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mercoledì 15 luglio 2015

Povertà, Cia: la crisi ancora morde, nel 2014 il 59% delle famiglie riduce quantità e qualità del cibo acquistato

La Cia in merito al rapporto diffuso oggi dall'Istat: la situazione economica del Paese è ancora molto difficile, soprattutto nel Mezzogiorno dove l'incidenza della povertà resta drammaticamente alta. Nell'ultimo anno oltre 4 milioni gli italiani costretti a chiedere aiuti alimentari. Puntare sull'agricoltura.         

 

Si ferma nel 2014 la crescita della povertà in Italia, ma il numero delle persone in grave disagio economico resta altissimo, come dimostra il fatto che nell'ultimo anno più di 4 milioni di italiani sono stati costretti a rivolgersi agli enti caritativi per un pasto gratuito o un pacco alimentare. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando il rapporto dell'Istat diffuso oggi.

Nel 2014 il numero dei cittadini in condizioni di povertà assoluta supera ancora i 4 milioni, di cui quasi la metà residente nel Mezzogiorno, mentre in povertà relativa sono oltre 7,8 milioni di persone -osserva la Cia- con situazioni davvero drammatiche al Sud: in Calabria, in Basilicata e in Sicilia, in particolare, l'incidenza di povertà tocca oltre un quarto delle famiglie, rispettivamente il 26,9%, il 25,5% e il 25,2%.

Ma anche chi "resiste" ai colpi della crisi -continua la Cia- deve mettere in atto tagli draconiani ai consumi, anche quelli insopprimibili come gli alimentari. Sempre nel 2014 il 59% delle famiglie ha ridotto quantità e qualità del cibo acquistato, rinunciando per esempio a carne (-2,4%) e olio (-9%) e rivolgendosi sempre più spesso ai discount, che sono diventati a tutti gli effetti l'unica "via" praticabile per 3 milioni di famiglie per far fronte alla pesante situazione economica.

E' chiaro, quindi, che bisogna continuare a sostenere e incoraggiare politiche sociali di sostegno, come i piani di assistenza alimentare -sottolinea la Cia- ma allo stesso tempo occorre investire su settori come l'agricoltura, che non solo rappresenta "la dispensa" del Paese ma che si è sempre dimostrata anticiclica, anche dal punto di vista occupazionale, in tutti questi anni di crisi.

 


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