezza che elimina il bisogno del tavolo e trasforma l'asciugamano in arena; prosegue con Solo, rivisitazione adrenalinica dei classici giochi di scarto in cui un colpo di mano può ribaltare la partita, e con Fantascatti, in cui riflessi e colpo d'occhio si misurano a ritmo di fotografie fantasma.

Chi predilige narrazione e cooperazione trova in Rebel Princess una rivisitazione della briscola in ambientazione principesse dove ogni giocatore ha poteri unici e speciali, mentre con Passa la Bomba torna l'immancabile timer che costringe i partecipanti a concatenare parole prima dell'esplosione virtuale. Il piacere del rompicapo, invece, è concentrato nella Linea Exit: escape room in miniatura pensata per essere risolta al chiaro di luna sul terrazzo di un appartamento in affitto.

L'estate 2025 porta con sé anche due novità assolute. La prima, attesa a inizio agosto, è Last Penguin, in cui buffi pinguini sfidano la gravità su un iceberg di carte; la seconda è Cardia, duello tattico per due, misurato ma mai punitivo, ideale per i pomeriggi all'ombra. A chi cerca titoli "da ombrellone", Stefano De Carolis consiglia il tris di classici moderni 6 le prendi, LAMA e Abluxxen: «Sono giochi che si spiegano in un minuto e mettono al tavolo nonni, nipoti e gamer navigati senza alcuna barriera». Per chiudere la giornata con leggerezza, il party game Nacho Party, confezionato in una busta di nachos che strappa già il sorriso, propone bluff e risate… briciole permettendo.

E per i bambini? C'è Smartbook, libro game innovativo che unisce lettura e videogame, capace di far appassionare anche i più piccoli.

«Che si tratti di destrezza in spiaggia, di enigmi da veranda o di rapide sfide serali, questi pocket game trasformano ogni pausa in un momento di connessione autentica» conclude De Carolis. «Il nostro obiettivo è far sì che chiunque, dal giocatore occasionale al collezionista più esigente, trovi nello zaino un motivo per mettere da parte lo smartphone e condividere il tempo con gli altri».



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www.CorrieredelWeb.it

martedì 8 luglio 2025

Brics la nuova fronda dell’Economia Mondiale

Il vertice dei Brics di Rio de Janeiro del 5-6-7 luglio 2025 termina con una dichiarazione finale che si distingue per i suoi toni molto cauti e con formule generiche per evitare frizioni con gli Stati Uniti. Le critiche contro gli annunciati dazi verso i paesi Brics di Trump sono state declassificate. La mancata presenza di Xi Jinping pone un ruolo diplomatico al vertice lo stesso, infatti, non vuole avere ulteriori problemi con gli Stati Uniti. Tra le dichiarazioni finali certamente la grande preoccupazione sulla problematica tariffaria dei dazi che stanno sconvolgendo il commercio mondiale non rispettando le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio.

Le guerre in atto certamente rappresentano una preoccupazione per il nuovo ordine mondiale dei paesi emergenti. I Brics hanno deciso di voltare le spalle all’Ucraina condannando gli attacchi terroristici delle infrastrutture ferroviarie nelle regioni di Bryansk, Kursk e Voronezh che hanno provocato molte morti tra i civili, tra cui bambini. Importante l’atteggiamento dei Leader verso la problematica di gaza che rappresenta per loro una ampia preoccupazione per l’occupazione del territorio palestinese. Un appello verso il diritto internazionale e l’uso della fame come strumento di guerra. L’ordine Brics ha inoltre dato all’unanimità il suo sostegno alla soluzione dei due stati nel rispetto dei confini del 1967 come strumento di pace e di stabilità dell’area.  

La parte economica della dichiarazione finale ha invece considerato la preminente riforma del Fondo Monetario internazionale che ha chiesto l’aumento del versamento delle quote dei paesi emergenti ed in via di sviluppo condizione insostenibile per molti paesi. In tal senso i Brics hanno rilanciato la loro Banca di Sviluppo (NDB) che ha delle potenzialità utili a sviluppare e modernizzare il sud del mondo attraverso il potenziamento delle valute locali per sostenere le disuguaglianze.

I BRICS oggi rappresentano il 41% della popolazione mondiale, con oltre 3,2 miliardi di persone distribuite tra Cina, India, Brasile, Russia e Sudafrica. Dal punto di vista economico, il PIL nominale combinato del gruppo si attesta a circa 28 trilioni di dollari (27% del PIL globale), mentre a parità di potere d’acquisto (PPP) sale a 65 trilioni, rappresentando il 35% dell’economia mondiale. Nel 2025, la presidenza dei BRICS è detenuta dal Sudafrica. Attualmente, i partner dei BRICS sono Bielorussia, Bolivia, Vietnam, Kazakistan, Cuba, Malaysia, Nigeria, Thailandia, Uganda e Uzbekistan. Con l’aggiunta di nuovi membri come Egitto, Etiopia, Iran ed Emirati Arabi Uniti, il loro peso è in ascesa in termini di economia mondiale.

