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sabato 16 aprile 2005

Rifiuti elettronici, anche in Italia partirà la raccolta?

Entro l’estate di quest’anno anche l’Italia dovrà aver messo a punto un efficiente sistema di recupero e riciclaggio dei rifiuti elettrici ed elettronici, un sistema che al contempo sia ambientalmente efficace ed economicamente sostenibile. A sancirlo sono le tre direttive europee approvate all’inizio dell’anno scorso 3 direttive comunitarie sulla gestione, il recupero e l'avvio al riciclo dei rifiuti elettrici ed elettronici (2002/95/CE, 2002/96/CE, 2003/108/CE). Mentre in altri Paesi come la Germania, dove a breve sarà approvato dal governo tedesco un programma per avviare al recupero e riciclo questa tipologia di rifiuti, l’Italia è in affanno se pensiamo che i tempi fissati dall’UE entro i quali dovranno essere raggiunti gli obiettivi di recupero degli apparecchi dismessi sono estremamente brevi. Per questo è auspicabile che anche in Italia si giunga ad una definizione al più presto di un idoneo modello di recupero: quale che sia, questo sistema di raccolta e riciclo dovrà anche nel nostro Paese evitare che radio, monitor e computer, così come frigoriferi e congelatori, finiscano in discarica o negli inceneritori senza essere stati privati dei diversi componenti pericolosi. Oggi, invece, secondo indagini della Commissione europea, fa questa fine circa il 90% dei rifiuti elettrici ed elettronici dismessi. È proprio per questo che l’UE ha promosso e approvato le tre direttive del 2003 che puntano sull’obbligo della raccolta differenziata dei beni “provenienti dai nuclei domestici”, stabilendo che entro il 13 agosto del 2005 “l’onere dell’organizzazione dei servizi di raccolta, trattamento, recupero, reimpiego, riciclaggio e smaltimento” sia posto in capo ai produttori e agli importatori.
La forma più idonea per organizzare il recupero e il riciclo sarà molto probabilmente quella consortile, che ha già dato buoni frutti nel settore dei rifiuti pericolosi e degli imballaggi, come dimostrano rispettivamente i primati del COBAT (Consorzio Obbligatorio Batterie al Piombo Esauste) e del Consorzio degli Oli Usati, così come le buone performance raggiunte dal CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi) e dai suoi consorzi di filiera (carta, plastica, alluminio, vetro, legno e acciaio).
E così, il Governo, ha approvato in prima lettura, il 13 maggio scorso, il decreto legislativo che recepisce le tre direttive comunitarie sulla gestione, il recupero e l'avvio al riciclo dei rifiuti elettrici ed elettronici. Il provvedimento dovrà ora passare al vaglio della Conferenza Stato-Regioni e delle Commissioni parlamentari. Tra le finalità principali del decreto ci sono la prevenzione della produzione di scarti provenienti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, la realizzazione di un sistema di raccolta differenziata, recupero e riciclaggio di questi rifiuti, la progettazione di nuove apparecchiature che facilitino il riuso, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti da esse prodotte. È prevista l’introduzione di un marchio per queste apparecchiature che indichi ai cittadini la necessità della raccolta differenziata. Le operazioni di trasporto, trattamento, recupero e smaltimento finale della spazzatura elettronica saranno a carico dei produttori, che assicureranno anche il ritiro gratuito delle apparecchiature dismesse al momento dell’acquisto di oggetti elettrici ed elettronici nuovi. L’obiettivo di raccolta del provvedimento è fissato in 4 chili l’anno in media per abitante entro il 31 dicembre 2006. In questo modo verrebbe finalmente data attuazione alla norma contenuta già nel Decreto Ronchi del 1997 che prevedeva il ritiro degli elettrodomestici a cura dei produttori e che non ha mai preso piede nel nostro Paese.
Andrea Pietrarota

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