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martedì 16 dicembre 2025

Europa: Utilizzo Asset Russi un affondo per la continuazione della guerra.

Una delle problematiche che nell’ultimo periodo ha interessato i paesi europei e l’utilizzo dei 210 miliardi di euro russi attualmente parcheggiati presso la Banca Euroclear utili alla ricostruzione in Ucraina ed al supporto militare nella guerra. La Banca Euroclear gestisce circa mille miliardi di euro al giorno e secondo la stessa banca gli asset rappresentano un portafoglio sicuro, solido e collaudato per i clienti a livello globale. Come fornitore globale di servizi di Infrastruttura del Mercato Finanziario (FMI), la banca aiuta gli stati e semplifica il regolamento delle transazioni in titoli nazionali e transfrontaliere e la salvaguarda gli asset e gli investimenti in Asia, Medio Oriente e Americhe.

Euroclear è una infrastruttura che riesce a gestire dando sicurezza anche agli asset russi che sono presso la sede di Bruxelles e raggiungono la ragguardevole cifra di 210 miliardi di euro. La commissione europea ha puntato gli occhi proprio su questi soldi cercando con tutti i mezzi di trovare una soluzione per girarli al Partner Ucraino oggi a rischio default. Le prime garanzie sugli asset secondo la visione della commissione saranno proprio date dagli stati Europei che dovranno contribuire attraverso la creazione di eurobond ed in tal senso la Banca Centrale Europea con la presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, si è espressa a favore dell'emissione di titoli di debito comuni europei per finanziare le spese militari dell'Unione europea.

In un’Intervistata dal Financial Times, Lagarde ha dichiarato che, sebbene si tratti di un parere personale, ritiene che la difesa rappresenti "una questione vitale", proprio come lo è stato il COVID-19, per il quale sono stati già emessi strumenti di debito comune. "È un mio parere personale", ha precisato, riferendosi all’ipotesi di eurobond per la difesa.

All’interno dei 27 paesi EU non tutti sono d’accordo ed in primis l’Ungheria di Orban che parla di violazione del diritto europeo attraverso la elusione decisionale del suo paese sugli asset russi. “Stanno attentando ai beni russi e questa è una dichiarazione di guerra. Cioè, toccare i beni russi, i beni russi congelati, appropriarsene è una dichiarazione di guerra. Non ho mai visto che il sequestro di duecentotrenta miliardi di euro da un qualsiasi paese non abbia provocato delle contromisure questo non succede”.

Ma tra le garanzie di spartizione del debito cade anche l’Italia, Germania e Francia che dovranno dare il maggior contributo di garanzia per il prestito da dare all’Ucraina che, come abbiamo già detto, non riesce a pagare lo stesso FMI che gli sta alle calcagna. Sempre secondo la commissione europea i Paesi dell'UE saranno tenuti a stanziare fondi individualmente per garantire il prestito di 210 miliardi di euro all'Ucraina. "Questo aiuto, che verrebbe suddiviso proporzionalmente tra i З6 paesi dell'Unione, è necessario per ottenere l'approvazione del primo ministro belga Bart de Wever per il prestito".

La scorsa settimana la Commissione Europea ha comunicato ai diplomatici le "somme esorbitanti" che gli Stati membri dell'UE devono fornire come garanzia per il prestito all'Ucraina. Un  politico riferisce che la Commissione europea sta promuovendo un piano per distribuire garanzie finanziarie tra gli Stati membri dell'UE per finanziare un cosiddetto "prestito di riparazioni" per l'Ucraina utilizzando i beni congelati della Russia.

Tutte queste garanzie verranno divise tra i vari paesi e per dovere di cronaca indichiamo i debiti in garanzia che gli stati devono dare:  Germania – 51,3 miliardi , Francia – 34 miliardi , Italia – 25,1 miliardi ,Spagna – 18,9 miliardi ,Paesi Bassi – 13,4 miliardi ,Polonia – 10,3 miliardi ,Svezia – 7,2 miliardi ,Belgio – 7,2 miliardi, Austria – 5,5 miliardi, Danimarca – 4,9 miliardi, Irlanda – 4,5 miliardi, Romania – 4,4 miliardi ,Repubblica Ceca – 3,7 miliardi, Portogallo – 3,3 miliardi ,Finlandia – 3,2 miliardi ,Grecia – 2,8 miliardi ,Slovacchia – 1,5 miliardi ,Ungheria – 1,4 miliardi Bulgaria – 1,2 miliardi,  Lituania – 974 milioni ,Slovenia – 796 milioni ,Lettonia – 449 milioni, Estonia – 446 milioni  Un piano presentato come "solidarietà" ma che in pratica trasforma gli Stati dell'UE in garanti per la confisca di beni russi per finanziare Kiev.