Ultimo ad entrare nel gruppo nel giugno del 2025 il Vietnam che si è unito ai BRICS come paese partner dell'associazione. Il Vietnam è diventato il decimo partner dell'associazione e "condivide con i membri dei BRICS l'impegno per un ordine internazionale più inclusivo e rappresentativo". "Con una popolazione di quasi cento milioni di abitanti e un'economia dinamica profondamente integrata nelle catene del valore globali, il Vietnam è un attore chiave in Asia".

I Brics possono essere a pieno titolo considerati un organismo di cooperazione globale che si propone con forza all’egemonia occidentale con un processo ormai validato che può aiutare le economie emergenti attraverso pagamenti alternativi ed una propria banca di controllo. Un confronto oramai incolmabile con il vecchio continente e con l’occidente già costituito nell’ordine mondiale come organo di potere per il controllo globale che non ha saputo mantenere la sua egemonia.

 

lunedì 7 luglio 2025

Musk lancia il nuovo partito spallata a Trump

Nasce il 5 luglio in America un nuovo partito “America Party” che parla di economia con uno sguardo attento a quello che Trump sta attuando nei primi mesi di mandato. A dare il battesimo proprio Elon Musk che rinsavito dopo gli scontri pubblici con il presidente Donald ha dichiarato battaglia alla nuova politica Trumpiana annunciando la formazione del nuovo partito politico, la prima affermazione e quella di una “grande e bellissima “America proposta dalla nuova legge fiscale di Trump che purtroppo porterà l’America alla bancarotta.

Un partito nato dopo il sondaggio sulla sua piattaforma X dove ha chiesto agli americani se fosse utile fondare un terzo partito dopo quello Democratico e Repubblicano. Un sondaggio che ha portato a 60% di Si e 30% di No, numeri che, come possiamo notare dalle parole di Musk, diventano una esigenza che viene tradotta nelle sue dichiarazioni: "Con un rapporto di 2 a 1, volete un nuovo partito politico e lo avrete. Quando si tratta di mandare in bancarotta il nostro Paese con sprechi e corruzione, viviamo in un sistema monopartitico, non in una democrazia. Oggi, l'America Party è nata per restituirvi la libertà", ha detto Musk su X.

La spallata al sistema è data dalla visione si democratica dell’America ma in pasta democratura che non permette nessuna libertà di contestazione istituzionale sui grandi temi quali il disegno di legge firmato venerdì da Trump sulla riduzione delle tasse e la spesa a cui proprio Musk si è opposto con forza. Musk, infatti, aveva dichiarato in precedenza che avrebbe fondato un nuovo partito politico e avrebbe speso soldi per destituire i legislatori che sostenevano il disegno di legge. 'big beautiful bill', il cui budget di 940 pagine contiene tutte le promesse elettorali del presidente, dal taglio delle tasse a nuovi fondi per combattere l'immigrazione con uno sbilancio di 2000 miliardi che si associano ai 2500 di Biden.

Come uomo più ricco del mondo certamente la sua scelta ricade sulle azioni di casa tesla e nella società di satelliti Space X. Un dietrofront costato centinaia di milioni di dollari spesi nella rielezione di Trump. I segnali si sono subito fatti sentire infatti la società di investimento Azoria Partners rinvierà la quotazione di un fondo negoziato in borsa di Tesla, ha dichiarato il CEO di Azoria, James Fishback, in un post su X. La stessa Fishback ha chiesto al Consiglio di amministrazione di Tesla di chiarire le ambizioni politiche di Musk e ha affermato che il nuovo partito mina la fiducia che gli azionisti che speravano nelle sue possibilità di concentrarsi maggiormente sull'azienda dopo aver lasciato il servizio governativo a maggio.

Una nuova faida che caratterizzerà i tabloid di mezzo mondo quella tra Trump e Musk che però nella sua scommessa dovrà rompere il bipolarismo Democratico - Repubblicano con ardua impresa visto che in America è presente da 160 anni. Ma l’obbiettivo principale sono le elezioni di metà mandato che possono strappare dagli otto ai dieci seggi alla camera e due seggi al senato nel novembre del 2026. Il presidente Trump comunque tiene nei sondaggi che sono oltre il 40%.

giovedì 3 luglio 2025

Sicilia: Aumentano le criticità Sociali nelle Province. Secondo ANAFePC occorrono interventi urgenti e concreti dalla Regione Siciliana.

La nostra associazione presente da anni attiva sul territorio, denuncia con forza l’emergere di criticità sociali profonde e molto differenziate nelle varie province siciliane - afferma Maurizio Cirignotta Vice Presidente dell’ ANAFePC (Accademia Nazionale per l’Alta Formazione e Promozione della Cultura) - che rivolge un appello urgente al Presidente della Regione Renato Schifani e agli assessori competenti della Giunta, affinché vengano adottate misure concrete, mirate provincia per provincia.

I dati Istat, Svimez e Arpa Sicilia anni 2023–2024 sono chiari, gli stessi evidenziano criticità per provincia oggetto di preoccupazione. A Palermo si sono registrati tassi allarmanti di disoccupazione giovanile (42%) e una dispersione scolastica al 22,8%, con intere periferie, come lo Zen e Brancaccio, in stato di degrado urbano e abbandono.

