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martedì 7 luglio 2015

‘Babywearing’ – ‘Portare in fascia il bebè’ è boom in Italia



A confermarcelo la ricerca condotta da Licia Negri in libreria con ‘Lasciati abbracciare’ edito da Trevisini Editore


‘Babywearing’ sempre più utilizzato dai genitori italiani, è quanto emerge da uno studio condotto da Licia Negri che ha preso in esame un campione di 1321 responder coinvolti sul tema di età compresa tra i 18 e i 50 anni.

L’89% del target ha uno o due figli, il 6,13% ne ha tre, un restante 1,23% arriva a quattro e solo un 0,27% supera la quota dei quattro. Il 90% degli intervistati aveva già portato a termine la gravidanza, di cui nel 7% dei casi è stata prematura mentre il 3% era in attesa durante il sondaggio.

Il fattore determinante che viene evidenziato dallo studio è che i genitori italiani credono e riconoscono i benefici del ‘babywearing’, infatti un buon 75% lo sta utilizzando e il 17% lo ha già usato in precedenza, il 7% è orientato a praticarlo, un residuo 1% non pensa di provarlo, non sa non risponde.

Come racconta Licia Negri nella sua esperienza raccolta nel libro in uscita in questi giorni ‘Lasciati abbracciare’ edito da Trevisini Editore – Nella mia esperienza personale, portare è stato sinonimo di abbracciare, un modo per mettermi in ascolto dei miei bisogni e di quelli di Luca il mio bambino. Abbracciarci ci ha aiutati a crescere. Entrambi. Per capirci quando parlo di abbraccio intendo quello vero! Non quello sfiorato, sfuggente e quasi di cortesia, ma l’abbraccio che avvolge, protegge, nel quale sci si può lasciare andare. Quello che ‘si respira’- se ci pensate si dice “a pelle sento che”…stiamo identificando con la pelle, organo sensibile e ricettivo il nostro istinto. Recuperiamo allora il nostro istinto e lasciamoci abbracciare!”.

Quello che porta al ‘babywearing’ su un pannel di domande a più risposte è la consapevolezza di utilizzarlo ‘perché salutare’ nel 60% dei casi, una maggioranza legata all’87% lo pratica ‘perché ama  stare a contatto con il bebè’. Un altro 83% lo trova anche molto comodo.
Il 98% è convinto che il bambino ne tragga assoluto beneficio, visto che si calma con facilità e in molti casi si rilassa e si addormenta, ma a contribuire all’utilizzo è anche il fatto che un genitore diventa sempre più multitasking, riuscendo in questo modo a fare più cose seppur godendo della presenza e del contatto del bebè.

Come spiega infatti la Dottoressa Daniela Wenger Uslenghi, psicologa e psicoterapeuta presso l’Istituto Hoffman: “La modalità bambino e genitore con il babywearing è molto interessante, in quanto il bambino può partecipare alla vita degli adulti mantenendo uno stretto contatto fisico anche se mamma e papà stanno svolgendo altre attività. Sappiamo bene quanto questo contatto sia determinante per la crescita e il benessere di nostro figlio. Il bambino sviluppa così una base sicura, soprattutto nei primi anni, che lo porterà ad essere autonomo”.

Ma il beneficio è duplice perché a usufruirne è anche l’adulto che grazie a questo magic touch sviluppa gli ormoni del benessere, migliorando l’emotività e la serenità, vivendo insieme al bambino come in una danza.

A confermarlo è anche un buon 95% dei genitori intervistati che si sente molto appagato e più sicuro di sé con il ‘Babywearing’, tanto che il 43% lo usa in media un paio d’ore al giorno, il 33% supera addirittura le due ore arrivando fino a quattro. Il 13% più di quattro ore, 11% meno di un’ora.

Secondo il Dottore Franco De Luca, pediatra e presidente del Centro Nascita Montessori: “Il contatto fisico con la madre e il padre rassicura i nostri piccoli, aumentandone la conoscenza reciproca e tra  gli effetti immediati migliora il sonno, ma soprattutto la pratica del "Cangaroo mather care "ci conferma come il babywearing spessso funziona meglio della più tecnologica delle incubatrici e riduce la morbilità e mortalità dei prematuri".
Un’approvazione anche genitoriale che alla domanda: Pensi che portare, se possibile, il proprio bebè, possa essere di beneficio in presenza di bisogni speciali?” ha risposto positivamente nel 95,14%, in molti specificando che, nel caso di prematuri il contatto continuo è stato di enorme beneficio.




Trevisini Editore
Fondata nel 1859 a Milano da Enrico Trevisini, la casa editrice Trevisini Editore esordì con la pubblicazione di una collana di libri per la gioventù. Il successore Luigi iniziò a diversificare la produzione dedicandosi, oltre che alla pubblicazione di favole, novelle, racconti per bambini, anche all’edizione di veri e propri testi scolastici per le scuole elementari.
Oggi Trevisini Editore si presenta come un’azienda che, mantenendo inalterate le finalità aziendali ed adeguandosi alle più nuove tecniche di produzione, è in grado di offrire ed aggiornare annualmente un catalogo sempre più completo e finalizzato ai vari indirizzi educativi moderni.
Nel 2012 l’azienda amplia ulteriormente la propria offerta editoriale creando un nuovo marchio “Mental Fitness Publishing” che affronta tematiche legate al benessere dal punto di vista olistico.

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