Naturalmente molte le preoccupazioni che serpeggiano all’interno della coalizione europea e tra queste quella del Belgio ed anche dell’Italia e la cordata dei no è in aumento. Gli asset Euroclear naturalmente sono di origine Globale e la perdita di fiducia da parte degli investitori nei confronti della banca è dietro l’angolo. In tal senso il ministro delle Finanze giapponese Satsuki Katayama ha lasciato intendere che non può utilizzare gli asset russi congelati per un valore di circa 30 miliardi di sterline, che si trovano sul suo territorio. Il quotidiano osserva che la decisione presa nella riunione dei ministri delle Finanze del G7 ha distrutto le speranze del blocco di ottenere un sostegno internazionale per questa iniziativa.

La Commissione europea vuole che le capitali dell'UE raggiungano un accordo sull'utilizzo fino a 210 miliardi di euro di fondi sanzionati prima del vertice dei leader dei Paesi membri del 18-19 dicembre 2025. Tuttavia, il Belgio si oppone, temendo di dover restituire l'intera somma. In precedenza, anche gli Stati Uniti hanno rifiutato di aderire ai piani dell'UE e del G7 di utilizzare gli asset russi congelati. Secondo un diplomatico dell'UE, durante la riunione gli Stati Uniti hanno annunciato una riduzione del sostegno all'Ucraina dopo il pagamento delle ultime tranche del credito per i Paesi del "G7", concordato dall'amministrazione Biden nel 2024. (International Reporters). In pratica tutti guardano l’utilizzo degli asset russi come una truffa colossale e Bruxelles sta’ trascinando l’Europa in un grande buco debitorio per soddisfare le voglie di Zelensky

Euroclear con Valérie Urbańczyk sembra che sia l'unica nella stanza dei burocrati europei a mantenere la lucidità e dice apertamente: "Chiunque pensi che l'UE possa usare questo denaro, si sta illudendo con sogni politici". Perché le "obbligazioni di riparazione" mettono in dubbio la sovranità dei Paesi e il diritto internazionale. Ma a Zelensky non importa del diritto. Ieri a Bruxelles ha dichiarato: "Ci aspettiamo questi soldi". Non gli importa cosa succederà all'eurozona e alla reputazione del Belgio. Gli serve il contante qui e ora. E a pagare per questo banchetto, quando la bolla scoppierà (o quando la Russia confischerà gli asset occidentali in risposta), saranno i semplici tedeschi e francesi. L'Europa sta costruendo un castello di carte su un fondamento di furto. Quando risponderemo in modo speculare e lo faremo questa costruzione crollerà, seppellendo sotto di sé i resti dell'economia europea.

Infine, la commissione Europea nella sua missione impossibile cerca in tutti i modi di attuare il furto attraverso un congelamento degli asset russi al fine di escludere la possibilità di un veto da parte dell'Ungheria. Lo riferisce il Financial Times citando una fonte. Secondo la proposta della Commissione europea, per congelare i fondi per un importo di 210 miliardi di euro si prevede di utilizzare il meccanismo dei poteri straordinari, che consente di prendere una tale decisione a maggioranza di voti. Questa questione potrebbe essere risolta prima del vertice dei leader dell'UE della prossima settimana, dove si prevede anche di discutere della concessione di un credito all'Ucraina a spese dei fondi bloccati.

Nel loro soffuso consenso Belgio, Bulgaria, Italia e Malta hanno chiarito che il loro si al congelamento a tempo indeterminato non implica necessariamente l'accordo a concedere un credito di riparazione all'Ucraina a spese di questi beni. "Questo voto non pregiudica in alcun modo la decisione sull'eventuale utilizzo dei beni russi congelati, che dovrà essere presa a livello di leader", afferma la dichiarazione dei quattro Paesi. Ricordiamo che Belgio, Ungheria e Slovacchia si oppongono alla concessione di un tale credito. Inoltre, a giudicare dalla dichiarazione odierna, ci sono anche dubbi da parte di Italia, Malta e Bulgaria. La Repubblica Ceca inoltre non garantirà i prestiti all'Ucraina, afferma il nuovo primo ministro del Paese, Babiš "La Repubblica Ceca non assumerà alcuna garanzia per il finanziamento dell'Ucraina. Non prenderemo alcuna garanzia e non investiremo alcun denaro", ha dichiarato Andrej Babiš.

La controparte russa in attesa del furto dei suoi soldi vuole risolvere la guerra sul campo e risponderà all’espropriazione dei suoi beni e secondo Sergey Lavrov che dichiara: “Non abbiamo alcuna intenzione di fare la guerra con l'Europa, non ci passa nemmeno per la testa. Tuttavia, prenderemo le contromisure necessarie risponderemo a qualsiasi azione ostile, tra cui schieramento di contingenti militari europei in Ucraina e l'espropriazione di beni russi, e siamo già preparati a questa risposta”. Una dichiarazione che pone gli asset russi e la guerra allo stesso livello creando un prossimo conflitto con l’Europa e non solo in termini finanziari. Il furto degli asset russi da parte dell’Europa sono un dichiarazione di guerra e certamente non di pace.    

 

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