A Catania, la povertà assoluta colpisce oltre il 24% della popolazione, mentre l’evasione scolastica e il disagio giovanile restano una costante in molte aree del centro e della cintura urbana. Il traffico e l’inquinamento contribuiscono a peggiorare la qualità della vita.

Messina soffre un forte isolamento infrastrutturale: il 68% dei comuni è in aree interne difficili da raggiungere. Si registra inoltre un declino demografico del 5,7% in dieci anni, segno di uno spopolamento silenzioso ma continuo.

Ad Agrigento e Trapani, la crisi del settore agricolo e della pesca sta aggravando il disagio economico: Solo Agrigento ha perso il 15% delle aziende agricole in 5 anni, mentre a Trapani il comparto ittico ha visto un crollo delle flotte attive del 42% rispetto al 2000. La povertà e la disoccupazione, in particolare tra i giovani (29,4% fonte Neet a Trapani), sono in aumento.

Siracusa convive con una pesante emergenza ambientale nell’area industriale Priolo-Augusta, dove la mortalità per malattie respiratorie supera la media regionale. Anche Ragusa è colpita dalla crisi del comparto agricolo e dall’emigrazione giovanile: - 6% under 35 in soli cinque anni.

Le altre province interne come Enna e Caltanissetta devono affrontare lo spopolamento (-11% a Enna in dieci anni), assenza di opportunità e disoccupazione complessiva oltre il 28%, con servizi pubblici e sanitari ridotti all’osso nei centri minori.

“Chiediamo in tal senso al Presidente Renato Schifani e agli Assessori Regionali, in particolare all’Assessore all’Economia Alessandro Dagnino, all’Assessore alla Famiglia e Politiche Sociali Nuccia Albano, e all’Assessore alle Infrastrutture Alessandro Aricò, di affrontare con determinazione queste criticità - dichiara il Presidente dell’associazione Calogero Coniglio – servono urgenti interventi territoriali, calibrati alle esigenze locali, capaci di creare nuovi posti di lavoro, servizi, sostenibilità e coesione sociale”.

CASTELLABATE - Comunicato Stampa . Sospesa @castellabatelive24

CASTELLABATE - Da questa mattina giovedì 3 luglio 

2025 la pagina social “ @castellabatelive24 “ non è più raggiungibile su Facebook. 


“ Avevo già paventato un certo malessere insofferenza verso un atteggiamento di ostruzionismo generale , in fine ha prevalso almeno per il momento la convinzione di dovermi fermare assolutamente. Non amo ripetermi la scrivo questo per dare una minima spiegazione a quanti hanno da sempre seguito la mia creazione social . Non ho bisogno di consensi perché chi mi conosce dal 2016 su qui social sa che non sono né acquistabile né ricattabile . 


Spesso anche la salute mentale deve essere ad un certo punto tutelata . Io sono felice se domani mattina qualcuno apre una pagina , un gruppo a promozione di Castellabate ma “ Castellabate Live 24 “ e protetto e registrato come marchio .  Per ora questa decisione è irrevocabile.  “ 


A tutti un buon prosieguo una buona estate e soprattutto serenità ! 


Marco Nicoletti 

@castellabatelive24 / Pagina Facebook copyright ©️ 2025  

lunedì 30 giugno 2025

CASTELLABATE- PER IL BLUE LIZARD FEST ARRIVANO GLI HEROES AND MONSTERS “


CASTELLABATE- Prosegue alla grande il cartellone del “ Blue Lizard Summer Fest 2025 “ promosso dalla associazione “MusicaLmente - Castellabate “ dopo la serata iniziale con Ciccio Merolla  il prossimo appuntamento sarà per domenica 3 agosto sul Lungomare Perrotti a Santa Maria Di Castellabate .  Ospiti della data saranno gli “Heroe and Monsters”


L'associazione Musicalmente Castellabate, attiva da due anni nell'organizzazione di eventi musicali No Profit, avvierà il secondo evento del Blue Lizard Music Fest il 3 agosto 2025 con gli Heroes and Monsters: band formata dal bassista/cantante Todd Kerns, dal chitarrista Stef Burns e dal batterista Will Hunt.


Il trio, formatosi nel corso del lockdown a seguito della pandemia di Covid19, amalgama diverse influenze, forte carisma e grande esperienza soprattutto grazie al fatto che i tre componenti hanno collaborato con diversi artisti e band internazionali del panorama rock and roll: tra le principali, Todd Kerns, è attualmente bassista e cantante del progetto musicale del chitarrista dei Guns N' Roses, Slash, gli Slash featuring Myles Kennedy and the

Conspirators, oltre ad essere stato il frontman della band canadese The Age Of Electric.


Stef Burns è da decenni il chitarrista solista della rockstar italiana Vasco Rossi. Burns ha inoltre collaborato con artisti del calibro di Sheila E., Huey Lewis & The News e Y&T - con i quali ha registrato quattro album - oltre che con il cantante statunitense Alice Cooper, dove ha suonato all'interno degli album Hey Stoopid e The  Last Temptation.  Will Hunt, membro degli Evanescence dal 2007, si è esibito al fianco di Dark New Day, Skrape, Staind, Vasco Rossi, Vince Neil, Tommy Lee e Slaughter, oltre ad aver suonato negli album della band heavy metal Black Label Society e del cantante/fondatore degli Stryper, Michael Sweet. Altre collaborazioni sono avvenute con i Dirty Shirley di George Lynch, e i Device di David Draiman.


