‘’Ogni giorno leggiamo cifre approssimative utili solo per comparire su giornali’’
‘’È
partita come sempre la rincorsa dei numeri: tutti pronti con i dati dei
Comuni sulla spending review. In questa settimana abbiamo letto le
varie classifiche dei buoni e dei cattivi. A questo punto è pero’
necessario fare alcune considerazioni preliminari prima di fare delle
classifiche’’. E’ quanto afferma Angelo Rughetti, Segretario Generale
ANCI. Nel ricordare che ‘’il decreto legge ‘spending review’ della
cosiddetta fase due, dispone per i Comuni una riduzione del fondo
sperimentale o dei trasferimenti per i Comuni delle Regioni Sicilia e
Sardegna di 500 milioni per il 2012, che diventa di 2000 milioni a
decorrere dal 2013’’, Rughetti rileva che ‘’le riduzioni delle risorse
deve essere computata tenendo conto dell’analisi della spesa effettuata
dal Commissario straordinario, degli elementi di costo dei singoli
settori merceologici, dei dati raccolti per l’analisi dei fabbisogni
standard. Nel caso in cui la metodologia appena esposta per
l’assegnazione del taglio non produca risultati convincenti, allora si
procede con il taglio in proporzione alle spese sostenute per consumi
intermedi sulla base dei dati SIOPE 2011. Ipotesi, quest’ultima, che
desta forti perplessità’’. ‘’I dati Siope, segnala Rughetti – sono
infatti esclusivamente la rilevazione per cassa dei pagamenti effettuati
dai comuni in un determinato periodo dell’anno. Ciò significa che il
dato SIOPE di un anno non rappresenta il costo sostenuto dall’ente
quell’anno per erogare un servizio o acquistare un bene, ma
semplicemente il pagamento effettuato dall’ente che può riferirsi ad
acquisti relativi a più anni. Pertanto, se un ente ha un contratto di
fornitura con pagamento biennale diventa sprecone rispetto ad un ente
che liquida i pagamenti per lo stesso servizio anno per anno! Ma la cosa
più grave – sottolinea - è che essendo dati di spesa, i dati SIOPE non
consentono di distinguere, a parità di spesa, chi ha dato molto
pagandolo poco, da chi ha offerto poco facendolo costare un sacco.
Ancora una volta, il rischio, se non la certezza, di confondere per
virtuoso chi spende poco, ma che non da niente alla propria
collettività, e per sprecone il Comune che minimizza i costi per dare
molti servizi, è molto elevato’’. ‘’Un altro aspetto merita di essere
considerato. Nella classificazione “consumi intermedi” – evidenzia il
Segretario Generale ANCI - ricadono voci che non sono acquisti di beni,
ma vi confluiscono le spese relative ai contratti di servizio
(smaltimento rifiuti, trasporto,) e all’acquisto di servizi per conto
dei cittadini (mense scolastiche, rette di ricovero in struttura per
anziani e portatori di handicap etc.). Tagliare linearmente queste voci
significa tagliare linearmente le quantità di servizi erogati
direttamente ai cittadini’’. ‘’Per avere un’idea dell’effettiva
dimensione della componente di spesa relativa agli acquisti dei comuni –
spiega Rughetti - si consideri che rispetto ai 25 miliardi circa di
spesa, che in base ai dati Siope dovrebbe essere aggredita, solo 6
miliardi riguardano veri acquisti di beni e servizi sui quali è
possibile efficientare i costi. Dove allora è possibile fare ‘risparmi’?
Prevedere un risparmio di 2 miliardi su 6 significa obbligare i comuni a
rivedere la spesa del 33%. Quali altre amministrazioni lo fanno? E come
è possibile immaginare di non toccare la quantità di servizi
realizzati? Diversamente, i comuni devono tornare a ridiscutere
contratti per la gestione di servizi essenziali? Oppure devono ridurre
la spesa per i servizi agli anziani o le mense scolastiche?’’
‘’Oltre alla difficoltà
di ridurre queste spese – aggiunge Rughetti - nell’aggregato rientra
anche la voce delle consulenze. Tale voce indubbiamente in alcuni casi
può essere ridotta, ma in altri è l’unico modo possibile per gestire
alcuni servizi. Ne è l’esempio il comune di Venezia, che usa lo
strumento della consulenza per fare assistenza agli anziani, in quanto
non potrebbe gestire internamente il servizio per carenza di personale e
per le stringenti regole sulle assunzioni’’. ‘’Come ANCI – conclude –
siamo sempre disponibili a confronti seri per andare a tagliare dove è
giusto, ma non accettiamo processi sommari e esposizioni al pubblico
ludibrio’’.
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