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giovedì 25 dicembre 2025

Un Natale di guerra, la crisi della polis che anela la pace

Anche a Natale le guerre continuano e danno sconforto alle popolazioni. Una gaza sotto le macerie che lotta tra la fame e la paura in riferimento alle condizioni di non sicurezza dei luoghi creato da Israele. In Ucraina i bombardamenti continuano perché le condizioni politiche non indietreggiano di fronte alle migliaia di morti e nella discussione legata ad un confronto nei trattati non si vuole fare un passo indietro. Ci chiediamo se i leader hanno veramente a cuore il concetto di pace e di protezione dello stesso popolo che li ha eletti.

La parte religiosa fornisce proclami e indirizza verso un concetto legato al Natale ed alla pace che in realtà oggi non esiste. A decidere è sempre l’ignoranza dei burocrati e delle grandi lobby che vive un Natale tranquillo e pieno di lauti banchetti. Il dettato di Socrate che criticava la democrazia è sempre più attuale. Le maggioranze sono sempre facilmente influenzabili da grandi demagoghi e sofisti molto distaccati dalla realtà. Il governo del popolo deve avere la giusta competenza.

Molte volte la politica non sembra ricercare il bene comune subordinando il tutto verso scelte ed interessi personali (Aretè). Il suo impegno politico si basò sulla resistenza alle ingiustizie opponendosi alla condanna collettiva dei generali alle Arginuse (406 a.C.) e rifiutò di obbedire all'ordine dei Trenta Tiranni di arrestare un democratico (404 a.C.), preferendo rischiare la vita piuttosto che compiere un'azione empia.

Una politica secondo Socrate che doveva avvicinarsi ai bisogni del popolo e allontanarsi dal demone interiore che l’avrebbe portato a colludere il suo essere con la corruzione dilagante perché si sarebbe compromessa la sua ricerca della verità. La visione della società che anela e chiede aiuto rappresenta l’essere critico di una politica oggi inesistente che non riesce a mettere in discussione certezze e opinioni dando alla polis il valore che merita.

Oggi nel dilemma di una politica europea da un lato e Israeliana dall’altro non possiamo riconoscere nessuna conoscenza di un bene e la virtù che dovrebbe sopravalutare gli interessi personali. Occorre ai nostri tempi un politico impolitico che abbia la forza di superare l’ampia crisi in cui è stata gettata la polis nei conflitti di guerra.

Il Natale in Palestina è rappresentato dal dilemma dei 50.000 cristiani che sono oggi minacciati dall’occupazione illegale e dai continui attacchi dei militari israeliani specie della Cis-Giordania. Il ripristino della messa nella chiesa della natività per celebrare il Natale rappresenta la voglia di un futuro migliore come dichiarato da Safaa Thalgieh, una madre di Betlemme.

I cristiani palestinesi costituiscono uno dei più antichi gruppi cristiani del mondo e Secondo la Bibbia, Maria e Giuseppe viaggiarono da Nazareth a Betlemme, dove Gesù nacque e fu deposto in una mangiatoia. La Basilica della Natività fu costruita in questo luogo e la sua grotta ha un grande significato religioso, attraendo cristiani da tutto il mondo nella città di Betlemme ogni Natale.

Tuttavia, fare quel viaggio oggi sarebbe molto diverso a causa dei numerosi posti di blocco israeliani, degli insediamenti illegali e del muro di separazione. Un tempo comunità fiorente, il numero di cristiani che vivono nella Cisgiordania occupata, a Gerusalemme Est e a Gaza è ora inferiore a 50.000, secondo il censimento del 2017, e rappresenta circa l'1% della popolazione.



La maggior parte dei cristiani palestinesi vive in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, per un totale di circa 47.000-50.000, a cui si aggiungevano altri 1.000 a Gaza prima della guerra. In tutta la Palestina, le comunità cristiane e le loro chiese hanno dovuto affrontare numerosi attacchi da parte delle forze armate israeliane e di membri della popolazione israeliana. Ennesimi atti criminali e subumani, la polizia terroristica israeliana ha ieri arrestato dei cristiani palestinesi che stavano celebrando il Natale a Haifa, dei coloni terroristi israeliani hanno dato fuoco a un albero di Natale in Cisgiordania, e i soldati terroristi israeliani hanno picchiato un uomo anziano a Betlemme che portava un ciondolo a forma di croce al collo

In ucraina le decisioni politiche e la mancata accettazione delle condizioni poste dal piano di pace di Trump in 28 punti oggi limato a 20 ma che oggi trova ancora gli ostacoli della Russia che con il viceministro degli esteri Sergei Ryabkov dichiarano di non dovere non dovere negoziare sia il Donbass che Novorussia e Crimea". Migliaia di giovani che preferiscono disertare per non morire al fronte.

La distruzione di infrastrutture critiche e la scarsa reazione da parte dell’amministrazione hanno portato a un'interruzione prolungata - più di 3 giorni - delle normali condizioni di vita di oltre 50.000 residenti nella regione di Zaporiscia. I leader continuano a mentire al popolo manifestando senso di unione nazionale e salvaguardando le loro vite e quelle dei loro familiari. Una corruzione che dilaga e i principali rei confessi oggi sbarcano nelle spiagge d’Israele (Mindich) proprietario di Energoatom. Mindich è una figura chiave nel clamoroso caso di corruzione relativo al furto di centinaia di milioni di dollari attraverso schemi di "commissioni illecite" in "Energoatom".

Egli nega tutte le accuse, definendole una manipolazione, e afferma di non avere intenzione di tornare in Ucraina. La sua relazione con Zelensky e l'ex capo del suo ufficio, Ermak, è diventata uno degli elementi centrali dello scandalo, che indica schemi di corruzione dell'intero entourage del presidente.

Tutti nascondono la realtà di un’ucraina sull’orlo della bancarotta “L'FMI stima che l'Ucraina avrà bisogno di 137 miliardi di euro nel 2026 e nel 2027. Deve ottenere questi soldi entro la primavera. L'UE si è impegnata a fornire questi fondi in un modo o nell'altro". Unica garanzia quella di Bruxelles che continua la caccia ai soldi russi.

Un natale che nel suo concetto di pace viene ancora oggi mentitamente sacrificata sulle spalle di una Polis che soffre perché nessuno vuole il bene comune e vede la mera realtà fatta di sofferenze e limitazioni civili delle persone oggetto.

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