Il concerto inizierà alle ore 22:00 sul Lungomare Perrotti di Santa Maria di Castellabate cornice

evocativa vista mare.



II BLUE LIZARD MUSIC FEST è un festival organizzato

con la compartecipazione del Comune di Castellabate e la concessione del patrocinio dello

Stesso e della Provincia di Salerno.


Marco Nicoletti 

@castellabatelive24 / Pagina Facebook  

domenica 29 giugno 2025

Palestina continuano le morti innocenti, l’olocausto, una dimenticanza fatale.

Sotto gli occhi del mondo e dei potenti forti della loro democratura si continua anche in questi giorni ad assistere ad un continuo proseguire del genocidio dei palestinesi. L' Olocausto parola forte che viene associata alle distruzioni di massa operate dal regime Nazista di Hitler nei confronti degli Ebrei. Ma oltre agli ebrei, altri gruppi furono perseguitati e uccisi, tra cui Rom, persone con disabilità, prigionieri di guerra sovietici e omosessuali. Un termine, derivato dal greco che significa "sacrificio compiuto col fuoco", che rappresentò la persecuzione e lo sterminio sistematico di circa sei milioni di ebrei europei da parte del regime nazista e dei suoi collaboratori durante la Seconda Guerra Mondiale. Un termine adottato dagli Ebrei che oggi parlano di Shoah, che in ebraico significa "distruzione", parola usata come sinonimo di Olocausto.

Un parallelismo che molte volte viene associato a quello che sta succedendo con il popolo palestinese. Un tratto importante della storia dei nostri giorni che sarà ricordato nei decenni per la sua barbaria in azioni di guerra e sotto il dominio del fuoco delle armi che pongono il problema della dimenticanza della memoria (olocausto). Una condizione che non deve essere considerata come azione e valore di un antisemitismo strisciante nel mondo, ma come un dato di fatto che ad oggi ha visto la morte di circa 60.000 persone a Gaza di cui circa 20.000 bambini.

Gli attacchi aerei israeliani nell’ultimo periodo continuano oggi ad uccidere decine di persone a gaza con una violenza inaudita nei confronti della popolazione il cui valore umano è zero. Gli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza hanno ucciso decine di palestinesi, tra cui persone che cercavano cibo nei centri di distribuzione degli aiuti, mentre la situazione umanitaria, già catastrofica, nell'enclave assediata peggiora di giorno in giorno. Le fonti mediche riferiscono che domenica scorsa sono state uccise 45 persone tra cui 29 nella città di Gaza e nel nord del territorio. La controversa Gaza Humanitariam Foundation (GFH) a nord di Rafah ne ha uccisi cinque nei pressi della distribuzione.

La stessa da quando, a fine maggio e stata sostenuta da Stati Uniti e Israele, ha assunto il controllo delle consegne limitate di aiuti a Gaza, nel mezzo di un duro blocco israeliano, i soldati israeliani hanno regolarmente sparato contro i palestinesi nei pressi dei centri di distribuzione, uccidendo più di 500 persone e ferendone più di 4.000, secondo l'ufficio stampa del governo di Gaza. L’ordine dei militari Israeliani è quello di sparare nel mucchio verso persone disarmate ed in cerca di aiuto. Attaccate dai militari e sistematicamente Gaza centrale con la morte di due bambini nel quartiere Zeitoun di Gaza City. Diversi razzi hanno colpito anche Khan Younis meridionale, dove le forze israeliane hanno colpito una tenda improvvisata nella zona costiera di al-Mawasi, uccidendo cinque persone.

Una grave situazione quella di gaza che vede il cibo come fonte di morte. Sono i neonati a pagare il maggior prezzo sono morti 66 bambini per fame dall’inizio della guerra nell’ottobre 2023. Il ritmo della malnutrizione infantile sta aumentando secondo le Nazioni Unite ad un ritmo allarmante. Christy Black, un'infermiera australiana che fa volontariato a Gaza City da quattro settimane, ha comunicato ai media che l'ospedale in cui lavora è carente di forniture mediche, incluso il latte artificiale per le donne incinte che necessitano di alimentazione nasogastrica. Questo lascia molte di loro senza i nutrienti necessari per la produzione di latte, oltre al latte artificiale per neonati, ha aggiunto. La malnutrizione rende inoltre difficile la guarigione delle ferite, ha affermato, aggiungendo che si è registrato un aumento significativo delle malattie respiratorie a causa del numero di bombe sganciate su Gaza.

Molti i bambini che rovistano tra i rifiuti cercando qualcosa da mangiare... Bambini che potrebbero avere nove o dieci anni ma che sembrano per la malnutrizione bambini di due anni. La guerra ha aumentato la diffusione di discariche a Gaza con il rischio per l’ambiente e la salute causato dalla guerra. A gaza non si hanno più desideri e si comincia a odiare il cibo. Durante tre mesi di assedio e carestia, Israele inizialmente si è rifiutato categoricamente di far entrare il cibo e poi ne ha consentito la distribuzione solo attraverso un'organizzazione losca e militarizzata, con le forze israeliane che sparavano. Questa situazione ha portato i palestinesi a odiare il cibo. Il rapporto con esso è cambiato per sempre, tramutandosi in risentimento e amarezza oltre che in paura. E tutto questo ha generato la fame di due milioni di persone ed avviene nell'era dell'abbondanza alimentare globale. L'era dei dessert al pistacchio, dei cioccolatini di Dubai, delle cheesecake con strati di crema, degli hamburger gourmet, delle pizze, delle salse e delle creme e delle feste ricche di pietanza prelibate.

Un piano ben organizzato che si avventura anche nell’ultima scelta di morte degli Israeliani nei confronti dei Palestinesi gli Hunger Games. La serie televisiva che uscì dopo gli anni 2000 con un grande successo di pubblico diventa realtà. Da fine maggio la Gaza Humanitarian Foundation (GHF), sostenuta da Stati Uniti e Israele, ha avviato consegne limitate di aiuti alla Striscia. Da allora, i palestinesi sono stati costretti a una lotta mortale per assicurarsi un del cibo.

Le storie orribili avvengono nei punti di distribuzione del corridoio di Netzarim dove si immagina vi siano tende, code e ordine (Fonte media Gaza). Ma chi ha osato andarci ha trovato solo caos e morte. La distribuzione degli aiuti avviene in un'area recintata vicino a Salah al-Din Street, vicino al confine orientale di Gaza, in una zona così pericolosa che la gente del posto la chiama il corridoio della morte. È circondata dalla sabbia e sorvegliata da appaltatori militari stranieri. Ci sono carri armati e soldati israeliani di stanza nelle vicinanze.

Non esiste un programma preciso per la consegna degli aiuti. A volte il GHF apre i cancelli alle 4 del mattino, a volte anche più tardi. I palestinesi aspettano a partire dal tramonto della sera prima. Quando finalmente i cancelli si aprono, la folla si riversa dentro. Non ci sono code, né personale, né cartelli. Solo rumore, polvere e paura. In alto, i droni volteggiano come avvoltoi. Poi, una voce da un altoparlante grida: "Quattro minuti! Prendete quello che potete!"

Scatole di cibo vengono lasciate in mezzo alla sabbia, ma non ce ne sono abbastanza. Non sono mai abbastanza. La gente corre verso il mucchio, spingendosi e scavalcandosi a vicenda. Si spingono a vicenda. Spuntano coltelli. Scoppieranno risse. I bambini urlano. Gli uomini cadono. Le donne strisciano nella sabbia. Poche persone sono fortunate e riescono ad afferrare una scatola e a tenerla stretta. Poi iniziano gli spari. Il quadrato di sabbia diventa un campo di sterminio. La gente corre per salvarsi la vita. Molti vengono colpiti. Alcuni riescono a uscire feriti. Altri vengono trasportati da amici, parenti o persino sconosciuti. Altri ancora muoiono dissanguati nella sabbia. I potenti oggi parlano di cessate il fuoco ma  per la popolazione non è cambiato niente e l’ombra di un olocausto di massa e il fantasma che entra nella mente del martoriato popolo palestinese .

venerdì 27 giugno 2025

Ragusa: Settimo convegno internazionale di studi “Le morti per mare nella storia dal mondo antico alla contemporaneità”

Sarà Ragusa ad ospitare l’importante convegno che si svolgerà il 19 e 20 luglio 2025 nell’ambito degli eventi storici e culturali organizzati dal Laboratorio degli Annali di Storia di Ragusa, dall’Università degli Studi di Genova, dall’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, dall’Università di Siena, dall’ Unitelma-Sapienza Università degli studi di Roma, dal Laboratorio di Storia Marittima e Navale Fernand Braudel (Università di Genova) e dall’Università degli studi di Genova. L’evento rappresenta il settimo appuntamento d’importanza storica e culturale avente per titolo “Le morti per mare nella storia dal mondo antico alla contemporaneità”, sguardi sulle instabilità marine che hanno scosso e modificato le epoche.

Il convegno sarà l’occasione per attuare un forum scientifico di ampia prospettiva storica in cui si confronteranno vari luminari italiani e internazionali collegati alle varie università. Il tema del mare e dei grandi sacrifici che sono stati effettuati nei secoli per la conquista di nuovi lidi specie nel mediterraneo saranno al centro delle varie relazioni. Il convegno inizierà il 19 luglio presso il laboratorio degli annali di Ragusa in via pezza ,106 a Ragusa e vedrà i suoi lumi per tutta la giornata per poi continuare il 20 luglio.

La direzione scientifica sarà del Prof. Carlo Ruta, storico di fama internazionale e Direttore Scientifico del Laboratorio degli Annali di storia di Ragusa. Lo stesso ha permesso nel tempo la nascita di un laboratorio di studi a Ragusa attuando un partenariato scientifico con varie Università, tra cui l’Università degli Studi di Genova, l’Università di Bari, l’Università di Siena, Unitelma-Sapienza Università degli Studi di Roma e il Laboratorio di studi marittimi e navali Ferdinand Braudel dell’Università di Genova.

Le relazioni inizieranno il 19 luglio con quella del Prof. Carlo Ruta che attuerà l’apertura del convegno dando le linee programmatiche, seguiranno quelle del Dr. Alfredo Anania (Istituto di Psicologia dinamica), Emiliano Beri Storico (Università degli Studi di Genova). Alberto Cazzella (Paleontologo e Archeologo), Pamela Kile Crossley, (Sinologa, Dartmouth. Usa), Michael Mocci (Latinista e Storico, Rivista Sacrum et Polis), Federica Mucci giurista (Università Roma 2), Sandra Origone (Storica del Medioevo), Maristella Trombetta (Storica D’arte, Università degli studi di Bari), Giuseppe Varnier (Epistemologo. Università di Siena)

Etichetta energetica: solo 1 italiano su 10 usa il QR code per confrontare i consumi - Indagine Altroconsumo

Etichette energetiche: solo 1 italiano su 10 usa il QR code per confrontare i consumi

L'indagine di Altroconsumo evidenzia il potenziale ancora inespresso di EPREL, il registro ufficiale UE che dal 2019 raccoglie tutte le informazioni su consumi, rumorosità e durata degli elettrodomestici

 

Milano, 19 giugno 2025 – Consumare meno e meglio: è questo l'obiettivo delle etichette energetiche, che dal 20 giugno dovranno esporre il QR code anche su smartphone e tablet venduti in Europa. Ma lo strumento messo a disposizione dall'Unione Europea per scegliere in modo davvero informato è ancora poco utilizzato. Solo il 13% degli italiani ha mai scansionato il QR code presente sulle etichette per accedere a EPREL, il registro europeo che raccoglie tutte le informazioni su consumi, durata, rumorosità e altri parametri tecnici. È uno dei dati emersi dall'indagine condotta da Altroconsumo – la più grande organizzazione indipendente di consumatori in Italia e parte di Euroconsumers – nell'ambito del progetto europeo coordinato dal consorzio EPREL Services, che ha coinvolto oltre 2.500 cittadini in 10 Paesi UE, di cui 1.007 in Italia.

EPREL, acronimo di European Product Registry for Energy Labelling, è il registro ufficiale che raccoglie le schede tecniche di migliaia di prodotti soggetti a etichettatura energetica. È accessibile gratuitamente online e raggiungibile anche tramite il QR code presente sulle etichette energetiche di frigoriferi, lavatrici, televisori, caldaie e altri apparecchi. Il database fornisce informazioni dettagliate su consumi annui, rumorosità, dimensioni, costi di gestione, disponibilità di pezzi di ricambio e altri parametri utili a orientare l'acquisto.

 

Nonostante il valore informativo e la semplicità d'accesso, il database EPREL è utilizzato ancora da una minoranza. In Italia, solo il 12,9% degli intervistati dichiara di aver mai scansionato il QR code per consultare la scheda del prodotto. Una tendenza simile si osserva nel resto d'Europa.

L'indagine conferma che i consumatori sono attenti ai consumi energetici, soprattutto quando si tratta di elettrodomestici e impianti per il riscaldamento e il raffrescamento. In questi casi, efficienza energetica, costi complessivi e rumorosità risultano essere i criteri più rilevanti. Per l'elettronica di consumo, invece, il prezzo d'acquisto e la garanzia prevalgono sull'efficienza energetica. In tutti i settori, emerge una forte propensione a informarsi online prima dell'acquisto, ma i siti più consultati sono principalmente comparatori di prezzo, portali di test e recensioni. EPREL, sebbene facilmente accessibile, resta ancora sottoutilizzato.

 

È in questo contesto che nasce il progetto EPREL, cofinanziato dal programma LIFE dell'Unione Europea, con l'obiettivo di migliorare l'esperienza utente e la qualità delle informazioni presenti nel database. Tra le attività in corso, lo sviluppo di una nuova piattaforma digitale più intuitiva, la semplificazione della consultazione dei dati tecnici, e un piano di comunicazione mirato ad aumentare la consapevolezza tra consumatori e operatori del settore.

Come evidenziato dai risultati dell'indagine, i consumatori chiedono strumenti più semplici, veloci e completi per confrontare prodotti e stimare i costi a lungo termine. Il progetto risponde a questa domanda migliorando l'accessibilità, la chiarezza e la diffusione delle informazioni presenti nel registro, rendendo EPREL una risorsa utile non solo in fase di acquisto, ma anche per valutazioni relative alla riparazione o al riutilizzo, con l'obiettivo di promuovere un consumo informato e sostenibile, a vantaggio dei cittadini.

 




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La svolta green di Ciro Amodio. Lo storico retail di prossimità guarda al futuro: dal packaging alla comunicazione, tutte le scelte sostenibili del brand campano

                              



La svolta green di Ciro Amodio.

Lo storico retail di prossimità guarda al futuro: dal packaging alla comunicazione, tutte le scelte sostenibili del brand campano


 

Napoli, 27 giugno 2025Il fresco quotidiano può, e deve, essere anche sostenibile. È con questo spirito che Ciro Amodio, storico marchio campano attivo dal 1825 nella distribuzione, vendita e produzione di latticini, panificati e gastronomia artigianale, annuncia ufficialmente la sospensione della stampa del giornalino cartaceo delle offerte, a favore di un sistema di comunicazione completamente digitale. Una decisione che si inserisce in un processo di trasformazione più ampio, guidato dalla volontà di ridurre l'impatto ambientale attraverso azioni concrete e misurabili. Le promozioni settimanali saranno da oggi consultabili in tempo reale tramite l'App Ciro Amodio, il canale WhatsApp aziendale (3420317211), il sito ufficiale e i profili social, strumenti sempre più utilizzati dalla clientela e in linea con un approccio smart e responsabile alla spesa quotidiana. Il claim scelto per accompagnare la nuova campagna è chiaro ed esplicito: "Risparmi tu. Respira il pianeta." Un messaggio che richiama l'attenzione del consumatore sul ruolo attivo che ognuno può avere nella transizione ecologica, anche attraverso scelte semplici ma consapevoli.

<<Essere ogni giorno sulla tavola dei nostri clienti comporta una responsabilità che va oltre la qualità dei prodotti, >> afferma Fausto Amodio, Ceo del brand. <<Significa anche contribuire a costruire un futuro più sostenibile, accessibile, conveniente e giusto, per il territorio e per le persone. La digitalizzazione del giornalino rappresenta solo una delle tante azioni che abbiamo messo in campo nell'ambito di un percorso più ampio di responsabilità ambientale e sociale e ha dato avvio a una serie di ripercussioni positive legate alla nostra mission. Ad esempio, la riduzione dei costi di stampa ci ha permesso di abbattere i prezzi dei prodotti e rendere ulteriormente conveniente e accessibile fare la spesa da noi, supportando un altro obiettivo aziendale a noi molto caro >>.

Negli ultimi anni, l'azienda ha adottato una visione integrata della sostenibilità, a partire dall'utilizzo esclusivo in tutti i punti vendita di packaging compostabili e riciclabili, conformi alle normative europee più recenti. La filiera corta, garantita dalla produzione interna di molti prodotti a marchio – dai latticini ai salumi, dai panificati alla gastronomia – consente inoltre di ridurre le emissioni legate alla logistica, promuovendo il valore del territorio. Particolare attenzione è rivolta anche alla lotta contro lo spreco alimentare, attraverso porzionature calibrate, sistemi di tracciamento delle eccedenze e piani strutturati di recupero. Le eccedenze vengono regolarmente destinate a parrocchie, enti non-profit e realtà locali attive sul fronte dell'assistenza alimentare. La sostenibilità passa anche dagli spazi fisici: i punti vendita del brand, oggi oggetto di un progressivo restyling, sono realizzati con materiali naturali e a basso impatto ambientale. A ciò si aggiunge la partecipazione a iniziative pubbliche a favore del verde urbano, grazie alla devoluzione di fondi per la tutela e manutenzione di aree green pubbliche della città di Napoli, in collaborazione con il Comune e con associazioni attive nel sociale.

Con quasi due secoli di storia e uno sguardo costante al futuro, Ciro Amodio si conferma oggi un esempio virtuoso di impresa in grado di evolversi senza perdere il legame con le proprie radici, portando avanti una visione di filiera che coniuga artigianalità, innovazione e rispetto per l'ambiente.




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Scacco alla terapia: il tumore al fegato cambia pelle grazie al metabolismo

Scacco alla terapia: il tumore al fegato cambia pelle grazie al metabolismo


Le cellule tumorali del fegato sanno modificare la propria costituzione e rendere inefficaci le cure: una scoperta che svela l'inattesa capacità di trasformazione delle cellule cancerose, offrendo la possibilità di riformulare le terapie per migliorarne l'efficacia. Lo studio, coordinato dall'Università Statale di Milano e dall'Istituto Europeo di Oncologia, pubblicato su Signal Transduction and Targeted Therapy.


Milano, 27 giugno 2025. In uno studio guidato dall'Università Statale di Milano e dall'Istituto Europeo di Oncologia, sostenuto da Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, i ricercatori hanno svelato il profondo cambiamento del metabolismo cellulare che induce la resistenza delle cellule tumorali ai trattamenti farmacologici contro il tumore al fegato. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista
Signal Transduction and Targeted Therapy, del gruppo Nature.

 

Il gruppo di ricerca ha studiato su colture cellulari il comportamento delle cellule tumorali trattate con sorafenib, un farmaco usato nelle forme avanzate di carcinoma epatocellulare, una delle più comuni forme di cancro al fegato. Il farmaco, sebbene inizialmente efficace, dopo alcuni mesi perde spesso la sua capacità di agire nel 50% circa dei pazienti poiché il tumore sviluppa resistenza.

I ricercatori hanno scoperto che le cellule tumorali "imparano" a deviare le vie del metabolismo degli zuccheri per produrre glicerolo, una molecola che funge da "impalcatura" per costruire nuove membrane cellulari. Contemporaneamente le cellule cancerose assorbono acidi grassi dall'ambiente esterno, che si legano al glicerolo e completano così una nuova struttura della membrana. Questo rimodellamento rafforza le cellule tumorali, rendendole più resistenti allo stress causato dai trattamenti.

 

Spiega il professor Nico Mitro, già vincitore del Career Development Award della Fondazione Armenise-Harvard e docente di biochimica dell'Università degli Studi di Milano: "Come alcuni animali cambiano pelle per adattarsi all'ambiente, anche le cellule tumorali si trasformano, modificando la propria struttura in modo da sfuggire all'effetto dei farmaci. Dopo una prima fase di trattamento farmacologico, le cellule cancerose sopravvissute sono in grado di riorganizzare i lipidi nella loro membrana esterna e diventare così resistenti ai trattamenti".

 

Uno degli aspetti più promettenti dello studio è l'identificazione di due possibili biomarcatori nel sangue dei pazienti trattati con sorafenib. L'accumulo di D-lattato sembra indicare che il trattamento sta funzionando, mentre un aumento del glicerolo potrebbe segnalare l'inizio della resistenza del tumore. Questi indicatori potrebbero diventare strumenti utili per monitorare in modo più preciso l'efficacia delle terapie e intervenire tempestivamente con possibili strategie alternative.

 

Conclude Nico Mitro: "Queste scoperte aprono nuove prospettive nella lotta contro il carcinoma epatocellulare e, più in generale, nella comprensione dei meccanismi con cui i tumori diventano resistenti ai farmaci. In futuro, una conoscenza più approfondita del metabolismo delle cellule tumorali potrà portare allo sviluppo di terapie sempre più mirate e precise, capaci di migliorare l'efficacia dei trattamenti e la qualità della vita dei pazienti."

 

La ricerca è stata coordinata dal professor Nico Mitro e ha coinvolto scienziati del dipartimento di Scienze farmacologiche e biomolecolari dell'Università degli Studi di Milano e del dipartimento di Oncologia sperimentale dell'Istituto Europeo di Oncologia. Hanno collaborato anche importanti centri di ricerca italiani, tra cui l'IRCCS Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori (IRST) "Dino Amadori" di Meldola e l'IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.



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Budapest. La street artist Laika sfida Orbán prima del Pride con la nuova opera


"ANOTHER HUNGARY IS POSSIBLE":
LA STREET ARTIST LAIKA SFIDA ORBAN A BUDAPEST ALLA VIGILIA DEL PRIDE

Budapest, 27 giugno. All'alba di oggi è apparso nel centro di Budapest un nuovo poster firmato dalla street artist Laika, dal titolo Another Hungary is Possible ("Un'altra Ungheria è possibile"). L'opera raffigura il premier Viktor Orbán in una versione queer, mentre sventola una bandiera arcobaleno, come se sfilasse al Pride. Sull'abito si legge la scritta "Free Maja", in omaggio alla militante antifascista non-binary detenuta nel paese. 

Con questa azione Laika lancia un messaggio chiaro e provocatorio alla vigilia del Budapest Pride, proprio in un momento in cui il governo ungherese ha cercato di ostacolare la manifestazione.

Non è la prima volta che l'artista prende di mira il governo di Orban: tra le sue opere più celebri, il poster che ritraeva l'eurodeputato Jozsef Szajer, fedelissimo di Orban, colto in fragrante all'interno di un'orgia omosessuale durante il confinamento da Covid, e Ila Resisti, a sostegno della militante antifascista Ilaria Salis, oggi eurodeputata.

Tutte opere, quelle di Laika, realizzate in Italia fino a questo ultimo blitz, in cui l'artista sfida il premier in casa propria, alla vigilia del Pride di Budapest, che il governo ungherese ha messo al bando. 

"La street art ha il potere di mostrare l'impossibile, l'utopico. Rappresentare Orban che marcia per i diritti civili è certo una provocazione, ma non atta a ridicolizzare. È più che altro un sogno: quello di un'Ungheria in cui il premier non demolisce lo Stato di diritto con leggi liberticide, non reprime le piazze, ma scende in strada accanto alla comunità LGBTQIA+. Un premier rispettoso dei diritti umani", dichiara Laika.

Secondo l'artista, "l'Ungheria sta attraversando una preoccupante deriva autoritaria, con una progressiva erosione delle garanzie democratiche". Laika denuncia la tolleranza, se non il sostegno, da parte del governo verso gruppi neofascisti come quello di HVIM (Sixty-Four Counties Youth Movement), a cui il premier ha concesso l'autorizzazione a sfilare nelle stesse vie del Pride. 

A maggio, il Parlamento Europeo ha chiesto formalmente che il Budapest Pride si svolgesse senza ostacoli. "Tra i 20 Paesi firmatari della mozione non figura l'Italia, che invece – afferma l'artista – guarda con favore al 'modello ungherese'".

"Essere qui oggi è un rischio, ma è anche necessario. È importante non solo per la comunità LGBTQIA+ ungherese, ma per quella di tutta l'Europa. È importante per difendere democrazia e diritti umani. E sono qui anche per sostenere il coraggio del sindaco Gergely Karácsony, che ha deciso di far svolgere il Pride nonostante tutto. Domani sarò in incognito alla manifestazione e spero di vedervi in tantissimi. L'onda nera omofoba e xenofoba non ci travolgerà. Noi siamo marea", conclude Laika. 






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